mercoledì 29 luglio 2015

poesie. Il mago di Ustica

Il mago di Ustica
Veleggiamo insieme lungo le rotte di Odisseo.
Fuggiamo i perigli che Eolo infido si inventa sulla rotta.
Troviamo rifugio, come nel ventre materno, nel fido porto di Ustica.
Ustica esiste?
E’ forse un sogno dolciastro
dal sapore di una granita di latte di mandorle e fichi d’india?
Non pensavo che l’acqua del mare potesse essere calda come il sole che la riscalda.
A Ustica , invece, è così.
Perché non mi hai detto che avrei amato Ustica più di ogni altra landa che ho conosciuto?
Forse fino alla prossima scoperta o per sempre?
Ora è così.
Perché non venite a gustare con noi una zuppa di lenticchie ad Ustica?
Chi spinge al tramonto il disco rovente nel mediterraneo?
Chi interrompe  a suo piacere il canto incessante della cicala?
E’ il mago di Ustica che piega la natura al suo volere?
Dammi o Cumano il tuo responso.
Noi siamo qui a correre sudare, arrancare sulla salita, incespicare nel ripido pendio, ansimare nell’agognato sorpasso dell’avversario.
Questo è il massimo divertimento del corridore 
lui trova la sua consacrazione nell’ambita consegna della medaglia.


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