lunedì 4 giugno 2012

L'affare 8-14


Capitolo 8. Flash.                                                                

La macchina inchioda, dopo l’ultima accelerata, davanti al cancello della villa.
La costruzione è nascosta dagli alberi che sopravanzano il muro di cinta e che formano, messi in doppia fila, una barriera intricata ed invalicabile per tutelare la privacy del proprietario.
Gli occhi nascosti di una telecamera avvertono del suo arrivo i domestici che azionano dall’interno il pesante cancello che, come per incanto, si apre. 
La vettura, percorso il viale d’accesso, dopo pochi metri si ferma dinanzi ad una costruzione illuminata a giorno.
La facciata di marmo bianco candido della villa splende nel buio della notte alla luce delle torce elettriche.
Lasciata la macchina accanto alla grande fontana, fra una jaguar ed una mercedes, Politicante sale con sicurezza i tre scalini che lo portano al porticato neoclassico.
La porta d’ingresso è presidiata da un robusto maggiordomo che, riconoscendolo, lo fa accomodare nel salone già affollato di ospiti.
Di mosche lì non ce ne sono, perché i proprietari abbondano nell’uso di insetticidi e poi le mosche hanno paura delle case dei potenti e girano al largo.
Con un cenno della mano saluta gli ospiti abituali che sorseggiano un long drink nell’ingresso.
Attraversata con passo sicuro la sala, Politicante si dirige nel successivo salone di rappresentanza, dimostrando di conoscere bene dove si deve dirigere per incontrare il padrone di casa.
Tutti quelli che contano nell’ambito dell’Organizzazione e dell’Opposizione sono lì.
L’ambiente è alquanto eterogeneo; il padrone di casa ama circondarsi di persone che appartengono ai più diversi ceti sociali.
Politicante è sempre un ospite gradito perché avvince tutti con la sua abilità dialettica.
Non c’è affare di cui non gli si possa parlare senza trovarlo disponibile ad interessarsi.
Discariche, cave, smaltimento liquami, snellimento pratiche o loro insabbiamento, appalti, incarichi da attribuire e assunzioni protette sono tutte specialità in cui Politicante eccelle.
Il padrone di casa si alza e gli va incontro saltandolo calorosamente.
E’ un omone imponente dall’aria sempre sorridente, lo chiamano Flash perché possiede una fabbrica di lampadine, ma si fa coinvolgere in ogni affare dove si può realizzare un qualche guadagno.
La sua specialità è quella di comprare capannoni industriali da persone in procinto di fallire.
Flash si inserisce al punto giusto nelle procedure concorsuali per aggiudicarsi il bene prima dell’asta convincendo le banche creditrici della bontà della sua offerta.
L’immobile di solito viene frazionato e riconvertito alle destinazioni d’uso più redditizie.
Qui scattano l’abilità di Flash e le relazioni che gli consentono di avviare la struttura verso un nuovo utilizzo.
L’arte di trovare i contributi è la sua specialità.
Contributi nazionali, o internazionali, sgravi fiscali, tutto serve per realizzare generosi utili.
Lui stima profondamente Politicante.
Sa che milita nell’Organizzazione, che conta pesantemente in ogni decisione importante e che è in grado di condizionare gli equilibri e questo gli basta.
Per Politicante Flash è uno degli interlocutori preferiti, con lui può snocciolare dati e cifre di contributi statali, fondi europei da cui attingere abbondantemente per mettere in moto affari e per fare vedere la sua effettiva influenza.
Parlare di investimenti è per Politicante come per un musicista parlare di una sinfonia o di un concerto; sono piacevoli note, in questo caso dorate, che gli piovono addosso dandogli la felicità.
E’ disponibile dal più piccolo intervento, ad esempio, per far funzionare la biblioteca del paesino sperduto nella pianura, all’intervento industriale più impattante, purché ci sia bisogno di lui per trovare i contributi, organizzare una riunione per sensibilizzare l’amministrazione al progetto, modificare piani, realizzare strade e urbanizzare il territorio.
Tutto va bene per Politicante perché ogni riunione, ogni progetto approvato è un tassello che si unisce per creare il grande mosaico della sua influenza.
Tutti devono poter assicurare che Politicante c’è, che è stato lui a mettere la parola decisiva per fare decollare l’iniziativa e per contribuire al suo finanziamento.
Se l’iniziativa non parte, non importa purché se ne parli e tutti sappiano che Politicante si è battuto come un leone e che sono stati gli altri a bloccarla.
Le riunioni, i progetti e i contributi sono tutto per lui.
Sono la sua casa, la sua famiglia e i suoi affetti.
Cosa può fare senza riunioni, senza cene, senza il continuo compiacimento che gli piove addosso per aver trovato un finanziamento e aver portato avanti un progetto, abbattendo opposizioni, ricucendo alleanze e distribuendo prebende, incarichi e favori?
Che novità ghe xe al Consorzio per il controllo delle mosche” chiede Flash.
Politicante assume la sua espressione più seria, che gli è consueta quando parla di politica, corruga la fronte, scuote la testa e allarga le braccia.
Ghe xe tanti problemi ma femo el nostro meio!” Esclama.
Come la metemo per la me pratica?” Soggiunge sottovoce, con tono circospetto, il proprietario della villa che non esita ad entrare nel vivo degli argomenti senza molti preliminari.
No state a preocupar, tuto va ben semo con ti. Fra do mesi e tuto xe fato”.
Flash è soddisfatto: non c’è nessuno che può fare ottenere favori come Politicante.
Ha comperato una grossa area strategica alla prima periferia della città sita su di un via di grande comunicazione.
L’Organizzazione aveva negato al precedente proprietario la possibilità di costruire un grosso centro commerciale.
Il progetto è stato respinto più volte ritenendo insufficiente la viabilità della zona, ma ora Politicante ha fatto realizzare espressamente una variante alla tangenziale cittadina, imponendo una bretella di collegamento al quartiere che ha radicalmente cambiato la situazione quindi la concretizzazione del centro commerciale è apparsa naturale.
Scaricando i costi delle infrastrutture sulla collettività, Politicante ha ottenuto per Flash il massimo profitto.
E’ una soluzione impeccabile da manuale.
Nessuno sa gestire i contributi pubblici come Politicante perché lui ha entrature in tutte le stanze del potere ed i suoi protetti non devono temere.
Sotto la sua azione le norme e i regolamenti si interpretano e le situazioni più complicate si modificano fino ad ottenere la soluzione desiderata.
Non c’è dirigente che conta che lui non abbia contribuito a fare assumere e amministratore che non abbia contribuito a fare eleggere.
Per i nemici dell’Organizzazione, invece, le cose si complicano, le pratiche sono sempre impossibili o incomplete, è necessario integrare la documentazione o modificare la domanda.
Il risultato però non cambia e l’iniziativa rimane ferma ad aspettare che il richiedente abbia imparato come deve comportarsi.
Le norme ed i regolamenti, come intricate macchie di vegetazione ricche di arbusti e liane, impediscono il passaggio e imprigionano l’incauto viandante senza guida.




