venerdì 27 aprile 2018

Ridurre il debito con la crescita. RIcetta Borghi

ridurre il debito con la crescita Borghi
“È con un certo stupore che ho letto una dichiarazione dell’On. Brunetta in cui si afferma che il problema dell’Italia è il debito pubblico che andrebbe abbattuto con privatizzazioni, tagli e cessioni” dichiara Claudio Borghi Aquilini, responsabile economico della Lega “In realtà speravo fosse ormai chiaro che quello del debito pubblico è un falso problema e chiederne “l’abbattimento” per lo 0,3% del pil come scritto da Brunetta non cambierebbe assolutamente nulla, così come il piano di cessioni di asset statali avviato dal centrosinistra e purtroppo proseguito dai passati governi di centrodestra non ha impedito al governo guidato da Silvio Berlusconi di essere spodestato con l’arma dello spread.
Oggi il debito è molto più alto di allora ma lo spread è minimo. Basterebbe ciò per capire che il debito non è il problema. Lo si volesse “abbattere” cospicuamente basterebbe pretendere che la Bce cancelli i titoli di stato che ha ricomprato nelle operazioni di quantitative easing. Con un semplice gesto e senza danni per nessuno si ridurrebbe il debito dell’eurozona di circa 2200 miliardi con una quota parte italiana di circa 250 miliardi.
Perché in presenza di opzioni indolori e immediate si deve tornare alle vecchie ricette peraltro sostenute da Monti, Letta e Co.? Il buco delle privatizzazioni recentemente quantificato in termini di mancati dividendi e rivalutazioni è stato di 40 miliardi. Vendere beni redditizi danneggia, vendere beni inutili è impossibile. Il centrodestra dovrà concentrarsi sull’ unico modo “sano” esistente per ridurre il debito che è la crescita.
scenarieconomici.it

Chi è il ministro delle Finanze. Controlli solo per chi paga già

Egregio direttore 
Sarebbe bellissimo vedere il ministro delle finanze che ci spieghi le innovazione del modello redditi e perché tutti gli anni il programma viene modificato, i moduli vengono modificati e le complicazioni vengono aumentate.
Sarebbe anche fantastico sapere cosa ci costa questa continua modifica nell'accertamento dei tributi per chi le tasse bene o male le paga già mentre documentazioni e indagini non servono per chi ai moduli non dà riscontro.
Forse è per aiutare i contribuenti a non capire quante tasse pagano 
i migliori saluti 
Cesare Fedeli


La bufala
effettivamente è più semplice accertare chi ha redditi fissi e al sole e soprattutto consente di redigere moduli su moduli che comportano appalti e premi per i funzionari più zelanti

5 Stelle. Pd

Egr. direttore 
Ma i 5 Stelle non erano forza di opposizione al governo presieduto  da Gentiloni è sostenuto dal pd. 
Adesso sono in attesa di stipulare tutti e due un buon contratto sarà interessante vedere cosa ne salta fuori lei che ne pensa distinti saluti 
Cesare Fedeli

LA bufala

ma è noto che in politica i nemici di ieri possono essere gli amici di oggi.
Solo gli stupidi o gli onesti intellettualmente non cambiano ami idea

Berlusconi Ineleggibilità 1994


Berlusconi Ineleggibilità 1994
La Giunta delel elezioni esaminò l’assenza delle cause di inelegibilità di ciascun componenete dell’assemblea legislativa
Il Governo Berlusconi I fu il cinquantunesimo Esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XII legislatura.
Nominati i ministri il 10 maggio 1994
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 all'articolo 10 afferma: «Non sono eleggibili [...] coloro che [...] risultino vincolati con lo Stato [...] per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica». Dati i numerosi possedimenti in campo mediatico, edilizio e assicurativo della famiglia Berlusconi, nel luglio 1994 alcuni esponenti di centrosinistra presentarono ricorso contro l'elezione di Berlusconi. Nel corso della seduta del 20 luglio 1994 (con un terzo dei deputati assenti) la Giunta per le elezioni, anche grazie a una parte degli esponenti del PDS del neosegretario Massimo D'Alema e dell'Alleanza dei Progressisti (che votarono a favore o non parteciparono al voto), decise di rigettare il ricorso. Wikipedia.
 Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari è un organo del Senato della Repubblica Italiana.
Ha il compito di valutare i titoli di ammissibilità, cioè di verificare l'assenza di cause di ineleggibilità e di incandidabilità, di ciascun componente dell'assemblea legislativa, di verificarne la regolarità dell'elezione e di accertare quali siano i candidati subentranti nell'ipotesi che un parlamentare cessi dal mandato prima della fine della legislatura: il completo di tali funzioni va sotto il nome di verifica dei poteri.

Subito dopo ci si pose il problema di disciplinare il conflitto di interessi


Berlusconi Ineleggibilità 2013

Berlusconi Ineleggibilità 2013
L’ineleggibilità di Silvio Berlusconi approda nella Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato. Oggi i senatori inizieranno il difficile e controverso iter che dovrà decidere sulla conferma o meno della carica di parlamentare, in base alla legge Severino, dell’ex presidente del consiglio alla luce della sentenza Mediaset. Stando alle parole del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, la commissione dovrebbe dare il via libera alla decadenza da senatore per il Cavaliere.. Secondo il presidente della Giunta, Dario Stefano, esponente di Sinistra Ecologia e Libertà, l’organo dovrebbe concludere l’istruttoria entro settembre e poi avanzare all’aula del Senato la proposta di decadenza di Silvio Berlusconi da senatore eletto in Molise. Ma, precisa il presidente, sarà “il voto dell’Aula a sancire l’eventuale decadenza”del leader Popolo delle Libertà. L’iter, non si preannuncia facile. E lo stesso Stefano non lo nasconde. “C’è la procedura aperta – dice a radio Capital –  in cui incardiniamo questo elemento di novità che proviene dalla pronuncia della Suprema Corte, che impone il tema della incandidabilità sopravvenuta. Sono due temi paralleli che incardiniamo nel medesimo procedimento, dobbiamo utilizzare la stessa procedura. Da stasera (la commissione si riunisce alle 20.00, ndr) – dice l’esponente di Sel – avvieremo in Giunta anche l’istruttoria per il tema della incandidabilità che produce la decadenza dal mandato, effetto della condanna”. Il numero uno della Giunta, precisa che saranno tutelati, come previsto dal regolamento, naturalmente anche i diritti della difesa: quindi non si può escludere una ‘arringa’ dello stesso Silvio Berlusconi in una seduta della Giunta per convincere i commissari della sua innocenza. “Come sempre abbiamo il dovere di essere rigorosi nell’applicazione delle leggi”, assicurando anche che “la procedura avvenga nel rispetto dei diritti di tutti, c’è il sacrosanto diritto alla difesa di Berlusconi e c’è il sacrosanto diritto del relatore di proporre proposte”. Stefano, sulla base di queste considerazioni, ipotizza di licenziare la proposta per il voto definitivo dell’Aula entro settembre. “Bisogna rispettare la procedura, che prevede una serie di fasi: Berlusconi ha il diritto di dedurre e anche di chiedere di essere audito, se lo chiederà lo faremo”. Solo al termine la Giunta voterà la sua proposta. Ma, sottolinea giustamente il presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato, se “Berlusconi decade da senatore lo dovrà sancire il voto dell’Aula”.
I membri della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato. Presidente Stefano Dario (Misto-Sinistra Ecologia e Libertà). Vicepresidenti: Pezzopane Stefania (Pd), Caliendo Giacomo (Pdl). Segretari: De Monte Isabella (Pd),  Della Vedova Benedetto (SCpl). Membri: Alberti Casellati Maria Elisabetta (Pdl) Augello Andrea (Pdl), Buccarella Maurizio (M5S), Buemi Enrico (Aut- Psi-Maie), Casson Felice (Pd), Crimi Vito Claudio (M5S), Cucca Giuseppe Luigi Salvatore (Pd), D’Ascola Nico, Pdl, Ferrara Mario (Gal), Filippin Rosanna (Pd), Fucksia Serenella (M5S), Giarrusso Mario Michele (M5S), Giovanardi Carlo (Pdl), Lo Moro Doris (Pd), Malan Lucio (Pdl), Moscardelli Claudio (Pd), Pagliari Giorgio (Pd), Stefani Erika, (Ln-Aut).  7 agosto 2013 R3dazione eleggibilità di Silvio Berlusconigiunta delle elezioni e delle immunità del Senato
progettoitalianews.net.


giovedì 26 aprile 2018

Università 1968-2018

Nel 68 in Università si dava il 30 politico nessuno studiava tutti passavano ed accedevano al lavoro perché il lavoro si trovava senza stage senza contratti di lavoro autonomo.
I fuori corso c'erano in numero fisiologico.

