sabato 11 marzo 2017

Riforme. Adozioni Gay

Riforme. Adozioni Gay

L’Osservatore Romano precisa: “Un’altra discutibile  sentenza di un tribunale italiano”. Il quotidiano della Santa Sede mette in guardia su “un modello  non solo giuridico, ma anche culturale, che mira a scardinare la  famiglia naturale”. I giudici hanno stabilito la validità  dell’adozione di una bambina da parte di uomo italiano che vive a New  York con il suo compagno statunitense”. Con questo dispositivo, i magistrati fiorentini  hanno in qualche modo scavalcato le prerogative del parlamento,  stabilendo la validità di un modello presente in un altro ordinamento  e che potrebbe costituire un precedente per aggirare la legge italiana  e introdurre surrettiziamente la possibilità di adozione da parte dei gay.
Maurizio Gasparri va all’attacco di questi giudici che pretendono di sostituirsi a legislatore, applicando leggi che non esistono. “È evidente che  ormai alcuni giudici fanno una vera e propria attività normativa,  andando ben oltre la semplice interpretazione delle leggi”. 
Su un caso come quello del Tribunale di Firenze o come quello di Trento sulla doppia paternità si è anzi palesemente violata la legge e la nostra Costituzione.
In Italia l’utero in affitto è reato e le adozioni omosessuali non sono ammesse. Vorremmo che si rispettassero questi principi e che le aule giudiziarie non si sostituissero a quelle legislative”. ilsecoloditalia10.3.2017.
È stata riconosciuta per la prima volta in Italia l’adozione di due bambini da parte di una coppia gay. I due bimbi, spiega l’avvocato Susanna Lollini di Avvocatura per i diritti Lgbti, erano stadottati nel Regno Unito, da due uomini italiani, le cui famiglie risiedono in Toscana, ma da anni residenti all’estero. Il Tribunale dei minori di Firenze ha disposto la trascrizione anche in Italia dei provvedimenti della Corte UK: ai bambini viene così riconosciuto lo status di figli e la cittadinanza italiana.
Una seconda coppia gay si e’ vista riconoscere dal Tribunale dei minori di Firenze l’adozione di una bambina. La coppia, un italiano e un americano, vive a New York, dove ha adottato una bimba che ora ha due anni e nove mesi e alla quale viene riconosciuto lo status di figlia e la cittadinanza italiana.
I ricorrenti hanno prodotto ampia documentazione da cui ricavare che “effettivamente il riconoscimento di tale sentenza (ndr quella pronunciata nel Regno Unito) è assolutamente aderente all’ interesse dei minori che vivono in una famiglia stabile, hanno relazioni parentali e amicali assolutamente positive, svolgono tutte le attività proprie della loro età”.
“Si tratta di una vera e propria famiglia, di un rapporto di filiazione in piena regola e come tale va pienamente tutelato e del resto – si fa ancora notare – la nuova formulazione dell’ articolo 74 cc sulla parentela, dopo aver nella prima parte specificato che la parentela è vincolo tra le persone che provengono da uno stesso stipite, aggiunge, ‘sia nel caso che la filiazione è avvenuta all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso il figlio è adottivo”.
 “I bambini, pur essendo riconosciuti in Gran Bretagna – spiega il legale di Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford che rappresentava i due padri – ogni volta che venivano in Italia a trovare i nonni, due coppie che vivono in Toscana, rischiavano e avrebbero continuato a rischiare di incorrere nello stato di abbandono”.
Voler limitare gli effetti della sentenza emessa nel Regno Unito creerebbe “una ingiustificata disparità di trattamento tra situazioni omogenee (minori in stato di abbandono), tra minori adottati da residenti in Italia e minori (nella medesima situazione di abbandono) adottati da cittadini italiani residenti all’estero nel rispetto della normativa in materia di adozione del Paese estero che li ospita”.
“L’elemento di transnazionalità di queste vicende familiari gioca un ruolo fondamentale – dice l’avvocato Sangalli -; la giurisprudenza ha stabilito che l’ordine pubblico internazionale non frappone ostacoli al riconoscimento della continuità dei rapporti che si costituiscono all’estero, per realizzare il preminente interesse dei bambini. E’ ancora più evidente, a questo punto, l’inammissibile situazione di disuguaglianza in cui versano tutte quelle famiglie che non presentano questi tratti di transnazionalità, alle quali il legislatore nega in modo ideologico qualsiasi forma di riconoscimento e tutela”.
Gli fa eco Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center: “Ci chiediamo per quanto tempo ancora i tribunali dovranno sostituirsi al Parlamento. E’ sempre più urgente una legge sulle adozioni per tutti, anche per i gay”.
Generazione Famiglia afferma: “Una sentenza giacobina che sfascia il diritto” “Dopo il Tribunale di Trento che ha benedetto l’utero in affitto sfruttato all’estero, quello di Firenze si inventa la compatibilità con l’ordinamento italiano di un’adozione gay avvenuta anch’essa all’estero: i giudici stanno sfasciando il Diritto di Famiglia italiano con sentenze giacobine contro l’ordine costituzionale della nostra democrazia. Ci auguriamo che la sentenza di Firenze sia impugnata dal Pubblico Ministero come avvenuto a Trento, e che la Cassazione risolva tutti questi casi rispettando la Legge italiana e non quella di altri ordinamenti”. http://www.gonews.it/2017/03/09.



Nessun commento:

Posta un commento