giovedì 28 febbraio 2019

Elaborazioni Coldiretti su allarmi alimentari in Italia nel 2018

Black list cibi pericolosi: un allarme al giorno nel 2018, il 78% da export
Nel 2018 in Italia è scoppiato più di un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 398 notifiche inviate all’Unione Europea durante l’anno. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf) divulgate in occasione della presentazione delle nuove norme sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio.

LA BLACK LIST CIBI PIÙ PERICOLOSI

Pesce dalla Spagna per mercurio (24 notifiche) e infestazione di Anisakis (14)

Ostriche vive dalla Francia per Norovirus (23)

Pollo dalla Polonia per Salmonella enterica (8)

Pesce dalla Francia per Anisakis (8)

Nocciole dalla Turchia per aflatossine (7)

Cozze dalla Spagna per Escherichia Coli (7)

Arachidi dall’Egitto per aflatossine (6)

Manzo refrigerato dal Brasile per Escherichia Coli-Shigatoxin (6)

Nocciole da Azerbaijan per aflatossine (6) 10. Pollo dal Brasile per Escherichia Coli-Shigatoxin (6)

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su allarmi alimentari in Italia nel 2018 (RASSF)

Candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Valter Boero Popolo della Famiglia.

Candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Valter Boero Popolo della Famiglia.
Valter Boero. Docente universitario, ex consigliere comunale a Torino e presidente per il Piemonte del Movimento per la Vita, correrà per il Popolo della Famiglia.

candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Paolo Zangrillo centrodestra (forse?)

candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Paolo Zangrillo centrodestra (forse?)

Il recente vertice a tre di Palazzo Grazioli, alla presenza di Berlusconi, Salvini e della Meloni, ha rinsaldato la coalizione di centrodestra: dai rumors che hanno seguito l’incontro, spetterebbe a Forza Italia indicare il candidato per le regionali in Piemonte.Inizialmente sembrava probabile la scelta di Alberto Cirio, attualmente eurodeputato tra le fila di Forza Italia, ma ci sarebbe una rallentamento tanto che gli azzurri potrebbero propendere per il loro commissario regionale Paolo Zangrillo.

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candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Giorgio Bertola Movimento 5 Stelle

candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Giorgio Bertola Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle invece ha individuato il candidato governatore tramite il consueto voto online: sarà l’attuale consigliere regionale Giorgio Bertola che si è nettamente imposto rispetto agli altri candidati.


candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Sergio Chiamparino pd

candidati alla Presidenza della Regione Piemonte Sergio Chiamparino pd
Il governatore in carica Sergio Chiamparino, dopo una titubanza iniziale, a settembre ha annunciato la sua disponibilità a ripresentarsi. La palla però ora passa al Partito Democratico e alla coalizione di centrosinistra: sono diversi i partiti, movimenti e liste civiche già pronte ad appoggiare il governatore.

ecobonus da 1.500 a 2.500 euro

ecobonus da 1.500 a 2.500 euro
Possono invece beneficiare dell’ecobonus da 1.500 a 2.500 euro(con rottamazione) per le vetture con emissioni fra 21 e 70 g/km, che sono fondamentalmente quelle ibride plug-in, cioè con batterie ricaricabili pure alla presa di corrente domestica. Anche in questo caso il prezzo di listino non deve superare i 54.900 euro e l’elenco include: Audi A3 Sportback e-tron (da 39.700 euro di listino), BMW Serie 2 Active Tourer (da 38.400 euro), Hyundai Ioniq Plug-in (da 35 mila euro), Kia Niro PHEV (da 36.600 euro) e Optima (da 44 mila euro), Mini Countryman Cooper S E (da 39 mila euro), Mitsubishi Outlander PHEV MY19 (da 49.900 euro) Toyota Prius (da 29.500 euro) e Prius Plug-in (da 41.500 euro).ilfattoquotidiano.it

LA bufala
cosa succederà il 1 marzo 2019, ci saranno cambiamenti?

ecobonus da 4 a 6 mila euro

ecobonus da 4 a 6 mila euro
Possono invece beneficiare dell’ecobonus da 4 a 6 mila euro (con rottamazione) i modelli come la BMW i3 (con prezzi da 39 mila euro di listino), Citroën C-Zero (da 30.700 euro), e-Berlingo (da 33 mila euro) ed e-Méhari (da 27.300 euro), Hyundai Ioniq (da 38 mila euro), Kona (da 37.500 euro) e Soul EV (da 37 mila euro). Ma anche Mitsubishi i-Miev (da 29.900 euro), Nissan e.NV200 Evalia (da 42.900 euro) e Leaf (da 33 mila euro), Peugeot iOn (da 28.300 euro), Renault Zoe (da 25.800 euro batterie a noleggio escluse), Smart Fortwo EV (da 24.200 euro), Fortwo cabrio EV (da 27.500 euro) e Forfour, da 24.600. Infine, ne godono Volkswagen e-Golf (da 40.100 euro) ed e-Up!(da 27 mila euro).ilfattoquotidiano.it


LA bufala
cosa succederà il 1 marzo 2019, ci saranno cambiamenti?


Ecobonus ed Ecotassa

Ecobonus ed Ecotassa

L’1 di marzo entreranno (anzi, dovrebbero entrare, più sotto i dettagli) in vigore Ecobonus ed Ecotassa: come comportarsi, se si sta valutando l’acquisto di una macchina nuova? Prima di entrare nel merito della questione, un piccolo ripasso.
in ogni caso si tratta, rispettivamente, degli incentivi per chi compra un’auto a basse emissioni : 4.000 euro di agevolazione se si compra un’auto con emissioni di CO2 fra 0 e 20 g/km, 1.500 euro fra 21 e 70 g/km, che diventano 6.000 e 2.500 se si rottama un’auto Euro 1, Euro 2, Euro 3 o Euro 4
Tassa aggiuntiva per auto al di sopra dei 161 g/km di CO2 al km si paga un sovrapprezzo compreso fra 1.100 e 2.500 euro - a scaglioni - per le auto al di sopra dei 161 g/km.
Che convenisse aspettare il 1° di marzo per immatricolare un'auto nuova con emissioni massime di CO2 pari a 70 g/km era chiaro fin dalla fine dello scorso anno, quando si è iniziato a parlare di Ecobonus ed Ecotassa.
https://it.motor1.com/news/304211/ecoincentivi-auto-2019-cosa-fare/

LA bufala
cosa succederà il 1 marzo 2019, ci saranno cambiamenti?





mercoledì 27 febbraio 2019

presidente ALER bresciano lavori a Cremona

Il consigliere regionale del Pc Matteo Piloni con una lettera indirizzata al Presidente dell’Aler di Brescia-Cremona e Mantova, il dottor Bianco Bertoldo Albano, chiede di accelerare i tempi per l’avvio, non ancora avvenuto, dei lavori già programmati e finanziati degli alloggi di via Fratelli Bandiera 3 e 5, a Cremona.cremonaoggi.it

LA bufala
il presidente bresciano deve dare priorità a lavori nel comune di Cremona?

ad investire si rischia?

