venerdì 23 settembre 2016

Il business a NY. Racconti 2013

Il business a NY

  

     Circus line.


Il senso del bussnes americano ha condensato in un pacchetto turistico le cose più interessanti per il turista.
A NY pochi turisti si sottraggono al piacere di una gita in battello.
E’ un obbligo prendere il Circus Line.
Il battello fa il giro turistico dell’isola di Manhattan.
Partendo da Battery Park con l’imbarcazione si può girare attorno all’isola tranquillamente; sembra di tornare ai tempi in cui a NY si arrivava via mare dal vecchio mondo.
La prima tappa è Ellis Island dove gli emigranti venivano fatti sbarcare e dove stavano in quarantena.
Se ritenuti idonei proseguivano il loro viaggio, se no erano costretti ad un mesto ritorno in patria.
I controlli non sono mutati solo che te li fanno direttamente nell’aeroporto dove le gabbie si aprono successivamente solo se hai superato la precedente.
Ti richiedono quasi ossessivamente gli stessi documenti per quattro volte.
Il passaporto vola dalle mani del controllore alle tue, si perde nelle tue tasche  e rischi di non trovarlo al successivo controllo. 
E’ sempre meglio dei controlli cui erano sottoposti gli emigranti a Ellis Island.
Ora non c’è aria di miseria in quei luoghi di quarantena.
I viaggiatori che ricercavano una opportunità per uscire dalla miseria vissuta nei loro paesi d’origine non arrivano più qui.
Ora  ci sono i turisti che vanno a fare il classico tour per visitare Ellis Island e per salire sulla statua della libertà a bordo di battelli gran confort.
L’uragano Sandy appena passato qualche mese prima ha lasciato ancora dei danni.
La banchina non è praticabile in sicurezza dai visitatori.
Oggi la visita è sospesa, ma il rebuilding è già incorso .
La volontà indomita degli abitanti di NY di riportare i turisti sulla statua garantiscono – e se lo dicono i newyorkesi c’è da crederci -  si realizzerà entro poche settimane.
Per il momento è possibile ammirare da lontano la celebrazione della Libertà.
Il  commento della guida del battello ti accompagna nel viaggio.
Il narratore è, come tutti coloro che abitano a NY, un entusiasta della città.
Chi vive qui, ama questa città, dove c’è questa convulsione perpetua, questo muoversi continuo alla ricerca di sensazioni permanenti, in caso contrario si sarebbe trasferito in qualche tranquillo paese dell’ovest.
Il narratore ti racconta dei grattacieli della loro storia.
 E’ il racconto di chi ha voluto spingersi più in alto fino a toccare il cielo.
Un po’ di tranquillità si ritrova più a nord dove l’East River si restringe nell’Harlem River.
Lì  si ritrova ancora il verde che prende il sopravvento sul grigio delle costruzioni.
Lì a nord c’è anche una timida società canottieri che contrappone i ritmi lenti della voga alla velocità degli scafi.
Un timido tentativo di riportare la metropoli a ritmi più a misura di uomo in mezzo a tante macchine.
Raggiunto il ponte che passa l’autostrada al’altezza di  Marble Hill  il battello rivolge la sua prua a sud solcando le acque del Hudson River.
Scendendo non si vedono i grattacieli, sembra di non essere a pochi chilometri da NY.
Le rive sono basse e verdi l’isola appare tranquilla e immersa nella natura guardandola dal nord.
Poi i grattacieli riprendono il sopravvento.


    Empire State Building.


L’Empire State Building è stato per un anno il grattacielo più alto della città.
Tenere un record per un anno non è stata cosa facile, anche se detto primato non è durato molto.
E’ lo spirito della città quello di superarsi.
C’è sempre qualcuno che vuole misurarsi con il tuo primato e strappartelo. sempre.
Lì in cima all’Empire State Building il panorama è emozionante.
La cosa più simpatica, dopo l’eccezionale vista, è il commento ai vari punti di osservazione.
La commentatrice di lingua italiana è una signora romana di nascita che vive da anni a NY.
Da come parla è sicuramente più newyorkese che romana.
Anche se manifesta chiaramente il suo amore per la città eterna, il fascino di NY la ha definitivamente conquistata.
Lei chiama affettuosamente per nome i grattacieli, ognuno ha la sua storia che lei ci racconta con entusiasmo.
Abbina ogni fabbricato a ricordi personali o a fatti che riguardano la città.
La biblioteca nazionale è il luogo dove d’inverno andava a studiare per stare più al caldo che in casa sua e che d’estate, al contrario, frequentava per recuperare un po’ di fresco. Le sale della biblioteca erano, infatti, condizionate mentre a casa sua si moriva di caldo.
Central Park è il suo parco preferito dove portava i figli a giocare, quando erano più piccoli.
Il Museo di storia naturale era un’altra delle sue mete preferite.
Portava spesso lì i figli  per fargli conoscere la terra su cui viviamo o per rimirare le stelle nel planetario e conoscerne i segreti.
Ci ritornava per rivedere le sale con più calma perché con tutte le sale e con tutti quei computer il tempo passava veloce e non ce n’era mai abbastanza per rispondere a tutte le domande che i bambini curiosi le rivolgevano.
Sono tutti luoghi della sua storia personale che si intreccia fortemente con la città.
Il placido scorrere dell’Est river ad est le dà lo spunto per suggerirci un itinerario.
“E’ bello fare una gita con il battello e circumnavigare l’sola di Manhattan.” ci propone.
“Andateci così potete godervi da vicino tutti i grattacieli.” assicura.
Le costruzioni hanno tutte un loro nome e danno l’idea dello spirito della città volto a stupire il visitatore.
A sud si ergono dalle acque la statua della Libertà ed Ellis Island.
“Siamo tutti impegnati a ricostruire questi luoghi simbolo della città e della sua storia di libertà e di immigrazione.” afferma convinta.
A nord c’è il riquadro verde di Central Park.
“Un appartamento di tre stanze qui sulla quinta Avenue costa dieci milioni di dollari.” ci informa.
E’ una fortuna riservata ai super ricchi vivere con la vista di Central Park.
Lì abitava John Lennon quando è stato assassinato.
“Andate a vedere Strawberry Fealds a Central Park.” ci consiglia.
A sud Battery Park, sorge la borsa.
“Lì vedete, lì accanto c’erano le torri gemelle.” soggiunge con un filo di tristezza.
“Lì è Ground Zero” continua “E’ il luogo della memoria dove, nella vicina chiesa di St. Paul, i superstiti hanno lasciato gli ultimi messaggi ai loro cari scomparsi nell'attentato.”
Ora stanno ricostruendo un grattacielo.
“Lì vicino c’è la borsa: non dimenticate di andare a farvi fotografare dinanzi al toro di bronzo.” suggerisce “Porta fortuna.”
A due passi da non perdere c’è l'American’s Indian Museum.
Il museo degli indiani d’America racconta di storie abbastanza recenti che sembrano distanti migliaia di anni.
Sembra impossibile che questi siano gli antichi abitanti di queste terre senza computer senza automobili senza traffico!