Oggi gli esami sono complicati i professori magari in Università di sono poco perché molti hanno tanti altri impegni in compensano bocciano molto i tassi di abbandono sono elevati e soprattutto il lavoro non   si trova od è sottopagato.

Il ridicolo è che la classe dirigente è quella del 68 che fa tutto il contrario di quello che predicava allora

Scadenze fiscali modello redditi

le scadenze previste per il versamento delle imposte (saldo 2017 e acconto 2018) derivanti dal Modello Redditi 2018.
Quest'anno le scadenze sono:
  • 2 luglio 2018, in quanto il 30.6 cade di sabato;
  • 20 agosto 2018 (con la maggiorazione dello 0,40%) perché il 1° agosto, che sarebbe il 30° giorno successivo, cade all'interno della proroga di Ferragosto.
Come ogni anno si consiglia ai contribuenti di tenersi aggiornati perché è ormai consuetudine del legislatore intervenire con provvedimenti di proroga, purtroppo spesso con tempistiche che complicano il corretto svolgimento degli adempimenti fiscali.
fiscoetasse.it

lunedì 23 aprile 2018

trattamenti assistenziali e previdenziali inespressi

trattamenti assistenziali e previdenziali inespressi

Alcuni trattamenti assistenziali e previdenziali vengono erogati dall’Inps solo in seguito alla presentazione di una specifica domanda. Si tratta ad esempio di maggiorazioni sociali, importi aggiuntivi, assegni al nucleo familiare, prestazioni a favore degli invalidi civili e integrazioni sui trattamenti minimi, chiamati inespressiperché per questi non è prevista l’erogazione automatica da parte degli uffici preposti. Se il cittadino non fa esplicitamente richiesta, il diritto viene ignorato. A volte rientrano in questa categoria i diritti sorti dopo la liquidazione della pensione.
Tuttavia, non si tratta di un aumento identico per tutte le pensioni, e quasi sempre le maggiorazioni risulterebbero ben inferiori ai 300 euro e dunque non si tratterebbe di “una grande somma” come in più occasioni annunciato. In molti casi, secondo quanto riferito dai sindacati, le cifre recuperabili sono tra i 40 e i 50 euro mensili: somme che possono comunque fare la differenza per chi percepisce pensioni molto basse.
Si stima inoltre che circa un terzo dei pensionati (6 milioni su un totale di 18) potrebbe ricevere un aumento, dunque ogni pensionato ha tutto l’interesse a verificare ed esprimere i propri diritti.
Statistiche alla mano, spesso le maggiorazioni più significative riguardano i cittadini che percepiscono una pensione inferiore agli 850 euro lordi, per i quali l’esercizio dei diritti inespressi consente già di recuperare in tutto il Paese alcuni milioni di euro l’anno. Il Lazio sembra essere, in questo senso, la regione più virtuosa, seguito da Piemonte, Puglia, Veneto e Liguria.


Diritto al sepolcro Quesito


Diritto al sepolcro Quesito

Sono titolare di concessione di cappella gentilizia dove attualmente è sepolto mio padre. 
La convivente, ad avvenuta sepoltura, cambia la serratura delle porte d'ingresso della cappella senza preliminarmente chiedere la necessaria autorizzazione. 
Ho proceduto ad  effettuare formale denuncia presso la locale Stazione Carabinieri e provveduto successivamente al cambio delle serrature. 
La convivente a seguito di ciò reclama il diritto di possesso di una chiave d'ingresso della cappella tramite un suo Legale, per effettuare le dovute visite. 
Premetto che mio padre e la convivente anche se abitavano allo stesso indirizzo non costituivano anagraficamente una famiglia in quanto non inseriti nello stesso stato di famiglia. 
Con la presente chiedo se è legittima la sua richiesta, stante che la sottoscritta ha assicurato il diritto alle visite, ogni qualvolta ne avesse fatto richiesta. 
Ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità e si rimane In attesa di riscontro. 
Cordiali saluti   Staff.comune.Melfi.ag.it


Risposta
La risposta al suo quesito dipende dal fatto che la convivente possa dimostrare il rapporto di convivenza di fatto.
Il diritto secondario di sepolcro, infatti, spetta a chiunque sia congiunto di una persona che riposa in un sepolcro e consiste nella facoltà di accedervi in occasione delle ricorrenze e di opporsi ad ogni sua trasformazione che arrechi pregiudizio al rispetto dovuto a quella determinata spoglia e ad ogni atto che costituisca violazione od oltraggio a quella tomba.
La Corte di Cassazione, terza sezione civile, nell’ordinanza n. 9178/2018 è intervenuta ancora una volta sul tema delle coppie di fatto e ha sancito per la prima volta che si può essere coppia di fatto anche senza convivenza.
Il problema nasce infatti dall’art. 1 comma 36 della L. 76/2016, una coppia di fatto per essere tale deve essere formata da due persone che siano: maggiorenni, stabilmente conviventi e legati fra loro da reciproca assistenza morale e materiale.
La legge non dice cosa possa succedere qualora la coabitazione sia interrotta per motivi diversi dalla rottura del menage familiare. Si pensi al caso in cui uno dei due conviventi debba trasferirsi per lavoro in altra città, ma la relazione della coppia continui a distanza, come pure l’assistenza morale e materiale fra i due.
Una interpretazione eccessivamente formalistica potrebbe portare ad escludere l’applicazione della nuova legge, mentre si ritiene sia da privilegiare una interpretazione che tenga in debito conto l’estrinsecazione dell’affectio familiae, come pure il dispiegarsi nel tempo dell’assistenza morale e materiale all’interno della coppia.”
La Cassazione ha ribaltato una sentenza della Corte d’appello di Milano sancendo che vi sono situazioni in cui “può esistere una famiglia di fatto o una stabile convivenza, intesa come comunanza di vita e di affetti, in un luogo diverso rispetto a quello in cui uno dei due conviventi lavori o debba, per suoi impegni di cura e assistenza, o per suoi interessi personali o patrimoniali, trascorrere gran parte della settimana o del mese, senza che per questo venga meno la famiglia”.
Si può essere coppia di fatto anche senza convivenza, anche se non si vive sotto lo stesso tetto.
Si apre la strada a una interpretazione che potrebbe portare a considerare conviventi di fatto anche coppie che abbiano residenze anagrafiche differenti.
Secondo i Supremi Giudici, la convivenza è un legame affettivo e duraturo, caratterizzato sì da reciproci impegni di assistenza morale e materiale ma che prescinde sia da una coabitazione effettiva, sia dal dato anagrafico, con la conseguenza che si può essere coppia di fatto anche senza convivenza.
La residenza anagrafica comune sarà semmai strumento privilegiato di prova per dimostrare il rapporto di convivenza di fatto. Ma, si ribadisce, non potrà essere l’unica prova a sostegno della presenza di tale  formazione sociale.


