lunedì 17 giugno 2013

Segnalazione certificata di inizio attività fra Stato e Regioni

Segnalazione certificata di inizio attività fra Stato e Regioni 
Il Ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione sta approvando i modelli nazionali per la Segnalazione certificata di inizio attività edilizia (Scia) e per le autorizzazioni ambientali cui dovranno conformarsi le regioni.
Il Ministero si appropria di una delle prerogative del legislatore regionale visto che la materia del governo del territorio rientra in quelle della legislazione concorrente dove le funzioni statali e regionali si coordinano spettando allo Stato solo un’indicazione dei principi generali.
Non sembra che il modulo unificativo di cui si parla sia un principio generale.
Nel fissare i contenuti del prg le regioni hanno ampiamente disatteso i principi fissati dalla legislazione urbanistica statale.
La semplificazione amministrativa in materia di edilizia si conferma ancora una delle priorità del nuovo governo.
Le regioni, peraltro, non stanno attendendo le norme statali.
La giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato il 27.5.2013 il  progetto di legge sulla Semplificazione della disciplina edilizia.
La norma propone la standardizzazione a livello regionale della modulistica dei titoli abilitativi con atti tecnici di coordinamento da approvare in condivisione con gli enti locali.
La Scia diviene il titolo abilitativo principale e sostituisce definitivamente la Dichiarazione di inizio attività (Dia);
vedi art. art. 13.
L’art. 7 , invece, disciplina i ncasi in cui l’attività edilizia è libera o quasi da procedure abilitative.
Effettivamente più che di riforme sulle procedure occorrerebbe un apolitica che non soffocasse di adempimenti la piccola proprietà edilizia .
Adempimenti che hanno un costo e che l’utenza in locazione che è il consumatore finale si trova ad affrontare.
Chi fornirà la casa in abitazione nel settore medio basso se l’intervento non è remunerativo affrontando il serio rischio della morosità che in periodo di crisi è decisamente n aumentata.
Un sostegno all’affitto consentirebbe di evitare procedure esecutive che poi comportano una sempre maggiore richiesta di interevento dei comuni.
Servirebbero finanziamenti od anche solo garanzie statali a chi acquista la casa di abitazione.
In caso di insolvenza le case potrebbero essere acquisite dalle Aziende per l’edilizia residenziale che le possono usare per affitti a prezzo calmierato .
Gli sfrattati andranno poi ad incidere sulle casse comunali.





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