venerdì 16 giugno 2017

Racconti dal Consiglio.

Il Regolamento


Il regolamento è una fonte normativa di secondo livello.
Prima viene la legge e poi il regolamento la interpreta  e consente che si svolga l’attività da questa prevista.
La tipicità dell’azione amministrativa che deve essere regolata a procedimento predefiniti attribuisce una sempre maggiore importanza ai regolamenti.
Oramai tutto è regolamentato.
Disposizioni sempre più complesse , sempre più articolate rendono perfino difficile trovare le fonti nei comuni di più ridotte dimensioni perché tutto è demandato alla regolamentazione dell’ente locale.
La giungla regolamentare sta stringendo d’assedio la semplificazione amministrativa.
E’ il tripudio del burocrate che diventa demiurgo La sua fantasia sempre più sfrenata inventa norme più incomprensibili che abbisognano di regolamenti interpretativi.
“ Aiutateci a semplificare” mi dice un super dirigente che si è divertito a complicare anche le procedure più semplici.
A volte ricercare un regolamento obbligatorio per legge in un comune di piccole dimensioni diventa un’impresa perché è difficile rintracciare l’occupatissimo funzionario che ne conosce l’esistenza.
 “Il regolamento può infrangere la legge?”
Il regolamento non può dettare disposizioni che vadano contro la legge.
In teoria il consiglio può modificare o revocare i suoi atti ma si solito è difficile che qualcuno riconosca di avere sbagliato.
“Cosa succede allora?”
“Semplice: Bisogna impugnare.
Bisogna ricorre alla giustizia amministrativa, al T.A.R., che con una sua sentenza può .annullare il provvedimento amministrativo.
“Se un funzionario non risponde alla mia richiesta. Semplice bisogna impugnare!”“Bisogna chiedere il risarcimento del danno per ritardo!”
La vera rivoluzione è questa dare un risarcimento al cittadino se una sua domanda viene evasa con ritardo dall’amministrazione!
“Posso vedere l’atto di concessione del diritto di sepolcro.” domando cortesemente all’impiegata dell’ufficio cimitero del comune.
“No! L’abbiamo perso, l’archivio è in fase di ristrutturazione e per la legge che prevede il taglio della spesa non siamo in grado di sostituire l’archivista che se n’è andato in pensione. “ mi risponde la solerte impiegata .
Si vede che ha un sottile piacere a darti una risposta negativa che ti mette in difficoltà.
Di fatto in difficoltà dovrebbe essere il comune che  dimostra  di non esser capace di avere un archivio in ordine , ma l’impiegata non la pensa così. “Sono  concessionario della Tomba Rossi assieme a mio fratello Giuseppe, pertanto richiedo l’autorizzazione all’introduzione della cassetta ossario del sig. Bianchi Giovanni tuttora sepolto altrove. Faccio presente che il sig. Bianchi Giovanni è mio suocero, che sua moglie , mia suocera, è tuttora sepolta nella su citata tomba di famiglia in detto cimitero,che la cassetta verrebbe tumulata nel loculo già occupato dalla stessa.” Secondo me una richiesta dettata da un senso di pietà dovrebbe essere presa in considerazione.
L’impiegata, talvolta però non ha voglia di impicciarsi in una pratica che è leggermente diversa da quelle usuali .
Il suo capo ufficio non la valorizza non le ha fatto ottenere il premio di produttività, che se la veda lui, per intanto la risposta è negativa , le ossa del morto possono restare dove si trovano. Per il capo ufficio ci sono tanti problemi da affrontare tutti i giorni e questo seccatore vuole introdurre un morto in una tomba di famiglia.
Risposta negativa, siamo o non siamo dalla parte di chi vuole risolvere i problemi dei vivi ci mancherebbe anche dover risolvere i problemi dei morti.
Il capo ufficio è molto impegnato è sempre fuori ha un sacco di lavoro non può essere disturbato da queste sciocchezze.
Cerco su internet il regolamento comunale, ma non lo trovo.
Mando una raccomandata , ma non rispondono.
Voglio rivolgermi al T.A.R. , ma il solo contributo da pagare allo stato per proporre ricorso è troppo costoso.
La giustizia se trovi il burocrate prepotente è un lusso è un lusso che non puoi permetterti .
Interpello il consigliere di minoranza , ma visto che non abito nel paese non mi risponde nemmeno.

Non sono un suo possibile elettore.

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