venerdì 20 aprile 2018

Venezia. Ultimatum UNESCO


Una moratoria e una reprimenda: l’Unesco ha deciso di concedere più tempo a Venezia.  L’organizzazione dell’Onu per il patrimonio mondiale ha fatto sapere che non voterà – come paventato -.l’inclusione del capoluogo lagunare nella black-list dei siti a rischio. Lo status di Venezia come patrimonio dell’umanità sarà quindi congelato fino al 2019 nell’attesa che il governo e il Comune presentino un piano dettagliato su turismo e grandi navi che dovrà essere consegnato entro il 1 dicembre 2018.
Brugnaro e Bokova
La decisione dell’organizzazione internazionale arriva circa dopo un mese dell’invio a Parigi della relazione italiana sui progressi fatti a tutela della città e della laguna. Nel documento, apprezzato dall’Unesco, erano incluse misure per la diversificazione degli accessi turistici e il piano per le grandi navi nel canale Vittorio Emanuele. L’Unesco aveva espresso soddisfazione anche per gli sforzi inclusi nel ‘Patto per Venezia’ stretto fra il sindaco Luigi Brugnaro e l’allora premier Matteo Renzi.  
Chiesto un nuovo rapporto sullo stato di conservazione del sito e di tutte le azioni svolte per il suo mantenimento entro il primo dicembre 2018, in modo che il dossier possa essere esaminato nella sessione plenaria nella 43. sessione annuale del Comitato, fissata nel l’estate 2019.  onuitalia.com/2017/06/06/


Venezia tiket di ingresso

La Giunta Brugnaro, sperimenterà i conta-persone nei punti nevralgici di arrivo. Contemporaneamente studierà l'applicazione del numero chiuso e dei ticket per il luogo simbolo della Serenissima: Piazza San Marco.
L'idea, proposta dal consulente turistico veneziano, Marco Scurati, è quella di fissare un limite massimo di carico nell'area marciana (65mila persone giornaliere), facendolo rispettare con un filtro a monte, nel momento in cui il turista prenota il viaggio a Venezia: se la piazza sarà overbooking, saprà che non potrà avere il libero accesso, e gli verranno proposte soluzioni alternative; ad esempio l'acquisto dei biglietti dei musei, che renderanno l'area marciana disponibile. Agli escursionisti - chi pernotta in hotel paga già la tassa di soggiorno - verrebbe chiesto un ticket d'ingresso, il costo potrebbe essere di 5 euro. Un modo, secondo Scurati, per far scendere la pressione nel salotto di Venezia di almeno 4 milioni di persone.
A Firenze il sindaco Dario Nardella, che auspica una "task force istituzionale per gestire il problema del crescente flusso di turisti nelle città d'arte", spiega come si stia sperimentando invece la scelta di colpire soprattutto i pullman che portano i gruppi giornalieri.
Il piano-Venezia non convince neppure Federalberghi. Se ne può discutere, osserva il presidente Bernabò Bocca, "sicuramente il sovraffollamento è un problema, ma bisogna dare priorità a chi dorme e soggiorna nelle città d'arte". 
il ministro Dario Franceschini aveva dichiarato che i regolatori d'accesso che evitino sovraffollamenti insostenibili in luoghi d'arte che rischiano di essere travolti da troppo turismo, sono una cosa ragionevole. 
Peraltro già sperimentata all'estero". Per Venezia, comunque, il fronte è duplice: da una parte ci sono i 54mila residenti, che - sotto la spinta di 27 milioni di visitatori l'anno - non riescono più a spostarsi nelle calli o salire nei vaporetti, e stanno abbandonando il centro storico. l'Unesco, e l'ultimatum lanciato nel luglio 2016 alla città sommersa dai vacanzieri, che ha costretto il sindaco Luigi Brugnaro a un'opera di mediazione, culminata con la 'pace' di Parigi raggiunta con la direttrice Irina Bokova nel febbraio scorso. Per corregge l'outlook sulla Serenissima.

Venezia Contatori di turisti


A Venezia arriveranno i contatori di turisti, anche se in fase sperimentale.  27 aprile la Giunta comunale di centrodestra sindaco Luigi Bugnaro. Gli apparecchi saranno posti in prossimità di aree strategiche, come il Ponte di Calatrava, all’ingresso della città, il Ponte degli Scalzi, l’imboccatura di Rio Terà Lista di Spagna, i tre ponti di attraversamento di Rio Novo (Ponte di Santa Chiara, Ponte del Prefetto, Ponte dei Tre Ponti), e i moli di arrivo e partenza dei ‘lancioni’ Gran Turismo, i barconi che scorrazzano le comitive straniere.
Il governo cittadino ha approvato una delibera-quadro sul turismo (da condividere con lo Stato e altri Enti), “finalizzata a migliorare o limitare l’accesso alla città”. Il documento sarà portato al vaglio del Governo e dell’Unesco. Saranno inoltre individuate nuove aree di ristoro per i turisti, da inserire in una mappa tematica, e verrà avviata una vasta campagna di comunicazione delle giornate di maggior afflusso, individuate in base ai dati del 2015 e 2016, e sarà incrementato l’organico degli agenti di polizia locale.
Anche il regolamento comunale di Polizia Urbana subirà una revisione, per quanto riguarda la tutela del decoro  e i comportamenti non consentiti nella Città antica, anche alla luce della legge n.48 del 2017 in materia di sicurezza urbana. E soprattutto delle polemiche sollevate da vecchie abitudini e nuove provocazioni, dai bagni in Canal Grande alle corse coi motoscafi, dalle passeggiate con pecore al guinzaglio alle modelle immortalate senza veli sotto i portici di Palazzo Ducale, per un servizio di moda. A Venezia, giurano i veneziani, ormai si è visto di tutto.  E ora si passa al contrattacco.F. Q. | 28 aprile 2017.


LA bufala
Tanto rumore per nulla.
Piazzare dei controlli sulle orde dei barbari invasori e tecnicamente impossibile.
Molto più facile provvedimenti minimi sugli accessi via grossi motoscafi .
Chiusura del ponte della Libertà alle auto non dei residenti indeterminate date se non sia hanno prenotazioni alberghiere.
Pesantissime sanzioni amministrative per comportamenti incivili.
Controlli effettivi e non di facciata.
Il dibattito sui problemi d incostituzionalità mi sembra di lana caprina.
Il comune agisca e poi se ne discuterà alla Corte costituzionale.



Bergamo città alta Orari di chiusura

Città Alta, nuovi orari di chiusura
notizia pubblicata in data : martedì 18 marzo 2008
Per permettere a tutti di godere della bellezza di Città Alza senz'auto, sono stati ampliati gli orari e i periodi di chiusura al traffico nella Zona a Traffico Limitato di Città Alta e Colli.
Nei giorni festivi, per tutto l'anno, Città Alta sarà chiusa al traffico dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 14 alle 19.
Nel periodo in cui è in vigore l'ora legale, dal 4 aprile al 25 ottobre, il venerdì e il sabato la chiusura serale sarà dalle ore 21 alle ore 1.
Il 1° gennaio e il 1° maggio la chiusura sarà limitata al pomeriggio, dalle ore 14 alle ore 19.
Le linee di trasposto pubblico verranno potenziate. Per informazioni, consultare il sito internet www.atb.bergamo.it o contattare il call center allo 035.236.026.
Per ulteriori informazioni sugli orari e i periodi di chiusura al traffico, contattare la Polizia locale, in via Coghetti 10, Bergamo, tel. 035.399.559.
In allegato il prospetto riassuntivo degli orari di chiusura, l'ordinanza di chiusura e il volantino informativo.

Governo Previsioni Indennità di risultato

Il vero patriota è chi per favorire la nascita del governo va un passo indietro nelle sue posizioni,
Sembra invece che tutti facciano un passo avanti per impedirne la costituzione.
IL compenso per i parlamentari dovrebbe essere non di scopo ma per di risultato al conseguimento degli obiettivi.
Quindi niente governo niente indennità

Immigrazione. Solidarietà?

