martedì 27 settembre 2016

Integrazione delle persone in accoglienza. Iniziative

Integrazione delle persone in accoglienza. Iniziative che sono state realizzate.
 Questo per segnalare la opportunità di prevedere una rilevazione sistematica che venga a formare un codice delle buone pratiche da diffondere sul territorio e da utilizzare per rappresentare, nella comunicazione, un’immagine positiva del fenomeno della migrazione in Italia.
Ai fini dell’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale, si auspica che il Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell’interno - Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione (di cui al Decreto legislativo n. 18 del 2014), adotti il previsto Piano nazionale, per il quale il tavolo tecnico ha già individuato le linee di intervento, con particolare riguardo all’inserimento sociolavorativo, all’accesso all’assistenza sanitaria e sociale, all’alloggio, alla formazione 11 linguistica e all’istruzione.
Questa premessa introduce ad alcuni progetti di accoglienza, volontariato e integrazione

 Karalò, un laboratorio di sartoria nella Capitale per tessere il futuro di rifugiati e richiedenti asilo L’accoglienza può avere diversi volti ma “vestire” anche diversi panni, come quelli di Karalò, il laboratorio di sartoria voluto dai rifugiati e richiedenti asilo del progetto Sprar di Roma. L’iniziativa nasce quando uno degli ospiti del progetto, tappezziere nel suo paese d’origine, comincia a frequentare un corso di cucito raggiungendo ottimi risultati. Una volta concluso il corso gli operatori dello Sprar, con il coinvolgimento di altri quattro rifugiati provenienti da Mali e Gambia, tutti con un passato alle spalle da sarti e tappezzieri, decidono di dare il via ad un laboratorio di sartoria. I
Sono proprio loro, i rifugiati accolti nel progetto Sprar di Roma a dare il nome al laboratorio, scegliendo la parola “Karalò” che in lingua mandinga significa semplicemente “sarto” come a ricordare un passato che si intreccia con il presente.

Verde urbano, a Bergamo i rifugiati partecipano alla cura della città con l’orto botanico e il “progetto Astino” Creare uno spazio in cui tessere una rete di relazioni, uno spazio che sia anche formativo e professionalizzante per riscoprire il rapporto con la terra. E’ questo l’obiettivo del progetto Sprar di Bergamo che da diversi anni collabora con l’orto botanico della Città alta

“La valle della biodiversità”, nata in seguito alla riqualificazione dell’ex monastero di Astino in occasione di Expo 2015. “La collaborazione tra progetto Sprar e Orto botanico è iniziata diversi anni fa con l’attivazione di un tirocinio per una persona proveniente dal Camerun, con l’obiettivo di riorganizzare la biblioteca dell’orto botanico ed è proseguita con un secondo tirocinio di un ivoriano con finalità terapeutica, per alleviare lo stato di sofferenza psicologica”, spiega il referente del progetto Sprar. Un percorso che punta soprattutto al benessere psicologico dei rifugiati e richiedenti asilo “perché spesso - prosegue - i pensieri, le preoccupazioni, i ricordi dei traumi passati e i tempi burocratici legati alle procedure per la richiesta di protezione internazionale, prendono sempre più spazio, immobilizzano e alcune volte im - pediscono anche semplicemente di frequentare scuole di italiano”. Il progetto vede il coinvolgimento di quattro rifugiati e richiedenti asilo in attività di cura e manutenzione degli spazi e delle piante dell’orto botanico per un periodo di quattro mesi con un impegno di tre mezze giornate a settimana affiancati da due operatori. Gli ospiti dello Sprar contribuiscono alla cura e valorizzazione dell’orto grazie anche alle proprie conoscenze e competenze pregresse rispetto alle tecniche di coltivazione, agli usi e alle proprietà delle piante dei propri paesi d’origine


I rifugiati fondano una start-up agricola tra le vigne dei migranti sfruttati A Canelli (Asti) la cooperativa sociale Crescere insieme ha formato una decina di rifugiati accolti in due centri Sprar all’agricoltura biologica, affidandogli 11 ettari di vigne e frutteti. Verso la fondazione di un’azienda di produzione e vendita diretta. “Maramao” è il nome di una nuova start up agricola che da queste parti sta cercando di creare una relazione più sana tra migranti e territorio: a impiantarla è stata la coop sociale “Crescere insieme” di Acqui Terme (Asti), che in provincia di Alessandria gestisce due progetti Sprar (Sistema di protazione richiedenti asi - lo e rifugiati) per migranti in età adulta e per minori non accompagnati. Proprio loro sono i destinatari degli undici ettari di terreno che la coop sta coltivando a Canelli e nella vicina Calamandra: “Abbiamo formato all’agricoltura biologica una decina di rifugiati” spiega Claudio Amerio, responsabile del progetto. “Al momento, con la formula del tirocinio formativo, sono loro a occuparsi della coltivazione dei terreni; ma l’anno prossimo parteciperanno alla fondazione di una vera e propria azienda agricola, che si occuperà di produrre e trasformare uva, nocciole, frutta secca e cereali” .

