Marroni Luigi
Marroni nel febbraio 2004 è stato
chiamato a dirigere l'Azienda Sanitaria di Firenze, esperienza che si è
conclusa il 29 maggio 2012, quando è stato nominato Assessore al diritto alla
Salute.
Durante il lavoro nell'Azienda Sanitaria ha ricoperto, in anni diversi, altri incarichi nel nostro sistema sanitario divenendone poi commissario liquidatore. Nell'aprile-maggio del 2009, è stato commissario della Asl di Arezzo. regione.toscana.it/
Durante il lavoro nell'Azienda Sanitaria ha ricoperto, in anni diversi, altri incarichi nel nostro sistema sanitario divenendone poi commissario liquidatore. Nell'aprile-maggio del 2009, è stato commissario della Asl di Arezzo. regione.toscana.it/
Marroni, già assessore alla
Sanità toscana, amministratore delegato di Consip (la più grande stazione
appaltante pubblica di proprietà del Tesoro) dal giugno 2015 su nomina proprio
del governo Renzi è l’uomo che ha rivelato ai magistrati che fu Lotti, tra gli
altri, ad avvertirlo nel luglio 2016 dell’inchiesta in corso sulla Consip che
coinvolge anche Tiziano Renzi: all’avvertimento seguì la bonifica dell’ufficio
di Marroni, in cui i magistrati avevano fatto piazzare delle cimici. Il
ministro ha smentito, ma curiosamente i due – uno dei quali ha ovviamente detto
una bugia – sono entrambi al loro posto: situazione decisamente imbarazzante.
È in questa contraddizione che si
infila una seconda mozione parlamentare – presentata da Andrea Augello e
Gaetano Quagliariello (entrambi esponenti della complessa diaspora dei
berlusconiani) – volta ad azzerare gli attuali vertici di Consip, cioè
soprattutto Marroni. Recita il testo: “La condotta del dottor Marroni,
orgogliosamente rivendicata nelle sue esternazioni sulla stampa, viola il punto
3.2 lettera c) del Codice etico della Consip, che raccomanda ai destinatari di
operare nei rapporti con i terzi con imparzialità, trasparenza e correttezza,
evitando di instaurare relazioni che siano frutto di sollecitazioni esterne o
che possano generare un conflitto di interessi”.
Siccome il manager Consip ha
sostenuto di aver ricevuto pressioni in vario senso e da vari soggetti (da
Tiziano Renzi e dal suo amico Carlo Russo ma anche da Denis Verdini e Ignazio
Abrignani, questi ultimi non indagati) – è il ragionamento di Augello – non può
restare al suo posto. E questa è una mozione che potrebbero votare tutte le
opposizioni e pezzi di maggioranza, ivi compresi quelli di Mdp, che starebbero
addirittura valutando di presentarne una identica. La caduta di Marroni – le
cui dimissioni sono state respinte dal ministro Pier Carlo Padoan – potrebbe
non essere priva di conseguenze:
Lotti, per uscire dall’indagine,
ha bisogno che il manager nominato da Renzi attenui la sua versione dei fatti.
Perdere il posto potrebbe non essere un incentivo a modificare la sua versione.
Ilfattoquotidiano8 marzo 2017.
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