Egregio direttore
le riviste specializzate consigliano di aspettare gli Ecobonus per comprare un'auto nuova. se uno deve fare dei lavori in casa e sente il preventivo del geometra si rente conto che i lavori costano meno delle pratiche burocratiche . La nuova ristrutturazione inoltre può provocare l'intervento del catasto con relativo aumento delle rendite .
Tutti si lamentano che gli investimenti calano, ma ad investire si rischia di pagare di più che rimanere fermi.
distinti saluti
Cesare Fedeli

martedì 26 febbraio 2019

Membri del Parlamento europeo - Italia Circoscrizione II - Nord orientale AFFRONTE Marco

Membri del Parlamento europeo - Italia Circoscrizione II - Nord orientale
AFFRONTE Marco Movimento 5 Stelle - EFDD Membro commissioni: Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare; Pesca Membro delegazioni: Commissione parlamentare mista UE-Turchia; Commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione (SAPC) UE-Albania Tel.: +32(0)2 28 45711 (Bruxelles) E-mail: marco.affronte@ep.europa.eu Sito web: www.marcoaffronte.it
europarl.europa.eu

Trenitalia socio in Alitalia

Egregio direttore
Sono molto preoccupato del fatto che Trenitalia possa entrare in Alitalia. Ad esempio, Noi tutti sappiamo che non esiste un treno regionale che vada da Milano a Venezia direttamnete ; bisogna cambiare a Verona. Quindi se Trenitalia entrerà in Alitalia per andare da Milano a Roma ci farà cambiare due volte se non vogliamo prendere una tariffa business?
Distinti saluti
Cesare Fedeli

un numero notevole di liste aiuta la governabilità?

Egregio direttore
assistiamo nelle elezioni amministrative che i candidati sono sostenuti da un numero notevole di liste. Ma questa proliferazione di liste aiuta la governabilità? Se non la aiuta perché si consente la presentazione di una lista con un basso numero di soci presentatori? Basterebbe aumentare il numero dei soci presentatori al fine di consentire che la lista possa presumibilmente esprimere dei candidati negli organi amministrativi e la governabilità sarebbe assicurata .
distinti saluti
Cesare Fedeli

LA bufala
no, ma accontenta tutti i capopopolo locali

listone europeista o lista PD

Quanti voti può valere davvero un listone europeista?

Non sappiamo ancora se sarà sulla scheda delle prossime elezioni europee, ma il “listone” europeista promosso da Carlo Calenda ha animato nelle ultime settimane il dibattito interno e intorno al Partito democratico. L’idea di Calenda, si sa, è quella di presentare al voto del 26 maggio un’unica lista che tenga insieme il Pd ma anche altri soggetti, come +Europa e forse Italia in Comune 
di Federico Pizzarotti, all’insegna dell’europeismo 
e dell’alternativa al governo legastellato.
espresso.repubblica.it

La bufala
listone europeista o lista PD? la soluzione di questo enigma comporterà la fine dei problemi italiani?

cardinale George Pell, riconosciuto colpevole di violenza sessuale

Il cardinale George Pell, tesoriere e numero tre del Vaticano, è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale nei confronti di due tredicenni. È stato condannato per crimini sessuali contro minori in Australia, diventando il più alto funzionario della Chiesa cattolica condannato in un caso di pedofilia. Rischia 50 anni di carcere. "Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le le misure cautelari già disposte nei confronti del Cardinale. Ossia il divieto in via cautelativa dell'esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età". Lo ha reso noto il portavoce Alessandro Gisotti, sottolineando che "la Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal Presidente della Conferenza Episcopale Australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del Cardinale George Pell". repubblica.it

Greenpeace

alcune aziende hanno iniziato a riconoscere la loro responsabilità nella crisi ambientale dell’inquinamento da plastica.

Una buona notizia? Non del tutto...

Nessuna ha obiettivi concreti di riduzione della produzione di imballaggi e di investimento in sistemi di consegna alternativi. Di fatto, aziende come Nestlè, Unilever, Coca-Cola, Ferrero e San Benedetto continuano a nutrire l’orribile mostro di plastica che hanno creato e che sta divorando il mare.

Una brutta notizia? Sì, ma c’è ancora speranza!

Al contrario di questi grandi inquinatori,
incuranti dell’impatto ambientale dei loro packaging usa-e-getta,
noi di Greenpeace abbiamo piani concreti.

COOPI

COOPI.

Una volta al mese sceglieremo per te le notizie più importanti dai nostri progetti e gli appuntamenti da non perdere.

Da oltre 50 anni siamo presenti lì dove c'è fame, guerra e sfruttamento per aiutare le persone in difficoltà a rialzarsi e diventare il vero cambiamento per la propria comunità.

lunedì 25 febbraio 2019

Elezioni tutti i mesi?

Ci sono elezioni tutti i mesi.
Quando c'è tempo per ammnistrare il paese?
MAi.
Bisogna pure fare la campagna elettorale.

LA bufala
perché non accorpare le elezioni?
ma è semplice : lo scopo della politica è quello di essere in campagna elettorale permanente così si scoraggia chi ha altro da fare di mettersi in gioco politicamente.

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata Antonio Postorivo (Lega Sud).

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata Antonio Postorivo (Lega Sud).
Sono cinque i candidati alla Presidenza della Regione Basilicata, dove per le elezioni regionali si voterà il prossimo 24 marzo: la presentazione delle liste (in totale 30: 16 per la provincia di Potenza e 14 per quella di Matera) si è conclusa alle ore 12 nei Palazzi di Giustizia dei due capoluoghi lucani.
il poliziotto Antonio Postorivo (Lega Sud).

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata Valerio Tramutoli (La Basilicata possibile)

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata Valerio Tramutoli (La Basilicata possibile)

Sono cinque i candidati alla Presidenza della Regione Basilicata, dove per le elezioni regionali si voterà il prossimo 24 marzo: la presentazione delle liste (in totale 30: 16 per la provincia di Potenza e 14 per quella di Matera) si è conclusa alle ore 12 nei Palazzi di Giustizia dei due capoluoghi lucani.
il professore dell'Università della Basilicata Valerio Tramutoli (La Basilicata possibile)

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata l'imprenditore potentino Antonio Mattia (M5S)

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata l'imprenditore potentino Antonio Mattia (M5S),

Antonio Mattia, potentino di 47 anni, è il candidato alla presidenza della Regione Basilicata per il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali che si svolgeranno in autunno: Mattia ha infatti ottenuto 332 voti sulla piattaforma Rousseau, superando cosi gli altri tre candidati, i due consiglieri regionali uscenti - Gianni Perrino, secondo con 317 preferenze, e Gianni Leggieri (255) - e Grazia Maria Donvito (123). Mattia, laureato in giurisprudenza, è dipendente in un’azienda di Potenza.

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata,Vito Bardi (centrodestra),

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata,Vito Bardi (centrodestra),

l'ex generale della Guardia di Finanza Vito Bardi (centrodestra),
Cinque le liste a sostegno del candidato governatore della coalizione di centrodestra Vito Bardi.
Sulla scheda ci saranno i loghi di Forza Italia- Berlusconi per Bardi, Lega Salvini Basilicata, Fratelli d’Italia, Basilicata Positiva-Bardi Presidente, Idea-Un’altra Basilicata.

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata,centrosinistra Carlo Trerotola

candidati alla Presidenza della Regione Basilicata,centrosinistra Carlo Trerotola

Sono cinque i candidati alla Presidenza della Regione Basilicata, dove per le elezioni regionali si voterà il prossimo 24 marzo: la presentazione delle liste (in totale 30: 16 per la provincia di Potenza e 14 per quella di Matera) si è conclusa alle ore 12 nei Palazzi di Giustizia dei due capoluoghi lucani.

