sabato 10 giugno 2017

Foglio matricolare.Il servizio militare

Il Servizio Militare.


Nel 34 Giani era partito militare .
Era nato nell’ottobre del 1916 in piena guerra mondiale ed a diciotto anni era stato chiamato alla leva. Lui era pieno di gioiose speranze.
Non era molto alto, ma la sua corporatura massiccia contribuiva a renderlo imbattibile a braccio di ferro.
Era giovane e forte, era di bell’aspetto, orgoglioso del suo taglio di capelli alla mascagna come usava allora; piaceva alle donne che invitava a ballare nelle feste.
A Giani piaceva molto danzare.
Lo notavano tutti alle feste nelle balere della provincia, perché da quando saliva in pista non si sedeva mai.
Non perdeva un ballo. Continuava a girare vorticosamente nella sala a tempo di musica cambiando una ballerina dopo l’altra senza sbagliare un passo.
Il suo ballo preferito era il valzer lento, si muoveva elegantemente e teneva delicatamente la sua ballerina passando dolcemente il braccio sulla sua scapola e la guidava sicuro facendola roteare sulla pista.
Il periodo militare di addestramento non era stato così male, anche se c’erano molte tensioni nel paese e molti erano preoccupati per la furia militare di Hitler e per i fatti che accadevano in Europa.
Le persone gli volevano bene  perché era disponibile con gli altri .
Lui affrontava la vita con simpatia e poi si rilassava a ballare quando non era di corvè in caserma .
La vita militare non gli risultava troppo pesante perché era abituato a lavorare in famiglia.
Il 5 maggio 1936 Badoglio era entrato ad Adis Abeba.
A Roma dal balcone di Piazza Venezia quella sera stessa Mussolini aveva annunciato al popolo italiano e al mondo intero che la guerra era finita e che la pace era ristabilita
Mussolini aveva proclamato  entusiasticamente che l’Impero era riapparso su i colli fatali di Roma fra il tripudio generale: sembrava che tutto il paese fosse fascista.
L’Italia stretta intorno al Duce dimenticava il buco finanziario rappresentato dai  12 miliardi che la guerra era costata.
Il conto di Badoglio fu anch’esso salato. Il generale aveva presentato quattro richieste:
Il titolo di duca di Adis Abeba.
Il trattamento economico di vice re a vita.
Il dono di una villa che sarebbe costata all’erario 5 milioni e che gli erano stati versati in contanti
Solo l’ultima richiesta di promuovere a ministro plenipotenziario di seconda classe il figlio Mario era stata respinta. (Indro Montanelli, Storie d’Italia Vol  7, 2003, 411).
Le gesta africane di Badoglio erano state immortalate nelle strofe  della Badoglieide di Nuto Revelli che ben rappresentano le imprese dell’illustre generale. Giani le aveva imparate alla fine della guerra.
“Ti ricordi l'impresa d'Etiopia
e il ducato di Addis Abeba?
meritavi di prendere l'ameba
ed invece facevi i milion.”
Giani era una persona molto semplice e non capiva come mai i potenti si prendessero tutto mentre il popolo, cui restavano le briciole, applaudiva.
Del pari restava incredulo di fronte alla folla degli italiani che si proclamavano entusiasti per la conquista dell’Impero. Non aveva idea che molti per conformismo e per incapacità di elaborare una opposizione costruttiva avevano trovato più comodo accodarsi al carro di chi appariva allora vincente.
L’opposizione era ridottissima.
Tutti erano felici per i successi di Mussolini.
Giani era di fondo una persona modesta con istruzione elementare, ma non si spiegava come potesse reggere questo fanatismo per Mussolini che perseguiva una politica imperialista costata il sangue di molti soldati italiani e di molti poveri africani.
Il popolo si accodava al leader vittorioso che incarnava la voglia di vincere che era innata in ciascuno di noi. Così tutti avevano seguito il carro del vincitore pronti ad abbandonarlo nell’ora della disfatta.
L’Europa nel frattempo assisteva ai successi di Adolf Hitler che il primo agosto 1936, aveva dato ufficialmente inizio a Berlino  alle Undicesime Olimpiadi. 
Anche lì la maggioranza dei tedeschi tifava per il Fuhrer e le minoranze critiche erano di fatto ridotte al silenzio.
Nel settembre del 36 Giani  era stato congedato dal distretto di Bergamo.
Successivamente era stato richiamato alle armi nel maggio del 37 mentre l’Italia impaziente scaldava i muscoli.
Il 6 novembre 1937 c’era stata l'adesione del Regno d'Italia al Comintern.
Il bel paese era desideroso di cooperare nella difesa contro le attività sovversive dei comunisti.
Tale accordo aveva dato origine al primo embrione dell'alleanza tripartita che sarebbe poi stata formalizzata il 27 settembre 1940.
Nel marzo del 38 la Germania si era annessa l’Austria. Un plebiscito convalida l’Anschluss.
Fino all’agosto del 38 Giani era rimasto sotto le armi  poi era stato messo in congedo illimitato.
Le cose però in Europa andavano male e lui era stato subito richiamato nel settembre del 38.
Era stato iscritto in forza alla guardia di frontiera del distretto militare di Venezia Mestre.
La ferma era finita nel 38.
Giani era felice perché finalmente sembrava che la vita ricominciasse con nuovi presupposti.
Forse non credeva proprioewww che la guerra fosse scongiurata davvero, però era certo che la divisa, almeno per il momento, non la indossava!


Nessun commento:

Posta un commento