Corso gratuito d’inglese per gli italiani: gli insegnanti sono i rifugiati L’iniziativa di due afgani ospiti del centro Sprar di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. Un modo per dimostrare gratitudine alla comunità che li ha accolti. Durerà due mesi a partire dal 22 giugno 2015, dopo la giornata mondiale del rifugiato. Lezioni d’inglese alla popolazione, offerte dai migranti ospiti nella struttura d’accoglienza di Montalto. Il progetto “Le note dell’accoglienza” nasce da un’i - 28 Pubblicato il 17 giugno 2015 su Redattore sociale (AMS): http://www.redattoresociale.it/Notiziario/ Articolo/485908/I-rifugiati-fondano-una-start-up-agricola-tra-le-vigne-dei-migranti-sfruttati idea di Mosa e Mohamed, due giovani di origini afghane, ospiti nel centro Sprar (il sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza.
Uno è un ingegnere meccatronico, che ha studiato e vissuto in Norvegia molti anni. L’altro è diplomato al professionale. Entrambi in fuga dal loro paese, sono approdati in Calabria, dove ad accoglierli è stata la struttura gestita dall’associazione “Promidea”. Per dimostrare la loro gratitudine al territorio che li ospita, hanno proposto all’associazione di tenere un corso d’inglese, completamente gratuito, indirizzato a tutta la popolazione, dai diciotto anni in su.
Autonomamente, hanno individuato il manuale che useranno per tenere il corso. E pensano già, per il futuro, a delle lezioni di lingua araba. “Questo corso è uno scambio” ci spiega Elisa De Nardo, educatrice e responsabile dell’équipe che gestisce lo Sprar. “Per i migranti è un’occasione di avvicinarsi ai cittadini montaltesi, perché oggi il dialogo è limitato alle inizia - tive o a incontri sporadici. In più gli permette di soddisfare il loro bisogno di sentirsi utili alla comunità che li ha accolti. Ai montaltesi permette di conoscere più da vicino i nostri ospiti e di imparare una lingua molto utile”.

Richiedenti asilo in appartamento: il modello Trieste. “Costa meno e funziona” Lontano da telecamere e palazzi di governo, la città sta sperimentando un’accoglienza di successo. Centri temporanei per brevissimo tempo, poi in casa affittate dai privati. E’ l’estremo confine orientale dell’Italia, luogo di passaggio, storico crocevia di culture e anche di migrazioni. A Trieste la parola “emergenza” sul tema im - migrazione è poco utilizzata: i richiedenti asilo vivono in appartamenti diffusi in tutta la città, con costi minori di una gestione emergenziale e una capacità amministrativa che negli ultimi tre anni ha fatto sì che si potesse rispondere ad un aumento di oltre il 300 per cento dei migranti da accogliere. Un sistema unico di accoglienza, integrato e con uguaglianza di trattamento per tutti i beneficiari: in poche parole, un laboratorio a cielo aperto, lontano dalle teleca - mere e dai palazzi di governo.

Prefettura di Bergamo si è fatta carico del problema ed ha coinvolto gli attori istituzionali operanti sul territorio della provincia. E’ stato così sottoscritto, in data 2 ottobre 2014, un protocollo che detta le linee operative perché i richiedenti asilo possano di svolgere attività di volontariato a favore della collettività, al fine di favorire percorsi educativi di accoglienza ed integrazione che permettano al migrante di conoscere e fare qualcosa per il territorio che li ospita. La prima valutazione degli effetti delle misure previste ha posto in luce i positivi risultati ottenuti con l’applicazione del protocollo, riguardo agli aspetti educativi e di possibile integrazione del migrante sia con riferimento all’impatto con la popolazione residente, in particolare riguardo l’interazione tra popolazione residente e cittadini stranieri.
Protocollo sulla formazione professionale Sulla base della positiva esperienza descritta sopra sono state sviluppate ulteriori forme di progettualità, che, in una fase successiva all’esecuzione delle attività di volontariato, risultano idonee ad incidere sul binomio “integrazione – formazione”, anche attraverso l’individuazione di moduli formativi teoricopratici da realizzare con Istituti di Formazione facenti capo alla Provincia. Il nuovo protocollo, firmato il 9 settembre 2015, prevede la possibilità, per 200 persone, di partecipare a percorsi educativi e formativi gestiti dall’Azienda Bergamasca Formazione in vari settori (abbigliamento e confezione, acconciatura ed estetica; agricolo, alimentare e ristorazione, elettricità ed elettronica, informatica; legno ed arredo, meccanica). I requisiti per la partecipazione prevedono che il migrante abbia presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale, che abbia partecipato positivamente alle attività di volontariato di cui al protocollo precedente; che abbia partecipato con esito positivo ai corsi di lingua italiano previsti nell’ambito dei servizi di accoglienza e che sottoscriva un apposito patto di formazione.
Il progetto, considerato strategico anche per la migliore, possibile attuazione della cosiddetta accoglienza diffusa, non graverà sul bilancio del Ministero dell’Interno e della Prefettura, essendo finanziato interamente della Fondazione Bergamasca onlus.

