mercoledì 28 settembre 2016

bruciare rami e sterpaglie è reato?

bruciare rami e sterpaglie di ogni genere è ora un reato penalmente punibile e, quindi, oltre al rischio di una azione civile di risarcimento del danno esperibile in base all’art. 844 del codice civile che contiene il cosiddetto “divieto di immissioni”, colui che malsanamente provvede a bruciare le proprie ramaglie sarà passibile anche di denuncia penale.
Mentre in precedenza, la materia era lasciata alla regolamentazione dei propri Comuni, che nella maggior parte delle zone abitative prevedevano il divieto di accendere fuochi solamente durante il periodo compreso tra il 15 giugno e 15 ottobre di ogni anno e, per i trasgressori stabilivano una sanzione amministrativa pecuniaria di importo compreso tra € 51,00 ed € 258,00, adesso il divieto di bruciare sterpaglie, ramaglie e vegetazione secca in genere è valido sempre ed è diventato reato penale oltre a prevedere una sanzione amministrativa di € 2.600,00 certamente non trascurabile.
La norma di riferimento viene data dall’art.13 del D.Lgs. 205/2010, che modificando l’art. 185 del D.Lgs. 152/2006, stabilisce che “paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericolosi…”, se non utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente o mettono in pericolo la salute umana devono essere considerati rifiuti e come tali devono essere trattati.

martedì 27 settembre 2016

Prestazioni ospedaliere. Quesito

Egr. Direttore

un mio assistito mi comunica
che si è sottoposto a visita medica per accertare lo stato della sua cataratta.
Il medico convenzionato con l'Ospedale di Cremona che lo ha visitato, con la prescrizione di verificare lo stato della cataratta, gli ha comunicato che senza preventivi esami non avrebbe potuto compiere una diagnosi
pertanto lo ha invitato di pagare il ticket per gli esami.
Detti esami dovevano essergli prescritti dal medico d famiglia successivamente avrebbe dovuto ripassare da lui alla prossima visita che il SSN gli avrebbe comunicato dopo l'esito degli esami.
A tal punto il mio assistito si è recato in una clinica privata dove gli hanno effettuato nel mese successivo l'intervento richiesto.
Chiedevo se questo comportamento del medico convenzionato è conforme alle procedure seguite dall'Ospedale e se vi sono controlli sull'operato dei medici convenzionati. 
I migliori saluti
CV


Risposta
purtroppo non c'è nessuno che controlla nessuno.
Solo la magistratura interviene su querela nel caso si configuri un reato salvo che lo stesso non sia procedibile di ufficio.

Favorire il rimpatrio volontario dei migranti irregolari che decidono di tornare in patria

Favorire il rimpatrio volontario dei migranti irregolari che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica e decidono di tornare in patria. Questo lo scopo del progetto per contribuire ad una più efficace gestione dell’immigrazione in Italia. Le attività previste vanno dalla formazione imprenditoriale alla organizzazione del rimpatrio e alla ricerca delle opportunità di micro credito nel Paese d’origine. Il progetto Remploy realizzato dall’OIM a valere su 3 annualità (Programmi annuali 2011, 2012) dell’Azione relativa al “Supporto alla sperimentazione di percorsi per il rientro volontario di determinate categorie di immigrati”, per complessivi 228 destinatari, che ha previsto la realizzazione di attività quali: counselling individuale e formazione per l’avvio e la gestione di micro-imprese; • assistenza per l’elaborazione di business plan per l’elaborazione di progetti micro imprenditoriali, con particolare attenzione alla sostenibilità degli stes - si e alla possibile ricaduta sociale nell’area di provenienza ; • organizzazione dei viaggi di ritorno ed assistenza alla partenza; • indennità di prima sistemazione e contributo in beni e servizi per la realizza - zione del piano di reintegrazione/attività micro-imprenditoriale da avviare; • assistenza ai destinatari finali all’arrivo nel Paese di origine anche per l´attuazione dei piani di reintegrazione – avvio d’impresa - elaborati in Italia prima della partenza e concordati con gli uffici OIM di riferimento nei Paesi di origine; • monitoraggio in loco del processo di reintegrazione Elementi di successo del progetto sono stati: la capillare presenza del soggetto attuatore nei paesi di origine dei destinatari, che ha consentito un costante ac - compagnamento sul territorio ed il monitoraggio dei percorsi di reintegrazione intrapresi dai destinatari, nonché la formazione ad hoc pre-partenza mirata alla maturazione di competenze trasversali i cui contenuti sono stati formalizzati nella pubblicazione “Ritorno Produttivo - Guida alla creazione e gestione di una micro-impresa per i migranti che rientrano nel proprio paese di origine” . Il progetto Rirva – Rete Italiana per il Rimpatrio Volontario Assistito – finanziato per cinque annualità (Programmi annuali 2009-2010-2011-2012-2013), teso alla creazione di una rete di riferimento nazionale per la promozione del Rim - patrio Volontario Assistito, anche mediante la cooperazione con le autorità dei paesi di origine presenti in Italia. Obiettivo principale del progetto è stato quello di rafforzare la comprensione dei benefici dell’opzione del Ritorno Volontario Assistito, coinvolgendo operatori territoriali e i potenziali destinatari dei ritorni volontari assistiti. In particolare il progetto ha realizzato: • una piattaforma informatica, quale punto di riferimento on line sia per gli operatori del settore che per i migranti interessati alle misure di RVA; • sessioni di informazione e formazione rivolte anche a personale delle Pre - fetture - competenti, insieme alle Questure, per l’autorizzazione al rimpa - trio volontario -, nonchè ad operatori pubblici e privati al fine di migliorare la capacità di segnalazione dei migranti in possesso degli idonei requisiti di accesso ai progetti di RVA finanziati nell’ambito del Fondo; • una rete di Focal Points Regionali RVA&R e territoriali (punti di sensibilizza - zione e punti di informazione, ovvero enti pubblici e ONG nel 2015 hanno superato i 300 aderenti) a supporto dell’informazione, promozione e sen - sibilizzazione dei territori e dei potenziali enti segnalanti i casi dei migranti interessati all’adesione ai progetti di rimpatrio assistito; • incontri con i rappresentanti di Ambasciate e Consolati dei paesi di origine dei rimpatriati, presenti in Italia; • iniziative di sensibilizzazione per informare sulle possibilità e sui progetti di RVA&R; • un “numero verde” rivolto ad operatori e migranti, potenziali destinatari dei progetti di rimpatrio assistito; • materiale di promozione (brochure, poster, opuscoli, video spot diffuso su media nazionali) nelle principali lingue dei soggetti inseriti/da inserire nell’opzione RVA&R, diffuso tra i potenziali destinatari; • la « Guida operatori (Come informare, orientare ed accompagnare il mi - grante al RVA, frutto della formalizzazione delle procedure di lavoro con l’Ordine Nazionale Assistenti Sociali) » e la « Guida orientamento ai media » con l’obiettivo di qualificare l’accesso e l’accompagnamento al ritorno e l’informazione sullo stesso.

