lunedì 26 giugno 2017

CETA. Le nostre imprese chiudono e non gliene importa a nessuno!

Voltini: “Se l’Italia approvasse il CETA,
danni irreparabili per il Made in Italy
Da Coldiretti appello e proposta di odg ai Comuni del territorio

Non si possono sottovalutare gli impatti economici e sociali del CETA, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada. Questo accordo di libero scambio con il Canada non solo legalizza la pirateria alimentare, accordando il via libera alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti più tipici, dal Prosciutto di Parma al Parmesan, ma spalanca le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato, vietato in Italia, e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero. Per questo, con forza, sottolineiamo la necessità di analizzare più a fondo i potenziali effetti del trattato sul settore agricolo e agroalimentare, ma anche sull’occupazione, l'uguaglianza di fronte alla legge, i diritti dei consumatori e dei lavoratori, il principio di precauzione, la salute e l’ambiente”. E’ quanto rimarca Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona, nel ribadire le forti preoccupazioni evidenziate dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e dal Vicepresidente Ettore Prandini, rispetto all’impatto delComprehensive Economic and Trade Agreement, il Ceta, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada “che avrebbe conseguenze devastanti sulla produzione agricola italiana ed europea – prosegue Voltini – consentendo una concorrenza sleale nei confronti degli agricoltori e allevatori italiani, senza dimenticare tutti i rischi per i consumatori, visto che la legislazione canadese ammette pratiche agronomiche e prodotti chimici vietati in Europa da decenni. Non è un caso se in Francia e Spagna i fronti di opposizione al Ceta sono molto agguerriti”.
Coldiretti chiede di aprire un dibattito, pubblico e trasparente, sugli effetti dell’accordo. Posizione espressa dal Presidente nazionale Moncalvo nell’incontro svoltosi nei giorni scorsi con il Presidente del Senato, Pietro Grasso, con la presenza di numerose realtà della società civile, del mondo sindacale, produttivo e dell’ambientalismo che hanno condiviso il documento “Alla ricerca di un commercio libero e giusto”, un libro-bianco già inviato ai Senatori impegnati nell'esame del disegno di legge di ratifica del CETA.
Anche a livello locale stiamo facendo la nostra parte perché non si sottovaluti una partita dal cui esito dipende il futuro di tante aziende, e non solo” prosegue Voltini, che ha scritto a tutti i Sindaci del territorio per chiedere l’appoggio dei Comuni. “Alle amministrazioni locali abbiamo proposto un ordine del giorno che favorisca l’avvio di una vera riflessione sull’argomento, seria e approfondita, così da condividere la preoccupazione per l’impatto economico e sociale di questo accordo”.

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