venerdì 24 giugno 2016

brexit. Leave

Egr. Avv.
con grande professionalità giornali e commentatori basandosi su exit polls e non su risultati definitivi hanno rilasciato commenti del tutto infondati.
Questi esperti che ci inondano di giudizi contraddetti dalla realtà delle cose che funzione hanno nella società attuale: sono effettivamente indipendenti o seguono indirizzi preconfezionati da qualcun altro?
I migliori saluti.
PC


risposta
indubbiamente chi percepisce uno stipendio è sempre tentato di non contraddire chi glielo fornisce soprattutto se difficilmente può trovare altra risorsa con mezzi propri.
Io sono curioso di vedere che seguito possono avere certe stonature.
Indubbiamente in un paese buonista che non sanziona nessuno pensare che una previsione sbagliata ma sostenuta da molti possa provocare delle conseguenze sempre del tutto fuori dalla realtà delle cose.
Forse il voto di lasciare l'Europa è proprio contro una classe dirigente nazionale ed europea inadatta a risolvere i problemi veri della gente comune, mentre è del tutto preparata a garantire soluzioni privilegiate  per grandi investitori che delle sorti della nazione cui appartengono interessa ben poco poiché guadagnano dalla cosiddetta economia globale.

giovedì 23 giugno 2016

Traghetti Alle isole. Quesito


egr. avv.
ho prenotato i bigliwetti epr un traghetto alle isole siciliane;
pensavo di ricevere  i biglietti in formato pdf da stampare e pronti per salire a bordo. come dice la pubblicità invece devo andare in biglietteria a prendere i biglietti come dice il voucher  inviato col rischio di perdere il traghetto.
Mi è stato precisato che la compagnia Società Navigazione Siciliana non prevede l'emissione diretta di un e-ticket valido per l'imbarco, ma solamente un voucher da convertire alla biglietteria di porto prima della partenza. 

la prossima volta non andrò più nelle isole siciliane

C'è rimedio?
distinti saluti
AS
-
Risposta
 In Italia il servizio in sé non interessa a nessuno, interessa di potere creare dei posti di lavoro possibilmente ben remunerati che gestiscano nel modo peggiore il servizio.
L'unica speranza è privatizzare perché è l'uninco modo per efficentare, se ci fosse poi un controllo pubblico sul servizio offerto dal privato sarebbe il masssimo

martedì 21 giugno 2016

Disastro doloso. Cremona Tamoil

L’inquinamento è stato confermato, Tamoil ha inquinato la falda e i terreni sottostanti la raffineria, le canottieri Bissolati e Flora e il Dopolavoro ferroviario. Ma è disastro doloso, e non avvelenamento delle acque.
I giudici della corte d’assise d’appello di Brescia  hanno condannato il solo manager Enrico Gilberti ad una pena di tre anni di reclusione. Assolti tutti gli altri imputati. Confermati, per le parti civili, i risarcimenti decisi in primo grado. Un milione di euro a titolo di provvisionale per il Comune e risarcimento in favore dei soci delle società canottieri.
Non è dunque passata la richiesta del procuratore generale Manuela Fasolato di condannare gli imputati per il reato più grave di avvelenamento delle acque in concorso con il disastro ambientale doloso.
E’ passata invece in parte la linea del primo giudice che aveva condannato i manager per aver inquinato la falda acquifera causata dalla rete fognaria gruviera. Gli imputati sono stati processati con il rito abbreviato. La motivazione sarà depositata entro 90 giorni.
E’ stato escluso sia l’avvelenamento delle acque che il disastro doloso.
L’impianto accusatorio ha retto, l’inquinamento è stato accertato, e anche le responsabilità.
Se al tempo del rinvio a giudizio fossero state vigenti le nuove norme sui cosiddetti ecoreati, probabilmente avrebbe potuto esserci il riconoscimento per il delitto di inquinamento ambientale.
Il disastro ambientale e’ un reato che ha avuto una definizione più precisa con la legge del maggio 2015 sui reati ambientali, legge attesa da molti anni e che questo processo ha contribuito a far approvare.

lunedì 20 giugno 2016

Locazione commerciale. Disdetta.Quesito.

