lunedì 30 gennaio 2017

Expo. Eataly



Polemiche per la decisione di affidare la gestione del progetto di un enorme parco agroalimentare nell'area pubblica del Caab, il mercato ortofrutticolo del capoluogo emiliano. Il Movimento 5 Stelle chiede l'intervento del presidente dell'autorità nazionale anticorruzione. La replica: "Non sono io privato che decido se fare o meno un bando"
ilfattoquotidiano 27 aprile 2015
Da una parte due padiglioni di Expo da ottomila metri quadrati, dall’altra un patrimonio immobiliare pubblico da 55 milioni di euro. E un criterio di selezione identico, diretto e senza gara. A Milano come a Bologna, a Expo come a Fico.
Bersaglio delle accuse è la scelta, senza concorso, di Oscar Farinetti, patron di Eataly (e amico e sostenitore di Matteo Renzi) per la gestione del progetto Fico Eataly World, un enorme parco agroalimentare che dovrebbe sorgere a fine 2015, nell’area pubblica del Caab, il mercato ortofrutticolo del capoluogo emiliano. “Un’investitura messianica”, la definiscono i 5 stelle. Mentre il diretto interessato replica alle accuse e si dice perfino disposto ad abbandonare la partita: “Sono ancora in tempo per non farlo”, si sfoga Farinetti, interpellato da ilfattoquotidiano.it: Non ho voglia di mettermi a discutere con gente che si occupa solo di scandali e non di bellezza. Che chiedano al Caab, non sono io privato che decido se fare un bando.
Poi conclude: “E comunque io sono incorruttibile”. Expo, Cantone: “Chiarimenti su Eataly. Perché a Farinetti 95% ricavi ristoranti?”
Ecco la delibera dell'Autorità nazionale anticorruzione: dieci i punti caldi, a partire dalla scelta dell'azienda senza gara d'appalto e senza "una preventiva ricerca di mercato". Dubbi anche sulla ripartizione dei ricavi, stimati in 40 milioni di euro, di cui il 5% resterà alla società pubblica che organizza l'evento
Dedicare Expo all’alimentazione e rischiare di lasciare i visitatori senza ristoranti italiani. È lo spettro che accompagna l’amministratore delegato, Giuseppe Sala, da quando martedì ha ricevuto i rilievi dell’autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone sull’appalto diretto affidato a Eataly: ottomila metri quadrati, 20 ristoranti e circa 2,2 milioni di pasti da distribuire. Il tutto assegnato senza gara d’appalto.
L’anticorruzione il 29 gennaio ha chiesto la documentazione relativa al contratto. Sala ha subito spiegato che era stato assegnato direttamente per “l’unicità” della catena di Farinetti e ha consegnato quanto chiesto. Cantone il 7 aprile ha risposto sollevando numerosi dubbi sulla legittimità del contratto stesso.ilfattoquotidiano.9.4.2015.

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