venerdì 14 novembre 2014

Cremona Inceneritore. Verso il raddoppio?

Le novità introdotte dallo Sblocca Italia potrebbero imporre all’impianto di San Rocco un destino ben diverso dalla chiusura che tutti chiedono.

Alle 50mila tonnellate di rifiuti che già vengono bruciate ogni anno se ne potrebbero aggiungere altre 70mila annue per i prossimi 5-10 anni.

Ci sono già prese di posizione importanti come quella di tutti i Comuni capoluogo dell’Emilia Romagna che si oppongono alla libera circolazione dei rifiuti sul territorio nazionale e propongono un piano per il progressivo superamento del sistema degli inceneritori anche a uso energetico.
Bisogna coinvolgere e responsabilizzare gli amministratori locali al fine di impedire che il Ministero dell’Ambiente inserisca l’inceneritore di Cremona tra gli ‘impianti di preminente interesse nazionale destinati a bruciare i rifiuti solidi urbani senza vincoli di provenienza e fino a saturazione del carico termico’.
Nell’articolo 35 dello Sbocca Italia  infatti viene specificato che il Governo e, in particolare, il Ministero dell’Ambiente, entro 90 giorni, con proprio Decreto ‘individua a livello nazionale la capacità complessiva di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio con l’indicazione espressa della capacità di ciascun impianto’. L’articolo 35 propone anche l’accelerazione dei permessi per la costruzione di ‘nuovi impianti di incenerimento con recupero energetico da realizzare fino a coprire il fabbisogno residuo  determinato con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico tra le aree del territorio nazionale’. 
Ma non sfuggirà a nessuno che quel ‘progressivo riequilibrio’ può durare anche oltre un decennio, che la durata della fase di emergenza dipende dall’esclusivo giudizio del Governo e che intanto sono solo due le Regioni che hanno una capacità di incenerimento superiore alla propria produzione regionale di rifiuti: Lombardia ed Emilia Romagna. Così come non sfuggirà a nessuno  che la tecnologia adottata prioritariamente sia ancora quella dell’incenerimento”.
L’articolo 35 introduce la novità delle tecnologie a freddo finalizzate a trattare la frazione organica dei rifiuti per arrivare a compost utilizzabili per concimare in modo ottimale terreni agricoli che però non è sostitutiva del sistema nazionale degli inceneritori che, anzi, viene potenziato e rilanciato. 

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