venerdì 21 novembre 2014

ESPROPRIAZIONE FORMULE 12

FORMULE   

Capitolo  12:

1.      Ricorso al T.A.R. per la restituzione di beni occupati illegittimamente.


Al Tribunale Amministrativo Regionale del
Ricorso
del sig. . . . . residente a .... via ...., n. ...., codice fiscale n. ...., rappresentato e difeso come da mandato in calce al presente ricorso dall'avvocato …………c. f. ……....del Foro di ……………, con studio ……………, eleggendo domicilio nel suo studio, dichiara di voler ricevere le comunicazioni al numero di telefax………. o all’indirizzo di posta elettronica P.E.C. indirizzo di posta elettronica certificata  …………………… comunicato al proprio Ordine, art. 136, d. lg. 104/2010,
contro
il sindaco del comune di…………..
per ottenere
la restituzione di terreni siti in comune…….. per mancata esecuzione dell'opera pubblica.
Fatto e diritto
il sig. ……………, come sopra rappresentato, fa presente quanto segue.
Egli è proprietario di  alcuni terreni che sono stati occupati dal Comune per la realizzazione di un parcheggio pubblico in assenza di decreto di esproprio.
Il comune non ha mai emanato il decreto di esproprio relativo ai terreni di proprietà dell’istante limitandosi a corrispondere l’indennità per l’occupazione.
 Si chiede accertata l’illegittimità della occupazione non seguita da rituale procedimento espropriativo per i seguenti motivi
1) Contrasto dell’istituto della occupazione acquisitiva con l'art. 1, prot. 1, Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
L’istituto della cd. occupazione acquisitiva è stato più volte dichiarato in contrasto con l'art. 1, protocollo n. 1, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo [1].
La Corte  ha precisato che la Convenzione, a seguito della ratifica del trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, ha assunto una diretta rilevanza nell'ordinamento interno, atteso che l'art. 117, comma 1, Cost. prevede che le leggi devono rispettare i vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario
In particolare  l’art. 6, par. 3 del Trattato sull'Unione europea sancisce che i diritti fondamentali, garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri, fanno parte del diritto dell'Unione in quanto principi generali [2].
La giurisprudenza ha affermato che  il comportamento di una pubblica Amministrazione che abbia occupato e trasformato un bene immobile per scopi di interesse pubblico in presenza di una valida dichiarazione di pubblica utilità e di un legittimo decreto di occupazione d'urgenza, ma senza tuttavia adottare il provvedimento definitivo di esproprio, non può giammai determinare un effetto traslativo della proprietà, ma deve essere qualificato come un'occupazione senza titolo, ossia come un illecito di carattere permanente.[3]  
In tali circostanze  il privato rimane comunque proprietario del bene, mentre sull’Amministrazione grava l’obbligo primario di procedere al risarcimento del danno da occupazione illecita, mediante la restituzione della proprietà illegittimamente detenuta previa riduzione in pristino, o - in alternativa – il risarcimento del danno per equivalente.
2) In via  subordinata  il ricorrente chiede la condanna della p.a. al risarcimento del danno causato dall’indisponibilità dei terreni dal momento della cessazione dell’occupazione d’urgenza sino alla restituzione degli stessi.
E’ evidente la sussistenza della colpa grave comunale, in quanto l’Ente aveva agito in palese violazione dell’obbligo di concludere il procedimento amministrativo di espropriazione mediante l’adozione di un provvedimento espresso, art. 2, comma 1, l. 241/1990.
3) Quantificazione del danno
Per quanto riguarda la quantificazione del danno si evidenzia  la natura edificatoria dei terreni, rispetto alla quale deve determinarsi l’ammontare delle somme da corrispondersi a titolo risarcitorio.
 Il p.r.g. inserisce dette aree in zona residenziale di completamento del tessuto urbano.
Il risarcimento del danno deve riguardare il valore d’uso dell’immobile, dal momento della sua illegittima occupazione fino alla giuridica regolarizzazione della fattispecie oltre all’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale, quest'ultimo forfetariamente liquidato nella misura del dieci per cento del valore venale del bene per un importo totale di euro…... come da perizia prodotta.
Tutto ciò premesso il ricorrente, come sopra rappresentato,
chiede e conclude
Piaccia al Tribunale Amministrativo Regionale
in accoglimento del presente ricorso:
1) disporre la restituzione dei terreni sopra identificati in quanto gli stessi sono stati occupati in assenza di decreto di esproprio;
2) Disporre in via subordinata il risarcimento del danno subìto per effetto dell’indisponibilità temporanea del bene.
 ovvero
1) disporre l’integrale risarcimento del danno da definitiva perdita dei suoli aventi natura residenziale oltre all’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale, quest'ultimo forfetariamente liquidato nella misura del dieci per cento del valore venale del bene per un importo totale di euro…...
Ai sensi dell’art. 13, comma 6 bis, d.p.r. 2002, n. 115, mod. si dichiara che, ai fini del calcolo dell’importo del contributo unificato per spese di atti giudiziari, il contributo dovuto è di euro …...
Con rifusione delle spese e degli onorari di giudizio.
Lì …………
Avvocato………….
Allegati:
1) Decreto di occupazione.
2) Stralcio nuove disposizioni piano regolatore
3) perizia di determinazione del danno in rapporto al valore dei beni.