Capitolo 9. Saluti e baci.                                                                 

Con l’aria raggiante, l’occhio brillante ed il sorriso appena abbozzato del vincitore, Politicante fa l’ingresso nella sala dove si aspetta di trovare molti dei suoi protetti.
Nel breve percorso che lo conduce verso i rinfreschi si trova al centro dell’attenzione.
Tutti fanno a gara per dimostrare agli altri, e per provare a loro stessi, il grado di familiarità, oltre che di semplice conoscenza, con il nostro uomo.
I più taciturni, quelli che non ti rivolgono la parola e che, quando ti sono dinanzi, girano la faccia per non salutare diventano loquaci e fanno a gara per scambiare con lui due parole anche solo di saluto.
Sorrisi e saluti si sprecano in un crescendo; l’adagio molto della sinfonia si trasforma, abbandonando senza pudore i più elementari concetti di armonia, in un allegro con brio senza avere minimamente sviluppato il primo movimento.
Tutti ci tengono a salutare Politicante dimostrando, con lo stesso modo di rendere omaggio al personaggio più importante del momento, il loro grado di famigliarità.
Fare vedere che si conosce qualcuno di importante è il mezzo per dimostrare, per la proprietà transitiva che anche noi siamo un tantinello in vista.
Un saluto rispettoso del tipo “Buongiorno signor Presidente” dimostra una conoscenza superficiale.
Un saluto più famigliare sul genere “Ciao Politicante” denota una maggior confidenza.
Una battuta od una confidenza sussurrata all’orecchio significa una assoluta intimità che consente di chiedere favori di ogni tipo.
Molti fanno a gara per farsi invitare al ricevimento solo per essere lì in prima fila a salutare a fare vedere che ci sono anche loro.
Ad ogni saluto c’è un sorriso adatto alla persona cui si stringe la mano.
A denti stretti di circostanza, se qualcuno poco importante che ti ferma e ti fa perdere dei minuti preziosi.
Con gli occhi luminosi se hai di fronte un potente, uno che conta e che può risolvere come d’incanto i tuoi problemi.
Può farti avere il posto al figlio socone che è da anni parcheggiato all’Università ed aspira ad un posto di dirigente, possibilmente in una municipalizzata dove assicurano il lavoro non ti ammazza, ma, in compenso, la retribuzione è buona, fissa e garantita.
Nondimeno, se non hai nulla da chiedere, salutare una persona influente ti dà un senso di importanza quasi che con la stretta di mano acquisti anche tu un po’ di considerazione fra i presenti.
Politicante è sopraffatto solo dopo pochi passi dalle manifestazioni di plauso.
Calorose strette di mano, colpetti di intesa sulla schiena, inviti ripetuti a fermarsi nei vari gruppi di conversazione.   
Gli ospiti sono seduti attorno ai tavoli, sprofondati nelle preziose poltrone di morbida pelle nera, sono quasi tutti uomini, poche le donne.
Il tavolo degli allevatori di pecore è quello che si nota per il prestigio dei notabili che si contraddistinguono per il numero delle biolche di terreno possedute.
Il controllo del Gruppo Allevatori di Pecore e la nomina del futuro presidente, i problemi della mungitura e della tosatura della lana, il prezzo del latte di pecora e la sua commercializzazione sono i temi più dibattuti.
Non tutti possono sedere a quel tavolo, solo i membri del Consiglio del Gruppo Allevatori di Pecore e i loro amici fidati vi sono ammessi affinché le informazioni che gli amici si scambiano restino riservate.
La legge del maggioritario ha colpito anche quell’Associazione, e quelli che non si trovano d’accordo o che peggio hanno tentato un colpo di mano contro il Consiglio sono condannati all’esilio.
Fortuna che non viviamo ai tempi della Serenissima Repubblica perché se no avrebbero fatto la fine di Marino Falier e la loro testa mozza sarebbe stata mostrata al popolo plaudente alla fine ingloriosa dei nemici.
Il tavolo dei commercianti è un altro importante riferimento della serata.
I commercianti sono sempre in lotta colla grande distribuzione.
Politicante ha promesso loro numerosi parcheggi gratuiti nel centro storico e bus navetta per collegare i parcheggi periferici col centro al fine di privilegiare l’arrivo dei clienti e i loro buoni affari.
Ghe xe tropi supermercati! I guadagni xe grami!” Suggeriscono a Politicante di bloccare ogni nuova licenza alla grande distribuzione.
Per i parchegi ghe penso mi” assicura Politicante.
Nulla può farli più contenti della garanzia di un maggiore afflusso di persone per incrementare i loro affari, poco importa se un  momento prima Politicante ha contribuito a realizzare la costruzione del centro commerciale per Flash in diretta concorrenza con loro.
Gli industriali sono forse i clienti più difficili soprattutto quelli più importanti che vogliono impegni sempre più gravosi.
Energia meno costosa, depositi di petroli, centrali elettriche vicine al centro abitato, sempre più attaccate alle case.
Politicante è risucchiato dal tavolo ed è costretto a fermarsi.
Fasemo nove centrali” promette “ma bisogna farle funzionar co prodotti meno inquinanti del gasolio” impone.
Cosa avrebbero detto gli ambientalisti?
Come affrontare le ire degli abitanti che invece del verde si trovano a due passi dell’abitazione un traliccio?
Anche per un esperto come Politicante quelli sono problemi seri che si devono glissare secondo gli insegnamenti di Quinto Fabio Massimo.