Integrazione delle persone in accoglienza. Iniziative

Integrazione delle persone in accoglienza. Iniziative che sono state realizzate.
 Questo per segnalare la opportunità di prevedere una rilevazione sistematica che venga a formare un codice delle buone pratiche da diffondere sul territorio e da utilizzare per rappresentare, nella comunicazione, un’immagine positiva del fenomeno della migrazione in Italia.
Ai fini dell’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale, si auspica che il Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell’interno - Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione (di cui al Decreto legislativo n. 18 del 2014), adotti il previsto Piano nazionale, per il quale il tavolo tecnico ha già individuato le linee di intervento, con particolare riguardo all’inserimento sociolavorativo, all’accesso all’assistenza sanitaria e sociale, all’alloggio, alla formazione 11 linguistica e all’istruzione.
Questa premessa introduce ad alcuni progetti di accoglienza, volontariato e integrazione

 Karalò, un laboratorio di sartoria nella Capitale per tessere il futuro di rifugiati e richiedenti asilo L’accoglienza può avere diversi volti ma “vestire” anche diversi panni, come quelli di Karalò, il laboratorio di sartoria voluto dai rifugiati e richiedenti asilo del progetto Sprar di Roma. L’iniziativa nasce quando uno degli ospiti del progetto, tappezziere nel suo paese d’origine, comincia a frequentare un corso di cucito raggiungendo ottimi risultati. Una volta concluso il corso gli operatori dello Sprar, con il coinvolgimento di altri quattro rifugiati provenienti da Mali e Gambia, tutti con un passato alle spalle da sarti e tappezzieri, decidono di dare il via ad un laboratorio di sartoria. I
Sono proprio loro, i rifugiati accolti nel progetto Sprar di Roma a dare il nome al laboratorio, scegliendo la parola “Karalò” che in lingua mandinga significa semplicemente “sarto” come a ricordare un passato che si intreccia con il presente.

Verde urbano, a Bergamo i rifugiati partecipano alla cura della città con l’orto botanico e il “progetto Astino” Creare uno spazio in cui tessere una rete di relazioni, uno spazio che sia anche formativo e professionalizzante per riscoprire il rapporto con la terra. E’ questo l’obiettivo del progetto Sprar di Bergamo che da diversi anni collabora con l’orto botanico della Città alta

“La valle della biodiversità”, nata in seguito alla riqualificazione dell’ex monastero di Astino in occasione di Expo 2015. “La collaborazione tra progetto Sprar e Orto botanico è iniziata diversi anni fa con l’attivazione di un tirocinio per una persona proveniente dal Camerun, con l’obiettivo di riorganizzare la biblioteca dell’orto botanico ed è proseguita con un secondo tirocinio di un ivoriano con finalità terapeutica, per alleviare lo stato di sofferenza psicologica”, spiega il referente del progetto Sprar. Un percorso che punta soprattutto al benessere psicologico dei rifugiati e richiedenti asilo “perché spesso - prosegue - i pensieri, le preoccupazioni, i ricordi dei traumi passati e i tempi burocratici legati alle procedure per la richiesta di protezione internazionale, prendono sempre più spazio, immobilizzano e alcune volte im - pediscono anche semplicemente di frequentare scuole di italiano”. Il progetto vede il coinvolgimento di quattro rifugiati e richiedenti asilo in attività di cura e manutenzione degli spazi e delle piante dell’orto botanico per un periodo di quattro mesi con un impegno di tre mezze giornate a settimana affiancati da due operatori. Gli ospiti dello Sprar contribuiscono alla cura e valorizzazione dell’orto grazie anche alle proprie conoscenze e competenze pregresse rispetto alle tecniche di coltivazione, agli usi e alle proprietà delle piante dei propri paesi d’origine


I rifugiati fondano una start-up agricola tra le vigne dei migranti sfruttati A Canelli (Asti) la cooperativa sociale Crescere insieme ha formato una decina di rifugiati accolti in due centri Sprar all’agricoltura biologica, affidandogli 11 ettari di vigne e frutteti. Verso la fondazione di un’azienda di produzione e vendita diretta. “Maramao” è il nome di una nuova start up agricola che da queste parti sta cercando di creare una relazione più sana tra migranti e territorio: a impiantarla è stata la coop sociale “Crescere insieme” di Acqui Terme (Asti), che in provincia di Alessandria gestisce due progetti Sprar (Sistema di protazione richiedenti asi - lo e rifugiati) per migranti in età adulta e per minori non accompagnati. Proprio loro sono i destinatari degli undici ettari di terreno che la coop sta coltivando a Canelli e nella vicina Calamandra: “Abbiamo formato all’agricoltura biologica una decina di rifugiati” spiega Claudio Amerio, responsabile del progetto. “Al momento, con la formula del tirocinio formativo, sono loro a occuparsi della coltivazione dei terreni; ma l’anno prossimo parteciperanno alla fondazione di una vera e propria azienda agricola, che si occuperà di produrre e trasformare uva, nocciole, frutta secca e cereali” .

Corso gratuito d’inglese per gli italiani: gli insegnanti sono i rifugiati L’iniziativa di due afgani ospiti del centro Sprar di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. Un modo per dimostrare gratitudine alla comunità che li ha accolti. Durerà due mesi a partire dal 22 giugno 2015, dopo la giornata mondiale del rifugiato. Lezioni d’inglese alla popolazione, offerte dai migranti ospiti nella struttura d’accoglienza di Montalto. Il progetto “Le note dell’accoglienza” nasce da un’i - 28 Pubblicato il 17 giugno 2015 su Redattore sociale (AMS): http://www.redattoresociale.it/Notiziario/ Articolo/485908/I-rifugiati-fondano-una-start-up-agricola-tra-le-vigne-dei-migranti-sfruttati idea di Mosa e Mohamed, due giovani di origini afghane, ospiti nel centro Sprar (il sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza.
Uno è un ingegnere meccatronico, che ha studiato e vissuto in Norvegia molti anni. L’altro è diplomato al professionale. Entrambi in fuga dal loro paese, sono approdati in Calabria, dove ad accoglierli è stata la struttura gestita dall’associazione “Promidea”. Per dimostrare la loro gratitudine al territorio che li ospita, hanno proposto all’associazione di tenere un corso d’inglese, completamente gratuito, indirizzato a tutta la popolazione, dai diciotto anni in su.
Autonomamente, hanno individuato il manuale che useranno per tenere il corso. E pensano già, per il futuro, a delle lezioni di lingua araba. “Questo corso è uno scambio” ci spiega Elisa De Nardo, educatrice e responsabile dell’équipe che gestisce lo Sprar. “Per i migranti è un’occasione di avvicinarsi ai cittadini montaltesi, perché oggi il dialogo è limitato alle inizia - tive o a incontri sporadici. In più gli permette di soddisfare il loro bisogno di sentirsi utili alla comunità che li ha accolti. Ai montaltesi permette di conoscere più da vicino i nostri ospiti e di imparare una lingua molto utile”.

Richiedenti asilo in appartamento: il modello Trieste. “Costa meno e funziona” Lontano da telecamere e palazzi di governo, la città sta sperimentando un’accoglienza di successo. Centri temporanei per brevissimo tempo, poi in casa affittate dai privati. E’ l’estremo confine orientale dell’Italia, luogo di passaggio, storico crocevia di culture e anche di migrazioni. A Trieste la parola “emergenza” sul tema im - migrazione è poco utilizzata: i richiedenti asilo vivono in appartamenti diffusi in tutta la città, con costi minori di una gestione emergenziale e una capacità amministrativa che negli ultimi tre anni ha fatto sì che si potesse rispondere ad un aumento di oltre il 300 per cento dei migranti da accogliere. Un sistema unico di accoglienza, integrato e con uguaglianza di trattamento per tutti i beneficiari: in poche parole, un laboratorio a cielo aperto, lontano dalle teleca - mere e dai palazzi di governo.