Mandato
Delego a rappresentarmi ed assistermi nel presente giudizio, con tutti i poteri di cui all'art. 84 c.p.c., l'avvocato ……………. eleggendo mio domicilio nello suo studio in
Ricorrente ……………..
per autentica
Avvocato…………..

Relata di notifica
A richiesta dell'avv……………….. come in atti, io sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto all'Ufficio Unico Notifiche presso il tribunale di……………. ho oggi notificato copia del presente ricorso al sindaco del comune di…………….
Si depositano i seguenti documenti:
1) Decreto di esproprio;
2) Perizia.



2.      Comparsa di costituzione e risposta avverso richiesta di risarcimento danni per occupazione illegittima.



Al Tribunale Amministrativo Regionale
Comparsa di costituzione e risposta
del sig……….. nella sua qualità di sindaco, legale rappresentante pro tempore  del Comune di………………. P. I.V.A.:………. , autorizzato alle liti con delibera di giunta comunale in data. . . . ., rappresentato e difeso come da mandato in calce al presente ricorso dall'avvocato ………c. f. ……....del Foro di ……………, con studio ……………, eleggendo domicilio nel suo studio, dichiara di voler ricevere le comunicazioni al numero di telefax………. o all’indirizzo di posta elettronica P.E.C. indirizzo di posta elettronica certificata  …………………… comunicato al proprio Ordine, art. 136, d. lg. 104/210,
contro
il sig. ….. . attore
avverso
richiesta di risarcimento danni per occupazione illegittima.
Fatto e diritto
Il sig…………….. è proprietario in comune di dell'area così censita nel NCTR foglio n….. mappale n…….
L'area è stata occupata illegittimamente per un periodo di tempo che va dalla fine della legittima occupazione al decreto espropriativo.
L’attore ha presentato richiesta di risarcimento danni per occupazione illegittima con ricorso notificato all’amministrazione in data………..
L’amministrazione resiste con il presente atto al ricorso per i seguenti motivi:
1) Irrisarcibilità, ex art. 1227 comma 2 c.c. ed art. 30 c.p.a., perché  i ricorrenti non li hanno evitati usando l'ordinaria diligenza.
Si eccepisce l'irrisarcibilità, ex art. 1227 comma 2 c.c. ed art. 30 c.p.a., di tutti i danni che i ricorrenti avrebbero potuto evitare usando l'ordinaria diligenza.
Secondo l'insegnamento della Suprema Corte, l'obbligo di diligenza gravante sul creditore, che rappresenta espressione del più generale dovere di correttezza nei rapporti fra gli obbligati, tendendo a circoscrivere il danno derivante dall'altrui inadempimento entro i limiti che rappresentino una diretta conseguenza dell'altrui colpa, non comprende anche l'obbligo di esplicare una straordinaria o gravosa attività, nella forma di un "facere" non corrispondente all'"id quod plerumque accidit".
Il comportamento operoso richiesto al creditore, improntato all'ordinaria diligenza, non ricomprende, per sua stessa definizione, attività tali da comportare sacrifici, esborsi, o assunzione di rischi, quale può essere l'esperimento di un'azione giudiziaria, sia essa di cognizione o esecutiva, che rappresenta esplicazione di una mera facoltà, dall'esito non certo [4].
La giurisprudenza amministrativa, nell'applicare l'art. 30 comma 3 c.p.a., ha avuto cura di precisare che la pretermissione, da parte del danneggiato da un atto (o da un comportamento) dell'amministrazione, della previa domanda di giustizia contro l'atto stesso non costituisce sempre e comunque una violazione del canone di ordinaria diligenza ai sensi dell'art. 1227 c.c.