Immigrazione la vera sfida è l'accoglienza e soprattutto trattare da essere civili chi è scappato dalla fame.
Per questo l'immigrazione deve essere regolata e non si può fare entrare tutti.
Nessuno propone un serio piano per favorire l'occupazione/ integrazione degli immigrati.
Nessuno propone seriamente un piano per l'Africa .
L'Africa è trattata come terreno di scontro su cui fare valere gli equilibri planetari.
Anzi sembra che proporre nuove azioni militari sia meritorio.



la bufala
chi fa qualcosa per solidarietà non ci guadagna nulla.
Non chi grida solidarietà solidarietà è necessariamente  sostanzialmente solidale soprattutto se ci fa dei grandi affari.
Per fortuna che ci sono dei controlli?
Naturalmente preventivi sulle gare.
Naturalmente mai al ribasso ma solo al rialzo per escludere chi non ci vuole guadagnare nulla

Venezia 44 Voga lunga

La Vogalonga è una manifestazione sportiva amatoriale di voga che si svolgerà il 20 maggio 2018 nella laguna di Venezia su un tracciato di circa 30 chilometri.
La partenza avviene in Bacino S.Marco. Aggirata l’isola di Sant’Elena, si costeggiano le isole delle Vignole, di Sant’Erasmo e di San Francesco del Deserto. A metà percorso si raggiunge Burano e costeggiando le isole di Mazzorbo, Madonna del Monte e San Giacomo in Paludo, il corteo entra in Murano attraversando il suo Canal Grande. Giunti a Venezia, si passa per il canale di Cannaregio e si raggiunge il Canal Grande e quindi l’arrivo sito alla Punta della Dogana di fronte a San Marco.


LA bufala
una vera emozione

giovedì 19 aprile 2018

Popolocrazia. La metamorfosi delle nostre democrazie. Ilvo Diamanti

Il populismo è comparso e compare sempre in periodi di forti incertezze, di momenti traumatici, di fasi di crisi. Crisi economiche, sociali, culturali. E, soprattutto, crisi politiche quando rientrano nell'ambito dell'eccezionale, dell'inatteso, dell'imprevisto, dell'inedito: la delegittimazione dei governanti, delle istituzioni, delle regole e delle norme in vigore, delle abituali procedure di mediazione. È su questo terreno che i populisti possono prosperare, dipingendo un quadro apocalittico del presente e proponendo il ritorno a un passato favoleggiato o facendo intravedere un futuro radioso. Sono contemporaneamente i prodotti di queste crisi e i loro creatori. Come sta rispondendo la democrazia a tutto questo? Ahimè inglobando elementi di populismo: adeguando gli stili e il linguaggio politico, i modelli di partito, le scelte e le strategie di governo. In una parola, sta trasformando se stessa in una popolocrazia.

Governo previsioni Informazione

Egregio direttore 
gli unici che si divertono a discutere della crisi di governo sono i giornalisti e i conduttori di talk show. Articoli e chiacchiere riempiono il tempo degli italiani. Ma servono tutti questi articoli e discorsi a risolvere i problemi. Direi di no servono solo a creare confusione.
 distinti saluti.
Cesare Fedeli


LA bufala
il gossip si è sostituito alle proposte e alle informazioni sulle vere problematiche degli italiani.
tutto questo cicaleccio serve solo ad erigere cortine fumogene.

domenica 15 aprile 2018

Lazio quale governo?


Lazio quale governo?
ecco Nicola Zingaretti, neo-governatore laziale del Pd, che disegnava la geometria alternativa a quella visibile dopo il voto nazionale. “Modello Lazio”, si era detto: cioè un Pd vincitore e non vinto che, pur senza maggioranza, andava a cercare il dialogo con i Cinque stelle e gli alleati nel campo della sinistra-sinistra già amica in campagna elettorale, e cioè presso Leu, creatura anch’essa ammaccata dal voto. 
E i Cinque stelle che, sul piano nazionale, con Luigi Di Maio, dovevano acconciarsi a guardare a destra, nel Lazio potevano restare sulla linea che pareva la via prescelta la notte del 5 marzo, poi resa impervia dal niet renziano: cercare una sponda nel Pd “derenzizzato”. Le difficoltà, per Zingaretti, nel frattempo uscito allo scoperto con la candidatura alle future primarie del Pd, al grido di “il modello è l’Ulivo”, sembravano legate alle possibili mosse degli avversari di centrodestra, molto divisi ma anche determinati a sfruttare la situazione di non-maggioranza zingarettiana. L’intoppo, come nell’evocato “modello Ulivo” che Zingaretti ha come faro nella battaglia interna al Pd, nasceva dalla costola sinistra: “Il patto è sciolto, via dalla giunta”, dicevano i Liberi e Uguali. Motivo scatenante: il dissenso interno a Leu sul nome del possibile assessore al Lavoro, e il non intervento di Zingaretti. Fallita al momento la mediazione di Pier Luigi Bersani, l’appoggio esterno restava comunque assicurato dai buoni rapporti Zingaretti-Daniele Ognibene, consigliere regionale mdp (molto rumore per nulla?). Intanto il governatore dava il via alle consultazioni regionali (prima in lista: Roberta Lombardi).Ilfoglio.it

La bufala
Ci si meraviglia se i potenti litigano, prima si ammazzavano per potere comandare ora discutono e si insolentiscono per le poltrone.
E’ tutto normale!

tassa patrimoniale per riequilibrare le disuguaglianze


tassa patrimoniale per riequilibrare le disuguaglianze
13 aprile 2018 - Una tassa patrimoniale per riequilibrare le disuguaglianze: secondo l’Ocse, in Italia è l’unica soluzione per arginare le differenze tra le classi. Nel rapporto “The Role and Design of next wealth taxes”, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico indica i Paesi in cui negli ultimi anni le disuguaglianze sono cresciute maggiormente e l’Italia è tra i Paesi in cui il divario è più evidente.
Negli ultimi dieci anni, infatti, nel nostro Paese il 43% delle ricchezze si è concentrato nel 10% della popolazione e, secondo l’organizzazione francese, l’introduzione della tassa patrimoniale servirebbe a ridurre il gap in maniera veloce.
Tra gli altri Paesi presi in esame (Australia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Canada e Regno Unito), dal rapporto è emerso che, oltre all’Italia, anche nei Paesi Bassi, nel Regno Unito e negli Stati Uniti, la concentrazione di ricchezza degli ultimi anni si è riversata tutta nella fascia più “alta” della popolazione.
Esaminando l’utilizzo della tassa patrimoniale, l’Ocse ha analizzato l’applicazione della tassa sulla ricchezza netta, evidenziando che potrebbe essere utile nei Paesi dove non esiste la tassa di successione e dove ci sono imposte basse sui redditi. Nel rapporto si legge che «una tassa sulla ricchezza netta potrebbe avere effetti distorsivi più limitati ed essere più giustificata se utilizzata per favorire la progressività nei Paesi dove l’imposta sui redditi personali è relativamente bassa. In pratica, ciò implica che nei Paesi con sistemi di imposizione duale, che tassano i redditi da capitale a tassi piatti (e spesso bassi) o in Paesi in cui i guadagni in conto capitale non sono tassati, ci può essere una giustificazione più forte a riscuotere un’imposta patrimoniale. E un’argomentazione simile può valere anche per i paesi che non impongono tasse di successione sulle eredità».
La possibilità dell’introduzione della patrimoniale ha allarmato sia Confindustria che Confedilizia, attraverso i rispettivi presidenti, Vincenzo Boccia  e Giorgio Spaziani Testa. Secondo Boccia, ci vorrebbe una riforma fiscale che aiuti «il mondo del lavoro, i lavoratori e le imprese e non i patrimoni delle persone». Spaziani Testa, invece, ribatte che «nel nostro Paese una patrimoniale c’è già, si chiama Imu-Tasi, vale 21 miliardi di euro l’anno».