Il centrosinistra alle regionali in Basilicata si presenterà unito attorno alla candidatura del farmacista potentino Carlo Trerotola. La decisione è stata ufficializzata in conferenza stampa dopo una lunga giornata di trattative e tentativi di mediazione, condotta in prima persona da Marcello Pittella e Roberto Speranza.
A pochi giorni dal termine ultimo per la presentazione delle liste, infatti, Pittella ha compiuto quel passo di lato, che finora aveva sempre negato. È stato un incontro a quattr'occhi tra lui e il leader di Mdp a chiudere stamattina l'intesa. Ma già ieri la decisione era nell'aria, tanto da indurre Carmen Lasorella a ritirare la propria candidatura, non senza esprimere un certo nervosismo per come stavano andando le cose.


domenica 24 febbraio 2019

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Mauro Pili (Sardi Liberi),

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Mauro Pili (Sardi Liberi)
Dopo l'esperienza da Presidente della Regione nella legislatura 1999-2004, si ripresenta ora in un quadro politico profondamente mutato. Alcuni partiti storici pressoché azzerati a fronte di nuove formazioni che spiccano il volo. Lei guida con Sardi Liberi una parte degli indipendentisti. Che però si presentano anche con altri candidati governatori. In caso di vittoria, pensa di riunire tutte queste realtà variegate, ma tutte con una matrice comune, in un unico partito-movimento?
Non esistono altri schieramenti identitari o indipendentisti. Alcuni sono un'ancora organica alla Giunta Pigliaru e altri sono legati alla sinistra estrema. Noi abbiamo già fatto una grande convergenza di movimenti: si chiama Sardi Liberi, l'unico movimento che può liberare la Sardegna e rimetterla il marcia. Con la schiena dritta e la testa alta, nel solo interesse del Popolo Sardo! ansa.it

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Vindice Lecis (Sinistra sarda).

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Vindice Lecis (Sinistra sarda).
Candidato della Sinistra Sarda, senza alcuna altra lista collegata, e in un momento storico dove essere di sinistra è sinonimo di sconfitta (elettorale), la sua corsa solitaria alla Regione non le sembra una missione impossibile?
La sinistra finalmente ritorna in campo per fornire un'alternativa al feroce liberismo che ha prodotto ingiustizie, dolore, iniquità. Le politiche di questi anni hanno generato precarietà, diseguaglianza, stravolgimento delle regole del mercato del lavoro, profondi squilibri tra i cittadini e tra i vari territori. Serve una svolta profonda che rovesci totalmente quelle scelte. Per sanare così le ferite - dalla disoccupazione al prezzo del latte, dai trasporti all'assalto all'ambiente - e rilanciare il protagonismo di larghe masse di donne e uomini oggi escluse dalle decisioni. Né centrodestra, né centrosinistra hanno le carte in regola per poter governare l'isola dopo averla umiliata. Serve dunque un voto di sinistra che resti a sinistra e non venga tradito da politiche anti popolari. ansa.it

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Andrea Murgia (Autodeterminatzione)

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Andrea Murgia (Autodeterminatzione)
A lungo dirigente del Pd e prima dei Ds, funzionario della Commissione Europea, guida il polo indipendentista di Autodeterminatzione. La spendita dei fondi europei è cruciale per lo sviluppo della Sardegna. In questi giorni di campagna elettorale sta denunciando che questi fondi non vengono sfruttati al meglio dalla Regione. Quale soluzione propone e con quali strumenti, per attingere il più possibile dalle risorse che l'Ue ci mette a disposizione?
La Sardegna sarà inserita nelle regioni in ritardo di sviluppo, quindi avremo a disposizione più fondi europei che, se la Regione sarà un bravo negoziatore, riusciremo a portare a casa. Grazie ad essi la Sardegna potrà rilanciarsi a livello di sviluppo economico e occupazionale. È una grande occasione di sviluppo corale che non dobbiamo sprecare e che non lascerà nessuno indietro. ansa.it

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi)

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi)
Un ruolo di primo piano come assessore ai Lavori pubblici con la Giunta Pigliaru. E nella precedente legislatura alleato del centrodestra con Cappellacci governatore. Con entrambi gli schieramenti una rottura netta. Oggi si presenta da solo con il suo partito, il Pds. La Sardegna che lei 'sogna' non trova sponde: perché?
È immaginabile proporre - e soprattutto realizzare, governando - un progetto così articolato senza la condivisione o l'appoggio di partiti che numericamente possono determinare la vittoria?
Il nostro progetto, quello della nazione sarda, si è rafforzato con le Primarias. Noi, a differenza di altri, abbiamo messo la nostra faccia, il nostro programma, le nostre storie, scelte in maniera condivisa e le abbiamo proposte agli altri. Abbiamo iniziato un cammino, sono sicuro che dopo il 24 febbraio il nostro progetto troverà consenso anche in altre forze politiche, nella consapevolezza di molte altre persone. La strada è tracciata, ogni giorno che passa la nostra comunità cresce. Non siamo soli, siamo in tanti. Siamo sardi. ansa.it

Sardegna presidente della Regione Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle)

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle)
Una sfida in solitario per il M5s. E se lei verrà eletto, la Sardegna sarà la prima Regione governata dai Pentastellati. Da Movimento a partito di governo. Dalla protesta alla proposta. E' pronto a scendere a compromessi per realizzare la 'sua' idea di Sardegna?
Per governare non servono compromessi ma ascolto e capacità di mediazione. Con i compromessi, che sono sempre al ribasso, la situazione è destinata a peggiorare. Non abbiamo paura di governare, è una sfida che ogni movimento politico deve saper accettare. E noi siamo pronti ad accettarla. ansa.it

Francesco Desogus

Movimento 5 Stelle - 23,5%

Sardegna presidente della Regione Massimo Zedda (centrosinistra),

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Massimo Zedda (centrosinistra)
Un ampio schieramento di centrosinistra sostiene la sua candidatura alla Presidenza della Regione. Diversi candidati oggi nelle sue liste, hanno avuto un ruolo di rilievo nella Giunta uscente guidata da Francesco Pigliaru. E alcuni di questi, per i provvedimenti adottati, sono stati bersaglio di critiche anche aspre. Se verrà eletto, il suo sarà un Governo di continuità o discontinuità con il precedente?
Da sindaco ho avuto modo di criticare il Governo regionale su diversi provvedimenti, ma riconosco anche azioni positive nel campo dell'istruzione, diritto allo studio, turismo e altre. La mia azione di Governo sarà in discontinuità con gli ultimi 40 anni, non con l'attuale giunta regionale o con quella precedente. Sarà tutta un'altra storia perché quello che vogliamo è lo sviluppo armonico della Sardegna, in ogni direzione. E senza azioni guidate da Milano e dagli esponenti di quella parte di nord che sino a poco tempo fa ci insultava utilizzando il termine "pastori". Gli stessi che oggi fanno campagna elettorale sul latte versato nelle strade.ansa.it

Massimo Zedda

Partito Democratico - 12,6%
Sardegna in Comune - 6,3%
Futuro Comune - 3,1%
Noi la Sardegna - 2,6%
Campo Progressista Sardegna - 1,6%
Liberi e Uguali - 1,4%
Cristiano Popolari Socialisti - 1,2%
Progetto Comunista per la Sardegna - 0,5%

Sardegna presidente della Regione Christian Solinas (centrodestra)