Egr. avv. 
quando è possibile disdire un contratto di locazione relativo ad una attività commerciale?
I migliori saluti
OM
Risposta
Il contratto di locazione commerciale ha una durata minima di 6 anni o di 9 se l’attività è relativa al settore alberghiero o teatrale. Non è possibile indicare una durata inferiore e, se questa non è presente nella documentazione, viene automaticamente estesa a quanto affermato.
La legge poi prevede la possibilità di rinnovarli tacitamente allo scadere del periodo.
Il locatore, nell’ambito di un contratto di locazione ad uso commerciale, può negare il rinnovo del contratto dopo i 6 o i 9 mesi previsti dalla disciplina. Questo può avvenire solo per tassativi motivi: se ad esempio necessita del locale per sé o la sua famiglia oppure se vuole aprire un’attività in proprio. 
Anche qui occorre un preavviso analogo alla disdetta ma, in più, si deve indicare nella lettera l’esatta motivazione per il diniego del rinnovo. Oltretutto, nei 12 mesi successivi, il locatore deve dimostrare di aver davvero intrapreso l’attività pena il ripristino dell’accordo.
Per fare in modo che il locatore non sfrutti gli sforzi del locatario – e, ad esempio, richieda l’immobile per poi continuarne l’attività che l’affittuario stava portando avanti –, deve elargire una somma pari a 18 (o 21 nel caso del settore turistico) mensilità all’inquilino uscente.
Questa somma aumenta del doppio che il locatore intraprende un’attività simile a quella del cliente.

giovedì 16 giugno 2016

Dirigente riconferma. Quesito

Egr. Avv.
sto subendo, a mio avviso le angherie della p.a..
Un a pratica di condono edilizio iniziata nel 2002 è ancora in corso.
Ma non si tratta di un palazzo abusivo, semplicemente di opere interne contestate dagli uffici comunali.
Dopo 14 anni non si sa ancora che fare pere regolarizzare!
Ma questi dirigenti non hanno di meglio da fare?
Cosa suggerisce
Distinti saluti
OM


Risposta
le pratiche edilizia per le procedure burocratiche e per la congiuntura economiche sono diminuite.
Gli uffici dotati di molti  tecnici non sanno cosa fare .
E' evidente, in moltissimi casi, che il dirigente per non perdere occupazione non ha altro da fare che suggerire di riaprire pratiche vecchie creando quel lavoro che manca.
Magari così si riesce a pescare qualche sanzione che arricchisce il magro bilancio, ma che sicuramente scoraggia nuove iniziative.
L'unico rimedio è verificare i tempi procedimentali e diffidare il responsabile del procedimento minacciando in caso si silenzio o ritardo ingiustificato la richiesta di risarcimento del danno

mercoledì 8 giugno 2016

TTP

Egr. Avv.
prima con l'avvento del computer ci hanno assicurato che l'occupazione sarebbe aumentata... e si è visto.
Poi con la globalizzazione ci hanno detto che avremmo avuto più opportunità di crescita ... e si è visto che aumento di occupazione c'è stata
ora col TTP l'apogeo del commercio mondiale.... e la sovranità degli stati sarà messa alla prova dei Tribunali internazionali.
Questi esperti di economia se ne inventano di tutte per complicarci la vita.
Distinti saluti
UR


risposta
 io non sono un esperto di economia , ma la massima ricchezza in Italia mi sembra si sia raggiunta ai tempi dei liberi Comuni cintati da mura. Allora si imponevano i dazi a chi voleva commerciare all'interno.


venerdì 3 giugno 2016

Denuncia dei redditi. Semplificazione

Egr. Avv.
sarebbe interessante sapere perché, con la pressione fiscale attuale, il contribuente, anche di modesta capacità contributiva, sia costretto a rivolgersi ad un intermediario per produrre una complicatissima denuncia dei redditi.
Forse per non fargli capire fino all'ultimo quanto paga.
Sarebbe interessante una intervista ai responsabili di questa organizzazione affinché ci spieghino quanto rende a chi la organizza questa semplificazione
Distinti saluti
AM

