giovedì 15 giugno 2017

Foglio matricolare.La Balila

La Balila


Unico segno di lusso della famiglia era una Balila nera.
Per Venezia possedere una automobile era un gran lusso soprattutto se non la si usava per lavoro - ma di certo non si navigava nell’oro. La macchina era usata qualche volta la domenica.
Era sempre una gran festa andare in giro con la Balila.
Uscire dall’isola attraversando il Ponte della Libertà era sempre una emozione per Nicheto.
Il Ponte correva parallelo a quello della ferrovia cui era raccordato da una banchina.
Nicheto si divertiva ad immaginare fantasiose gare con i vari treni.
“Dai accelera che lo ciapemo quel treno!” diceva entusiasta cercando di convincere Giani a vincere la gara di velocità.
“Varda la laguna e andemo pian se no i ne da na multa.” Rispondeva Giani sorridendo.
Uscire da Venezia era come abbandonare il passato, la dolcezza dei tuoi ricordi per tuffarsi in un futuro più brutto fatto di fabbriche e di uomini vestiti tutti uguali in tuta azzurrognola da lavoro.
Era questo il progresso che però spazzava via la fadiga dei contadini della terra ferma che erano allora ricompensati dal lavoro dei campi solo con qualche fetta di polenta.
Gli stabilimenti con i loro colori tendenti al grigio  intristivano l’ambiente e rendevano meno invitante lasciare la Repubblica del Leone.
Giani amava andare a passeggio in macchina per la campagna veneta a fare merenda nelle osterie.
Durante la guerra era stato camionista.
Guidare per lui non era un problema.
Gli automobilisti veneti erano sempre pronti a prendere in giro i veneziani per la loro scarsa attitudine alla guida dovuta la fatto che difficilmente usavano la macchina per lavoro.
Lo stile di guida di Giani era sicuro ed impediva commenti scherzosi.
Di solito lo scopo della gita era la ricerca delle osterie che servivano sopressa o baccalà fritto accompagnati da un buon bicchiere di clinton.
La sua metà preferita era da “Sporco” a Treviso.
La Balila correva veloce nel verde del Terraglio, la strada che porta da Venezia a Treviso, in mezzo a due file ininterrotte di alberi.
Era bello respirare un po’ di profumo di erba e magari fermarsi in qualche posto in campagna a vedere, in primavera, i campi che iniziano a germogliare.
Mangiando e bevendo era facile per Giani socializzazione con gli altri clienti del locale che avevano voglia di parteciparti i loro racconti o le loro barzellette per passare in compagnia le ore di festa. 

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