Capitolo 10. Temporeggiare.                                                                     
                                                                      
Temporeggiare, temporeggiare, temporeggiare.
Una delle specialità di Politicante è temporeggiare.
Chi fa le robe in furia lavora el dopio” lo dice sempre Politicante ed è una inconfutabile verità.
Volere cercare veloci soluzioni è controproducente finché non te lo chiede qualcuno; rischi di spiazzare tutti e di rompere delicati equilibri di competenze.
Specie i tuoi superiori sono gelosi.
I complimenti te li fanno semmai in privato per poterti criticare nelle sedi appropriate; se cresci troppo puoi diventare un concorrente pericoloso.
Se vuoi essere tempestivo aspetta almeno che qualcuno te lo chieda. La domanda non ti deve essere fatta una sola volta. Devi aspettare che ti sia sollecitata ripetutamente.
So drio a pensarghe” devi rispondere così fai la figura di chi ci ha ragionato sopra, di chi si è realmente impegnato.
Sono pochi quelli che riescono a capire che ti sei impegnato su di una questione difficile.
Quei pochi che riescono a capire la tua professionalità; la tua capacità di risolvere in fretta i problemi non interessa; anzi i tuoi colleghi ne sono invidiosi e tentano di demolirti perché non vogliono darti la dovuta soddisfazione.
Bisogna disegnare col lituo, come gli indovini, l’ampio spazio temporale entro cui decidere.
Prendere tempo è sicuramente più conveniente e di certo ti impegna meno.
Bisogna tergiversare sia nei confronti di chi fa delle richieste sia nei riguardi di chi si oppone.
Se decidi in tempi brevi tutti credono che sia stata una passeggiata, una cosa che tutti sono in grado di fare.
Se decidi in tempi lunghi può verificarsi che il problema si sia già risolto da solo., così fai la tua bella figura senza muovere un dito.
Procrastinando ogni decisione, riservandoti tutto il tempo, anche più di quello necessario, in ogni caso, dai la prova concreta che si tratta di un affare complicato che ti ha impegnato a lungo, che hai una preparazione adeguata per risolvere i problemi più complicati e che hai studiato approfonditamente la questione per non prendere decisioni affrettate.
Nei confronti di chi si oppone bisogna proporre un percorso di riunioni, di incontri, di dibattiti, per limare le divergenze per spiegare che i dati non sono così negativi, che il progresso esige delle scelte a volte anche impopolari, che c’è bisogno dell’intervento per risolvere i problemi, per dare impulso all’occupazione, per aumentare il prodotto interno.
L’intervento ci farà stare tutti meglio, mentre staremmo tutti peggio nel caso di una assurda opposizione.
Bisogna frenare chi preme sull’acceleratore degli interventi affinché i tempi degli uni coincidano con i tempi degli altri e che si veda che l’intervento di Politicante è quello di una mediazione indispensabile.
Per questo Politicante si ferma al tavolo dei postulanti troppo pressanti solo per porgere i doverosi saluti.
I tempi delle sue fermate sono appositamente calcolati.
Dove non ci sono richieste si intrattiene a discutere tranquillamente mentre una sosta limitata nel tempo vuole mettere un freno alle pressanti richieste.
Una breve fermata significa che lui deve ancora pensare alla soluzione o che la richiesta non è stata formulata come si conviene e che bisogna riflettere al fine di trovare la giusta scansione temporale.

























Capitolo 11. Il professore.                                                              

