L'imperialismo
globale e la grande crisi Ernesto Sacripanti. Il mio libro Editore
Un'analisi
lucida degli effetti della globalizzazione vista in chiave critica.
Un libro
articolato e documentato con moltissime citazioni bibliografiche.
L’autore osserva come si sia realizzata una governance globale
che attraverso uno sceriffo globale , un banchiere globale e un’attivazione di
un motore di sviluppo elimina dalle scelte economiche gli Stati nazionali,
limitandone fortemente le scelte politiche.
I veri dominatori sono le imprese multinazionali che impongo
agli Stati le loro scelte economiche che hanno sempre come obiettivo al
riduzione dei costi che comportano la riduzione dei salari.
Gli intereventi sull’economia diventano più difficili in un
sistema dominato dalla legge del costo più basso.
Gli interventi avrebbero come conseguenza quello dell’aumento
dell’imposizione fiscale se non si persegue una improbabile riduzione dei costi
dalle macchina statale.
Il libero scambio così come è impostato oggi porta ricchezza
solo a chi gestisce i grandi capitali.
Gli utili vengono realizzati attraverso un meccanismo che attraverso il
libero scambio, il trasferimento delle lavorazioni nei vari paesi a minor
costo realizza proventi solo per le multinazionali ma non per i dipendenti. Il
meccanismo comporta l’inefficacia delle idee riformiste che senza finanziamenti
non trovano sostegno.
Il sistema per l’autore sta portando in prospettiva ad una
grande esplosione sociale internazionale perché mentre i lavoratori del sud del
mondo più povero tendono ad impoverirsi i lavoratori del nord del mondo più industrializzato
e benestante non ne hanno alcun beneficio perché gli utili rimangono nelle mani
delle multinazionali.
Gli Stati da tutto ciò non traggono risorse vedono i
capitali a passare le frontiere ma non hanno (il coraggio?) la possibilità di
trattenere da questi movimenti gli utili per attivare delle politiche a sostegno
delle persone a maggior disagio sociale.
La conclusione per l’autore è automatica i lavoratori del
sud e del nord del mondo hanno un comune
interesse al rovesciamento del sistema
capitalistico.
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