venerdì 16 dicembre 2016

Madia Riforma della pubblica amministrazione. Bocciata dalla Corte Costituzionale

Riforma Madia della pubblica amministrazione. Bocciata dalla Corte Costituzionale

La corte costituzionale boccia la riforma Madia della pubblica amministrazione.
La consulta ha accolto il ricorso presentato dal presidente della regione Veneto Luca Zaia dichiarando illegittimi quattro punti della riforma della pubblica amministrazione dove si prevede che l’assunzione dei decreti attuativi possa avvenire solo con il parere, e non con l’intesa, della Conferenza stato-regioni o della Conferenza unificata. No, un semplice «parere» non può bastare, occorre una «intesa», almeno finché è in vigore il Titolo V della Costituzione così com’è, assegnando pari dignità allo Stato e alle Regioni. La Corte costituzionale si è espressa sulla riforma della pubblica amministrazione e ha bocciato, come richiesto dal Veneto, il capitolo dedicato ai dirigenti pubblici regionali. La legge Madia vìola dunque la Costituzione. Il principio che la Consulta richiama è che, a Costituzione vigente, certe competenze, come la riorganizzazione della dirigenza pubblica, appartengono sia allo Stato, sia alle Regioni, e non si possono imboccare scorciatoie.
Il governo ci aveva provato a seguire la via del «parere», procedura velocizzata e non vincolante. Secondo i giudici costituzionali, invece, su questa materia (ma chiaramente il principio vale anche su altro: dai dirigenti della sanità alle partecipate, ai servizi locali come trasporti, rifiuti, illuminazione) sarà necessario il più lungo e concertativo iter della «intesa», da raggiungere nella Conferenza Stato-Regioni. Internazionale.it 10.12.2016

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