Sardegna presidente della Regione ci sono sette candidati: Christian Solinas (centrodestra), Massimo Zedda (centrosinistra), Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle), Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi), Mauro Pili (Sardi Liberi), Andrea Murgia (Autodeterminatzione) e Vindice Lecis (Sinistra sarda).
LA DOMANDA SPECIFICA A SOLINAS - C'è chi legge nell'alleanza tra il Psd'Az e la Lega una "vittoria annunciata" per il centrodestra, lo dimostrano i risultati dell'Abruzzo. Salvini è un alleato di peso. Ma anche un potenziale fagocitatore. Non teme, in caso di successo il 24 febbraio, di firmare un contratto di governo per i prossimi 5 anni sbilanciato sul Carroccio, a svantaggio delle idee e dei valori espressi storicamente dai Sardisti?
R.: Con la Lega di Matteo Salvini esiste un rapporto di condivisione di un progetto di sviluppo e crescita dell'Isola, della nostra autonomia, della salvaguardia della nostra specialità, dei nostri caratteri distintivi, della nostra lingua. Rappresenta anche un solido alleato all'interno del Governo, attraverso il quale possono trovare accoglimento le battaglie storiche della nostra Sardegna. Le idee e i valori espressi storicamente dai sardisti vengono esaltate dalla guida sardista della Regione, senza mortificazioni e subalternità. ansa.it


Christian Solinas

Lega - 14,6%
Forza Italia - 6,3%
Riformatori Sardi - 4,8%
UdC - 4,2%
Partito Sardo d’Azione - 3,1%
Fratelli d’Italia - 3%
Unione dei Sardi - 1%
Sardegna20Venti - 0,7%
Fortza Paris - 0,5%
Energie per l’Italia - 0,3%
Sardegna Civica - 0,3%

questore Antonio Pignataro,

La malavita disperata vuole ammazzarlo. E lo Stato deve difendere i propri uomini, quelli che lo servono contro il crimine. Nel mirino – ma sembra che se ne siano accorti solo nelle Marche – c’è un questore, si chiama Antonio Pignataro, lavora a Macerata. In quella che sembrava la tranquilla provincia italiana, la sicurezza va garantita con le maniere forti di un questore che non si risparmia e per questo si fa nemici.

sabato 23 febbraio 2019

le donne e gli uomini ferrero

Al 31 agosto 2016, il Gruppo è formato da 32.990
dipendenti, a cui si aggiungono 13 dipendenti della
Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero e 7.348
collaboratori esterni3
, per un totale di 40.351 persone,
appartenenti a 113 nazionalità diverse.
Il Gruppo Ferrero conferma l’incremento della
presenza extraeuropea (37,3%) e la consistenza
dell’occupazione femminile (44,2%). Inoltre, Ferrero
si impegna a sostenere e tutelare la sicurezza e la
salute dei propri dipendenti, degli appaltatori, dei
visitatori e di tutti coloro che entrano nella sua sfera
di influenza, e investe nella formazione professionale,
istituzionale e manageriale dei dipendenti: a tale
scopo, opera la Ferrero University – attraverso i 4
Learning Pillars, pilastri dell’apprendimento – e si
realizzano numerose iniziative presso le sedi locali.
la fondazione ferrero
l

obiettivi del gruppo ferrero entro il 2020

gli obiettivi del gruppo ferrero entro il 2020
.
Certificazione di sicurezza alimentare FSSC 22000 per tutti i siti produttivi del Gruppo - esclusi gli stabilimenti del Progetto Imprenditoriale Michele Ferrero - compreso il nuovo stabilimento in Cina Raggiunto a gennaio 2017

Potenziamento delle attività della Fondazione Ferrero e del Progetto Imprenditoriale Michele Ferrero Raggiunto e rinnovato Rinnovato fino al 2018

Promozione di iniziative interne a supporto di una "cultura delle diversità" Entro agosto 2018

Aumento del 5% di donne in posizioni manageriali (rispetto al 31 agosto 2015)
Continuo sostegno ed espansione del nostro programma per lo sport “Kinder+Sport”, estendendo la presenza a 30 Paesi nel Mondo e riuscendo a muovere 5 milioni di bambini

100% cacao certificato come sostenibile Entro il 2020

100% olio di palma sostenibile certificato RSPO come segregato Raggiunto a dicembre 2014 Entro il 2020 Entro il 2020

100% zucchero di canna ra…inato da fonti di approvvigionamento sostenibili

Implementazione del piano sulla tracciabilità per il 100% delle nocciole

100% uova da galline a terra nel rispetto del benessere animale Raggiunto a settembre 2014

Certificazione ISO 50001 di Gruppo per i 17
siti produttivi attivi nell'agosto 2014 –
esclusi gli stabilimenti del Progetto
Imprenditoriale Michele Ferrero – compresi i siti
di generazione energetica

Applicazione di un piano di azioni energetiche a livello mondiale, compatibile con i vincoli
locali degli stabilimenti esistenti e futuri, volto alla
riduzione delle emissioni

Riduzione del 40% delle emissioni di CO2
derivanti dalle attività produttive (rispetto al 2007)

Riduzione del 30% delle emissioni di
gas e­etto serra (tonnellate di CO2eq) nelle
attività di trasporto e stoccaggio (rispetto al 2009)

Utilizzo negli imballaggi di materiali derivanti
da risorse rinnovabili (+10% rispetto al 2009)

100% cartone2 vergine da filiera sostenibile certificata
100% carta3 vergine da filiera sostenibile certificata

Ferrero CONDIVIDERE VALORI PER CREARE VALORE Pianeta

Pianeta
Monitorare e migliorare l’impatto delle proprie attività lungo tutta la
catena di fornitura è una priorità del Gruppo Ferrero, perseguita attraverso
l’approvvigionamento sostenibile delle principali materie prime. Inoltre, il Gruppo
si impegna a produrre nel rispetto dell’ambiente, utilizzando le migliori tecnologie
disponibili, garantendo un uso efficiente dell’energia, dei materiali e delle risorse
naturali e consumando le risorse idriche in modo responsabile e ragionevole.
Consapevole di tale responsabilità, Ferrero persegue il forte impegno volto a
minimizzare l’impatto ambientale lungo tutta la catena del valore, dalle materie
prime agli stabilimenti produttivi, fino alla logistica.

Ferrero CONDIVIDERE VALORI PER CREARE VALORE Persone

Per Ferrero, l’attenzione al consumatore non è solo un valore, ma una pratica
che realizziamo ogni giorno basandoci su un senso di responsabilità che va ben
oltre gli obiettivi commerciali. Tale responsabilità si concretizza attraverso la
strategia nutrizionale Ferrero, la continua innovazione, la qualità e la freschezza
dei prodotti, la sicurezza alimentare e la comunicazione responsabile e
trasparente. Ferrero inoltre rivolge un’attenzione costante alla vita dei suoi
dipendenti ed ex dipendenti e alle persone che vivono nelle comunità in cui
opera. Tale impegno è comprovato anche dalle attività della Fondazione
Ferrero e del Progetto Imprenditoriale Michele Ferrero attivo in Africa e in Asia.
Il Gruppo continua anche il proprio impegno nell’attività di promozione di stili
di vita attivi, rivolgendosi ai giovani e alle loro famiglie attraverso il programma
globale Kinder+Sport “Joy of moving”.