 Il Planetario.


Il Planetario è costruito in una sezione del museo di storia naturale per consentire al viaggiatore di vivere le avventure che hanno portato alla nascita della terra.
Entrare al planetario non è così automatico perché l’enorme sala circolare è aperta ad intervalli regolari per consentire al pubblico presente di assistere alla proiezione.
L’attesa costruita con perfetta regia sembra  prepararti ad emozioni incredibili.
Prima devi verificare l’orario che ti è assegnato , devi pazientemente attendere il tuo turno.
Poi dopo una breve attesa dell’ascensore ti portano in un’altra sala d’attesa per aspettare che finisca la visione il turno precedente.
Poi via con lo scatto finale per guadagnare i posti più centrali proprio sotto alla volta che è destinata  ad ospitare la proiezione.
E’ difficile immaginare lo spettacolo stellare che i maghi delle emozioni ti stanno preparando con l’ausilio del simulatore di realtà virtuale più grande del mondo.
Una regia perfetta ti porta in un percorso nel tempo che parte dagli albori dell'universo. 
Poi il regista ti scaraventa in un percorso nello spazio che ti porta sui pianeti più lontani alla velocità fantastica. Le distanze spaziali quasi contemporaneamente si coniugano a quelle temporali.
Si passa dal visitare  pianeti lontani ad esplorare cosa succedeva in tempi lontani all’origine dell’universo.
Tutto questo ti fa rendere conto della tua pochezza sia per la minima durata dello spazio temporale che sei destinato a vivere  e per la tua incapacità di misurati con gli spazi infiniti dell’universo.
Ti trovi immerso nella volta celeste e proiettato su pianeti irraggiungibili in pochi minuti.
La regia ti porta all’origine dell’universo in mondi virtuali sconosciuti dove gas rarefatti impedirebbero a chiunque di sopravvivere.
Tu sei lì attonito senza avere il tempo di disincantarti perché ogni fotogramma aumenta il tuo stupore come nel crescendo del ritmo di una sinfonia fantastica.



 Solomon R. Guggenheim Museum


Quello che colpisce nei musei di NY è che non sono strutture rigide costruite per mostrare i loro tesori di opere senza possibilità di modifiche temporanee, ma che sono destinate a aggiornarsi nel tempo.
Sicuramente dopo qualche mese il museo cambia allestimento ci sono nuove esposizioni i pezzi contenuti nei depositi sono destinati a sostituire almeno in parte le collezioni che ora fanno bella mostra.
Il visitatore, specie se risiede nei dintorni della città è portato ad essere un frequentatore assiduo del museo
Il visitatore è destinato ad essere un sostenitore delle nuove iniziative e non un saltuario utente della struttura.
Il museo diventa parte di te soprattutto se condividi un interesse per le raccolte che propone visto che queste sono destinate a d incrementarsi ed a proporre nuove collezioni nuove scoperte nuove invenzioni.
Le nuove esposizioni del Solomon R. Guggenheim Museum ad esempio non hanno paura di confrontarsi con i classici dell’arte moderna che vi sono sopitati.
Le novità competono con le opere che oramai sono diventate classiche per contendersi un sempre maggior numero di visitatori.
Lo stesso fabbricato che ospita il Museo è una suggestiva opera d’arte moderna che interpreta lo spirito del mecenate che voleva fosse edificato un tempio dello spirito.
La costruzione non ha nulla di convenzionale, di materiale.
Quella forma rotonda che si allarga verso l’alto all’interno del museo parla alla sensibilità del visitatore.
La sensazione di essere in un modo diverso si accentua quando si inizia ad avanzare sulla grande rotonda che sale a spirale verso il lucernario alla ricerca della luce.
La visita parte dall’alto dall’apice della bellezza dell’edificio per rientrare nel mondo della normalità solo alla fine della visita.
Un contenitore ideale per accogliere le opere di un’arte che vuole esser un meraviglioso organismo in sequenza ritmica di colori e forme da godersi pera amore della bellezza, secondo gli intendimenti della Rebay recepiti del filantropo.



Nessun commento:

Posta un commento