Prefettura di Bergamo si è fatta carico del problema ed ha coinvolto gli attori istituzionali operanti sul territorio della provincia. E’ stato così sottoscritto, in data 2 ottobre 2014, un protocollo che detta le linee operative perché i richiedenti asilo possano di svolgere attività di volontariato a favore della collettività, al fine di favorire percorsi educativi di accoglienza ed integrazione che permettano al migrante di conoscere e fare qualcosa per il territorio che li ospita. La prima valutazione degli effetti delle misure previste ha posto in luce i positivi risultati ottenuti con l’applicazione del protocollo, riguardo agli aspetti educativi e di possibile integrazione del migrante sia con riferimento all’impatto con la popolazione residente, in particolare riguardo l’interazione tra popolazione residente e cittadini stranieri.
Protocollo sulla formazione professionale Sulla base della positiva esperienza descritta sopra sono state sviluppate ulteriori forme di progettualità, che, in una fase successiva all’esecuzione delle attività di volontariato, risultano idonee ad incidere sul binomio “integrazione – formazione”, anche attraverso l’individuazione di moduli formativi teoricopratici da realizzare con Istituti di Formazione facenti capo alla Provincia. Il nuovo protocollo, firmato il 9 settembre 2015, prevede la possibilità, per 200 persone, di partecipare a percorsi educativi e formativi gestiti dall’Azienda Bergamasca Formazione in vari settori (abbigliamento e confezione, acconciatura ed estetica; agricolo, alimentare e ristorazione, elettricità ed elettronica, informatica; legno ed arredo, meccanica). I requisiti per la partecipazione prevedono che il migrante abbia presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale, che abbia partecipato positivamente alle attività di volontariato di cui al protocollo precedente; che abbia partecipato con esito positivo ai corsi di lingua italiano previsti nell’ambito dei servizi di accoglienza e che sottoscriva un apposito patto di formazione.
Il progetto, considerato strategico anche per la migliore, possibile attuazione della cosiddetta accoglienza diffusa, non graverà sul bilancio del Ministero dell’Interno e della Prefettura, essendo finanziato interamente della Fondazione Bergamasca onlus.

Ragusa Operazione “spiagge pulite” e assistenza nelle operazioni di sbarco I Richiedenti protezione internazionale accolti nelle strutture temporanee ubi - cate in questo territorio sono stati coinvolti in varie attività: - Operazione “spiagge pulite” realizzata con Legambiente nelle spiagge del litorale con il coinvolgimento dei migranti ospiti della struttura “Casa delle Culture” di Scicli nell’ambito del progetto “Mediterranean Hope” della Fede - razione Chiese Evangeliche Italiane. - Organizzazione della partecipazione – su base volontaria e con adesione ai gruppi di volontari della protezione civile – di un contingente di migranti richiedenti asilo -opportunamente formato dal Dipartimento Regionale di Protezione Civile - per coadiuvare le Associazioni di Volontariato chiamate a concorrere alle operazioni di assistenza presso il porto di Pozzallo, in attua - zione del correlato Piano prefettizio in emergenza sbarchi.

Regione Toscana Coinvolgimento in attività volontarie di pubblica utilità La Regione Toscana, sin dall’emergenza Nord-Africa del 2011, ha sperimentato un modello di accoglienza diffusa e sul territorio regionale sono state realizza - te importanti e positive esperienze di integrazione e inserimento sociale dei profughi presenti nelle diverse strutture di accoglienza. Dopo la circolare del 27 novembre 2014 del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, con la quale si sollecitano gli enti territoriali e locali a porre in essere percorsi finalizzati a superare la condizione di passività dei richiedenti asilo e di coloro che sono in attesa della definizione del ricorso attraverso il loro coinvolgimento in attività volontarie di pubblica utilità svolte a favore delle po - polazioni locali e finalizzate ad assicurare maggiori prospettive di integrazione nel tessuto sociale, con Delibera della Giunta Regionale del 25 maggio 2015 n. 678, è stato approvato lo schema di Accordo per favorire la realizzazione di per - corsi educativi di accoglienza ed integrazione a favore dei migranti attraverso lo svolgimento di attività di volontariato finalizzate al raggiungimento di uno scopo sociale e di pubblico interesse.

Comune di Capannori ( Lucca) Le strutture di accoglienza non si limitano a garantire vitto e alloggio ma svilup - pano percorsi e attività finalizzati ad integrare nella società italiana i migranti ospitati, per preparare le persone al termine del percorso di accoglienza, ad integrarsi nella società, acquisendo la conoscenza della lingua italiana, conoscenze professionali per trovare un impiego e rendendosi autonomi dal punto di vista economico e abitativo. Nel processo di integrazione socio – culturale, la formazione professionale e gli stage lavorativi sono un aspetto chiave che viene attuato in collaborazione con l’Amministrazione e in sinergia con le agenzie formative del territorio e il Centro per l’impiego. Gli ospiti sono coinvolti nei lavori di pulizia e di manutenzione ordinaria della struttura nella quale risiedono. Attualmente sono in corso attività di volontaria - to per la risistemazione di spazi esterni (parco, impianto sportivo) in collabora - zione con le associazioni di volontariato. Altre attività sono in fase di organizzazione, tra le quali si possono segnalare il progetto di pulizia e risistemazione del Parco Pubblico di Capannori in collaborazione con i comitati zonali dei genitori, progetti di riqualificazione di aree di pubblico interesse individuate nelle frazioni del territorio e realizzate con le associazioni locali, progetto di pulizia di cigli stradali e fossi in collaborazione con i Lavori Pubblici del Comune di Capannori. Tutti gli ospiti sono stati dotati di una bicicletta acquistata usata per permettere la loro mobilità sul territorio.

Per le riparazioni delle biciclette è stata attrezzata una officina meccanica all’interno della Casa di Accoglienza di Lunata, ove i più esperti collaborano. Dal 2012 ad oggi, circa sessanta persone sono state inserite in tirocini retribuiti e di queste circa venti hanno ottenuto contratti di lavoro in aziende ed esercizi del territorio. Bari Una nuova biblioteca Il Comune e la Prefettura di Bari stanno portando avanti iniziative per il coin - volgimento dei richiedenti asilo presenti nella città in attività di pubblica utilità. Una delle proposte riguarda la realizzazione di una biblioteca in un centro per anziani, realizzando lavori cha vanno dalla catalogazione dei libri all’allestimen - to dei locali, da affidare ad anziani e migranti. Sono in corso i contatti con gli attori istituzionali e sociali del territorio per definire le modalità operative.

Progetti finanziati dal Fondo Europeo Rifugiati 2007 -2013 RE-LAB: Start up your business Il progetto è stato lanciato per favorire l’integrazione economica dei rifugiati, in particolare di quelli che vorrebbero realizzare una iniziativa imprenditoriale ma non hanno la necessaria conoscenza dei mercati e non hanno accesso ai servizi finanziari. Il modello di intervento prevede la sensibilizzazione del territorio, la formazione imprenditoriale, supporto all’avvio dell’attività e tutoraggio per 14 nuove iniziative di micro business, collegamenti con servizi finanziari e di mercato, la creazione di un gruppo di rifugiati tutor per aiutare nuovi migranti. “Non solo asilo” realizzato da dall’Organizzazione per la Ricreazione Sociale Società Cooperativa Sociale (O.R.SO. S.C.S.) nel corso di 4 annualità (Programmi Annuali 2009, 2010, 2011, 2012), a valere sull’Azione relativa a “Interventi di riabilitazione e integrazione socio-economica rivolti ai richiedenti/ titolari di protezione internazionale vulnerabili”. Il progetto ha avuto come obiettivo principale il rafforzamento dei percorsi di inserimento socio-economico dei de - stinatari presi in carico attraverso la realizzazione di interventi volti al migliora - mento delle competenze professionali e dello stato di salute dei destinatari con percorsi personalizzati di inserimento sociale e di accesso ai servizi sul territorio in autonomia. Il progetto ha infatti erogato servizi quali accoglienza, interventi specifici di riabilitazione e integrazione; contributi all’alloggio, cura e riabilita - zione, orientamento al lavoro, alla formazione e sostegno alla ricerca attiva del lavoro, tirocini formativi. Elemento di successo del progetto è stato la messa in rete su scala territoriale ampia – Torino, Asti, Alessandria e Biella - in ordine alle diverse competenze ed alla simultanea e specializzata presa in carico dei singoli casi, di enti pubblici ( comune di Torino) e privati (es. ONG operanti nel settore della formazione e dell’assistenza medica) che hanno reso possibile garantire un’ampia offerta di servizi ed interventi necessari per il particolare target di riferimento dell’Azione. A.M.I.C.I. (Accogliere, Mediare, Informare, Curare, Integrare) attuato dall’Asso - ciazione Italiana della Croce Rossa nell’ambito dell’ Azione “Interventi di acco - glienza, supporto ed orientamento rivolti in modo specifico ai soggetti, appar - tenenti a categorie vulnerabili, che vengono trasferiti in Italia in applicazione del Regolamento di Dublino dei Programmi annuali 2011 e 2012”. Il progetto, nelle due annualità ha consentito l’erogazione a complessivi 269 richiedenti protezione internazionale, di servizi specializzati quali: accoglienza – per 28.523 giornate complessive – in strutture specializzate, cure mediche e psicologiche individuali, orientamento, piani personalizzati di cura e orientamento, corsi di lingua italiana e preparazione al trasferimento in seconda accoglienza nello SPRAR. Elemento di successo del progetto è stato l’accompagnamento, durante tutto il percorso di accoglienza, dei singoli casi sotto il profilo medico da parte di un’equipe pluridisciplinare specializzata messe a disposizione dall’Università Cattolica - Centro di Ricerca Universitario Health Human Care and Social Intercultural Assessments (H.E.R.A.) che ha curato la presa in carico globale dei destinatari – fra cui anche donne e minori - che presentavano talvolta sindromi particolari in conseguenza anche di episodi di tortura o disagio a seguito di traumi subiti nel corso del percorso migratorio. Per superare talune condizioni critiche riscontrate sono stati realizzati interventi riabilitativi che hanno previsto councelling pschiatrico/psicologico, consulenze mediche specializzate, percorsi di ludo pedagogia, laboratori teatrali. Progetti finanziati dal Fondo Europeo Rimpatri 2007 -2013


Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia. Aspetti, procedure, problemi Gruppo di studio sul sistema di accoglienza Roma, ottobre 2015

La nuova disciplina dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Vigilanza Prefettizia. Revoca misure accoglienza

La nuova disciplina dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Decreto Legislativo 18 agosto 2015, n. 142 Viene abrogato il decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 140, la cui disciplina è integralmente sostituita da quella prevista nel nuovo decreto, fatta eccezione per la norma di copertura finanziaria. Per ragioni di organicità della disciplina e di coerenza con la direttiva 2013/33/UE, è stata trasfusa nel decreto la previsione delle ipotesi di tratte - nimento (in precedenza non disciplinato dalle norme europee) nonché quella relativa alla prima accoglienza nei centri governativi.
Il sistema di accoglienza delineato si ispira all’Intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata il 10 luglio 2014, che prevede una fase di prima accoglienza dei cittadini stranieri nei centri di primo soccorso e assistenza istituiti ai sensi della legge n. 563/1995 (cd legge Puglia, che non viene abrogata) nei luoghi maggiormente interessati da sbarchi massicci. Nei medesimi centri è avviata anche l’attività di identificazione che può essere completata poi nei centri governativi di accoglienza per richiedenti asilo dislocati a livello regionale o interregionale, in cui si procede anche alla verbalizzazione della domanda di asilo. Il provvedimento individua le varie fasi del sistema di accoglienza: soccorso, prima e seconda accoglienza. Il richiedente identificato che ha formalizzato la domanda ed è privo di mezzi di sussistenza è avviato al sistema di accoglienza predisposto dagli enti locali e finanziato dal Ministero dell’Interno (Sistema di Protezione per Richiedenti asilo e Rifugiati di cui all’art. 1- sexies dl 416/89, convertito con modificazioni, dalla legge 39/90).
I tempi di permanenza nelle varie tipologie di centri non sono predeterminati, ma rispondono piuttosto alla necessità di espletare tutte le formalità occorrenti al foto-segnalamento, alla identificazione ed alla verbalizzazione della domanda prima di avviare il richiedente, privo di mezzi di sostentamento, verso l’accoglienza decentrata sul territorio e possono naturalmente variare anche in considerazione delle esigenze via via imposte dalla consistenza dei flussi di richiedenti e dalla disponibilità di posti nelle diverse strutture.
 A chiusura del sistema, si prevede la possibilità di allestire strutture temporanee per fare fronte ad arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti che possono esaurire le disponibilità ordinarie. Tali strutture sono individuate dalle prefetture, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, sentito l’ente locale nel cui territorio la struttura è situata. Nei casi di estrema urgenza, tuttavia, è consentito il ricorso alle procedure di affidamento diretto.
L’accoglienza è assicurata fino alla decisione della Commissione territoriale ovvero, in caso di ricorso giurisdizionale, fino all’esito dell’istanza di sospensiva e/o alla definizione del procedimento di primo grado. Per assicurare un’accoglienza adeguata ai minori non accompagnati sono allestiti centri di prima accoglienza specifici per esigenze di soccorso e di immediata protezione gestiti dal Ministero dell’Interno. L’articolo 9 disciplina i centri governativi di prima accoglienza in cui sono espletate le operazioni di identificazione, ove non sia stato possibile portare a termine tali operazioni nei centri di primo soccorso collocati nei luoghi di sbarco e allestiti ai sensi della legge n. 563/1995. Nei centri di prima accoglienza, dislocati a livello regionale o interregionale, e istituiti con decreto del Ministro dell’Interno, sentita la Conferenza unificata, sono espletate altresì le operazioni occorrenti a definire la posizione giuridica dello straniero, a verbalizzare la domanda di protezione e ad avviare la procedura di esame della medesima domanda nonché a verificare le condizioni di salute anche per accertare eventuali situazioni di vulnerabilità che richiedono servizi speciali di accoglienza. La gestione dei centri può essere affidata, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, ad enti locali, anche associati, unioni o consorzi di comuni, ad enti pubblici o privati che operano nel settore dell’assistenza ai richiedenti asilo ed immigrati o comunque dell’assistenza sociale. I centri di accoglienza per richiedenti asilo già istituiti svolgeranno le funzioni previste dal decreto. Con decreto del Ministero dell’Interno potranno essere destinate alle medesime finalità anche le strutture già allestite per svolgere funzioni di soccorso e prima assistenza.
Concluse le operazioni sopra illustrate, il richiedente privo di mezzi di sostentamento, che ne faccia richiesta, è inviato nelle strutture della rete di accoglienza SPRAR predisposte dagli enti locali. In caso di temporanea indisponibilità nel sistema di accoglienza territoriale, il richiedente rimane in accoglienza nei centri governativi per il tempo strettamente necessario al trasferimento.
In ogni caso, i richiedenti appartenenti a categorie vulnerabili e che hanno particolari esigenze di accoglienza sono trasferiti in via prioritaria nelle strutture del Sistema SPRAR. Nei centri viene assicurato il rispetto della sfera privata, comprese le differenze di genere, delle esigenze connesse all’età, la tutela della salute e l’unità dei nuclei familiari nonché l’apprestamento delle misure necessarie per le persone portatrici di particolari esigenze. Per le modalità di uscita dal centro e di accesso di soggetti esterni si rinvia al regolamento di attuazione. E’ assicurata la facoltà di comunicare con l’UNHCR, con gli enti di tutela dei rifugiati, con gli avvocati e i familiari dei richiedenti nonché con i ministri di culto. L’allontanamento dai centri per un periodo diverso o superiore a quello ordinario di uscita deve essere motivato e autorizzato dal prefetto competente, a pena di decadenza dal diritto all’accoglienza. Il personale che opera nei centri è adeguatamente formato ed ha l’obbligo di riservatezza sui dati e le informazioni riguardanti i richiedenti presenti nel centro.
Con decreto del Ministro dell’Interno sarà adottato il capitolato di gara d’appalto per la fornitura di beni e servizi nei centri governativi di accoglienza al fine di assicurare livelli omogenei di accoglienza nel territorio nazionale.
Il regolamento di attuazione prevedrà forme di coinvolgimento dei richiedenti nello svolgimento della vita nelle strutture di accoglienza.
L’allontanamento ingiustificato dai centri governativi comporta la revoca delle misure di accoglienza, con effetti anche sulle procedure di esame della domanda che sarà sospesa. 
Il Piano nazionale individua il fabbisogno di posti da destinare alle finalità di accoglienza, sulla base delle previsioni di arrivo per il periodo considerato e i Tavoli di coordinamento regionale individuano i criteri di ripartizione dei posti all’interno della Regione nonché i criteri di localizzazione delle strutture di prima accoglienza e delle strutture straordinarie.
L’articolo 17 individua, conformemente alla direttiva europea, le categorie di persone vulnerabili che possono aver bisogno di misure di assistenza particolari: i minori, i minori non accompagnati, i disabili, gli anziani, le donne in stato di gravidanza, i genitori singoli con figli minori, le vittime della tratta di esseri umani, le persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, le persone per le quali è stato accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, le vittime di mutilazioni genitali. Per tali categorie di persone sono previsti speciali servizi di accoglienza sia nei cen - tri governativi di prima accoglienza che nell’ambito del sistema di accoglienza territoriale.

Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia. Aspetti, procedure, problemi Gruppo di studio sul sistema di accoglienza Roma, ottobre 2015

LA GOVERNANCE DELL’ACCOGLIENZA. Chiusura dell'emergenza per decreto del Ministro dell’Interno.

 LA GOVERNANCE DELL’ACCOGLIENZA La Conferenza unificata del 10 luglio 2014 ha sancito l’Intesa tra i vari livelli di governo nazionale e locale, approvando il Piano Nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati.
L’aspetto fondamentale su cui si basa l’attuazione del Piano è quello del progressivo superamento della logica emergenziale che aveva caratterizzato fino ad allora il sistema di accoglienza italiano. L’adozione di Ordinanze di Protezione Civile (nel caso dell’Emergenza Nord Africa – ENA) ha consentito, da un lato, di risolvere la situazione contingente ma, dall’altro, ha ostacolato l’affermarsi di una visione complessiva e strutturata che affrontasse in modo stabile una attività così strettamente legata al complesso tema dei flussi migratori.
La chiusura del lungo periodo emergenziale iniziato nel 2002 è stata sancita, proprio in relazione all’ENA, con l’Ordinanza del Capo Dipartimento della protezione civile del 28 di - cembre 2012 n.33 e con la chiusura della emergenza umanitaria dal 1° gennaio 2013.
Il sistema di accoglienza italiano a quella data non aveva certamente una rete territoriale in grado di accogliere il flusso enorme di persone che il clima di instabilità politica ed economica di vaste aree del continente africano porta verso l’Italia e anche di integrare persone anche in situazioni di vulnerabilità e minori che fuggono da situazioni di crisi e che necessitano di protezione.
Ciò che va sottolineato è che il sistema di accoglienza italiano non era strutturato né predisposto per un aumento dei flussi migratori.
Il Piano Operativo Nazionale del 10 luglio 2014 prevede un sistema articolato da attuarsi dal momento dello sbarco con le attività di soccorso e assistenza e l’individuazione di HUB regionali e interregionali, strutture di prima accoglienza funzionali al successivo trasferimento nella rete SPRAR, definita, in prospettiva, quale sistema unico di accoglienza delle persone richiedenti o titolari di protezione internazionale e di tutti i minori stranieri non accompagnati. In proposito, va sottolineato che il Documento del 10 luglio 2014 per garantire una distribuzione quanto più equa su tutto il territorio nazionale ha previsto che, in mancanza di posti nelle strutture governative e dello SPRAR, qualora sia necessario programmare la distribuzione dei migranti giunti sulle coste italiane, si dovrà procedere secondo contingenti progressivi di 10.000 unità, ed in relazione alle esigenze di accoglienza, seguendo criteri di ripartizione regionale
Con decreto del Ministro dell’Interno del 16 ottobre 2014 viene regolata l’attività del tavolo di coordinamento Nazionale quale fondamentale momento di condivisione delle scelte da parte di tutti i livelli di governo e del mondo dell’associazionismo, capitalizzando in tal modo l’approccio metodologico seguito nella gestione dell’emergenza umanitaria legata al Nord Africa incentrato su una stabile e stretta cooperazione interistituzionale tra le diverse Amministrazioni pubbliche coinvolte.
Nell’ambito di ciascuna Regione, il Piano nazionale attribuisce ai Tavoli di co - ordinamento presieduti dal Prefetto del Comune Capoluogo le funzioni connesse alla successiva assegnazione concordata con gli enti locali ove vengono individuate le strutture destinate all’accoglienza temporanea. In linea con la strategia indicata nel Piano, l’accoglienza dovrà garantire una divisione sul territorio degli oneri e ciò richiede nel tempo una revisione dell’attuale sistema alla luce della necessità di adeguarlo alle esigenze di ordinarietà e flessibilità di una migrazione che cambia consistenza, caratteristiche e rotte. Il Ministero dell’Interno ha disposto l’adozione di una procedura di monitorag - gio e controllo sui centri di accoglienza attivati nell’ambito dell’emergenza sbarchi.


Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia. Aspetti, procedure, problemi Gruppo di studio sul sistema di accoglienza Roma, ottobre 2015

Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Quesito

Egr. Direttore
Sarebbe interessante sapere
Quanti rifugiati ci sono oggi in Italia
Chi è responsabile della loro gestione
Chi controlla chi li gestisce
Quanti hanno trovato un lavoro
Che controlli ci sono su chi se ne approfitta (Caporalato)
Quanti rifugiati lasciano ogni anno in nostro paese
Perché c’è grande notizia sul loro arrivo
Perché c’è poca notizia sul resto
Distinti saluti
Cesare Fedeli Milano (pseudonimo)

Risposta

Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR).
Per attivare il sistema, gli enti locali possono utilizzare le risorse finanziarie messe a disposizione dal ministero dell'Interno attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Con questo strumento, vengono assegnati contributi in favore degli enti locali che presentino progetti destinati all’accoglienza per i richiedenti asilo, rifugiati e destinatari di protezione sussidiaria.
Il Sistema di protezione è caratterizzato da:
il carattere pubblico delle risorse messe a disposizione e dagli enti responsabili dell'accoglienza, e dal governo centrale secondo una logica di governance multilivello;
la partecipazione volontaria degli enti locali alla rete dei progetti di accoglienza;
politiche sinergiche sul territorio con i soggetti del terzo settore che contribuiscono in maniera essenziale alla realizzazione degli interventi.
I progetti di accoglienza, presentati sulla scorta di appositi bandi, sono sottoposti all'esame di una Commissione di valutazione composta da rappresentanti del ministero dell’Interno, da un rappresentante dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) e da un rappresentante dell'Unione delle province d'Italia (UPI). Compongono, inoltre, la Commissione un rappresentante dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR) ed un rappresentante delle Regioni.

lunedì 26 settembre 2016

Quanti rifugiati ci sono oggi in Italia. Quesito

DISTRIBUZIONE PERCENTUALE MIGRANTI DIVISA PER REGIONE PRESENZE TOTALI 111.081(31/03/2016)

Lazio; 7% Campania; 7% Veneto; 7% Piemonte; 7% Toscana; 7% Emilia-Romagna; 7% Puglia; 6% Calabria; 4% Friuli-Venezia Giulia; 4% Marche; 3% Liguria; 3% Sardegna; 3% Abruzzo; 2% Trentino A. A.; 2% Umbria; 2% Molise; 2% Basilicata; 1% Valle d'Aosta; 0,2% Lombardia; 13%
Sicilia 11%

Lo scudo ritrovato

Lo scudo ritrovato

L'Insubro improvviso apparve nella boschina
veloce la lancia il suo cuore trafisse
lo scudo improvvido sulla riva rotolò.
Tu rematore che solchi le eridanee acque
della cruenta tenzone nulla sai
ma se le auree sabbie indaghi
segreti del romano milite puoi ritrovare.