Ferrero CONDIVIDERE VALORI PER CREARE VALORE Responsabilità sociale

Ferrero ha da sempre voluto assumere dei concreti
impegni di cura e attenzione verso le Persone e il
Pianeta, privilegiando tali aspetti piuttosto che gli
obiettivi finanziari. Questa propensione è insita nel
DNA aziendale ed è emblematicamente rappresentata
in una lettera che Michele Ferrero inviò ai dipendenti
dell’azienda nel 1957, quando ne assunse la guida:
Il termine responsabilità sociale d’impresa per il Gruppo
Ferrero significa da sempre prendersi cura delle persone
e del territorio, ovvero dei dipendenti ed ex dipendenti,
dei consumatori, delle famiglie e delle comunità locali
in cui opera. Tali principi di responsabilità sociale hanno
guidato Ferrero sin dai suoi primi passi settanta anni fa
ad Alba, e sono rimasti invariati sino a oggi.
Per il Gruppo Ferrero, il bilancio più importante non è
mai stato quello depositato ogni anno, bensì quello di
responsabilità sociale, che rispecchia il rispetto del
Gruppo per le Persone e il Pianeta.
L’approccio del Gruppo Ferrero alla sostenibilità si fonda
attualmente sulla strategia di responsabilità sociale
d’impresa “Condividere valori per creare valore”.
Tale strategia è realizzata quotidianamente attraverso il
nostro impegno verso il consumatore, che si traduce nella
massima qualità dei prodotti, nell’innovazione e nella
comunicazione trasparente. Per Ferrero, la creazione di
valore condiviso è una pratica che tocca tutte le fasi della
catena del valore: va dalla cura delle persone che hanno
fatto e continuano a fare la storia del Gruppo, al sostegno
alle comunità locali, alla promozione di uno stile di vita
attivo tra i giovani e le loro famiglie, fino al forte impegno
verso pratiche agricole sostenibili e alla salvaguardia e
protezione dell’ambiente.
Confermiamo pertanto tutti gli impegni della nostra
strategia di responsabilità sociale d’impresa che
continua ad articolarsi su due principali aree tematiche:
le Persone e il Pianeta.

Ferrero CONDIVIDERE VALORI PER CREARE VALORE Lettera CEO

CONDIVIDERE VALORI
PER CREARE VALORE

Responsabilità Sociale d’Impresa
COMPENDIO DEL RAPPORTO 2016

Il 2016 ha segnato il 70° anniversario del Gruppo Ferrero:
70 anni improntati ad una visione a lungo termine, al
miglioramento continuo e ad alti valori costruiti sulla nostra
storia e sulla nostra passione, la formula del “Modo Ferrero
di fare le cose”: l’amore per le cose fatte bene, il rispetto e
la dedizione per soddisfare i nostri consumatori, la cura
costante della qualità, oltre ad una straordinaria creatività.
Questi valori sono le nostre radici. Questo è il DNA della
nostra azienda di famiglia.
Mio padre, Michele, ha avuto il coraggio di sperare e la
vocazione per pensare. Da imprenditore illuminato, non
ha mai smesso di esplorare nuove frontiere diffondendo la
“cultura del fare”. Il mondo sarà sempre di coloro che “fanno”
e che hanno la determinazione di ricercare continuamente
l’eccellenza.
E ancora una volta, la nostra eccellenza ci ha portato lontano.
Alla chiusura dell’anno fiscale 2015/2016, il Fatturato Netto
del Gruppo Ferrero è ammontato a 10,3 miliardi di euro, in
crescita del +8,2% rispetto all’anno precedente. Siamo stati
in grado di crescere nonostante le perduranti difficoltà nel
contesto economico internazionale e abbiamo consolidato
la nostra posizione sul mercato mantenendo il terzo posto
nella classifica mondiale delle multinazionali nel settore
dolciario del cioccolato. Siamo stati in grado di crescere
espandendoci, costruendo un portfolio di marca globale,
con una proiezione a lungo raggio.
Oltre a strategie di lungo termine, necessitiamo anche di rigore
e coerenza nel nostro presente. Tutti i valori, le esperienze
e le buone pratiche rendono Ferrero anche espressione
continua di etica commerciale nei confronti dei consumatori.
La nostra crescita è imprescindibile dal rispetto per le
Persone e il Pianeta, riconoscendo ad essi una valenza non
meno importante degli obiettivi di performance economica.
Inoltre essere un Gruppo globale non ci impedisce di agire
localmente, mantenendo così il forte legame con le Persone
e le comunità in cui operiamo.
Con questo Rapporto, rinnoviamo il nostro supporto al Global
Compact delle Nazioni Unite che rappresenta l’iniziativa
strategica di cittadinanza d’impresa più ampia al mondo.
Dal 2011 ne sosteniamo le attività e svolgiamo un ruolo attivo
ai fini del raggiungimento dei Sustainable Development
Goals delle Nazioni Unite per il 2030.
Infine, le nostre azioni vogliono mettere in pratica il “Modo
Ferrero di fare le cose”: condividere i nostri valori, che
rimangono attuali oggi come lo erano in passato, per creare
valore per tutti i nostri stakeholder, dalle nostre Persone alle
comunità in cui operiamo.
Luglio 2017
lettera del ceo
Giovanni Ferrero

Ferrero S.p.A.

Ferrero S.p.A. Società italiana del settore dolciario, fondata nel 1946 ad Alba (Cuneo), dove è la sede sociale, dai fratelli Pietro Ferrero (Farigliano 1898 - Alba 1949) e Giovanni (Farigliano 1905 - Alba 1957). Sorta su basi artigianali come industria di prodotti di cioccolato, si è poi sviluppata collocandosi ai primi posti in Italia per la produzione di cioccolato, praline, creme spalmabili a base di cioccolato, caramelle, prodotti da forno e bevande a base di tè. Dal 1956 la F., per iniziativa di Michele (Dogliani 1925 - Montecarlo 2015), figlio di Pietro, ha fondato società operative in tutta Europa e nel 1962 si è trasformata in società per azioni con la holding/">holding P. Ferrero & C. S.p.A. a capo del coordinamento delle attività italiane. Dal 1969 ha esteso la propria rete commerciale anche in Asia, in Australia e in America, affidando il coordinamento delle attività estere alla holding Ferrero International S.p.A., con sede in Lussemburgo; possiede diversi marchi, tra cui Estathé, Fiesta, Kinder, Mon Chéri, Nutella, Pocket coffe, Rocher. Nel 1997 diventano amministratori delegati della holding i figli di Michele, Pietro (Torino 1963 - Camps Bay, Sudafrica, 2011) e Giovanni (n. Farigliano 1964), che dal 2011 ha assunto la direzione della società. Nel 21° secolo il gruppo si è assestato su un fatturato annuo di oltre 5 miliardi di euro, circa 20.000 dipendenti, 15 stabilimenti nel mondo e 36 società operative.

GRUPPO FERRERO OUTSOURCING

OUTSOURCING

Le seguenti operazioni sono affidate a terzi (outsourcing):

- confezionamento di prodotti promozionali/ particolari per una quota pari a circa il 25-30% dei volumi di produzione del Gruppo;
- attività commerciali/distributive in alcuni Paesi e/o per prodotti specifici per una quota pari a circa il 10-15%;
- alcuni servizi amministrativo-contabili;
- alcuni servizi di Information Technology.

GRUPPO FERRERO INIZIATIVE DI INTEGRAZIONE VERTICALE

INIZIATIVE DI INTEGRAZIONE VERTICALE

Continuano le specifiche iniziative di integrazione verticale avviate negli scorsi anni, in particolare:

- sulla filiera di produzione agricola di nocciole, con l’obiettivo di sviluppare ulteriori piantagioni proprie e partnership commerciali, al fine di soddisfare parte della domanda dell’azienda;

- sullo sviluppo di attività di produzione e commercializzazione dell’energia, in modo da coprire in parte i fabbisogni del Gruppo con investimenti in impianti di generazione ad alta efficienza o da energie rinnovabili.

GRUPPO FERRERO I PROCESSI CORE

I PROCESSI CORE

Il Gruppo Ferrero, dalla sua sede centrale in Lussemburgo, presidia direttamente tutti i processi core, in particolare:

- le attività di ricerca e sviluppo di prodotti e dei relativi processi e tecniche di produzione, anche per quanto riguarda le sorprese;
- la progettazione di impianti/macchinari d’importanza strategica;
- le attività di produzione e trasformazione;
- le attività di marketing strategico, istituzionali e di sviluppo, nonché quelle operative.