LA bufala
Ma cosa serve una patrimoniale
Se i patrimoni se ne vanno via dai paesi senza tasse
Se le multinazionali pagano emno tasse che i piccoli contribuenti
Se la tobin tax riamne un sogno
Se i apesi europpei di fanno concorrenza per sgravare di tasse le multinmazionali

sabato 14 aprile 2018

Fondazione Agnelli. Treno in meno Macchine in più

Fondazione Agnelli.  Treni in meno Macchine in più

Egr. Direttore
vorrei commissionare alla Fondazione Agnelli questo studio: se cala il numero dei treni Regionali e se i treni Regionali costringono al cambio del convoglio ad ogni passaggio di regione aumenteranno le auto nelle nostre strade?
Distinti saluti
Cesare Fedeli


LA bufala
effettivamente ci sarei arrivato anch'io se il numero dei treni cala chi si vuole spostare userà l'auto e se i treni sono i freccia rossa costosissimi chi si vuole spostare userà l'auto semplicemente perché costa meno almeno viaggiando in più persone.
Le illuminate politiche economiche hanno fatto scomparire il treno come servizio pubblico.

Fondazione Agnelli. Studenti in Meno.

Fondazione Agnelli.  Treno in meno Macchine in più

13 aprile 2018   Meno studenti e dunque meno classi e meno insegnanti, in tutta Italia. È lo scenario del prossimo decennio che per la scuola italiana prospettano le elaborazioni della Fondazione Agnelli, a partire dai dati Istat sull'evoluzione demografica. In particolare, in Italia, secondo l'approfondimento disponibile sul sito della Fondazione Agnelli da oggi, la popolazione in età scolare fra i 3 e i 18 anni (dalla scuola dell'infanzia alla secondaria di II grado) che oggi è di circa 9 milioni, fra 10 anni, nel 2028, sarà scesa a 8 milioni.   La diminuzione della popolazione studentesca, pertanto, investirà nei prossimi 10 anni in modo progressivo e differenziato tutte le regioni del Paese, a partire dalla scuola dell'infanzia e dalla primaria, con conseguenze anche sugli organici del corpo insegnante.   - fondazione agnelli

LA bufala
effettivamente ci sarei arrivato anch'io se il reddito cala cala anche il numero di chi, abituato al benessere, si mette a fare figli 
Anche gli immigrati si sa se ne vanno dall'Italia perché non c'è più lavoro e con loro i loro figli.
Le illuminate politiche economiche lo hanno fatto scappare.



Consultazioni. Intervento Mattarella

Egr. direttore
ma c'è la necessità che intervenga il capo dello Stato per sollecitare la formazione del nuovo governo?
Coloro che vincono le elezioni non capiscono che devono trovare un accordo per rispondere al loro elettorato.
Il vero statista si vede da qua alle prossime di sicuro i vincitori non prenderanno ancora i loro voti?
Distinti saluti
Cesare Fedeli


LA bufala
i tempi della politica sono lunghi perché le ambizioni dei protagonisti sono smisurate

giovedì 12 aprile 2018

Giornalisti indipendenti?

Egr. direttore
è bellissimo vedere il sorriso ironico di giornalisti indipendenti quando parla un rappresentante di una componente politica a loro non gradita.
Dal sorriso traspare la loro imparzialità e fa presupporre quale sia la loro corretta informazione.
Io a tal punto spengo la tv
Distinti saluti
Cesare Fedeli


LA bufala
e poi si lamentano se i giornali vendono meno copie.

Fondi pensione. Quali opportunità?


Fondi pensione. Quali opportunità
Le adesioni ai fondi pensione continuano ad aumentare. Nei nove mesi del 2016, stando ai dati Covip, gli iscritti sono saliti del 5,3% a quota 7,6 milioni. Una buona notizia per i gestori previdenziali che continuano a vedere crescere le proprie masse, salite a 146,4 miliadi di euro (in base agli ultimi dati aggiornati a fine settembre 2016), con un aumento del 4,5% da fine 2015, anche se restano comunque bassi rispetto al Pil (10%). La strada è infatti ancora lunga per arrivare a una completa copertura dei lavoratori italiani, che sono circa 22 milioni. E soprattutto c’è ancora molto lavoro da fare per diffondere una maggiore cultura finanziaria nel Paese, come emerge dal primo censimento condotto da Banca d’Italia, Consob, Covip, Ivass, Feduf e Museo del Risparmio sulle iniziative di educazione finanziaria svolte nel triennio 2012-14.
E la situazione appare allarmante in tema previdenziale perché la stampella pubblica, che per anni ha garantito pensioni legate al generoso sistema retributivo, oggi è venuta meno. Non sorprende dunque che il citato censimento delle quattro Autorithy rileva che «pur percependo la necessità di dover integrare la pensione pubblica, gli italiani ricorrono poco alla previdenza complementare poiché ne ignorano anche gli aspetti di funzionamento basilari, per esempio i benefici fiscali riconosciuti». Tra questi c’è l’esenzione dall’imposta di successione. (nel caso di decesso dell’iscritto prima della pensione i capitali accumulati vanno agli eredi o ad altre persone designate da quest’ultimo senza applicazione delle imposte di successione).
A riprova ci sono i rendimenti. In generale i fondi pensione hanno dato buona prova di sè su questo fronte negli ultimi anni. E anche il 2016, un anno certamente non banale dal punto di vista finanziario, non ha fatto eccezione.
In base alla rilevazione effettuata da MF-Milano Finanza, che ha raccolto un’anticipazione dei risultati della gestione dei fondi pensione negoziali operativi in Italia (un campione che copre oltre l’80% del mercato), nel 2016 il rendimento medio si è attestato al 2,6% netto a fronte della rivalutazione dell’1,49% netto del Tfr in azienda. A confronto i fondi comuni italiani hanno segnato nel 2016 un rendimento dell’1,75% (Indice generale Fideuram). Peraltro, gli stessi gestori dei fondi comuni gestiscono anche i mandati dei fondi negoziali.
Il comparto Dinamico di Cooperlavoro (il fondo pensione dei lavoratori delle cooperative), il migliore con una performance del 6,13% (confermando il rendimento medio annuo composto del quinquennio 2011-2015 pari al 6,47%), è gestito da Pioneer Sgr. Seguono in classifica le linee Crescita ed Equilibrio (gestite da Pioneer ed Edmond De Rothschild Asset Management), entrambe di Fondaereo (il fondo dei pioti e assistenti di volo), che hanno fatto, rispettivamente, il 6,12% e il 5,54%. Come emerge dalla tabella qui sopra, una decina di linee hanno registrato nel 2016 rendimenti oltre il 5%. Quanto ai fondi pensione aperti, il rendimento medio 2016 degli oltre 250 comparti sul mercato è stato dell’1,76%, con picchi di oltre il 6% (vedere tabella che segue a fine paragrafo), come il caso di Azimut Previdenza Comparto Crescita che nei 12 mesi ha reso il 7,68%. Per i Pip, i piani individuali pensionistici, non è ancora possibile effettuare il bilancio del periodo perché i rendimenti delle gestioni separate non sono disponibili in corso d’anno mentre quelli delle unit linked di ramo III si sono attestati al -0,1% nei nove mesi del 2016.intermediachannel.it

LA bufala
Ma i fondi pensione garantiscono un reddito minimo?
Se le performance le fanno i fondi con componente azionaria, nel caso di crollo del mercato azionario cosa viene intasca al conferente: Nulla?

