venerdì 20 gennaio 2017

Italiani illustri. Tobagi Walter


Tobagi entra dopo il liceo, giovanissimo, all’Avanti e successivamente all’Avvenire.
Si delinea in quegli anni l’attenzione per i temi sociali, l’informazione, la politica e il sindacato. E’ poi Presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti a cui unisce anche l’impegno all’università come ricercatore nel campo dei movimenti sindacali socialista e cattolico.
Successivamente arriva a lavorare al Corriere della Sera dove giunge presto ad occuparsi di vicende legate al terrorismo, sia nero che rosso, anche scrivendo libri su Alessandrini e su Feltrinelli, e seguendo i processi a Curcio, i casi di Toni Negri, del movimento del '77, di Prima Linea, dei primi pentiti, come Fioroni.
Al Corriere della Sera Tobagi seguì sistematicamente tutte le vicende relative agli «anni di piombo»: dai tempi degli autoriduttori che disturbavano le Feste dell'Unità agli episodi di sangue più efferati con protagoniste le Br, Prima Linea e le altre bande armate.
Analizzando le vicende luttuose del terrorismo risaliva alle origini di Potere operaio, con la galassia delle storie politiche e individuali sfociate in mille gruppi, di cui molti approdati alle bande armate.
In Vivere e morire da giudice a Milano Walter raccontò la storia di Emilio Alessandrini, sostituto procuratore della Repubblica, assassinato a 36 anni da Prima Linea in un agguato: un magistrato che si era particolarmente distinto nelle indagini sui gruppi estremisti di destra e, successivamente, su quelli terroristi di sinistra.
Anche Alessandrini era un «personaggio simbolo».
Scrisse Tobagi: «Alessandrini rappresentava quella fascia di giudici progressisti ma intransigenti, né falchi chiacchieroni né colombe arrendevoli».
Osservò inoltre che i terroristi prendevano di mira soprattutto i riformisti, condividendo il giudizio che lo stesso Alessandrini aveva espresso in un'intervista all'Avanti!: «Non è un caso che le azioni dei brigatisti siano rivolte non tanto a uomini di destra, ma ai progressisti.
Il loro obiettivo è intuibilissimo: arrivare allo scontro nel più breve tempo possibile, togliendo di mezzo quel cuscinetto riformista che, in qualche misura, garantisce la sopravvivenza di questo tipo di società». Wikipedia.

Walter Tobagi esce dalla sua abitazione alle ore 11.00 del mattino del 28 maggio 1980 e si dirige verso via Salaino per prendere l’auto in garage: due giovani gli si avvicinano e sparano. Tobagi cade a terra e muore. vittimeterrorismo.it

Nessun commento:

Posta un commento