GRUPPO FERRERO EVOLUZIONE

L'EVOLUZIONE DEL GRUPPO FERRERO


La struttura organizzativa e di governance del Gruppo si è evoluta nel tempo, accompagnandone l’espansione mondiale. I punti fondamentali che ne contraddistinguono la storia e la crescita sono:

- continuità nella proprietà familiare;
- conquista di sempre nuovi mercati;
- realizzazione di nuovi stabilimenti;
- innovazione costante dei prodotti e del loro confezionamento;
- cura per l’elevatissima qualità e freschezza.

Al 31 agosto 2015, il Gruppo risulta composto da 78 società consolidate e controllate dalla capogruppo Ferrero International S.A., società di diritto lussemburghese con sede in Lussemburgo, cuore strategico e operativo del Gruppo, ove operano oltre 800 dipendenti.

Nel 2014/2015 il Gruppo Ferrero ha completato l'acquisizione della totalità del Gruppo Oltan, operatore leader nel mercato della fornitura, lavorazione e vendita di nocciole, e ha completato l'acquisizione di Thorntons Plc, un importante player inglese che opera nel settore dei prodotti dolciari a base di cioccolato.

Inoltre nel 2014/2015 è stato completato il nuovo stabilimento industriale in Cina per sostenere lo sviluppo dei prodotti Ferrero in quell'area geografica.ferrerocsr.com


LA bufala
poche essenziali parole per definire l'attività di un gruppo di 35.000 dipendenti. Geniale

Fitch conferma il giudizio sull'Italia


L'agenzia di rating Fitch conferma il giudizio sull'Italia, mantenendo il rating BBB. L'outlook per il Paese è ach'esso confermato, come negativo. È dunque stato evitato il downgrade per i conti dell'Italia.

La nota di Fitch è comunque abbastanza critica verso il nostro Paese. Secondo l'agenzia di Washington, le nostre amministrazioni pubbliche conservano un alto indebitamento come alto è il debito estero mentre il settore bancario si conferma debole (malgrado abbia smaltito quote consistenti di crediti non più esigibili).https://www.repubblica.it

Galimberti candidato a sindaco di Cremona del centrosinistra

temi affrontati dal candidato di ‘Fare nuova la città’: lavoro, grandi progetti, rifiuti (“Bisogna smettere di incenerire predisponendo un piano industriale innovativo e concreto”), mobilità (“Serve una visione di insieme”), piano di interventi per la bellezza della città, riforma della macchina amministrativa, partecipate (“La città deve riprendere in mano controllo ed indirizzi”).

Zagni candidato a sindaco di Cremona del centrodestra

Alessandro Zagni come candidato di coalizione per la carica di sindaco di Cremona. Le parole di stima e di sostegno da parte di esponenti di altre forze politiche sul candidato di Cremona sono per noi motivo di soddisfazione, come candidato di tutta la coalizione e per tanto non imputabile solo quale espressione della Lega.

venerdì 22 febbraio 2019

Zagni candidato a sindaco di Cremona del centrodestra. Dissociazioni Bordi

Ha ufficializzato la sua uscita dal tavolo del centrodestra, Francesco Bordi, capolista di ‘Cremona in Movimento’. E con Alessandro Zagni candidato della coalizione in attesa del definitivo via libera da Milano, quella dell’ex assessore all’Ambiente della giunta Perri è la seconda defezione di area dopo quella di Maria Vittoria Ceraso.

Zagni candidato a sindaco di Cremona del centrodestra. Dissociazioni Ceraso

Certamente ad oggi Zagni potrà godere, rispetto alla precedente sfida elettorale con lo stesso candidato Galimberti nella quale è risultato perdente, del maggior traino dei voti della Lega. Ma siamo certi che gli elettori più moderati del centrodestra seguiranno l’indicazione dei partiti e delle civiche di riferimento di votare un candidato che sembra più il frutto di un compromesso politico e soprattutto della mancanza di coraggio e di idee a proporre candidature alternative, che di una reale convinzione? In questo contesto, in vista delle prossime elezioni, mi riservo di decidere se continuare o meno il mio impegno politico che attualmente non sarebbe coerente con la decisione assunta dal tavolo del centrodestra".MARIA VITTORIA CERASO. laprovinciacr.it

Luca Nolli,candidato a sindaco di Cremona del Movimento 5 Stelle

E’ Luca Nolli, responsabile informatico presso la Libera Agricoltori, il candidato a sindaco di Cremona del Movimento 5 Stelle. Il suo nome è stato ufficializzato stamattina (sabato 19 gennaio 2019) in sala Zanoni, dove insieme alla consigliere comunale uscente Maria Lucia Lanfredi e al consigliere regionale cremasco Marco Degli Angeli i ‘grillini’ hanno lanciato ufficialmente la loro sfide in vista delle amministrative di primavera.

Lotta all’inquinamento, tutela dell’ambiente e difesa della salute pubblica, rivitalizzazione della città, revisione del piano parcheggi («ormai quasi tutti i posti un tempo pubblici sono diventati a pagamento»), una particolare attenzione al trasporto pubblico ed un’assoluta trasparenza sono alcuni dei punti qualificanti del programma anticipati da Nolli.

“Il Camaleonte” Giovanni Ferrero

“Il Camaleonte” 2005 Mondadori,
Jacques Tarrou è un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro nell'impresa ereditata dal padre, la Ponts & Digues. È un uomo di potere che inizia a porsi il problema della sua successione all'interno dell'azienda. Si sente ormai vecchio e stanco, e ripone tutte le sue speranze sull'unica, bellissima figlia: Françoise. Ma Françoise è giovane ed è alla ricerca di un equilibrio che la pone in conflitto con il padre. Quando conosce Kinta, un africano che ha trovato rifugio a Parigi, dopo che il cedimento di una diga mal costruita ha distrutto il suo villaggio, Françoise comincia a misurarsi con culture, espressioni artistiche, con un sentimento del mondo che le sono sconosciuti. E nel contatto con l"'altro" capisce di essere giunta a un bivio.

Campo Paradiso”, Giovanni Ferrero

”Campo Paradiso”, Rizzoli 2007
Namibia, ultimo giorno di safari. Quattro turisti si fermano a rifornirsi in un campo profughi gestito dall'Unicef e da Medici Senza Frontiere. È l'occasione per scoprire una realtà lontana dagli stereotipi; e anche, per il pittore inglese Ernest Hamilton, di conoscere la bellissima Brett, un medico che è ormai una veterana di missioni umanitarie. Tra Ernest e Brett scoppia un amore travolgente e assoluto, mentre una minaccia grava sugli abitanti del campo, che dovranno tutti - medici e profughi - combattere per la propria salvezza.

Il canto delle farfalle Giovanni Ferrero

Il canto delle farfalle
Giovanni Ferrero
Editore: Rizzoli

Anno edizione: 2010Emma sta attraversando da sola le pianure sudafricane per un safari fotografico, prima di cominciare il lavoro quotidiano di cantante e ballerina al Paradise, uno dei locali di punta di Cape Town, quando trova sulla sua strada un ospedale da campo. La vita della splendida americana quel giorno è destinata a cambiare. Conosce Johnny, il medico inglese che stava con Maggy, una dottoressa africana dalla grande forza morale, prima di lasciarla per colpa della sua rassegnazione nei confronti della vita. Ma sopratutto Emma incontra Ernest, un pittore puro di cuore, che si innamora immediatamente della donna. Con lui scoprirà la magia dei tramonti di Cape Town e la semplicità del vero amore. Ma l'Africa è una terra dove anche i sentimenti devono fare i conti con la crudeltà degli uomini: Emma la subirà sulla propria pelle e Johnny dovrà affrontarla quando una nuova epidemia si diffonde in città, e a lui spetterà il compito di cercare i colpevoli. Solo nell'estremo pericolo loro capiranno quanto le emozioni siano importanti...