mercoledì 11 aprile 2018

Nuovo governo previsioni 5 stelle Pd


Nuovo governo previsioni 5 stelle Pd

Accordo Pd-5 Stelle, i democratici si spaccano

Il partito Democratico sta ancora discutendo animatamente al suo interno con due fazioni opposte e ben precise: chi apre ad un possibile accordo con Di Maio e chi esclude categoricamente questa ipotesi.
Tra le file dei prime c’è il ministro Franceschini: “Va contrastata l’ipotesi di un governo Lega e Cinque stelle. Dobbiamo evitare per il bene per il Paese che accada. Se nasce un governo sovranista di lunga durata, si fanno la legge elettorale e si votano il presidente della Repubblica.
Il punto non è fare un governo con il M5s, ma tenere aperto un dialogo con tutti, cercare di costruire un rapporto perché i rapporti in politica si condizionano anche stando in minoranza, dipende da come la fai”. Di tutt’altro avviso il segretario reggente, Maurizio Martina: “Lo scenario vede il Pd attestato sulla linea decisa in direzione. Il giudizio severo del 4 marzo ci impone una riorganizzazione profonda, non siamo noi a poter esprimere una opzione di governo.Non possiamo immaginare la strada proposta da Di Maio, la sua è una logica irricevibile. Pd e Lega non sono certo interscambiabili – ha precisato -. Denunciare questo non significa essere indifferenti a quello che accade. Dobbiamo interpretare fino in fondo una posizione onesta e limpida, dicendo chiaramente che noi siamo parte di un’iniziativa che si svilupperà per le vie parlamentari, senza stare alla finestra. Di Maio pensa che noi e la Lega possiamo essere interscambiabili. È una logica che rifiutiamo”.

Nuovo governo previsioni Centro destra

Nuovo governo previsioni Centro destra 

Nuovo governo, Salvini: “Chiamerò Di Maio”
Poche ore prima dell’ultima uscita di Di Maio, Salvini aveva parlato così a margine di un comizio: “Chiamerò Di Maio e gli chiederò un incontro volentieri, sulla disponibilità a venirci incontro per fare ciò che gli italiani chiedono di fare. Al di là dei veti o delle simpatie, facciamo qualcosa o no? Se la risposta è no, i numeri sono numeri, si torna al voto”. Pieno accordo tra i due almeno sulla contrarietà all’ipotesi di un governo condotto da un terzo soggetto: “Premier terzo? Quarto, quinto, dodicesimo, ma chi lo vota? I voti in Parlamento da dove arrivano? Dal centrodestra e io immagino dai Cinque stelle, se vogliono ragionare seriamente”.


Nuovo governo previsioni 5 stelle


Nuovo governo previsioni 5 stelle

E’ di queste ore un’indiscrezione che arriva dal Quirinale e che vorrebbe il presidente Mattarella deciso dopo il secondo giro di consultazioni ad affidare il governo alla coppia Lega – Movimento 5 Stelle a patto che Salvini e Di Maio la smettano col gioco di questi giorni dei veti incrociati. Domani inizierà il secondo giro di consultazioni e dunque l’ipotesi più concreta è quella di un incarico esplorativo affidato ad uno dei due leader o in alternativa al presidente della Camera Roberto Fico o a quella del Senato Elisabetta Casellati. Quest’ultima sarebbe la soluzione “istituzionale” qualora non si trovasse l’accordo sul nome del presidente del Consiglio tra 5 Stelle e Lega.
Nuovo governo, consultazioni, ultime novità: Di Maio tiene aperte tutte le ipotesi, anche col PD
Detto che i tempi saranno comunque ancora lunghi anche perché ci sarà da vedere l’esito delle Regionali in Molise e in Friuli registriamo le parole di Luigi Di Maio che non chiude a nessuna ipotesi: “Incontro con Salvini? Vediamo. Ma se dobbiamo farlo per dirci Berlusconi sì, Berlusconi no, non serve. Io non voglio far saltare il tavolo, né con la Lega, né con il Pd. E voglio agevolare il lavoro del presidente della Repubblica nel trovare una maggioranza. Il classico terzo uomo, non votato da nessuno, non lo vogliono gli italiani”.


martedì 10 aprile 2018

Elezioni Molise I candidati


Elezioni Molise I candidati
Al momento sono tre i candidati che hanno ufficializzato la loro presenza alle elezioni regionali in Molise. Vediamo allora nel dettaglio chi sono e da quali partiti o liste sono appoggiati.
Carlo Veneziale - Partito Democratico, Molise 2.0, Molise di Tutti, Liberi e Uguali e Unione per il Molise
Donato Toma - Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Lega Salvini Molise, Unione di Centro, Movimento Nazionale per la Sovranità, Orgoglio Molise, Popolari per l’Italia e Iorio per il Molise
Andrea Greco - Movimento 5 Stelle
Agostino Di Giacomo - CasaPound
Alla fine si è arrivati alla scelta condivisa da parte di tutto il Centrosinistra di candidare l’attuale assessore Carlo Veneziale.
La scelta del Centrodestra è ricaduta su Donato Toma, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Campobasso.
Nel Movimento 5 Stelle gli attivisti hanno scelto come candidato Andrea Greco che, con 212 preferenze, alla fine ha avuto la meglio su Patrizia Manzo che invece si è fermata a 154 voti.
A completare questo poker di candidati per la Regione Molise è CasaPound, lista ammessa dopo che era stata data come in bilico, che ha deciso di puntare su Agostino Di Giacomo.
I sondaggi
Alle prossime elezioni regionali in Molise si voterà con una nuova legge elettorale: si tratterebbe di un sistema di voto proporzionalesenza la possibilità del voto disgiunto. La cosa più importante è il premio di maggioranza (12 consiglieri su 20) per il candidato che arriva primo.
Chi prenderà un voto più degli altri avrà quindi garantita la governabilità. Particolare questo non di poco conto visto che al momento, così come un po’ in tutta Italia, anche il Molise sembrerebbe essere perfettamente spaccato in tre tronconi.
L’istituto Euromedia Research ha così ipotizzato l’attuale situazione in Molise.
Centrodestra - 37,8%
Movimento 5 Stelle - 37,7%
Centrosinistra - 26,6%
Per Euromedia quindi ci sarebbe un serrato testa a testa tra il centrodestra e il Movimento 5 Stelle, con il centrosinistra invece apparentemente più staccato e fuori dai giochi.

ELEZIONI REGIONALI FRIULI 2018. CANDIDATI


ELEZIONI REGIONALI FRIULI 2018.  CANDIDATI
Sono in tutto cinque le candidature presentate. In gara ci sono Sergio Bolzonello per Partito Democratico, Cittadini, Slovenska Skupnost e Open; Massimiliano Fedriga per Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Progetto Fvg e Autonomia Responsabile; Isa Dorigo per Aquila del Friuli; Alessandro Fraleoni Morgera per Movimento 5 Stelle e Sergio Cecotti per Patto per l’Autonomia.
Come si può notare da questo elenco dei candidati e delle liste di appoggio, Debora Serrachiani ha scelto di rinunciare a correre per un secondo mandato.
A seguito della rununcia della Serracchiani, il PD ha dovuto trovare un nuovo candidato. L’unico a presentarsi è stato proprio Bolzonello, ex sindaco di Pordenone e attuale vicepresidente della regione.
Gli ultimi sondaggi sulle elezioni regionali Friuli Venezia Giulia hanno confermato il primato di Fedriga che, con il CentroDestra, otterrebbe il 49% dei consensi, seguito da Morgera con il 25% e Bolzanello con il 21%. Questi sono i dati condivisi a fine marzo dal sito Affari Italiani.
Secondo l’ultimo sondaggio di Twing per le elezioni regionali dei Friuli, il CentroDestra avrebbe il 35,1%, il CentroSinistra 34,6%, il M5S 25,1% e il Centro 4,2%. Come spesso avviene, però, tutto potrebbe essere deciso nelle ultime settimane di campagna elettorale. 

Nuovo governo. Governo del Presidente

  • Altro scenario sarebbe quello di un "Governo del Presidente", con Mattarella che cercherebbe in extremis di salvare una Legislatura che inizia di naufragare appena partita, provando a dare l'incarico a una personalità "neutrale" e di alto profilo, la quale avrebbe il compito di incassare la fiducia parlamentare di più partiti possibili per dare vita a un Governo. Esso rimarrebbe in carica in attesa di una nuova Legge elettorale e avrebbe il compito di varare la prossima legge finanziaria, provando a traghettare il Paese a nuove elezioni politiche, magari da tenersi nella seconda parte del 2019, dopo le elezioni europee, che sarebbero un banco di prova per tutti gli schieramenti prima di cimentarsi in un nuovo voto politico.