Cedendo, infine, ai ripetuti richiami, Politicante si fa trascinare di buon grado sul divano, non il più comodo, non il più grande, ma bello, di una sobria eleganza che ben si addice alla sua personalità e alla sua carica.
Non a caso ha scelto di sedersi con le signore più in, profumate e bellissime nei loro modelli esclusivi; esse stonano in quell’ambiente maschilista dove si parla solo d’affari.
Su quel divano a forma di elle sono seduti anche alcuni professionisti che vivono del loro sapere, senza doversi preoccupare di ricercare piaceri dal potere.
Pur essendo gente preparata non si interessano molto dell’attività dell’Organizzazione, ne colgono solo l’aspetto positivo.
Tutti i benestanti, di fondo, sono filo governativi.
Stanno bene così, non vogliono rivoluzioni, sobbalzi che possano distoglierli dal loro tran tran quotidiano che li soddisfa pienamente dopo tanti anni di gavetta.
Verso Politicante hanno quindi un atteggiamento di rispetto perché rappresenta chi comanda cui non esiste altra alternativa.
Il Professore, che è seduto fra di loro, si alza compiaciuto al passaggio di Politicante felice di potere stringergli la mano e di dimostrare a tutti la sua familiarità con siffatto personaggio.
Ghe xe un fia de mosche in giro” si permette di osservare “so sicuro che se risolverà presto el problema” si corregge prontamente quasi scusandosi della pur lieve critica.
Politicante, che ha una grande stima del Professore, glissa via sulla critica (che detta da un altro avrebbe causato una secca risposta).
Il nuovo arrivato si sente subito a suo agio fra quel gruppo di sostenitori che non lo assillano con richieste e quella sera vuole prendersi almeno qualche minuto di relax.
Perché, caro Profesor, deve pensar che la politica non xe un mestier ma xe un ideal di vita” tronfio si pavoneggia “mi ghe go dedica tuto el me tempo.
“Giorno e note sono sempre pronto a veder tuti a parlar co tuti a partecipar a incontri o discussion nel più sperduto paese. So sempre disponibie a aiutar tuti co spirito de servizio”.
Con la sua veemenza Politicante impedisce all’interlocutore ogni possibile interferenza con la sua prepotenza verbale quasi ad eliminare tutti gli ostacoli che gli si possano porre innanzi.
Il dialogo diventa così un monologo.
E’ convinto che la forza delle sue argomentazioni dipenda anche dal modo di impostare la discussione.
Lui si comporta come se e parole acquistino una maggiore capacità di persuasione per il fatto che sono pronunciate con energia, una di seguito all’altra, come un grande fiume di sillabe e di suoni che può, anzi, deve travolgere tutto.
I contenuti per lui sono un optional pronto a modificare le più profonde convinzioni di ieri qualora le situazioni siano mutate.
La sua voce si modula su toni più acuti ed incisivi appena l’ascoltatore dà un minimo segno di disattenzione ovvero se questi cerca di interrompere il discorso per correggere o modificare certe affermazioni oppure solo per discuterle.
L’altro tema caro a Politicante, oltre a quello dello spirito di servizio e della sua disponibilità verso gli altri, è quello del ruolo dell’opposizione.
Perché el vede” gli è caro questo nodo di iniziare e di continuare il discorso, facendo seguire una breve interruzione durante la quale fissa intensamente l’interlocutore, soprattutto per riconnettere le idee che va esponendo “deve pensar che l’Organizasion deve governar, deve cambiar sta nostra società.
Dovemo rinovarse perché la società xe in movimento.
E’ necessario crear una società più giusta dove tuti xemo uguali.”

Capitolo 12. L’obiettivo.

“Ma qual è il suo obiettivo” gli chiede una giovane donna affascinata dalla foga del suo discorrere.
Il mio obietivo xe continuar cusì el mio lavoro a disposizion de la me gente.
Nella discussione tutto il corpo di Politicante si anima.
Gli occhi acquistano una luce nuova, brillante e viva; egli fissa i suoi interlocutori quasi voglia ipnotizzarli.
Lo stesso comportamento, di solito compassato, cambia.
Gesticola incessantemente con le mani, solo ne abbia la possibilità, da perfetto istrione.
Politicante si alza di scatto dalla sedia per portarsi dietro la spalliera ed appoggiarvisi, quasi ad accentuare il suo aspetto da tribuno.
Lo anima un inconsueto gusto per la lotta, per la battaglia personale, per imporre le sue idee agli interlocutori che devono finire travolti come gli avversari politici.
L’aggressione agli avversari ha la giustificazione più ovvia.
La necessità di conservare la posizione di potere deve essere salvaguardata in ogni istante.
Tutti negano di stare comodamente sulla poltrona del potere, ma nessuno di quelli che l’hanno veramente voluta e conquistata l’ha mai lasciata volontariamente.
Il potere è come una droga se sei abituato a  farne uso è molto difficile smettere.
Il suo vero obiettivo è difendere le posizioni acquisite e cercarne altre più importanti.
E’ un impegno che Politicante persegue scientificamente aumentando i contatti con tutti i suoi potenziali sostenitori.
Presente sempre è il suo motto.
La presenza è il suo modo per tenere le posizioni sul territorio, per fare vedere che è lì.
E’ sempre pronto a spendersi per tutti quelli che hanno bisogno di lui e che lo sostengono.
Non c’è riunione degli iscritti all’Organizzazione o di una qualsiasi associazione economica, culturale, sportiva, di beneficenza o di assistenza sia cattolica che laica che non veda la presenza di Politicante.
E’ capace di partecipare anche a quattro cene per sera dividendo equamente i saluti con un gruppo, l’aperitivo con un altro, il pranzo con un terzo ed i saluti del dopo cena con un quarto.
Politicante è presente dappertutto.
Loro sono la sua famiglia e i suoi affetti, il suo necessario sostegno per le battaglie elettorali.
Sono la sua compagnia perché di fondo Politicante è solo: anche i boiardi più fidati non partecipano al suo forsennato giro.
La ricerca del consenso ha una regola precisa: devi essere solo.
Non devi condividere con nessuno i tuoi rapporti e le tue relazioni.
Tu devi essere l’unico referente.
Politicante non è lì per degli ideali.
Gli interessa poco dei problemi della nazione, dei suoi concittadini gliene importa ancora meno e non ha crociate da portare a termine.
Politicante di idee, invece, ne ha molte, anche troppe.
I molti progetti che gli frullano per la testa sono soprattutto tesi a rendere concreto il suo sconfinato desiderio di emergere, di riscattare in qualche modo i suoi natali.
Proviene da un ambiente piccolo borghese che non ama.
Politicante ama vivere brillantemente in una grande casa, possedere delle macchine di grossa cilindrata, contare socialmente e frequentare amicizie influenti.
Non ha, però, un mestiere od una professione che gli consenta di conquistare una posizione nella società; l’unica cosa che sa fare è l’attivista nell’Organizzazione, non avendo mai lavorato in vita sua.
Brillante con gli umili e sottomesso ai potenti ha le carte in regola per fare una brillante carriera.
E’ molto difficile sentire parlare Politicante del suo vero modo di intendere la vita.
I suoi veri sentimenti sono sempre mascherati da una riserva inesauribile di frasi fatte, di espressioni convenzionali, che trae dagli articoli dei giornalisti più in voga e dai comunicati dell’Organizzazione che riporta fedelmente nei suoi discorsi.
Il suo è un parlare per slogan, ricaricato dalla sua formidabile carica aggressiva. E’ il principe dei luoghi comuni, delle frasi ovvie che ripete in ogni circostanza per una sua vocazione al presenzialismo perché per lui l’importante essere nella testa della gente per potere avere il consenso nei momenti opportuni.
Ad un certo punto Politicante, forse perché è lui stesso stanco dei suoi discorsi, ripetuti fino alla noia decine di volte, volge, e non a caso, gli occhi verso l’enorme divano di forma circolare che, nell’ampia sala, troneggia di fronte al camino.








































Capitolo 13. Donna Flavia.