Acquisto beni donati al venditore

Acquisto beni donati al venditore
L’acquisto per donazione può, nel tempo e in presenza di particolari circostanze, venir meno per effetto dell’eventuale esercizio vittorioso dell’azione di riduzione da parte dei legittimari lesi nei  propri diritti.
Il nostro ordinamento riserva a determinati soggetti, quali il coniuge, i figli e gli ascendenti del defunto, una quota di eredità detta legittima della quale non possono essere privati per volontà del defunto, sia che sia stata espressa in un testamento o eseguita in vita tramite donazioni
Se un legittimario viene privato, in tutto o in parte, della sua quota di legittima per effetto di una disposizione del testamento o di una o più donazioni effettuate in vita dal defunto, può far valere il proprio diritto all’ottenimento dell’intera quota di legittima mediante un’apposita azione giudiziaria, detta “azione di  riduzione”. L’azione è soggetta al termine di prescrizione di 10 anni . Questo termine decorre dalla data di apertura della successione.
La tutela dei legittimari può avere ripercussioni anche nei confronti di terzi aventi causa dal donatario. 
Il donatario risponde in prima istanza alle pretese dei legittimari.
L’acquirente risponde ove il donatario non possieda beni sufficienti a soddisfare le ragioni degli istanti.

 L’azione di restituzione può essere intrapresa dal “legittimario leso” o  “pretermesso ” solo se non sono decorsi 20 anni dalla trascrizione della donazione.  

venerdì 23 settembre 2016

Diritto d'autore. Quesito.

Egr. direttore
Sono un giovane ricercatore.
Un eccellente prof. universitario mi ha proposto di scrivere un libro nella sua collana.
I compensi sono 6% dopo le prime 600 copie e 12 % dopo le prime 1200 copie.
Visto che presumibilmente di copie se ne vendono 700 e che il libro costa 25 euro (250 pagg.), il guadagno è di 150 euro, fatturati con ritenuta d’acconto.
Sono incerto se accettare anche perché il prof. mi promette una brillante carriera nell’Università; fra qualche anno ci saranno forse delle assunzioni.
Fidandomi ciecamente della Classe Dirigente Universitaria propenderei per il sì, lei che ne dice.
I migliori saluti.

SC

Risposta
uno veloce a redigere un libro di 250 ci mette due mesi.
La cosa non sembra molto redditizia, ma i prof. universitari sono ottimi per trovare opportunità ai giovani? 

Gli abitanti di NY. Racconti.

    Gli abitanti di NY

  

Quello che più colpisce a NY sono gli abitanti.
Possono essere europei, asiatici, africani od australiani, ma si sentono tutti abitanti della stessa grande città.
La forza ed il fascio di NY è quello di essere una grande città dove tutti sanno di svolgere un ruolo indispensabile perché la città viva e prosperi sempre più.
Puoi essere un grande manager della finanza o un modesto impiegato in una catena di grandi magazzini o un custode di un museo a NY ti senti una persona importante per la vita della tua città a prescindere da dove sei nato o da dove provieni.
 Il lavoro è la malattia dei newyorchesi.
The next è la parola più utilizzata negli empori e nei ristoranti self service.
Tutti hanno fretta di servire il prossimo cliente per aumentare il volume degli affari.
La massa degli acquisti è necessaria per la sopravvivenza dell’attività bisogna fare presto ed incassare in fretta.
Musei  e attrazioni varie pullulano di persone incaricate ad incanalare la gente o a sorvegliare che tutto si svolga regolarmente.
Tutte queste attività sono svolte con la massima professionalità.
Gli incaricati svolgono il loro ruolo con il massimo scrupolo.
Tutti sono orgogliosi di quello che fanno e non aspettano sera ciondolando.
Sono lì a tua disposizione per risolverti anche il minimo problema e per esaudire ogni tua richiesta di informazione.
Musei ed attrazioni sono sempre aperti salvo il giorno di Natale e quello del Ringraziamento.
Mario andando in aeroporto in taxi collettivo, molto usato a Manhattan, ha trovato un tassista del Bangladesh.
“Sono contento di essere qui. NY vive del lavoro degli immigrati che come me che danno vita.” dice.
Qui è facile trovare un impiego nella vigilanza, nella ristorazione, nei grandi magazzini. Basta impegnarsi e lavorare: qui c’è posto per tutti.
E’ il grande sogno americano dove tutti hanno diritto a trovare la loro felicità che continua.
Il grande sogno che è alimentato forse dal fatto che la città cambia aspetto in continuazione perché la gente la trasforma e in questo suo divenire continuo tutti possono trovare la loro occasione per affermarsi nel movimento non ci sono rendite precostituite o almeno così ti vogliono fare credere.

      La paura.


Nelle facce del popolo multiforme che popola NY puoi incontrare qualunque stato d'animo.
La voglia di fare rappresenta l'attivismo permanente della città che non si ferma mai.
L'entusiasmo di quel popolo di emigranti che ha dato tutto a questa città per raggiungere il sogno americano del benessere.
Gli americani vogliono raggiungere la felicità in terra o meglio a NY.
Tutti dal primo all'ultimo sono orgogliosi di vivere in questa città e di contribuire al suo sviluppo.
Non ci sono divisioni politiche o religiose che contino: prima di tutto viene l'America.
La volontà tenace di arrivare a conquistarsi un posto al sole degli uomini vestiti di scuro che con la loro ventiquattrore vanno e vengono nei grandi uffici anonimi che popolano Manhattan.
La voglia di starsene tranquilli seduti su di una panchina di Central Park.
La disperazione dei mendicanti che puoi trovare avvolti nei sacchi a pelo per ripararsi dal freddo pungente della notte  davanti a qualche centro di aiuto.
Se in questo popolo entusiasta di vivere in questa realtà frenetica tutto di puoi aspettare non la paura.
Sotto, invece, cova la paura non tanto nei cittadini ma nelle autorità addette alle ispezioni
Sin da quando ti imbarchi su di un aereo per entrare negli stai Uniti ti accorgi che vi sono controlli speciali: il primo segnale è il visto di ingresso elettronico sul passaporto.
Poi quando entro vedi che i controlli sono accurati.
Un primo controllo è sull'aereo dove devi compilare una dichiarazione che certifica il tuo stato di salute e che attesta che non importi valuta non dichiarata.
Il secondo controllo avviene a terra  sul passaporto e sul bagaglio a mano.
Se ha i una borsa o peggio uno zaino diventi subito un sospetto.
In ogni caso tutto quello che indossi di metallico, come chiavi od orologi, deve passare ai controlli .
Fanno la radiografia di tutto anche delle scarpe e delle cinture , ti svuotano le tasche  e se non dai abbastanza affidamento procedono ad ispezionarti personalmente.
Un terzo controllo ti richiede la dichiarazione compilata sull'aereo già verificata che tu pensi di avere già consegnata.
Non è così, quindi frughi con più attenzione nelle tue carte e recuperatala la dai al paziente poliziotto.
Poi finalmente quando hai ritirato il bagaglio puoi avventurarti nella città.
I controlli son sono finiti.
Musei, Centri commerciali, teatri, chiese in ogni luogo dove affluiscono migliaia di persone hanno tutti il loro apparato che controlla borse e zaini. Si formano code che durano tutta la giornata.
La gente non protesta, ma pazientemente aspetta in coda perché ha fiducia nelle autorità.
Sembra fino che la paura sia ormai entrata nella testa come una componente inevitabile della vita di NY.
La paura c'è ma non si vede; i controlli sono una routine.
Il turista ne è colpito quando arriva, perché da noi non ci sono così tanti vigilantes, ma poi col passare dei gironi la vivi come un elemento che tutto sommato può coesistere con la realtà convulsa di tutti i giorni.
Ci fai l'abitudine e non ti impressiona più di tanto il fatto che qualcuno con insistenza voglia controllare il contenuto della tua borsa.
Certo non ti fidi tanto di abbandonare nelle ore serali il centro congestionato la gente ti da un senso di sicurezza.
Entrare in una stazione del metrò di notte quando le banchine sono deserte ti mette in uno stato di agitazione il silenzio che invocavi durante il giorno ora ti sembra del tutto inopportuno, fino a che non arriva un groppo nutrito di persone e la bagarre riprende.
Invochi la bolgia umana che ti ha accompagnato durante il giorno che magari ti infastidiva un po'  ma che adesso ti dà, invece, sicurezza.
La paura degli abitanti è sicuramente nei loro cuori.
La paura per loro stessi di perdere i loro beni e magari la loro vita .
E' la paura trova la sua origine nell'attentato alle Torri Gemelle. 
Il popolo di NY ha testimoniato il suo sgomento dopo la tragedia nei messaggi lasciati sul cancello di S. Paul a ricordo delle persone scomparse.
La chiesa a due passi dall'inferno è stata risparmiata e protetta da un sicomoro che ha impedito che una pioggia di detriti la colpisse.
La paura per un nemico invisibile che non è in grado di confrontasi a viso aperto con le armi perché la superpotenza è imbattibile. 
Il nemico è, però, pronto a colpire quando meno te la aspetti disposto a procurare lutti alla popolazione civile.
Lui deve dimostrare che esiste ed pronto a ricomparire in qualunque momento.
E' pronto a seminare il terrore perché se puoi non avere timore per te non puoi essere insensibile al fatto che l'agguato possa colpire i tuoi cari i tuoi affetti .
Così devi vivere facendo finta di niente continuando a corre re per le strade di NY sperando che i controlli di polizia cui ti sottoponi paziente possano essere guardiani di un futuro più sereno.


