giovedì 15 giugno 2017

Foglio matricolare.San Michele

San Michele


Nicheto non aveva mai visto la chiesa di San Silvestro così stracolma di gente.
Persone dappertutto dentro e fuori della chiesa.
Individui che la famiglia di Giani non aveva mai visto prima.
Forse quella partecipazione allo strazio dei familiari significava che Giani era stato molto amato o forse c’era solo una grande curiosità di vedere una famiglia distrutta dalla morte del suo pater in così giovane età.
Nicheto non aveva ben chiaro se la gente venisse al funerale per farsi vedere, per curiosare o per partecipare al dolore di chi ha perduto irrimediabilmente una persona cara.
Quel giorno la commozione era scritta nei volti di tutti i presenti alla cerimonia funebre, non si sentiva nessuno fiatare.
Il silenzio all’interno della chiesa era rotto da qualche singhozzo. Sentendo piangere Nicheto, che si sentiva un uomo, non riuscì a trattenere qualche lacrimuccia da femminuccia e se ne vergognò.
Fuori c’era una giornata di sole.
Nicheto era troppo piccolo per portare la bara e aveva seguito il feretro in prima fila accompagnato dagli occhi interroganti dei suoi amici dell’Oratorio cui aveva fatto un cenno di saluto.  Non avevano mai visto prima la morte del padre di uno di loro e se ne stavano increduli e muti ad osservare.
“Ma pol morir uno cusì giovane?” sembravano chiedersi.
Gli amici del bar erano tutti in prima fila.
La zia Bice non aveva fatto andare al cimitero Nicheto, le Cetta non aveva avuto cuore di seguire la cerimonia ed era rimasta a casa.
Cice che era il secondo figlio di Leonardo aveva  preso con lui Nicheto per distrarlo da questa disgrazia.
Lui aveva due figli di poco più grandi di Nicheto che gli avevano fatto scudo nascondendo le sue lacrime.
Nicheto era andato via con loro ma il suo cuore aveva seguito il feretro di Giani.
La cerimonia del funerale a Venezia era meno triste che negli altri comuni di terraferma.
Andare a fare una gita in motoscafo era un avvenimento per la gente normale perché il motoscafo a Venezia lo usavano solo i signori.
L’ultimo viaggio terreno era accompagnato da un corteo di motoscafi privati che portavano la salma ed i parenti a San Michele.
L’isola della laguna di fronte alle Fondamenta Nove si poteva raggiungere solo con la barca.
I veneziani andavano in motoscafo solo quando si sposavano e quando dovevano raggiungere l’ultima dimora.
Andare in motoscafo era comunque una piacevole festa.
Solcare le acque calme della Laguna seguendo i canali segnati dalle bricole che indicavano le seche mette allegria anche se la flotta di barche  era destinata ad accompagnare una cerimonia funebre.
Non poteva essere triste una gita in barca anche se la destinazione era San Michele.
L’isola era il posto ideale per riposare in santa pace.
Nicheto la conosceva bene perché tutti gli anni andava il due novembre a portare i fiori ai nonni.
I viali alberati gli davano un senso di quiete. Il silenzio, che l’isolamento dalla terraferma accentuava, faceva parte di un altro mondo che non gli dispiaceva.
Nicheto aveva deciso che la laguna era la sentinella più indicata per fare da guardia all’ultimo riposo di Giani e aveva pensato che sarebbe andato a trovarlo il giorno dopo.


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