Politicante sa che guardando verso il divano avrebbe inevitabilmente incontrato gli occhi di Donna Flavia.
La trova che conversa amabilmente e fuma avidamente, a lunghe boccate, una gitanes - la sua marca preferita - usando come il solito un lungo bocchino d’avorio.
Si scusa con la sua compagna di conversazione, si alza e si dirige risoluto verso quell’angolo della sala.
Donna Flavia lo accoglie con un amabile sorriso.
Anche quella sera, come sempre, è molto elegante. Indossa un vestito di un rosa pallidissimo, con un’ampia scollatura che mette in risalto le atletiche spalle abbronzate prima per la frequentazione dei campi di tennis del club più esclusivo della città ora, dopo l’invasione degli insetti, per la assidua pratica al club Abbronzatissima che assicura con l’uso delle lampade lo stesso effetto.
Gioca a tennis nel palazzetto solamente all’una invece di fare colazione così può sfoggiare sempre un fisico tonico e asciutto che fa sempre girare la testa agli uomini per ammirarla
Dopo averla salutata con un disinvolto: “Ciao cara” le prende con grande delicatezza la mano e si china verso di lei, dando dimostrazione di avere acquisito una grande abilità nell’arte di baciare le mani alle signore (anche se questa usanza viene considerata dai più del tutto superata).
Donna Flavia stravede per Politicante.
Il suo modo di approcciare, la sua capacità di aggredire a parole qualunque argomento e qualunque avversario, riducendolo a brandelli, e la sua abilità nel riuscire vincitore in ogni disputa verbale, la entusiasma.
Per questo è diventato ai suoi occhi il simbolo di un eroe, di un eroe moderno che non combatte con la spada, ma con le parole, che non doma focosi cavalli, ma che tiene ben stretto lo sterzo della sua fuori serie.
Un eroe comunque che non guarda in faccia nessuno per il raggiungimento dei suoi obiettivi.
Donna Flavia non ha mai fatto alcuno sforzo per ricercare quali siano gli obiettivi ideali che il nostro, anzi scusate il suo eroe segua, ma quali siano le nobili cause che Politicante sostiene, tutto sommato, non le importa.
Conta solo una cosa: che sia sempre vincitore.
Politicante, invece, di Donna Flavia ama soprattutto la indiscutibile bellezza, l’eleganza nel vestire, il modo appropriato di truccarsi ed il corpo snello e flessuoso.
E’ anche lei, nel suo genere, una vincitrice sulla bruttezza, sulla miseria, su di una vita senza emozioni.
Si siede vicino a lei e rimane con quella gradevole compagnia, cambiando però l’indirizzo dei suoi discorsi.
Politicante non è certo un play boy, ma, difficilmente, avrebbe resistito alla tentazione di un’avventura galante con Donna Flavia solo che se ne presentasse l’occasione.
Politicante sa però che non può esserci alcuna storia fra di loro.
Donna Flavia è sentimentalmente legata a Commendatore.
Donna Flavia può essere una pedina importante nei suoi piani poiché vuole procurare a Commendatore una posizione di prestigio nell’ambito della Organizzazione, assicurandogli la vice presidenza del Consorzio.
Può essere una importante alleata cui vale la pena dedicare parte di una serata.
Il giro fra gli invitati di Politicante è finito con una serie infinita di sorrisi; il nostro uomo non ha ancora avuto però i contatti desiderati.
Mentre sta seduto al tavolo Politicante nota un ospite che è entrato senza farsi notare, a differenza di altri, che hanno passato in rassegna tutti gli invitati prodigandosi in grandi manifestazioni di entusiasmo.
Per taluni è importante fare notare che conoscono gran parte degli ospiti.
Il nuovo entrato ha salutato educatamente i padroni di casa e solo pochi ospiti, poi ha occupato un posto a sedere e si è messo in posizione di attesa, come se aspettasse qualcuno
Si è accomodato su di una poltrona attorno al quarto tavolo a sinistra rispetto alla porta di ingresso.
Il tavolo è vuoto perché gli altri ospiti sanno che quel tavolo è riservato e ci si può sedere solo lui; l’uomo si è collocato nell’angolo opposto all’ingresso sedendosi nella poltrona contro il muro; è quella una posizione da cui si possono controllare tutti i movimenti che avvengono nella sala.
Il nuovo venuto non sta seduto da solo a lungo, perché Politicante si precipita al suo tavolo appena vede che si è accomandato al solito posto.
Politicante accomodandosi non riesce trattenere un sorriso di soddisfazione per avere raggiunto l’obiettivo di parlare con lui.
Bonasera sior Amadio” gli dice.
Se vedemo doman qua ghe xe tropa gente che scolta” gli risponde con un cenno di saluto che pone fine ad ogni colloquio e alzatosi se ne va silenziosamente come è venuto.

Capitolo 14. Il Pattona.        

