martedì 21 marzo 2017

Berretta Sabina



In Italia non ha superato il concorso per un posto da bidella ed oggi è una neurologa di successo ad Harvard. È questa la storia di Sabina Berretta, 56enne catanese, direttrice dell'Harvard Brain tissue resource center.
Come racconta la Repubblica, Sabina prima di scoprire la sua vocazione per la medicina studiava per diventare professoressa di ginnastica. Fu preparando la tesi dell'ultimo anno che scoprii la mia vocazione. Il professore che insegnava fisiologia all'Isef era un docente di medicina. Entrai nel suo laboratorio dove facevano studi sul cervelletto. Capii subito che era quello che m'interessava davvero. Misi da parte lo sport e cominciai a studiare medicina a Catania"
Dopo la laurea con lode in neurologia la dottoressa ha provato ad entrare all'università come bidella ma non ha superato il concorso.
Continuai a fare ricerca in quel laboratorio e mi laureai con lode in neurologia. Solo che le ricerche nessuno me le pagava: ero una volontaria. E anche da laureata non c'era posto per me. In quell'istituto si liberava però un posto da bidello: pensai che poteva essere un modo per guadagnare dei soldi continuando a studiare. Dopo aver spazzato i pavimenti, insomma, potevo andare in laboratorio e proseguire le ricerche con uno stipendio su cui contare. Non vinsi nemmeno quel posto: eravamo troppi a farne richiesta.
Serena è riuscita però a vincere una borsa di ricerca per studiare un anno all'estero e scelse gli Stati Uniti.
Vinsi una borsa del Cnr. Scelsi il Mit di Boston. Andò bene: scaduta la borsa, ero stimata e mi tennero. Era il 1990 e da allora non sono più tornata. Proposi il mio lavoro ad Harvard: studiavo gli effetti della schizofrenia sul cervello e lì c'era la banca dati più importante del mondo. Avevo bisogno di lavorare sul tessuto umano per far progredire le mie ricerche perché fino ad allora avevo analizzato solo modelli animali. Prima ho lavorato con la direttrice del centro, poi sono diventata una ricercatrice indipendente, con budget e staff.
Quando la direttrice è andata in pensione, ero quella che conosceva meglio l'archivio dei cervelli: darmi il suo posto fu la scelta più ovvia
Oggi la neurologa lavora ad Harvard dove dirige un team di 17 ricercatori che studiano la schizofrenia e i disturbi bipolari.
Ora possiamo fare cose davvero straordinarie come catalogare le cellule una ad una. Grazie ai nuovi strumenti e ai nostri studi sconfiggeremo nuove malattie. Ma abbiamo poco tessuto per gli esperimenti. Aiutateci: ce ne serve di più". Donate il vostro cervello alla scienza, insomma: anche se non siete un cervello in fuga.huffingtonpost.it/2017/03/14.



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