Ragusa Operazione “spiagge pulite” e assistenza nelle operazioni di sbarco I Richiedenti protezione internazionale accolti nelle strutture temporanee ubi - cate in questo territorio sono stati coinvolti in varie attività: - Operazione “spiagge pulite” realizzata con Legambiente nelle spiagge del litorale con il coinvolgimento dei migranti ospiti della struttura “Casa delle Culture” di Scicli nell’ambito del progetto “Mediterranean Hope” della Fede - razione Chiese Evangeliche Italiane. - Organizzazione della partecipazione – su base volontaria e con adesione ai gruppi di volontari della protezione civile – di un contingente di migranti richiedenti asilo -opportunamente formato dal Dipartimento Regionale di Protezione Civile - per coadiuvare le Associazioni di Volontariato chiamate a concorrere alle operazioni di assistenza presso il porto di Pozzallo, in attua - zione del correlato Piano prefettizio in emergenza sbarchi.

Regione Toscana Coinvolgimento in attività volontarie di pubblica utilità La Regione Toscana, sin dall’emergenza Nord-Africa del 2011, ha sperimentato un modello di accoglienza diffusa e sul territorio regionale sono state realizza - te importanti e positive esperienze di integrazione e inserimento sociale dei profughi presenti nelle diverse strutture di accoglienza. Dopo la circolare del 27 novembre 2014 del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, con la quale si sollecitano gli enti territoriali e locali a porre in essere percorsi finalizzati a superare la condizione di passività dei richiedenti asilo e di coloro che sono in attesa della definizione del ricorso attraverso il loro coinvolgimento in attività volontarie di pubblica utilità svolte a favore delle po - polazioni locali e finalizzate ad assicurare maggiori prospettive di integrazione nel tessuto sociale, con Delibera della Giunta Regionale del 25 maggio 2015 n. 678, è stato approvato lo schema di Accordo per favorire la realizzazione di per - corsi educativi di accoglienza ed integrazione a favore dei migranti attraverso lo svolgimento di attività di volontariato finalizzate al raggiungimento di uno scopo sociale e di pubblico interesse.

Comune di Capannori ( Lucca) Le strutture di accoglienza non si limitano a garantire vitto e alloggio ma svilup - pano percorsi e attività finalizzati ad integrare nella società italiana i migranti ospitati, per preparare le persone al termine del percorso di accoglienza, ad integrarsi nella società, acquisendo la conoscenza della lingua italiana, conoscenze professionali per trovare un impiego e rendendosi autonomi dal punto di vista economico e abitativo. Nel processo di integrazione socio – culturale, la formazione professionale e gli stage lavorativi sono un aspetto chiave che viene attuato in collaborazione con l’Amministrazione e in sinergia con le agenzie formative del territorio e il Centro per l’impiego. Gli ospiti sono coinvolti nei lavori di pulizia e di manutenzione ordinaria della struttura nella quale risiedono. Attualmente sono in corso attività di volontaria - to per la risistemazione di spazi esterni (parco, impianto sportivo) in collabora - zione con le associazioni di volontariato. Altre attività sono in fase di organizzazione, tra le quali si possono segnalare il progetto di pulizia e risistemazione del Parco Pubblico di Capannori in collaborazione con i comitati zonali dei genitori, progetti di riqualificazione di aree di pubblico interesse individuate nelle frazioni del territorio e realizzate con le associazioni locali, progetto di pulizia di cigli stradali e fossi in collaborazione con i Lavori Pubblici del Comune di Capannori. Tutti gli ospiti sono stati dotati di una bicicletta acquistata usata per permettere la loro mobilità sul territorio.

