giovedì 16 marzo 2017

Marroni Luigi

Marroni Luigi

Marroni nel febbraio 2004 è stato chiamato a dirigere l'Azienda Sanitaria di Firenze, esperienza che si è conclusa il 29 maggio 2012, quando è stato nominato Assessore al diritto alla Salute.
Durante il lavoro nell'Azienda Sanitaria ha ricoperto, in anni diversi, altri incarichi nel nostro sistema sanitario divenendone poi commissario liquidatore. Nell'aprile-maggio del 2009, è stato commissario della Asl di Arezzo. regione.toscana.it/
Marroni, già assessore alla Sanità toscana, amministratore delegato di Consip (la più grande stazione appaltante pubblica di proprietà del Tesoro) dal giugno 2015 su nomina proprio del governo Renzi è l’uomo che ha rivelato ai magistrati che fu Lotti, tra gli altri, ad avvertirlo nel luglio 2016 dell’inchiesta in corso sulla Consip che coinvolge anche Tiziano Renzi: all’avvertimento seguì la bonifica dell’ufficio di Marroni, in cui i magistrati avevano fatto piazzare delle cimici. Il ministro ha smentito, ma curiosamente i due – uno dei quali ha ovviamente detto una bugia – sono entrambi al loro posto: situazione decisamente imbarazzante.
È in questa contraddizione che si infila una seconda mozione parlamentare – presentata da Andrea Augello e Gaetano Quagliariello (entrambi esponenti della complessa diaspora dei berlusconiani) – volta ad azzerare gli attuali vertici di Consip, cioè soprattutto Marroni. Recita il testo: “La condotta del dottor Marroni, orgogliosamente rivendicata nelle sue esternazioni sulla stampa, viola il punto 3.2 lettera c) del Codice etico della Consip, che raccomanda ai destinatari di operare nei rapporti con i terzi con imparzialità, trasparenza e correttezza, evitando di instaurare relazioni che siano frutto di sollecitazioni esterne o che possano generare un conflitto di interessi”.
Siccome il manager Consip ha sostenuto di aver ricevuto pressioni in vario senso e da vari soggetti (da Tiziano Renzi e dal suo amico Carlo Russo ma anche da Denis Verdini e Ignazio Abrignani, questi ultimi non indagati) – è il ragionamento di Augello – non può restare al suo posto. E questa è una mozione che potrebbero votare tutte le opposizioni e pezzi di maggioranza, ivi compresi quelli di Mdp, che starebbero addirittura valutando di presentarne una identica. La caduta di Marroni – le cui dimissioni sono state respinte dal ministro Pier Carlo Padoan – potrebbe non essere priva di conseguenze:
Lotti, per uscire dall’indagine, ha bisogno che il manager nominato da Renzi attenui la sua versione dei fatti. Perdere il posto potrebbe non essere un incentivo a modificare la sua versione. Ilfattoquotidiano8 marzo 2017.



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