giovedì 23 marzo 2017

Dijsselbloem Jeroen



Dijsselbloem Jeroen

Jeroen Dijsselbloem  dal 15 novembre 2012, è Ministro delle finanze e fa parte del secondo governo guidato dal premier Mark Rutte.
Dal 21 gennaio 2013 è anche il presidente dell'Eurogruppo, il comitato dei ministri delle finanze dell'eurozona, costituita dagli stati dell'Unione europea che hanno adottato l'euro come moneta ufficiale, succedendo nell'incarico a Jean-Claude Juncker.
Il 1º febbraio 2013 ha guidato la nazionalizzazione dell'ente finanziario olandese SNS Reaal, prevenendone la bancarotta.
Gli azionisti e creditori sono stati espropriati dei titoli senza compensazione e le altre banche nazionali hanno dovuto contribuire al salvataggio con cifre fino a un miliardo di euro.
Nel marzo 2013 Dijsselbloem è stato a capo dei negoziati per la gestione della crisi finanziaria di Cipro, nella condotta della quale si è attirato critiche per aver creato un precedente, forzando il prelievo dai depositi bancari come parte del salvataggio delle banche.
Ha dichiarato intorno al 24 marzo 2013 al Financial Times e alla Reuters che il salvataggio di Cipro è stato un modello per la risoluzione dei rischi di bancarotta per i sistemi bancari, ma il 26 marzo 2013 si è contraddetto dichiarando che Cipro non è stato un modello.
Dall'inizio del 2015, è impegnato nelle trattative per la gestione della crisi del debito greco e ha respinto nel mese di febbraio la richiesta del ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis di indire una conferenza tra tutti i paesi europei per la ristrutturazione del debito, rivendicando la gestione delle trattative al solo eurogruppo che presiede. Wikipedia.
“Il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem, riferendosi agli Stati del sud Europa, ha dichiarato che non puoi spendere tutti i soldi in alcol e donne e poi chiedere aiuto. Secondo questo ‘statista’ del Partito socialista europeo, noi italiani saremmo un branco di debosciati assistiti dai responsabili popoli del Nord. Dijsselbloem si dimetta subito e il governo italiano pretenda scuse ufficiali”, scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “A noi non serve alcun aiuto da questa gente: ci basterebbe spezzare le catene che i tecnocrati europei hanno messo alla nostra economia e alle nostre imprese per tornare a crescere.

Persino nel corso delle celebrazioni a Camere riunite per i 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha parlato – pur senza citare il fatto specifico – di un’Europa che “appare quasi ripiegata su sé stessa. Spesso consapevole, nei suoi vertici, dei passi da compiere, eppure incerta nell’intraprendere la rotta. Come ieri, c’è bisogno di visioni lungimiranti, con la capacità di sperimentare percorsi ulteriori e coraggiosi”. secoloditalia.it/2017/03/22.

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