risposta
SI effettivamente SIRIA è una delle cose più semplificanti partorite

Giorgio PAlù

La galleria Artetotale arricchisce con la mostra di Giorgio Palù ‘Sostanza. Dalla materia alla luce’ il suo programma rivolto alle forme d’arte capaci di totalizzare dentro di sé differenti linguaggi, in modo da affermare una filosofia dell’arte fondata sull’intreccio e lo sconfinamento.
Autore delle opere presentate Giorgio Palù, architetto da sempre impegnato in una ricerca visiva dettata dal suo amore per la materia, che lo ha portato a continue ed innovative esperienze nel campo dell’arte.
Saranno esposte la serie di opere ‘Fire’ realizzate con una procedura che già di per sé, nell’azione kleiniana del ‘dare fuoco’, può esser considerata azione d’arte, la serie ‘Citylight’ composizione in cui ricorre un riferimento a ritmi mondrianiani e a una sintassi neoplastica e la serie ‘Building’ in travertino, opere che derivano dal suo giovanile entusiasmo per ‘le pietre di Venezia’ di Jhon Ruskin.
al fuoco ! al fuoco !
Di Marco Nereo Rotelli
Giorgio Palu’, un nome riconosciuto nell’architettura contemporanea, insignito del premio eccellenza lombarda nel 2016 nonché progettista del museo del violino di Cremona, ha realizzato tanti progetti architettonici di riconosciuto valore.
Dal punto di vista professionale il suo fare è spinto dall’idea di una forma radicata nella progressione: creare, progettare, costruire lo spazio dove viviamo; un sapere perfettamente integrato nell’io pensante.
Palù artista: il primo punto di riflessione potrebbe dunque essere il perché di una trasgressione.
L ‘io pensante, secondo Heidegger avrebbe inizio con Platone e consiste nella conoscenza della realtà alla misura delle facoltà umane, in cui si dispone la centralità dell’io legiferante dell’uomo. L’architettura è, del resto, l’attività umana che comprende l’arte e la tecnica di ideare, progettare e costruire edifici, un fare che necessita di un artefice capace di controllare la forma che sorge, sia essa un oggetto, una casa, una città.
Nelle “Domande fondamentali della filosofia” il filosofo tedesco introduce un regime di verità a mezza luce, prodotto dallo stupore come la dismisura dell’indecisione tra quello che nella realtà è in quanto ente e ciò che ci spinge avanti senza stabilità, ciò che si sottrae al nostro controllo e trasgredisce l’ordine abitudinario della vita.
In questo senso noi dobbiamo ricordare che l’esperienza dell’arte per sua natura va oltre ciò che è capace di sacrificare ogni umana conquista per accedere a ciò che è nascosto, ciò che abita nel mistero.
Naturalmente nello stupore è come se l’evento annullasse la nostra volontà. In effetti nella tensione verso ciò che è nascosto il logos abdica in favore del pathos e non a caso ‘pathos’ era il titolo di una sontuosa mostra di Palù al museo Ala Ponzone di Cremona in occasione della giornata dedicata ai Musei d’ Europa.
Giorgio si è avviato ormai da tempo in questo percorso, che vede nello stupore un paradigma di conoscenza. Qualcosa di inafferrabile percorre il suo fare, una necessità che lo trascina a creare nei campi liberi dell’arte, dove la forma non è più definibile dal tempo e lo spazio della funzione. Qui l’orizzonte è interno, o meglio una dimensione dell’interiorità che racconta nuovi contenuti, il perseguimento e proseguimento di una strada dove il luogo non è più prospettico, ma il pentagramma di nuove percezioni prodotte dallo stupore.
Ho visitato lo studio di Giorgio nelle campagne di Cremona, un soffio wagneriano musicava le opere in vista, pronte per la mostra di Pietrsanta.
Ho pensato che quello che in architettura deve per forza esser risolto nell’arte di disporre e di adornare lo spazio nell’arte diviene habitat del pensare le cose altrimenti. Gli stessi materiali dell’edilizia sono plasmati per dire altro, non più per esser parti di una costruzione ma per esser essi stessi ‘cose’, soggetto ed oggetto della rappresentazione.
L’essenza dell’umano essere-nel-mondo si incentra nel rapporto con le cose; in un tempo “incalzato” da cambiamenti incessanti e accelerati, noi scopriamo un tempo sospeso generato dal passaggio dalla materia alla luce.
Al fuoco Giorgio lascia il destino della visione, una catarsi che stra/volge il luogo, trasforma la materia e interpreta l’esistente con nuovi coinvolgimenti.
Il fuoco genera stupore, un coinvolgimento sollecitato dalle traslazioni estetiche che il vampo crea. Palù sta percorrendo nell’arte un sentiero assolutamente unico, e speriamo non ne resti fulminato perché a giocar con il fuoco si rischia di bruciarsi. Voglio dir che il suo non è l’usuale approccio dell’architetto al fare artistico, una furia distruttiva lo anima…del resto egli non ha scelta, se vuole avanzare deve rischiare.
O resiste nella città così come è o rischia.
Quanto sei disposto a rischiare per vedere e creare una nuova forma ?
“Quattro volte la città di Dioce fu distrutta :
una volta per vanità ,
una volta per falsità ,
una volta per avidità,
una volta per discordia .”
ma rinata Dioce resterà nella mente per sempre indistruttibile.
Questa idea di catastrofe ed epistrofe che Ezra Pound riporta magicamente nei ‘cantos Pisani’ è ben incarnata nel fare del mio amico Giorgio Palù.
Per costruire la città di Dioce che ha terrazze color delle stelle (Canto LXXIV) serve uno schianto, non una lagna.
Palù ha ben capito che non serve tentennare. Uno schianto è di per sé il vampo di un esteta cupido d’abisso che nel fuoco mostra il paradiso.