      

Il sig. Amadio, ma tutti lo chiamano il Pattona è il vero padrone della città controlla tutto.
Lo chiamano Pattona per via della sua industria che produce farina di castagne.
Ha cominciato da piccolo a vendere castagne d’inverno, al freddo, scaldandosi al fuoco del braciere che cuoceva le caldarroste; il Pattona si è forgiato anche lui a quella fiamma come l’acciaio di Krupp.
E’ talmente abituato al freddo che d’inverno non mette mai il cappotto.
I primi tempi sono stati duri, ma il Pattona ha il fiuto degli affari ed ha cominciato prima a commerciare in castagne e poi ha inventato una ricetta particolare per produrre la pattona dalla farina di castagne aggiungendo un misto di marmellata al liquore di arancia e con la buccia grattugiata di limone.
La pattona è diventata il dolce più consumato nella città.
Questa attività gli ha consentito di diventare un uomo ricco e potente.
Egli ha imparato a diversificare e con le giuste amicizie ha cominciato la scalata ad una serie infinita di iniziative finanziarie impegnandosi in importanti affari.
E’ proprietario della ditta più grossa della città con il fatturato più rilevante, ma compra e vende di tutto.
La sua fortuna è esplosa da quando è entrato nell’Organizzazione.
Tutte le sere dopo avere curato gli affari correnti il Pattona frequenta tutte le occasioni di incontro che la città offre.
Se si ha l’opportunità di incontrare le persone giuste, nei posti adatti, si può discutere di tutto e quindi anche parlare di affari nel modo più rilassato.
Ogni attività deve essere autorizzata; c’è bisogno del consenso dell’Organizzazione per essere esercitata. Pattona è l’interlocutore privilegiato per entrare in contatto.
Riunione dopo riunione ha girato tutte le sezioni in città e nella provincia.
Congresso dopo congresso, voto dopo voto, oramai Pattona conosce e  può facilmente controllare tutte le componenti della tela del ragno.
Gli affari che riesce a fare per mezzo dell’Organizzazione contribuiscono ad acquisire finanziamenti che vengono in parte tesaurizzati nelle sue attività ed in parte devoluti per fare vivere la complessa struttura dell’Organizzazione.
Oramai è diventato il maggiore sponsor, riesce persino a imporre i candidati o a mettere il veto su quelli meno graditi e ne sovvenziona la campagna elettorale.
In cambio del suo intervento economico mette le sue condizioni, impone le imprese di sua fiducia e dà le indicazioni nelle scelte più importanti.
E’ sponsor di circoli caritatevoli e di circoli culturali travando così il sistema di fare digerire alla collettività anche certi suoi programmi al limite della compatibilità ambientale.
Tutti i suoi figli e molti suoi parenti ricoprono cariche importanti: uno è primario nell’Ospedale, l’altro è presidente della Banca cittadina, un altro ancora è Rettore dell’Università.  
Il Sig. Amadio porta bene i suoi sessanta anni.
Ha un mento sporgente e la mascella volitiva e i peli gli escono numerosi dalla tromba di Eustachio.
Politicante così sicuro, così a suo agio a trattare con le persone, quando è a tu per tu con l’industriale, si sente soggiogato da quella indomabile personalità.
Prima ancora di sentire il motivo di quell’incontro il Pattona immagina le richieste che Politicante sta per avanzargli.
Il suo scopo è quello di trovare consensi nella stessa Organizzazione, per scalzare dalla sua comoda poltrona il Presidente del Consorzio.
Politicante si è reso conto di non avere agito con la sua solita strategia nell’ultima riunione del Consorzio.
E’ regola elementare che prima bisogna ricercare consensi sull’obiettivo poi agire e colpire.
Col suo discorso prima ha colpito e adesso deve assolutamente cercare consensi!
Sì, è stata una cosa imperdonabile, ma non è stato capace di stare zitto.
Quelle mosche hanno fatto colmare la misura, la gente non ne può più.
Bisogna agire in fretta altrimenti l’Organizzazione stavolta perde veramente il suo prestigio e allora sono problemi per tutti.
E’ il momento buono per osare, per mettersi in mostra, per fare vedere a tutti che si è pronti a giungere ad una posizione importante dopo tanti anni di paziente preparazione in anticamera del potere.
C’è poi evidente la possibilità di procurare affari interessanti a qualche amico perché nell’emergenza è più facile.
Sta soppesando mentalmente, per l’ultima volta, ogni parola dell’imminente intervento in quanto sa che da esso dipendono tutte le sue ambizioni.
La partita col destino si perde o si vince e basta poco per fare cambiare la tua strada.
Politicante sa che quella è la svolta decisiva.
Perché el vede” incomincia con il solito intercalare “mi penso che bisogna risolver el problema dele mosche fasendo tuti un sforzo de mobilitazion.
Già l’abituale logorrea ha coinvolto Politicante che si incammina naturalmente verso il solito comizio prima di arrivare al dunque.
Il suo interlocutore lo interrompe immediatamente, mostrando di volere arrivare subito al nocciolo della richiesta, privandolo così del piacere di illustrare tutti i dettagli della sua articolata proposta.
Cosa ti vol” gli chiede tranquillamente.
Politicante si rilassa, trae un respiro più profondo, si liscia i capelli con la mano destra, prende insomma ancora qualche secondo di tempo, quasi non possa esprimersi prima dell’istante fatale.
Voio la presidenza del Consorzio!” Pronuncia queste parole accentuando il movimento delle labbra, tanto che si sarebbe potuto capire il senso della richiesta anche se, per un bizzarro scherzo del destino, in quella occasione il fiato non gli fosse voluto uscire di gola o le corde vocali non avessero voluto vibrare.
Il Pattona non si meraviglia che una simile domanda sia rivolta proprio a lui, che è il maggiore elettore dell’attuale Presidente.
Tutti sanno che tra lui ed il Presidente dopo l’elezione non sono intercorsi buoni rapporti.
Il Consorzio è rimasto troppo fermo per le sue abitudini movimentiste.
Pochi appalti, poche assunzioni e, soprattutto, poco movimento di denaro.
L’ente non dà all’Organizzazione nessuna buona occasione per fare vedere ai suoi sostenitori i successi ottenuti nella gestione e per fare entrare nuovi proventi nelle tasche dei boiardi.
L’Organizzazione non sta facendo una bella figura nell’amministrare il Consorzio, occorre proprio un nuovo intervento che dia un impulso alle iniziative dell’ente.
Politicante è l’uomo giusto per i piani di Pattona e, pertanto, non ci vuole molto per elaborare un piano che provochi il desiderato ribaltone alla guida del Consorzio.
Trae di tasca l’agenda e la fida parker d’oro massiccio e si mette a fare dei conti.
Ti ga bisogno de un voto” risponde “ in cambio ti devi meter un me omo nela comision gestion, che deve aver la vice presidenza del consorzio per garantir el bon esito de l’affar de le mosche.”
Politicante, prima ancora di essere soddisfatto di come si va profilando l’accordo, rimane esterrefatto da come quell’uomo abbia potuto conoscere l’affare delle mosche che - ci avrebbe giurato - è riservatissimo.
L’affare delle mosche è stato preparato da Politicante con una cura meticolosa da alcuni mesi.
Si tratta di imporre un prodotto non tossico che abbia l’assenso di tutti. Esso deve consentire una soluzione del problema in tempi tali da consentire i giusti guadagni.
