      Sandy.


Nel novembre 2012 un tornado si è abbattuto sulla città di NY.
La città è stata messa in ginocchio da Sandy, così è stato chiamato, alcuni simboli sono stati gravemente danneggiati.
Le precipitazioni che spazzano gli SU da ovest ad est continuano a fare paura.
Le tv seguono con servizi speciali  i tornado che corrono come trottole impazzite nelle praterie dell’ovest.
Anche se gli effetti delle perturbazioni si sono spostate da NY, il Circus Line non può ancora  attraccare al pontile della statua della Libertà e di Ellis Island.
I lavori di ripristino sono in atto ed i turisti potranno ritornare in luglio.
Monumenti simboli della città sono inaccessibili nella città dove tutto è possibile.
Sembra incredibile!
Lo spirito d’iniziativa di questa gente indomabile si esprime tutto nel motto: Rebuilding che è ripetuto senza interruzione sulle televisioni locali.
L’imperativo è ricostruire.
Tutti  cercano fondi.
Lo Stato fa la sua parte.
I cittadini non si lamentano, ma si rimboccano le maniche e si danno da fare per trovare i fondi necessari.
I luoghi danneggiati o sono già stai messi n sicurezza o i lavori fervono.
Non valgono le beghe politiche che vengono accantonate.
Il governatore democratico del New Jersey si complimenta per il tempestivo intervento dell’amministrazione statale centrale a guida repubblicana.
In pubblico si stringono le mani cordialmente, con un sorriso, pronti domani a riprendere la lotta elettorale, ma uniti nella ricostruzione.
Al primo posto va messo l’interesse del paese.
Le catastrofi naturali servono a compattare i cittadini di NY che, anche per l’aiuto ricevuto da tutta la nazione, si sentono orgogliosi di essere americani.
Tutti collaborano; le beghe sono lasciate fuori dai cantieri .
Si pensa solo a ricostruire.
Mi sembra di essere in Italia.
C’è la stessa sinergia utilizzata per ricostruire l’Aquila!




  I bus scoperti.


Un modo di visitare NY è quello di salire su uno dei tanti bus scoperti che girano per la città.
Se hai poco tempo e non vuoi camminare molto è il sistema migliore.
Mario e Gio non ci sono mai saliti perché preferiscono camminare per essere più in sintonia con la città e poterla capire meglio.
Loro pensano che il modo giusto di vedere NY sia quello di immergerti nella folla che popola il centro e che seguendo la Broadway approda  a Times Square
Ci vuole tempo e pazienza per gustare i particolari .
Se vedi una chiesa stretta fra i grattacieli se cammini puoi fermarti o se sei su un mezzo pubblico di superficie puoi scendere alla prima fermata e arrestarti un attimo prendendoti una piccola pausa in  quell’andirivieni  caotico.
Il bus non si ferma mai.
Le emozioni  sono affidate ad un accompagnatore che  ti spiega.
Ma caro amico le emozioni non si spiegano si sentono direttamente o non sono sensazioni degne di essere percepite.
L’accompagnatore è pure simpatico, racconta simpatici aneddoti e ti informa dei principali monumenti, ma il rapporto con la città è troppo superficiale.
Direi che non esiste: è come essere in un cinema tridimensionale con l’aggiunta dei rumori e dei profumi autentici dei gas di scarico.
Non capisco le ragioni di chi desidera visitare una città in poche ore salendo su di un autobus.
E’ molto meglio vedere un documentario non fai code , non ti costa nulla.
Una città va vissuta anche solo percorrendo le strade a piedi , seguendo i percorsi indicati dalle guide solo così ti può restare dentro un ricordo o un’emozione.


Il business a NY. Racconti 2013

Il business a NY

  

     Circus line.


Il senso del bussnes americano ha condensato in un pacchetto turistico le cose più interessanti per il turista.
A NY pochi turisti si sottraggono al piacere di una gita in battello.
E’ un obbligo prendere il Circus Line.
Il battello fa il giro turistico dell’isola di Manhattan.
Partendo da Battery Park con l’imbarcazione si può girare attorno all’isola tranquillamente; sembra di tornare ai tempi in cui a NY si arrivava via mare dal vecchio mondo.
La prima tappa è Ellis Island dove gli emigranti venivano fatti sbarcare e dove stavano in quarantena.
Se ritenuti idonei proseguivano il loro viaggio, se no erano costretti ad un mesto ritorno in patria.
I controlli non sono mutati solo che te li fanno direttamente nell’aeroporto dove le gabbie si aprono successivamente solo se hai superato la precedente.
Ti richiedono quasi ossessivamente gli stessi documenti per quattro volte.
Il passaporto vola dalle mani del controllore alle tue, si perde nelle tue tasche  e rischi di non trovarlo al successivo controllo. 
E’ sempre meglio dei controlli cui erano sottoposti gli emigranti a Ellis Island.
Ora non c’è aria di miseria in quei luoghi di quarantena.
I viaggiatori che ricercavano una opportunità per uscire dalla miseria vissuta nei loro paesi d’origine non arrivano più qui.
Ora  ci sono i turisti che vanno a fare il classico tour per visitare Ellis Island e per salire sulla statua della libertà a bordo di battelli gran confort.
L’uragano Sandy appena passato qualche mese prima ha lasciato ancora dei danni.
La banchina non è praticabile in sicurezza dai visitatori.
Oggi la visita è sospesa, ma il rebuilding è già incorso .
La volontà indomita degli abitanti di NY di riportare i turisti sulla statua garantiscono – e se lo dicono i newyorkesi c’è da crederci -  si realizzerà entro poche settimane.
Per il momento è possibile ammirare da lontano la celebrazione della Libertà.
Il  commento della guida del battello ti accompagna nel viaggio.
Il narratore è, come tutti coloro che abitano a NY, un entusiasta della città.
Chi vive qui, ama questa città, dove c’è questa convulsione perpetua, questo muoversi continuo alla ricerca di sensazioni permanenti, in caso contrario si sarebbe trasferito in qualche tranquillo paese dell’ovest.
Il narratore ti racconta dei grattacieli della loro storia.
 E’ il racconto di chi ha voluto spingersi più in alto fino a toccare il cielo.
Un po’ di tranquillità si ritrova più a nord dove l’East River si restringe nell’Harlem River.
Lì  si ritrova ancora il verde che prende il sopravvento sul grigio delle costruzioni.
Lì a nord c’è anche una timida società canottieri che contrappone i ritmi lenti della voga alla velocità degli scafi.
Un timido tentativo di riportare la metropoli a ritmi più a misura di uomo in mezzo a tante macchine.
Raggiunto il ponte che passa l’autostrada al’altezza di  Marble Hill  il battello rivolge la sua prua a sud solcando le acque del Hudson River.
Scendendo non si vedono i grattacieli, sembra di non essere a pochi chilometri da NY.
Le rive sono basse e verdi l’isola appare tranquilla e immersa nella natura guardandola dal nord.
Poi i grattacieli riprendono il sopravvento.