Nuovo governo PD e il centrodestra.

  • Altro scenario vedrebbe invece la marginalizzazione del M5S, con un'alleanza fra il PD e il centrodestra. Anche questa è ipotesi è di difficilissima attuazione, in particolare per la pressoché impossibile coesistenza fra la Lega e il PD. Tale ipotesi sarebbe comunque, guardando ai numeri, una sorta di "inversione dei ruoli" rispetto a quello che era accaduto all'inizio della scorsa Legislatura, quando era il PD il socio di maggioranza di un Governo (quello di Enrico Letta) a cui l'allora PDL partecipò con alcuni ministri.

Nuovo governo Movimento 5 Stelle Pd e Liberi e Uguali

  • Altro scenario, di tutt'altra natura politica, porterebbe il Movimento 5 Stelle ad allearsi con le forze progressiste, nello specifico con il Pd e con Liberi e Uguali. Dentro al PD molti non sono d'accordo con questa ipotesi, e anche in Liberi e Uguali parecchi storcono il naso; peraltro essere "soci di minoranza" in un Governo pentastellato non sarebbe certo positivo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Nuovo governo Movimento 5 Stelle e Lega

  • Lo scenario di cui più si parla in queste settimane è quello della possibile alleanza fra Movimento 5 Stelle e Lega. Un'ipotesi che avrebbe delle conseguenze cataclismatiche nel centrodestra: i 5 Stelle infatti non vogliono aver niente a che fare con Forza Italia (e la cosa pare essere reciproca). Una rottura fra Salvini e Berlusconi, peraltro porterebbe anche Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni a non seguire i leghisti e a restare invece fedele all'alleanza con l'ex Cavaliere. Uno scenario di questo tipo avrebbe molte incognite, fra le quali la scelta del nome del nuovo Premier. I 5 Stelle non sembrano intenzionati a sostenere nessuno al di fuori di Luigi Di Maio: davvero Salvini può permettersi di sostenere un Esecutivo del genere senza perdere voti?

Spread e nuovo governo?

Che fine ha fatto lo spread? Chi si aspettava un post elezioni con fuochi d’artificio sui mercati è rimasto deluso. Invece di salire, il temibile indicatore che provocò ben noti mal di pancia agli italiani in passato sembra essersi preso un periodo di ferie, o perlomeno ha perso la grinta di un tempo. Dal 5 marzo, giorno dopo le elezioni, ad oggi 6 aprile, è addirittura sceso passando da quota 144 a quota 128, un benevolo ammorbidimento della differenza tra i tassi dei nostri Btp e quelli dei solidi Bund dell’11 per cento.

Le spiegazioni che danno gli operatori sono molteplici: alcuni attribuiscono il freno al timore di interventi anti speculativi del tandem Bankitalia-Bce; altri dicono che c’è tanta liquidità in giro e che dall’estero oggi in Italia ci sono buone opportunità di investimento nelle aziende e che dello spread i private bankers non se ne curano; alcuni broker particolarmente politicizzati e radicali teorizzano che il sistema Italia è talmente ingessato che l’esito delle forze anti-sistema alle recenti elezioni non può far altro che portare una ventata di novità e che dunque non si metteranno mai “short” sul Belpaese per disturbare il manovratore.larepubblica 6.4.2018

lunedì 9 aprile 2018

Magnifico Rettore Facoltà di Farmacia. Quesito


Egregio Magnifico Rettore Facoltà di Farmacia
un suo simpatico professore adotta questo schema per fare gli esami.
Primo appello In primis prova scritta che viene superata da una buona parte degli allievi
secondo dopo una settimana 10- 15 giorni con comodo correzione globale
dopo altra settimana 10 giorni con comodo orali nei quali i candidati una ventina vengono divisi in due gruppi per difficoltà di avere una aula per un tempo più lungo di un paio d’ore.
quindi altri 7- 10 giorni per accedere agli orali del secondo gruppo dove vengono regolarmente bocciati un numero esagerato di candidati.

Uno spostamento dell'appello è normale perché c'è sciopero dei Tram perché manca l'aula per gli esami.
Secondo appello si ripete in egual misura con uguali risultati: promozione agli scritti bocciatura agli orali fino a quando si andrà avanti.
Questo è un ottimo metodo secondo lei di istruire gli allievi? Lei come rettore cosa pensa di fare: forse  dare un premio di produttività per l'aumentato introito degli iscritti fuori corso?
Distinti saluti
Cesare Fedeli

LA bufala
i metodi didattici non si discutono.
Si sa che i professori universitari hanno subito selezioni durissime per accertare la loro competenza professionale.
Sono le colonne portanti della ricerca e sostegno della nazione.

Proventi da iscrizioni a Maratona. soggetti al fisco?

Egr.  direttore 
volevo sapere e le tasse di iscrizione dei 10000 concorrenti circa della maratona di Milano a €50  di iscrizione fanno €500000  sono soggette a tassazione perché noi comuni mortali per manifestazioni benefiche
dobbiamo fare una denuncia alla guardia di  Finanza e  pagare il 10% degli introiti.
Distinti saluti 
Cesare Fedeli

La bufala
Per poche cose il fisco si muove .
Per grandi eventi è meglio rimanere defilati?
Per piccoli contribuenti grandi tasse e sanzioni per grandi contribuenti grandi sconti e contrattazioni sanzioni esenti.

Vitalizi Senato

A due mesi di distanza dal “passo” fatto dalla Camera, il Senato non si è ancora mosso. O, meglio, una riunione è stata convocata mercoledì scorso ma senza riuscire a trovare alcun accordo. Tutto è stato rimandato sia per permettere a tutti i gruppi di fare una loro proposta, sia perché - nel frattempo - la riforma di Montecitorio giace sotto una pioggia di ricorsi che - se accolti - trasformerebbero il taglio in un buco nell’acqua.E così, mentre gli ex deputati protestano, gli ex senatori dormono sonni tranquilli perché alla Camera alta l’eventuale allineamento a Montecitorio (tradizionalmente perseguito) è di là da venire.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-05-12/