rde� t9u s Ht� �� ilità di fare emergere Politicante dalla palude della politica per acquisire dei favori anche al suo protetto.
L’intreccio di affari, di amore e di  potere è una amalgama potentisssima per tenere legate le persone anche se hanno gli obiettivi più diversi.
I poteri forti devono per forza vincere.
Lei, figlia naturale del Pattona, è la persona ideale per legare ancora di più il suo congiunto all’impresa di Politicante.
Il Pattona fa qualunque cosa per lei
Politicante per un gioco fortunato del destino riusce a coagulare su di sé alleanze inattese, ma fortemente cementate da interessi concordanti.

 

 

Capitolo 21. Il confronto con Naturista.


Dopo la mobilitazione, che ha segnato la fine della carriera di Presidente, il Consiglio d’amministrazione del Consorzio per il controllo delle mosche è stato convocato in via d’urgenza per verificare come muore un Presidente. 
L’atmosfera è dimessa.
La tensione è palpabile, la resa dei conti si avvicina.
Presidente, bianco come un cero, è pronto a sentire la sua sentenza di condanna, ma è anche disposto a resistere fino allo spasimo e a mediare l’ultima possibilità di rimanere in sella.
Mentre tutti si aspettano l’affondo di Politicante, il primo a chiedere la parola è Naturista
L'aspetto volutamente trascurato, l'abbigliamento distratto, Naturista impersona nel consesso un’Opposizione un po' particolare perché è dalla parte delle mosche.
Le mosche devono esser rispetate e i omeni no deve turbar i corsi dela natura” per Naturista qualsiasi insetto ovvero qualsiasi appartenente al mondo animale o vegetale fa parte dell’ambiente naturale e non deve essere disturbato.
Naturista rappresenta l'altra cultura, quella soffocata dalla civiltà dei consumi, che però riemerge come coscienza critica per evidenziare le storture di un sistema che opera, di fatto, per la degradazione dell'ambiente.
Troppo viziato dai piaceri del progresso, non si sbilancia troppo però nell'indicare delle soluzioni che risolvano il problema in maniera radicale, abolendo la famigerata civiltà delle macchine per ritornare ad un sistema forse troppo primitivo.
Per ora si limita a predicare un ritorno, non ben precisato, alla natura.
L'inno alla mosca che si accinge a pronunciare, è forse il massimo dello slancio riformista di Naturista.
"Vardé" esordisce "che sta lota ale mosche xe una lota contro noialtri. Volemo copar, sterminar senza pietà un inseto così inocuo? Se ghe xe le mosche, vol dir che le deve esserghe.
Naturista è fermamente convinto che sconvolgendo gli equilibri naturali l’uomo uccida anche un po' di sé stesso.
Sfortunatamente Naturista parla ad un pubblico che non condivide il suo sviscerato amore per la natura e per ogni creatura vivente e che odia le mosche.
Forse ha esagerato un pochino nel difendere le sue protette, per cui un brusio sempre più forte accompagna ormai la sua orazione.
"Per cortesia stemo siti”" interviene il Presidente che, da buon democratico è abituato ad ascoltare, senza battere ciglio, tutti gli interminabili discorsi degli oratori.
Non hanno seguito alcun corso di galateo i maestri dell'arte della politica e dell'amministrazione e incominciano ad interrompere “Ma cosa ti disi? Ma va là balordo!”
Non tollerano la posizione astratta e un po' utopica di Naturista.
Come al solito, d'altronde, egli non riesce che a pronunciare le prime frasi dell'interminabile discorso così diligentemente preparato. 
Tutti ce l'hanno con lui. 
I consiglieri si mettono a parlare tutti insieme, contestando le affermazioni di Naturista.
Ti xe fora de testa! ” tuona Virgineo.
Basta cole ciaciare!” grida Consenso.
No ste sigar tuti!” implora Speraindio.
L’unico imperturbabile è Politicante che sta traendo buoni auspici dal crescente bailame e spera solo che continui.
E’ vero, come tutti i sognatori, Naturista non tiene conto della realtà.
Le sue idee sono contrarie a quelle dei benpensanti, non sono costruttive e portano alla fine del progresso anche se contengono l’affermazione di una verità indubbia.
Siamo noi i violentatori di un assetto naturale che è lì da migliaia di anni a garantire un equilibrio che, se alterato, non si sa quali conseguenze ne derivano.
Naturista ascolta con palese disappunto le critiche mossegli, gli occhi assenti, i muscoli maxillofacciali tesi in una smorfia di commiserazione per i presenti che non capiscono o non vogliono capire che la verità è dalla sua parte.
Ben diversa è stata l'accoglienza nei raduni ecologici, nelle battaglie contro gli insediamenti industriali o contro la costruzione di centrali nucleari.
Allora sì che i suoi discorsi finiscono in una acclamazione collettiva!
Allora sì che si prova soddisfazione a lottare contro i manganelli, contro gli idranti, contro i caroselli delle auto blindate della polizia.   
Quelli sì sono veri momenti di lotta, ed invece si è fatto incastrare dalla nomina in questo consiglio di amministrazione sia pure nell’Opposizione dove deve constatare che neanche quest’ultima è minimamente interessata ai suoi discorsi naturisti.
All’Opposizione preme solo che si formi una coalizione che porti all'ormai atteso confronto con il Presidente.
Il confronto, come requisito necessario, comporta un rigido calcolo aritmetico per verificare come si può costituire una nuova maggioranza.
Naturista non ha voluto partecipare ad alcuna riunione preparatoria ed ha confermato la sua volontà di porsi contro qualsiasi linea che non dia la massima garanzia riguardo alla sorte delle mosche.
Ormai dunque è escluso dal confronto.

