sabato 24 dicembre 2016

Calabria Inquinamento

Calabria Coste. Inquinamento

Diciassette campionamenti sui venticinque eseguiti lungo le coste della Calabria presentano una carica batterica elevata, superiore alle soglie stabilite dalla legge. Per 15 di questi punti, principalmente alle foci di fiumi, torrenti e scarichi, il giudizio è di “fortemente inquinato”.
Una situazione che evidenzia un deficit depurativo che non risparmia nessuna provincia calabrese, sicuramente già noto e denunciato da tempo e che rischia di compromettere la stessa economia turistica.
I fondi ci sono, ma mancano i progetti per ammodernare impianti e completare le reti fognarie.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il primo e il 4luglio scorsi. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. “L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è, bene specificarlo, è quello di individuare i punti critici di una regione e le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati.
Il monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né assegna patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.
Tutti i punti monitorati dai tecnici di Goletta Verde, sono risultati inoltre privi dei cartelli sulla qualità delle acque e di eventuali divieti di balneazione previsti per legge e in molti di questi era significativa la presenza di bagnanti.
Appare quindi evidente, a fronte anche delle tante segnalazioni che arrivano dagli stessi cittadini, che occorre affrontare con urgenza il deficit depurativo ancora presente per tutelare non solo l’ambiente, ma la stessa salute dei bagnanti e l’economia turistica della zona che rischia altrimenti di vedere annullati gli sforzi compiuti in questi anni”.
Deficit depurativi confermati anche dal dossier di Legambiente “
La depurazione in Calabria: un contributo per affrontare il problema dello smaltimento dei fanghi”, presentato proprio questa mattina. Dal documento emerge come la Regione Calabria abbia una potenzialità di depurazione pari all’81% degli abitanti equivalenti totali, ma analizzando la reale capacità di trattare adeguatamente gli scarichi, il dato si abbassa notevolmente. Infatti, secondo l’Istat (dati al 2012) ad essere trattati in maniera adeguata è il 51,5% del totale del carico generato. Criticità evidenziate anche nell’ultima procedura d’infrazione aperta dall’Ue nei confronti dell’Italia che comprende anche 130 agglomerati calabresi. Inadeguatezza che è già costata alla Regione una condanna da parte della Commissione europea nel 2012 e che secondo i calcoli del Governo, comporterebbe, a partire dal 2016 e fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, una multa di 38 milioni di euro all’anno.
Per far fronte alla prima condanna del 2012 era stato stimato un fabbisogno per questa regione di circa 243milioni di euro e di questi la delibera CIPE 60/2012 ne stanziava 160 milioni (più altri 83 milioni da altre risorse). Per ora sono state, però, sbloccate opere solo per 104 milioni di euro (8 interventi) e rimangono ferme ancora 10 opere per circa 140 milioni di euro. Tutto a causa della mancanza di progetti concreti e immediatamente realizzabili a cui destinare i fondi, come ammesso dallo stesso Ministero dell’Ambiente e dal presidente Oliverio che ha chiesto un “programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione nei comuni costieri della Regione Calabria” che riguarderà 100 amministrazioni comunali per 8 milioni di euro di interventi.
È evidente che la carenza del sistema depurativo possa aver influito sullo stesso decremento delle presenze turistiche registrato nella nostra regione, come ha ammesso la stessa giunta regionale.
I problemi purtroppo non sono mancati neanche durante questa stagione, come si evince dai numerosi casi segnalati anche negli ultimi giorni da bagnanti e turisti alle amministrazioni competenti e dagli stessi dati del monitoraggio di Goletta Verde”. Oltre l’adeguamento degli impianti rimane anche il problema del loro sottoutilizzo.
“Il controllo della corretta quantità di fanghi riveste una importanza vitale per un più preciso controllo dell’attività di depurazione, sia in funzione anti evasione delle norme sia in termini di miglioramento dell’attività di depurazione dell’impianto.
La domanda che ci poniamo è questa: che fine fanno quei fanghi che non vengono denunciati? La mancanza di informazioni sulla quantità di fanghi prodotta crea di conseguenza anche una mancata trasparenza sulla loro gestione, sugli impianti di destinazione finale, dando adito a fenomeni di trattamento e smaltimento illegali che inquina il nostro ambiente sia esso il terreno o il mare circostante. Il controllo delle quantità di fanghi prodotti e il loro smaltimento è la condizione indispensabile per l’eliminazione di uno dei problemi più rilevanti che ritroviamo nei nostri mari”. strettoweb.com/2015/07/legambiente








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