    Empire State Building.


L’Empire State Building è stato per un anno il grattacielo più alto della città.
Tenere un record per un anno non è stata cosa facile, anche se detto primato non è durato molto.
E’ lo spirito della città quello di superarsi.
C’è sempre qualcuno che vuole misurarsi con il tuo primato e strappartelo. sempre.
Lì in cima all’Empire State Building il panorama è emozionante.
La cosa più simpatica, dopo l’eccezionale vista, è il commento ai vari punti di osservazione.
La commentatrice di lingua italiana è una signora romana di nascita che vive da anni a NY.
Da come parla è sicuramente più newyorkese che romana.
Anche se manifesta chiaramente il suo amore per la città eterna, il fascino di NY la ha definitivamente conquistata.
Lei chiama affettuosamente per nome i grattacieli, ognuno ha la sua storia che lei ci racconta con entusiasmo.
Abbina ogni fabbricato a ricordi personali o a fatti che riguardano la città.
La biblioteca nazionale è il luogo dove d’inverno andava a studiare per stare più al caldo che in casa sua e che d’estate, al contrario, frequentava per recuperare un po’ di fresco. Le sale della biblioteca erano, infatti, condizionate mentre a casa sua si moriva di caldo.
Central Park è il suo parco preferito dove portava i figli a giocare, quando erano più piccoli.
Il Museo di storia naturale era un’altra delle sue mete preferite.
Portava spesso lì i figli  per fargli conoscere la terra su cui viviamo o per rimirare le stelle nel planetario e conoscerne i segreti.
Ci ritornava per rivedere le sale con più calma perché con tutte le sale e con tutti quei computer il tempo passava veloce e non ce n’era mai abbastanza per rispondere a tutte le domande che i bambini curiosi le rivolgevano.
Sono tutti luoghi della sua storia personale che si intreccia fortemente con la città.
Il placido scorrere dell’Est river ad est le dà lo spunto per suggerirci un itinerario.
“E’ bello fare una gita con il battello e circumnavigare l’sola di Manhattan.” ci propone.
“Andateci così potete godervi da vicino tutti i grattacieli.” assicura.
Le costruzioni hanno tutte un loro nome e danno l’idea dello spirito della città volto a stupire il visitatore.
A sud si ergono dalle acque la statua della Libertà ed Ellis Island.
“Siamo tutti impegnati a ricostruire questi luoghi simbolo della città e della sua storia di libertà e di immigrazione.” afferma convinta.
A nord c’è il riquadro verde di Central Park.
“Un appartamento di tre stanze qui sulla quinta Avenue costa dieci milioni di dollari.” ci informa.
E’ una fortuna riservata ai super ricchi vivere con la vista di Central Park.
Lì abitava John Lennon quando è stato assassinato.
“Andate a vedere Strawberry Fealds a Central Park.” ci consiglia.
A sud Battery Park, sorge la borsa.
“Lì vedete, lì accanto c’erano le torri gemelle.” soggiunge con un filo di tristezza.
“Lì è Ground Zero” continua “E’ il luogo della memoria dove, nella vicina chiesa di St. Paul, i superstiti hanno lasciato gli ultimi messaggi ai loro cari scomparsi nell'attentato.”
Ora stanno ricostruendo un grattacielo.
“Lì vicino c’è la borsa: non dimenticate di andare a farvi fotografare dinanzi al toro di bronzo.” suggerisce “Porta fortuna.”
A due passi da non perdere c’è l'American’s Indian Museum.
Il museo degli indiani d’America racconta di storie abbastanza recenti che sembrano distanti migliaia di anni.
Sembra impossibile che questi siano gli antichi abitanti di queste terre senza computer senza automobili senza traffico!


 Il Planetario.


Il Planetario è costruito in una sezione del museo di storia naturale per consentire al viaggiatore di vivere le avventure che hanno portato alla nascita della terra.
Entrare al planetario non è così automatico perché l’enorme sala circolare è aperta ad intervalli regolari per consentire al pubblico presente di assistere alla proiezione.
L’attesa costruita con perfetta regia sembra  prepararti ad emozioni incredibili.
Prima devi verificare l’orario che ti è assegnato , devi pazientemente attendere il tuo turno.
Poi dopo una breve attesa dell’ascensore ti portano in un’altra sala d’attesa per aspettare che finisca la visione il turno precedente.
Poi via con lo scatto finale per guadagnare i posti più centrali proprio sotto alla volta che è destinata  ad ospitare la proiezione.
E’ difficile immaginare lo spettacolo stellare che i maghi delle emozioni ti stanno preparando con l’ausilio del simulatore di realtà virtuale più grande del mondo.
Una regia perfetta ti porta in un percorso nel tempo che parte dagli albori dell'universo. 
Poi il regista ti scaraventa in un percorso nello spazio che ti porta sui pianeti più lontani alla velocità fantastica. Le distanze spaziali quasi contemporaneamente si coniugano a quelle temporali.
Si passa dal visitare  pianeti lontani ad esplorare cosa succedeva in tempi lontani all’origine dell’universo.
Tutto questo ti fa rendere conto della tua pochezza sia per la minima durata dello spazio temporale che sei destinato a vivere  e per la tua incapacità di misurati con gli spazi infiniti dell’universo.
Ti trovi immerso nella volta celeste e proiettato su pianeti irraggiungibili in pochi minuti.
La regia ti porta all’origine dell’universo in mondi virtuali sconosciuti dove gas rarefatti impedirebbero a chiunque di sopravvivere.
Tu sei lì attonito senza avere il tempo di disincantarti perché ogni fotogramma aumenta il tuo stupore come nel crescendo del ritmo di una sinfonia fantastica.



 Solomon R. Guggenheim Museum


Quello che colpisce nei musei di NY è che non sono strutture rigide costruite per mostrare i loro tesori di opere senza possibilità di modifiche temporanee, ma che sono destinate a aggiornarsi nel tempo.
Sicuramente dopo qualche mese il museo cambia allestimento ci sono nuove esposizioni i pezzi contenuti nei depositi sono destinati a sostituire almeno in parte le collezioni che ora fanno bella mostra.
Il visitatore, specie se risiede nei dintorni della città è portato ad essere un frequentatore assiduo del museo
Il visitatore è destinato ad essere un sostenitore delle nuove iniziative e non un saltuario utente della struttura.
Il museo diventa parte di te soprattutto se condividi un interesse per le raccolte che propone visto che queste sono destinate a d incrementarsi ed a proporre nuove collezioni nuove scoperte nuove invenzioni.
Le nuove esposizioni del Solomon R. Guggenheim Museum ad esempio non hanno paura di confrontarsi con i classici dell’arte moderna che vi sono sopitati.
Le novità competono con le opere che oramai sono diventate classiche per contendersi un sempre maggior numero di visitatori.
Lo stesso fabbricato che ospita il Museo è una suggestiva opera d’arte moderna che interpreta lo spirito del mecenate che voleva fosse edificato un tempio dello spirito.
La costruzione non ha nulla di convenzionale, di materiale.
Quella forma rotonda che si allarga verso l’alto all’interno del museo parla alla sensibilità del visitatore.
La sensazione di essere in un modo diverso si accentua quando si inizia ad avanzare sulla grande rotonda che sale a spirale verso il lucernario alla ricerca della luce.
La visita parte dall’alto dall’apice della bellezza dell’edificio per rientrare nel mondo della normalità solo alla fine della visita.
Un contenitore ideale per accogliere le opere di un’arte che vuole esser un meraviglioso organismo in sequenza ritmica di colori e forme da godersi pera amore della bellezza, secondo gli intendimenti della Rebay recepiti del filantropo.