 

Capitolo 22. La contestazione di De Contrari.


L'ideologo dell’Opposizione è De Contrari.
L'uomo è portato, per natura, a lamentarsi e a protestare.
I maligni raccontano che abbia cominciato a contestare il latte materno, mordicchiando, invece di succhiare i capezzoli della puerpera.
Crescendo, continua a contestare, partecipando a tutti i movimenti di rottura, alternativi, passando disinvoltamente da uno all'altro, purché gli sia garantito un alto quoziente di manifestazioni settimanali.
Finalmente entra nell'Opposizione e può mettere a frutto la precedente esperienza nel modo più consono: diviene l'addetto alla predisposizione dei documenti ufficiali.
Basta dargli uno spunto, un minimo motivo che giustifichi una protesta.
E’ sufficiente un brontolio che De Contrari si scatena in un'orgia di parole.
Il documento è un atto di accusa contro il governo dell'ente, giudicato completamente incapace a far fronte alla gravità dei problemi, lo si incolpa di non capire le istanze sociali dei cittadini che vogliono finalmente una linea chiara di condotta e mezzi veramente utili per la battaglia contro le mosche.
I mezzi proposti fin ora sono inadeguati alle esigenze drammatiche del momento, in più non sono supportati da una programmazione veramente valida e come se non bastasse non sono neanche stati compiuti studi, analisi o dibattiti accurati e approfonditi per garantire sia la metodologia di intervento, sia la sicurezza che i mezzi usati sarebbero stati efficaci.
Il documento continua imperterrito fra analisi di situazioni e citazioni di fonti statistiche e di prese di posizione nelle varie assemblee e consigli di amministrazione per far capire che il cambiamento è proprio una necessità per tutti e non un tradimento di accordi o di fiducia nei confronti del Presidente.
"Xe ora de cambiar! Volemo le dimission del Presidente!" conclude solennemente il documento.
De Contrari ha dato proprio anche l'anima nella lettura del documento, sforzandosi di rappresentare nella voce rotta dall'emozione il proprio convincimento di battersi per una causa giusta.
L’ordine ai membri dell'Opposizione è chiaro.
Tutti devono adeguarvisi tempestivamente. Non sono, infatti, ammessi tentennamenti, precisazioni, discussioni, si può solo obbedire ciecamente perché De Contrari ha concordato la sua linea con il direttivo dell’Opposizione.
Segue una breve pausa di riflessione.
Un silenzio innaturale se si pensa solo al brusio incessante che ha caratterizzato il dibattito.
Politicante conta i suoi voti: Commendatore, Consenso, Speraindio e Virgineo gli sono sufficienti anche se una maggioranza allargata a Naturista gli avrebbe fatto un piacere immenso.

Sono tutte persone fidate che Politicante conosce da sempre.

Commendatore e Consenso li ha conosciuti sui banchi delle elementari quando ne combinavano di tutti i colori.
Erano tre pesti scatenate. Il terrore delle giovani supplenti che si divertivano a fare ammattire con gli scherzi più impensati.
Avevano un’indubbia influenza sui loro compagni di scuola che non osavano commentare i loro modi inurbani. Li avevano così plagiati che erano pronti a sostenere le loro burle per paura di dovere essere a loro volta sottoposti alle vendicative angherie.
Erano insomma dei tipi da non toccare sin da allora.
Abituati a comandare e a farsi obbedire.
Politicante ha mantenuto la giovanile aggressività anche se è diventato più diplomatico.
Alla forza fisica come mezzo di pressione ha sostituito la persuasione ed il convincimento.
Sa bene che è meglio fare almeno finta di accontentare tutti, di tentare impossibili mediazioni, dire la più evidente banalità, pur di tenere vivo un filo di dialogo.
Perché – suole ripetere – se ghe xe contato una mediazion la se trova sempre.”
Odia, come tutti i mediatori, le posizioni radicali, le verità troppo nette, i principi e i ragionamenti troppo logici.
Politicante è realista, non preclude alcuna trattativa con nessuno dei possibili interlocutori.
Le cose, a prenderle per il verso giusto e con i tempi giusti, ritornano sempre in una posizione d’equilibrio.
L’importante è che lui sia il punto di mediazione.
Politicante deve esser il punto cardinale cui tutti devono indirizzarsi poiché solo così il suo potere si consolida.
E’ fondamentale non accontentarsi di maggioranze risicate.
Il consenso deve essere solido, allargato quanto basta per reggere a capovolgimenti improvvisi di fronte da parte di qualche consigliere.
Politicante sente che deve decidersi ad agire subito. Deve cogliere l’occasione propizia.
Gli attimi favorevoli in cui bisogna farsi avanti sono pochi e occorre coglierli al volo.
Sono occasioni che non si ripetono due volte.











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