martedì 5 dicembre 2017

Roberto Rossi, procuratore capo di Arezzo. testimonianza in Commissione banche.

Il caso Etruria si focalizza su Roberto Rossi, procuratore capo di Arezzo, e sulla sua testimonianza in Commissione banche.
Rossi scrive a Pier Ferdinando Casini per replicare alle accuse di aver omesso di riferire delle indagini su Etruria che coinvolgono l’ex vicepresidente della banca e padre del sottosegretario alla presidenza del consiglio ed ex vicepresidente della banca. “Sono costretto a scriverle – dice Rossi a Casini – in relazione alle notizie secondo le quali avrei omesso notizie in merito al presunto status di indagato del consigliere Bpel Pierluigi Boschi». «Considero tali addebiti gravemente offensivi – prosegue la lettera -: ho risposto puntualmente a tutte le domande che mi sono state formulate senza alcuna reticenza o omissione”.
Rossi riporta poi alcuni passaggi della sua deposizione. Dopo un’ora e 11 minuti risponde alla domanda di Villarosa (M5s), che chiede di precisare se ha detto che 14 persone del cda non sono indagate. “No, rinviate a giudizio”, replica Rossi. Quindi potrebbero essere indagate, chiede Villarosa? “Sì”, risponde il procuratore aggiungendo di aver annuito. Dopo 3 ore e 18 minuti Rossi puntualizza ancora: “Cerco di essere più chiaro possibile: qui non stiamo parlando di indagati, stiamo parlando di rinviati a giudizio”.
Dopo 3 ore e 20 viene chiesto del possibile falso in prospetto e, prosegue la lettera, “il procuratore chiede che si prosegua in audizione secretata”. Nella parte secretata, prosegue, “nessuno rivolge domande sulla identità delle persone oggetto di indagini”.quifinanza.it
   Il procuratore di Arezzo Roberto Rossi afferma di aver risposto positivamente giovedì scorso a tutte le domande della commissione, senza alcuna omissione, compresa la domanda sull'eventualità che Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, ministro del governo Renzi, potesse essere indagato. E il deputato M5S Alessio Villarosa, che gli ha fatto in commissione la domanda chiave, come risulta dallo stralcio del verbale pubblicato da Repubblica, conferma: "Lui è stato chiaro, e noi avevamo capito tutti. Ma poi è intervenuto il maquillage politico del Pd".
Come si legge nel verbale della seduta, lei ha chiesto al dottor Rossi se i 14 membri del Cda non risultassero indagati, e la risposta è stata no, "rinviati a giudizio".
Alla domanda potrebbero essere indagati, il pm ha risposto di sì con la testa. 
E' stata una risposta chiara, lei e gli altri commissari siete arrivati alla conclusione che Pier Luigi Boschi potessero essere indagati?
"Sì, certo, abbiamo capito tutti bene. Il dottor Rossi ha detto non ci sono rinviati a giudizio, e da lì abbiamo capito che però c'erano anche indagati. 
E' evidente anche dal video, ma il Pd ha voluto leggerlo in un altro modo. C’è stata una minimizzazione, ma è emerso chiaramente che Boschi era indagato".
Ma allora perché questa certezza non è emersa subito, e per parlarne si è dovuto aspettare l'indagine della "Verità", e come mai adesso molti commissari di vari partiti accusano Rossi di essere stato omissivo?
 "Il Pd ha forzato le cose. Secondo me c’è stata una minimizzazione.

Noi l'abbiamo detto subito che era in atto un maquillage politico. A breve diffonderemo il video. Quello che ho letto nei giornali in questi giorni non ha alcun riscontro con la realtà".repubblica.it


LA bufala
Naturalmente la commissione deve rispettare la legge la ricerca della verità è un'altra cosa.
Poi alla fine legislatura provvidenzialmente tutto sarà archiviato.
C'è da chiedersi che se un interrogato fa sì con la teste in un udienza di tribunale cosa gli avrebbe chiesto il PM ?
Forse di confermarlo espressamente a parole per poterlo verbalizzare o no?

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