martedì 9 maggio 2017

Economia MEF. Tassazione rendite finanziarie 2017



E’ passato più di tre anni da quando, il 1 luglio 2014, sono entrate in vigore le nuove regolamentazioni sulla tassazione rendite finanziarie che hanno investito milioni di italiani.
La manovra ha visto elevare di 6 punti percentuali la pressione sui guadagni ottenuti attraverso la stragrande maggioranza dei prodotti d’ investimento scambiati in Italia.
Dal 20%, quindi, oggi la tassazione rendite finanziarie è passata al 26%, poco più di un quarto del guadagno totale di risparmiatori.
Il legislatore, però, non ha utilizzato un approccio su tutti gli strumenti disponibili sul mercato: l’obiettivo, infatti, è stato quello di avvantaggiare i cittadini che investono nei Titoli di Stato, nei Buoni Postali Fruttiferi e nelle polizze vita.
Gli impatti più gravi, invece, hanno interessato i conti di deposito, le obbligazioni, l’intero mercato azionario ed i prodotti della cosiddetta gestione del risparmio.
Titoli di Stato, BFP e Polizze vita: la tassazione non subisce variazioni
Negli anni 90 era diventato un tam tam noto a tutti: “investi nei Titoli di Stato che fruttano e sono sicuri”. A oltre 15 anni di distanza questa frase non è mai stata più vera, soprattutto sul fronte delle tassazioni da pagare per chi investe. I Buoni del Tesoro, infatti, non hanno subito variazioni e sono rimasti, come nel passato, ad una pressione del 12,5%. Così come i Buoni Postali, inalterati dopo l’ultima manovra governativa. Chiudono la categoria degli intoccabili le polizze sulla vita, le cosiddette coperture assicurative di ramo I: tassazione che non si muove dall’ormai canonico 12,5% ed esenzione completa dall’imposta di bollo dello 0,2%.
Dal 1° luglio 2014 tutti i guadagni effettuati da compravendite azionarie (in generale da capital gain) subiscono una tassazione del 26%. Ciò significa che per ogni 100 euro di guadagno ben 26 vengono assorbiti dal gettito fiscale.
I conti deposito, infine, non stanno meglio: il già loro risicato profitto degli ultimi periodi viene ancor più eroso dall’imposta fiscale al 26% . .apprendistatoprovinciaroma.it/



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