Per le riparazioni delle biciclette è stata attrezzata una officina meccanica all’interno della Casa di Accoglienza di Lunata, ove i più esperti collaborano. Dal 2012 ad oggi, circa sessanta persone sono state inserite in tirocini retribuiti e di queste circa venti hanno ottenuto contratti di lavoro in aziende ed esercizi del territorio. Bari Una nuova biblioteca Il Comune e la Prefettura di Bari stanno portando avanti iniziative per il coin - volgimento dei richiedenti asilo presenti nella città in attività di pubblica utilità. Una delle proposte riguarda la realizzazione di una biblioteca in un centro per anziani, realizzando lavori cha vanno dalla catalogazione dei libri all’allestimen - to dei locali, da affidare ad anziani e migranti. Sono in corso i contatti con gli attori istituzionali e sociali del territorio per definire le modalità operative.

Progetti finanziati dal Fondo Europeo Rifugiati 2007 -2013 RE-LAB: Start up your business Il progetto è stato lanciato per favorire l’integrazione economica dei rifugiati, in particolare di quelli che vorrebbero realizzare una iniziativa imprenditoriale ma non hanno la necessaria conoscenza dei mercati e non hanno accesso ai servizi finanziari. Il modello di intervento prevede la sensibilizzazione del territorio, la formazione imprenditoriale, supporto all’avvio dell’attività e tutoraggio per 14 nuove iniziative di micro business, collegamenti con servizi finanziari e di mercato, la creazione di un gruppo di rifugiati tutor per aiutare nuovi migranti. “Non solo asilo” realizzato da dall’Organizzazione per la Ricreazione Sociale Società Cooperativa Sociale (O.R.SO. S.C.S.) nel corso di 4 annualità (Programmi Annuali 2009, 2010, 2011, 2012), a valere sull’Azione relativa a “Interventi di riabilitazione e integrazione socio-economica rivolti ai richiedenti/ titolari di protezione internazionale vulnerabili”. Il progetto ha avuto come obiettivo principale il rafforzamento dei percorsi di inserimento socio-economico dei de - stinatari presi in carico attraverso la realizzazione di interventi volti al migliora - mento delle competenze professionali e dello stato di salute dei destinatari con percorsi personalizzati di inserimento sociale e di accesso ai servizi sul territorio in autonomia. Il progetto ha infatti erogato servizi quali accoglienza, interventi specifici di riabilitazione e integrazione; contributi all’alloggio, cura e riabilita - zione, orientamento al lavoro, alla formazione e sostegno alla ricerca attiva del lavoro, tirocini formativi. Elemento di successo del progetto è stato la messa in rete su scala territoriale ampia – Torino, Asti, Alessandria e Biella - in ordine alle diverse competenze ed alla simultanea e specializzata presa in carico dei singoli casi, di enti pubblici ( comune di Torino) e privati (es. ONG operanti nel settore della formazione e dell’assistenza medica) che hanno reso possibile garantire un’ampia offerta di servizi ed interventi necessari per il particolare target di riferimento dell’Azione. A.M.I.C.I. (Accogliere, Mediare, Informare, Curare, Integrare) attuato dall’Asso - ciazione Italiana della Croce Rossa nell’ambito dell’ Azione “Interventi di acco - glienza, supporto ed orientamento rivolti in modo specifico ai soggetti, appar - tenenti a categorie vulnerabili, che vengono trasferiti in Italia in applicazione del Regolamento di Dublino dei Programmi annuali 2011 e 2012”. Il progetto, nelle due annualità ha consentito l’erogazione a complessivi 269 richiedenti protezione internazionale, di servizi specializzati quali: accoglienza – per 28.523 giornate complessive – in strutture specializzate, cure mediche e psicologiche individuali, orientamento, piani personalizzati di cura e orientamento, corsi di lingua italiana e preparazione al trasferimento in seconda accoglienza nello SPRAR. Elemento di successo del progetto è stato l’accompagnamento, durante tutto il percorso di accoglienza, dei singoli casi sotto il profilo medico da parte di un’equipe pluridisciplinare specializzata messe a disposizione dall’Università Cattolica - Centro di Ricerca Universitario Health Human Care and Social Intercultural Assessments (H.E.R.A.) che ha curato la presa in carico globale dei destinatari – fra cui anche donne e minori - che presentavano talvolta sindromi particolari in conseguenza anche di episodi di tortura o disagio a seguito di traumi subiti nel corso del percorso migratorio. Per superare talune condizioni critiche riscontrate sono stati realizzati interventi riabilitativi che hanno previsto councelling pschiatrico/psicologico, consulenze mediche specializzate, percorsi di ludo pedagogia, laboratori teatrali. Progetti finanziati dal Fondo Europeo Rimpatri 2007 -2013


Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia. Aspetti, procedure, problemi Gruppo di studio sul sistema di accoglienza Roma, ottobre 2015

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