“Stelle di tenebra”, GIOVANNI FERRERO

“Stelle di tenebra”, Mondadori 1999,

Il cacciatore di luce Giovanni Ferrero

Il cacciatore di luce
• Giovanni Ferrero
Editore: Rizzoli
Anno edizione: 2016

Il respiro dell'africa. La seduzione dell'arte. Un viaggio nel cuore profondo della passione.

Per Ernest Hamilton, l'ispirazione è un fatto di colore e luce. Dipinge con il cuore, da quando ha fatto dell'Africa la sua casa: paesaggi che commuovono, come i ritratti dell'umanità sofferente che li popola. La sua è una vita da artista solitario, che ha scelto di fuggire dalla mondanità nel suo buen retiro sulle scogliere di Cape Town. È lì che si dedica alla ricerca delle cromie perfette, il cuore ormai indurito dall'assenza di amore. Fino a quando nelle sue giornate irrompe Serena, fiorista con un dono unico - la capacità di esprimere gli stati d'animo attraverso le sue composizioni - e con la passione per la pittura. In poche settimane, la donna farà del burbero Ernest il proprio mentore e maestro. Ma all'improvviso una debolezza misteriosa la colpisce, mettendo in pericolo il loro armonioso rapporto e la ritrovata felicità dell'uomo. È Johnny, amico di lunga data del pittore e medico, a comunicare a Ernest lo spietato verdetto: leucemia. Dietro quella malattia, però, sembra allungarsi l'ombra di un colosso farmaceutico disposto a tutto per conquistare il mercato. E forse i tre cadaveri di donne ritrovati in città - i volti vistosamente imbellettati e delle orchidee nere strette in pugno hanno qualcosa a che vedere con il malessere che affligge Serena. Toccherà all'ispettore Santos e all'agente Kay, tenace poliziotta alle prime armi, fare luce sulla vicenda e fermare la scia di sangue che un serial killer sta lasciando dietro di sé ...

Lapo Civiletti CEO del Gruppo Ferrero

Lapo Civiletti è nato a Firenze (Italia) il 26 marzo 1961. Consegue la laurea in Economia presso l’Università Luigi Bocconi di Milano. Inizia il suo percorso professionale nel 1986 in Johnson Wax, dove rimane fino al 1989, anno in cui entra in Kraft Italia, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità in ambito Marketing. Nel 1994 Lapo Civiletti entra in Mars Italia, dove ricopre il ruolo di Marketing Director, Sales Director e General Manager Italia. A partire dal maggio 2004 entra a far parte, con sede in Lussemburgo, di Ferrero International, dove ricopre per 4 anni il ruolo di Global Marketing Manager per la Categoria Praline. Nel 2009 viene nominato Area Manager Est Europa, responsabilità che viene ampliata a partire dal 2011, anno in cui la sua responsabilità viene estesa a tutti i Paesi dell’Europa Centrale e Settentrionale. Dal 2013 al 2017, inoltre, ha rappresentato il Gruppo Ferrero al Board of Directors di AIM (European Brands Association). A partire dal 1 settembre 2017 Lapo Civiletti ha assunto la carica di CEO del Gruppo Ferrero.topmanagers.it

Giovanni Ferrero

Giovanni Ferrero è nato a Torino il 21 settembre 1964, figlio di Maria Franca Fissolo e dell’industriale Michele Ferrero, è il secondo figlio dopo il primogenito Pietro. Nel 1975 studia alla Scuola Europea di Bruxelles, poi va a studiare Marketing negli Stati Uniti d’America e torna in Italia per lavorare nell’azienda di Famiglia. Nel 1997 diventa insieme al fratello maggiore Pietro, Amministratore Delegato. Rimane amministratore unico ad aprile 2011 alla morte prematura di Pietro che ha un malore mentre si allena con la bici durante un viaggio in Sudafrica. Il padre, Michele Ferrero rimane Presidente invece fino alla morte, sopraggiunta nel 2015 ad 89 anni.

Giovanni Ferrero rispetta perfettamente lo stile della Famiglia Ferrero che da 70 anni ha sviluppato l’azienda multinazionale, cresciuta basandosi su una forte etica del lavoro, un rispetto della qualità e del rapporto con i consumatori, mantenendo la società controllata al 100% dalla Famiglia, con utili in attivo senza necessità di capitalizzare mettendo le azioni sul mercato azionario. Come disse suo nonno Pietro “Siamo nati come azienda familiare e così intendiamo rimanere. Non siamo interessati a massimizzare i ricavi nel breve termine. Se fossimo quotati, saremmo sotto pressione per produrre dividendi e utili”

Uno dei motti della famiglia, ripetuto dall’attuale Amministratore Delegato Giovanni è “imprenditore povero, azienda ricca“. E così fa Giovanni, riservato, fedele ai valori ed alle tradizioni, fugge dal lusso e dalla mondanità e quando può si concede lunghi viaggi nelle savane della Namibia o del Botswana, luoghi che stimolano l’altra sua vocazione, quella di romanziere. Ha pubblicato quattro romanzi “Stelle di tenebra”, Mondadori 1999, “Il Camaleonte” 2005 Mondadori,”Campo Paradiso”, Rizzoli 2007 e “Il canto delle farfalle”, Rizzoli 2010, mentre nel 1990 scrisse un saggio “Marketing progetto 2000. La gestione della complessità”

Fa parte del cda di Mediobanca.

Il 31 marzo 2017 ha annunciato che dal 1° settembre non sarà più amministratore delegato ma diventerà Presidente Esecutivo, cedendo il posto a Lapo Civiletti che lavora in Ferrero nel 2013 e che attualmente è impegnato come Responsabile dell’Area Centro ed Est Europa.amministratoridelegati.com

La bufala
Nico saluta Giovanni e Lapo

la Tav si deve fare

«Matteo Salvini si è corretto, la Tav si deve fare»: così il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ai microfoni dei giornalisti in Sardegna, un elogio al passo indietro del ministro dell’Interno sulla Torino-Lione. Azzurri che spingono molto per l’Altà Velocità, ecco il commento del coordinatore di FI di Torino Davide Balena: «Visto che il Presidente Chiamparino continua ad agitarsi sul tema della Tav cercando di tirare in mezzo il centrodestra, vorrei dirgli di stare tranquillo perché il centrodestra era e continuerà ad essere a favore dell’alta velocità, se ne faccia una ragione il centrosinistra pensando alle proprie contraddizioni a cominciare dai loro sindaci dichiaratamente No Tav». Infine, il commento del deputato Roberto Rosso a proposito della mozione gialloverde. Quanto espresso nella mozione non è altro che il copia incolla del contratto di governo. ilsussidiario.net

Repubblica Mario Calabresi licenziamento:



Ed è il trionfo del vero giornalismo, garantito da Repubblica, su cui Mario Calabresi spiega i motivi del suo licenziamento: soprattutto, essersi opposto al Governo Salvini e, in piccola parte, le campagne sociali e le inchieste; all'editore, Carlo De Benedetti, non rimaneva altra scelta.