Una tale pretermissione può impedire, o limitare, il sorgere del diritto al risarcimento soltanto se, in concreto, emerge che: a) la mancata azione giudiziale è caratterizzata da colpevolezza (secondo una concreta e ordinaria esigibilità); b) fra la pretermissione e l'insorgenza del danno sussiste un nesso di conseguenzialità diretta, perché il secondo non si sarebbe verificato se l'interessato avesse debitamente svolto l'azione di annullamento [5].
Fra la pretermissione dell'azione giudiziale per la restituzione del terreno e l'insorgenza del danno (la mancata disponibilità del bene) non sussiste affatto un nesso di conseguenzialità diretta, in quanto è ben noto che, fino ai tempi recenti, in presenza di una valida dichiarazione di pubblica utilità la giurisprudenza negava comunque la restituzione del bene, addirittura affermando che l'irreversibile trasformazione del bene avesse determinato un effetto traslativo della proprietà (così detta occupazione acquisitiva).
2) Eccezione di prescrizione quinquennale.
Con riferimento alla domanda di condanna del comune al risarcimento del danno per il successivo periodo di occupazione illegittima o sine titulo del bene si propone l'eccezione di prescrizione quinquennale ex art. 2947 c.c. relativamente al periodo fino al quinto anno precedente la notificazione del ricorso [6].
La Suprema Corte ha  affermato che l'occupazione illegittima di un immobile derivante da una requisizione abusiva integra un illecito permanente in cui il comportamento lesivo non si esaurisce uno actu, ma perdura nel tempo, fino a quando l'immobile viene rimesso nella disponibilità del proprietario.
Il diritto al risarcimento del danno sorge con l'inizio del fatto illecito generatore del danno stesso, rinnovandosi di momento in momento, onde la prescrizione di tale diritto ha inizio da ciascun giorno rispetto al fatto già verificatosi (art. 2935 c.c.) e che devono perciò dichiararsi prescritti i danni maturati prima del quinquennio anteriore alla proposizione della domanda (art. 2947 c.c.), ad eccezione di quelli verificatisi prima della scadenza del termine di efficacia del decreto di requisizione, per i quali il proprietario dell'immobile non poteva far valere il suo diritto, compresso dal provvedimento amministrativo e, perciò, degradato ad interesse, fino al momento dell'annullamento del decreto da parte del giudice amministrativo [7].
Tutto ciò premesso il ricorrente, come sopra rappresentato,
chiede e conclude
Piaccia all'ecc.mo Tribunale Amministrativo Regionale …………….
in accoglimento del presente atto,
dichiarare
1) l’irrisarcibilità dei danni che i ricorrenti avrebbero potuto evitare usando l'ordinaria diligenza, ex art. 1227 comma 2 c.c. ed art. 30 c.p.a.;
2) In subordine  accogliere l'eccezione di prescrizione quinquennale.
Ai sensi del d.p.r. 2002, n. 115, mod. si dichiara che il presente atto di costituzione non modifica il valore della causa dichiarato dall’attore.
Con rifusione delle spese e degli onorari di giudizio.
Si deposita:
1) Ricorso notificato il……………..
Li …………….
Avvocato………………………..

Mandato
Io sottoscritto ………..sindaco pro tempore del Comune di…………. delego a rappresentarmi e difendermi nel presente giudizio, con tutti i poteri di cui all'art.84 c.p.c. e con facoltà di conciliare e transigere l'avvocato……….. presso il cui studio eleggo domicilio, per tutti i gradi del presente giudizio.
Lì …………………….
Ricorrente………………
Per autentica
Avvocato………………







[1] Corte europea dei diritti dell’uomo, Sez. II, 8.1.2009, n. 16508.
[2] Cons. Stato, Sez. VI, 29.9.2010, n. 7200.
[3] Cons. Stato, Sez. IV, 29.8.2012, n. 4650.

[4] Cass. civ., sez. I, 5.5.2010, n. 10895.
[5] Cons. di St., VI, 31.3.2011, n. 1983.
[6] T.A.R. Liguria Genova, sez. I, 23.11.2011, n. 1635.

[7] Cass. civ., sez. III, 19.7.1995, n. 7867.

Nessun commento:

Posta un commento