Vitalizi Camera Ricorsi


Una ventina i ricorsi presentati dagli ex deputati contro la delibera Sereni con la quale dal 1° maggio di quest’anno è stato applicato un contributo di solidarietà triennale sui vitalizi di importo pari o superiore a 70mila euro lordi l’anno.
Portando tutto sommato a risparmi risibili. Nella lista ce n’è davvero per tutti i gusti (compresi alcuni senatori che pur non essendo “toccati” dal provvedimento si sono associati). E soprattutto di tutti i colori politici. Perché si sa, quando di mezzo ci sono i soldi non c’è ideologia che tenga. È un “uno per tutti, tutti per uno”. Nessuno dei ricorrenti, molti dei quali assistiti dall’avvocato ed ex parlamentare del Pdl Maurizio Paniz, è infatti intenzionato a mollare un centesimo. Così hanno deciso di andare allo scontro frontale. Sui singoli casi deciderà il Consiglio di giurisdizione della Camera, l’organo giurisdizionale presieduto da Alberto Losacco (Pd) e composto da Antonio Marotta (Alternativa popolare) e Tancredi Turco (Alternativa Libera) che ha il compito di dirimere le controversie fra ex deputati e l’amministrazione di Montecitorio.
Giuseppe Gargani percepisce un vitalizio pari a 6.039,96 euro netti al mese e l’applicazione del contributo di solidarietà proprio non è andata giù.
Ma Gargani non è che il primo dell’elenco. A Giuseppe Calderisii 32 anni a Palazzo gli hanno permesso di maturare – e incassare – un assegno da 5.459,46 euro netti al mese. Ad avercene. Ma niente, pure lui li vuole tutti, senza colpo ferire. Così come Antonio Bargone (Pci, Pds). Le 3 legislature sono valse all’avvocato brindisino, che in carriera ha ricoperto pure l’incarico di sottosegretario ai Lavori pubblici nel primo Governo Prodi e nel primo e secondo Governo D’Alema, un assegno da 3.931,21 euro netti al mese. Un piccolo taglio? Nemmeno a parlarne: così ha fatto ricorso. Sulla stessa lunghezza d’onda gli ex Dc Pietro Rende e Giuseppe Fornasari: tre legislature il primo e 4 il secondo che sono valse loro, rispettivamente, una pensione da 4.041,60 e 5.022,35 euro netti al mese. Che vogliono intascare tutta intera. Pensate che sia finita? Ci dispiace deludervi ma la risposta è no. Nella lista c’è infatti anche Teresio Delfino. Qualcuno se lo ricorderà visto che l’ex deputato centrista originario di Busca (Cuneo), è stato deputato per 6 legislature ma anche sottosegretario sia col Governo D’Alema I (Istruzione) sia con quello Berlusconi II (Agricoltura). Il suo assegno ammonta a 5.819,39 euro netti.
Quello di Giacinto Urso, colonna della Balena Bianca nel ventennio 1963-83, è invece di 5.472,11 euro netti mentre Carlo Felici, altro ex democristiano, sottosegretario all’Agricoltura del Governo Moro V, si deve “accontentare” di 4.499,09 euro netti. E guai a chi glieli tocca. Va meglio invece all’ex Dc e Forza Italia Angelo Sanza (dieci legislature e 5.882,70 euro netti); l’ex Pci-Pds Bruno Solaroli si ferma a 4.954,23 euro netti. Veniamo poi a Mario Gargano (Dc) e Maurizio Bertucci (FI-Udeur). Il primo, classe 1929, originario di Tagliacozzo (L’Aquila), è stato alla Camera fra il 1972 e l’83: tanto è bastato per portare a casa ogni mese 3.931,21 euro netti di vitalizio. La stessa identica cifra che percepisce Bertucci, a Montecitorio fra il ’94 e il 2006. Che dire poi di Mario Tassone (Dc, Udc) e Guido Alborghetti (Pci, Pds)? Per il primo, le 9 legislature a Montecitorio sono valse un vitalizio da 6.073,37 euro netti al mese; per Cursi invece 4 legislature e 4.852,36 euro netti. Anche Elena Montecchi ha una storia di sinistra (Pci, Pds, Ds), ma ciò non è bastato a frenarne la voglia di opporsi alla delibera Sereni, che va ad intaccare il suo assegno da 6.175,04 euro netti maturato tra il 1983 e il 2006. Più o meno lo stesso ragionamento fatto da Alfredo Zagatti (Pds), che per i suoi 9 anni alla Camera mette oggi in tasca 4.006,36 euro netti al mese. Chiudono la carrellata Fulvia Bandoli e Romana Bianchi Beretta. La prima, ex deputata di Sinistra Democratica, è stata a Montecitorio fra il ’94 e il 2008. Il suo assegno? 4.849,28 euro netti al mese. La Bianchi Beretta (Pci, Pds), classe ’44, 4 legislature alle spalle, incassa invece 5.010,50 euro netti. Beati loro. Ottobre 2017 Lanotizia.it

LA bufala
una volta Socrate beveva la cicuta per non mettere una legge in discussione.
Ora per un servizio prestato al partito che li ha messi in lista ed eletti (e non ai cittadini) si fa guerra allo Stato a suon di carte bollate.

Vitalizi Sentenza della Consulta sindacabilità delle decisioni


Vitalizi Sentenza della Consulta in tema di sindacabilità delle decisioni prese dai vertici delle Camere. La facoltà di regolare internamente le controversie è infatti legittima ma “per il personale interno, non nei rapporti giuridici verso terzi”. Questo dice la sentenza della Corte Costituzionale n. 262 depositata ieri, giudice relatore Giuliano Amato (che ha poi rimesso il mandato) e firmatario Niccolò Zanon, che tenta di fare chiarezza sull’autodichia.
Istituto questo molto controverso dell’ordinamento giuridico e del costume politico nazionale che consente agli organi citati in Costituzione di regolare i rapporti interni e le relative controversie unicamente tramite propri organi giurisdizionali, facoltà introdotta nella Carta a tutela della loro autonomia poi estesa e distorta nel tempo dagli occupanti del Palazzo, fino a renderla una sorta di “muro di gomma” con cui difendere ogni sorta di privilegio.
La sentenza riguarda un dipendente del Senato, il geometra Pietro Lorenzoni, che ha ingaggiato una lunghissima battaglia contro le istituzioni repubblicane per vedersi riconoscere una qualifica che gli organi interni hanno negato. Una classica causa di lavoro che avendo però come “luogo” del fatto un organo costituzionale atterrava sempre sul muro di gomma delle commissioni interne. Da qui l’idea di portare il quesito in Cassazione che lo rimette alla Suprema Corte che lo accoglie con una pronuncia sempre a suo sfavore che pone però dei paletti all’uso e all’abuso dell’autodichia, promettendo di rivoluzionare prassi inveterate come gli appalti senza gara, le delibere di presidenza senza appello, le elargizioni riconosciute o tolte al chiuso di una stanza.
Ma il terreno su cui può determinare subito effetti è proprio quello dei vitalizi. Se il ricorso esclusivo agli organi giurisdizionali è legittimo per i dipendenti ma non verso terzi si pone il tema della corretta collocazione di deputati e senatori, cioé i beneficiari delle intoccabili prebende. Perché non v’è dubbio che non siano dipendenti delle Camere, almeno secondo un’interpretazione logica che non mancherà di trovare dei fini giuristi. Ergo, neppure le modifiche al regolamento delle Camere in materia di vitalizi sarebbero poi insindacabili e al riparo da bocciature della Consulta. ilfattoquotidiano.it/2017/12/14.

LA bufala

La consulta mette al sicuro le decisioni interne prese nei confronti dei deputati e Senatori.
Ma l'estensore non era un deputato che può trarre vantaggio diretto da questa sua decisione? 


Vitalizi Piemonte


Salve le casse della Regione dal rischio di dover ripristinare i vitalizi dei 39 ex consiglieri di Palazzo Lascaris che si erano opposti al taglio deciso dall'ente con la legge approvata dalla Giunta regionale il 15 dicembre 2014. Il tribunale civile ha respinto questa mattina il loro ricorso.  
Nel lungo elenco di ex politici firmatari del ricorso compaiono Rolando Picchioni, l’ex Presidente della Regione Enzo Ghigo e un paio di nomi coinvolti in Rimborsopoli: Angelo Burzi e Giampiero Leo, entrambi assolti.
Il ricorso davanti alla sezione Lavoro era stato depositato il 4 marzo 2017. I 39 ex consiglieri avevano sollevato una eccezione di costituzionalità in riferimento alla legge con cui la Giunta regionale, nel dicembre di tre anni fa, decise la riduzione dell’assegno vitalizio ai consiglieri della IX o delle precedenti legislature a partire dal 1° gennaio 2015. E dopo una lunga battaglia legale devono pagare anche le consistenti spese di giudizio, in tutto 25mila euro. 
Gli stipendi mensili lordi sono stati ridotti secondo percentuali progressive: del 6 per cento fino a 1.500 euro; del 9 per cento per i vitalizi fino a 3.500 euro; del 12 per cento fino a 6.000 euro lordi mensili; e del 15 per cento oltre i 6.000 euro. E così resteranno.  Un’ulteriore decurtazione del 40 per cento ha riguardato infine i titolari di un altro assegno vitalizio riconosciuto dal Parlamento.Repubblica.it 22.12.2017