domenica 15 novembre 2015

Chi finanzia l’ISIS? Cosa fa l'Europa

Chi finanzia l’ISIS 
In politica estera l’America ha sempre sbagliato tutto.
  parole pronunciate da un candidato repubblicano alla Casa Bianca per le presidenziali 2016. 
Rand Paul, senatore, libertario, non-intervenzionista, è sicuro che dietro l’ascesa dell’Isis ci sono gli americani, anzi, “un paio di  repubblicani esperti di affari esteri” – Lindsey Graham eJohn McCain (quest’ultimo sconfitto da Obama nel 2008 e oggi guerrafondaio n.1). “Isis è sempre più forte perché i falchi nel nostro partito hanno fornito indiscriminatamente armi agli estremisti”, ha detto a Morning Joe su Msnbc il senatore.
“Volevano far fuoriAssad e bombardare la Siria. Sono stati loro a creare questa gente”. E poi: “Tutto quel che i falchi hanno fatto e detto in politica estera negli ultimi 20 anni riguardo a Iraq, Siria e Libia, lo hanno sempre sbagliato”.
La tesi non è inedita. Anzi è storia. L’11 settembre ha cambiato il  corso degli eventi in quanto risultato degli errori di Washington, che in Afghanistan e Pakistan per anni ha finanziato gruppi di insorti per rovesciare i governi locali.
Nonostante Isis resti una minaccia, Obama si guarda bene dall’inviare “truppe sul  campo” per sconfiggere i 25.000 terroristi dello Stato Islamico. Non sarà perché nelle fasce ‘manipolabili’ della popolazione (in Italia leghisti e destre ‘di pancia’) l’operazione “alert terrorismo” ha già dato i frutti? Con i video raccapriccianti di decapitazioni o l’abbattimento di reperti archeologici in città storiche, lo scopo è raggiunto: scatenare nelle masse la reazione psicologica paura/odio/voglia di punizione.
 Joe Biden, vice-presidente degli Stati Uniti, in un discorso tenuto  all’Università di Harvard, in Massachusetts, Biden (notoriamente incline alle gaffe) ha accusato i paesi alleati Usa nel Golfo – Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar – di non fare abbastanza per combattere Isis e, peggio, di essere loro i finanziatori del gruppo che ha preso il posto di Al-Qaeda (surclassando in un anno i seguaci di Osama bin Laden per brutalità, strategia,  soldi e marketing mediatico).
Joe Biden: “Hanno fatto piovere centinaia di  milioni di dollari e decine di migliaia di tonnellate di armi nelle mani di chiunque fosse in grado di combattere contro Assad, peccato che chi ha ricevuto i rifornimenti erano… al Nusra, al Qaeda e gli elementi estremisti della Jihad provenienti da altre parti del mondo”.
L’amministrazione Obama ha presentato scuse formali e ritrattazioni. Ma in privato, funzionari della Casa Bianca ammettono che “mentre il vice-presidente è stato poco diplomatico, la sua posizione non è errata quando dice che soldi e armi sono finiti nelle mani di estremisti”.
dietro Isis ci sono i paesi arabi alleati dell’America con la regia del governo di Washington.
Il gruppo conservatore americano “Judicial Watch” ha reso pubblico unrapporto ‘top secret’ della Dia (Defense Intelligence Agency), i servizi segreti del Pentagono. Il documento, 7 pagine, datato 12 agosto 2012, espone il solito errore geopolitico di sempre. La Dia prevede e convalida la creazione di uno Stato islamico per sbarazzarsi del presidente siriano Bashar al-Assad, la cui dittatura – oggi sappiamo – ha causato il  massacro di oltre 200.000 vittime nella guerra civile siriana. Ma la nascita di un “principato salafita” che “unifichi l’estremismo jihad tra sunniti in Iraq e in Siria” non impedisce un’altra accurata previsione: “Assad rimarrà al potere”.il fatto quotidiano

