venerdì 17 marzo 2017

Minzolini Augusto

Minzolini Augusto

La legge Severino, al suo esordio, il 27 novembre del 2013, funzionò, perché Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset, decadde dal mandato di senatore.
Oggi, invece, nel caso dell'ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, condannato con sentenza passata in giudicato per peculato perché aveva speso con le carte di credito della Rai 65 mila euro in un anno e mezzo, l'Aula di Palazzo Madama lo "salva" e con voto "bipartisan": 19 senatori Dem e 23 di Ap votano con Forza Italia, Ala, Lega, Cor, Idea e Gal.
I senatori fanno passare un solo ordine del giorno che respinge la decisione della Giunta per le Immunità di considerarlo decaduto dal mandato di parlamentare.
Il "salvataggio" di Minzolini, che coglie di sorpresa i cronisti, viene accolto nell'emiciclo con grida da stadio.
"E' stata tutta una manfrina - commenta invece un'irato Mario Michele Giarrusso, senatore M5S e componente della Giunta - si è trattato di fatto di un voto di scambio: ieri FI ha salvato Lotti non votando la mozione di sfiducia e abbassando il quorum e oggi il Pd salva Minzolini".
"Poi non si lamentino - incalza al fianco di Di Battista - quando i cittadini manifestano in maniera violenta fuori al Parlamento se dentro si fanno atti eversivi di questo genere". Il richiamo è ai taxisti e ai balneari che avevano manifestato contro la Bolkestein.

Il salvataggio dell'ex direttore del Tg1 è anche l'occasione per l' ennesimo scontro tra Dem e Mdp. Questi ultimi, con Doris Lo Moro che è stata anche relatrice del caso in Giunta, dichiarano di "essere contenti di non stare più nel Pd" visto il voto di oggi e ammettono che la legge Severino è stata di fatto "stracciata". Il no alla Severino (che nel 2012 venne approvata da un fronte di 480 sì, 19 no e 25 astenuti), viene considerato da alcuni senatori non solo come la conferma che il "patto del Nazareno regge ancora", ma anche come il "via libera alla Corte di Strasburgo" a dare a ragione a Berlusconi che vuole tornare candidabile. ansa.it/2017/03/16.

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