Chi sono gli Alleati dell’ISIS?
 Recentemente dal Sinai è arrivato l'annuncio che il gruppo jihadista Ansar Bayt al-Maqdis, legato ad al Qaeda, ha giurato fedeltà allo Stato Islamico. E' solo l'ultimo gruppo, in ordine cronologico, che stringe un patto con gli uomini del califfo Abu Bakr al Baghdadi, ma ci sono movimenti che vanno in questa direzione anche in Nigeria e in Somalia.
Senza parlare della Libia, dove i salafiti indossano le uniformi delle truppe del Califfato e addestrano le "reclute" provenienti da altri Paesi. 5.000 soldati pronti a immolarsi per la jihad solo dallaTunisia, e poi c'è il Marocco, l'Algeria e varie aree del Maghreb, da dove ll'Isis drena braccia e vite umane da arruolare per la costruzione di un Califfato sempre più vasto. Una catena di montaggio del terrore che sta raccogliendo sempre più consensi all'interno del mondo jihadista. Come è possibile tutto questo?
Gli Usa e l'Europa - prosegue al Sabaileh - continuano a ignorare quello che sta succedendo in Libia e quello che sta succedendo in Egitto, senza rendersi conto che la jihad libica, che sta mettendo a ferro e fuoco l'ex feudo di Gheddafi, presto potrebbe travolgere l'Egitto. E se crolla l'Egitto come per un macabro effetto domino il prossimo Paese destinato a crollare è la Giordania e da lì la porta verso l'Arabia Saudita è aperta".
"Insomma - conclude l'analista giordano - Stati Uniti ed Europa sembrano non rendersi conto che è necessario intervenire subito, a cominciare dalla Libia, perché è da lì che l'Isis trae la sua linfa ed è quello l'epicentro del terrore, da dove i terroristi pensano di conquistare il Medio oriente. ma anche il Mediterraneo". 
Un allarme infondato? A guardare la mappa del terrore in Africa si direbbe di no. Vediamo cosa sta succedendo nei territori degli ex qaedisti, che adesso si inginocchiano alla volontà (e al fiume di armi e di denaro) del Califfo.
Egitto. '"Dopo esserci affidati a Dio, abbiamo deciso di stringere alleanza con l'emiro Abu Bakr al-Baghdadi, califfo dei musulmani in Siria, in Iraq e in altri Paesi'', si legge nel comunicato diffuso dal gruppo jihadista Ansar Bayt al Maqdis, legato ad al Qaeda e attivo nella Penisola del Sinai.
Libia. Qui i salafiti dell'Isis ormai hanno il controllo del territorio. Secondo la versione di Arabia Saudita e Paesi del Golfo, in Libia iFratelli Musulmani hanno aderito all'ideologia dello Stato islamico, mentre per i sostenitori della Fratellanza è stata proprio l'assenza dei Fratelli Musulmani a permettere l'ascesa dell'Isis nell'ex regno del Colonnello Gheddafi. Oggi la Libia è un gigantesco campo di addestramento per terroristi.
Nigeria. Anche gli jihadisti di Boko Haram non sono rimasti insensibili alla sirena dell'Isis. Secondo Al Arabiya il leader del movimento che ha il suo quartier generale in Nigeria, Abu Bakr Shekau, ha giurato fedeltà ai sunniti dello Stato islamico nel mese di luglio.
Somalia. La jihad qui si chiama Al Shabab. I terroristi hanno legami con i pirati, che drenano risorse assaltando navi e petroliere.

Libia. Da lì le truppe dello Stato islamico possono penetrare in Medio Oriente passando dall'Egitto, ed estendere il loro dominio sugli altri Paesi arabi. Non solo: dalle coste libiche raggiungere l'Europa e realizzare il sogno del Califfo al Baghdadi di attaccare gli infedeli del Vecchio Continente potrebbe diventare realtà. Panorama

Cosa fa l?Europa?

Convegni e conferenze cercando di nascondere la verità: ossia che i giochi sul Medio oriente sono talmente complessi che l'Europa senza veri poteri politici e senza veri leader non è in grado di fare assolutamente nulla di risolutivo! 

Nessun commento:

Posta un commento