Roberto Formigoni in carcere a Bollate

Roberto Formigoni già in carcere a Bollate, dopo la conferma in Cassazione della condanna per corruzione a 5 anni e 10 mesi nel processo Maugeri. L'ex governatore si è presentato all'esterno dell'istituto penitenziario venerdì mattina, poco dopo la firma del sostituto procuratore generale di Milano sull'ordine di esecuzione della pena nel carcere Milanese. youmedia.fanpage.it


La bufala
Roberto avevamo riposto molte speranze in te.

Francesco Storace


Inorridisco a leggere gli sfoghi di Maria Elena Boschi. Se la prende con la gogna mediatica, la poveretta, saltellando dal papà suo ai genitori di Matteo Renzi, come ha già riassunto stamane il Secolo d’Italia con l’articolo che trovate in questo link: http://www.secoloditalia.it/2019/02/genitori-di-renzi-la-boschi-si-scatena-contro-tutti-e-canta-un-brano-di-de-gregori/

Ma che cosa pretende, la giovane e cadente stella del firmamento toscano, dopo aver preteso di tutto grazie al proprio status politico? Si lamenta del trattamento ricevuto, da lei e da Matteo suo. Che pure lui non si fa mancare nulla quanto a piagnistei. Vero, tutti coltiviamo dubbi su due settantenni ai domiciliari nemmeno tanto truculenti, visto che possono comunicare persino su Facebook. Ma da qui a strillare come vittime del sistema ce ne corre.

Se i lettori del Secolo mi permettono, racconto una storia che mi riguarda, dedicandola propria alla coppia lacrimante, Matteo & Maria Elena.

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Ho fatto otto anni il parlamentare e cinque il governatore. In compenso mi sono beccato il tritacarne giudiziario e mediatico per la bellezza di ventitré anni in totale. Inchieste dalle quali ho avuto l’onore di uscire sempre pulito, senza la pretesa di strillare alla congiura. Arrabbiato sì, ma per le speculazioni dei padri (politici) di Renzi e Boschi. Sette anni sotto la mannaia per la sanità, per poi essere prosciolto ventiquattr’ore prima della prescrizione da un giudice coraggioso che escluse ogni ipotesi di corruzione; sette anni per l’infamia del Laziogate, con tanto di processo e una marea di udienze, primo e secondo grado, e assoluzione con formula piena e ogni giorno titoli (negativi) sui giornali e trafiletto quando tutto finì (bene). Poi Napolitano, nove anni di processi, i più duri moralmente parlando: perché per chi ha senso delle istituzioni, trovarsi di fronte il presidente della Repubblica è devastante.secoloditalia.it


Nel marzo 2006 scoppia lo scandalo Laziogate. Storace è sospettato di avere utilizzato investigatori privati dell'agenzia milanese Ssi e degli operatori informatici della società regionale "Laziomatica" per violare l'anagrafe comunale di Roma per scoprire dati riservati sui suoi avversari politici per le Elezioni regionali del 2005. In particolare, secondo le accuse avrebbe inteso controllare i dati dei sottoscrittori delle liste di Alternativa Sociale, partito di Alessandra Mussolini, accusati di aver falsificato alcune firme, e preparare dossier fasulli su Piero Marrazzo. In seguito a tali vicende e alla conseguente indagine della magistratura sulla presunta attività di spionaggio politico ai danni di Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo, il 10 marzo rassegna le sue dimissioni da ministro. Da tali accuse verrà tuttavia prosciolto nel giugno 2007. È stato invece rinviato a giudizio dalla procura con l'accusa di accesso abusivo a un sistema informatico, e il 5 maggio 2010 è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione. Nell'ambito dello scandalo "Laziogate", che nel marzo 2006 vide Storace indagato dalla procura della Repubblica di Roma per violazione della legge elettorale, il procedimento si conclude il 29 ottobre 2012 con l'assoluzione. Nell'aprile 2006 si apprende inoltre che Storace è indagato anche per il reato di associazione a delinquere, contestato anche ad altri. Storace e tutti gli altri indagati sono stati assolti da tale accusa nel giugno 2007, venendo invece rinviato a giudizio dalla procura di Roma con l'accusa di accesso abusivo ad un sistema informatico. Il processo, iniziato il 15 maggio 2007, è proseguito il 15 aprile 2010 con la richiesta di condanna per Storace di due anni di reclusione, di tre anni e 6 mesi per il suo ex portavoce, unitamente ad altre sette richieste di condanna per i restanti imputati per accesso abusivo a sistema informatico, violazione della legge sulla privacy, favoreggiamento, falso e interferenza illecita nella vita privata altrui.
Il 7 maggio 2011 Storace ha invece ottenuto il diritto al risarcimento dei danni subiti in campagna elettorale dalla falsificazione delle firme operata dai sottoscrittori della lista concorrente di Alternativa Sociale. Il 29 ottobre 2012 la sentenza del processo d'appello ha poi assolto Storace perché «il fatto non sussiste», assolti anche altri imputati mentre è stata ridotta la pena ad un'ex collaboratrice dello staff. Le motivazioni della sentenza confermeranno che Storace, in quell'occasione non solo non commise alcun reato, ma fu vittima dell'altrui comportamento illecito.
Poco prima delle elezioni regionali del 2005, l'Unità riportò una notizia falsa in cui si accusava il padre di Storace di aver picchiato un ebreo. In seguito il giornale si scusò; il centro-destra insorse di fronte a quello che considerava un attacco politico in vista delle imminenti elezioni del 3 e 4 aprile, nelle quali peraltro Storace fu sconfitto dal candidato de L'Unione Piero Marrazzo.
Nell'agosto del 2009 la Corte dei Conti espresse con propria sentenza un giudizio positivo sulla politica sanitaria della giunta Storace, ritenendo che «nessun abuso è stato commesso nella ristrutturazione del debito della regione Lazio»; e che «la gestione del portafoglio del debito, attuata fino al 2005, ha prodotto un risultato complessivo positivo di circa 125 milioni di euro». Nel 2013, sullo stesso tema si espresse, nel corso delle discussioni in Consiglio regionale circa l'approvazione del bilancio annuale, anche l'assessore regionale al Bilancio della Giunta Zingaretti, Alessandra Sartore: «il debito effettivamente negli anni è cominciato ad emergere sostanzialmente dagli anni 2005, 2006 e seguenti, ma questo è dovuto al fatto che vi erano norme che autorizzano alla contrazione di mutui per investimenti che molto spesso venivano autorizzati ma non effettivamente contratti».Wikipedia

scelte coraggiose, per Venezia

Il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, chiede alla politica di evitare il rischio che la città lagunare sempre più spopolata diventi "una convivenza virtuale, un museo a cielo aperto, un'agenzia di viaggi in cui tutti sono impegnati in perenne check in". Per questo, nel suo messaggio di augurio per il nuovo anno, Moraglia chiede "scelte coraggiose, per far continuare Venezia ad essere una polis, comunità viva e attiva di cittadini". Venezia, sostiene il patriarca, "deve proporre un suo modello, il 'modello Venezia', che s'imponga per la relazione virtuosa fra residenzialità, turismo e tipi di presenze per periodi più prolungati per motivi di lavoro, e, allo stesso tempo, in grado di valorizzare e rispettare il suo territorio, splendido, fragile e unico".lasicilia.it

la bufala
quanti sono gli sitituti religiosi che hanno foresterie?

giovedì 21 febbraio 2019

A che serve la fiscalità locale

Egregio direttore
secondo lei la fiscalità locale serve perché lo Stato incassi più imposte attraverso gli enti locali oppure serve agli enti locali per assumere più persone nei loro uffici e combattere la disoccupazione.
i vari regolamenti locali, le varie tariffe locali che ogni comune adotta con la preoccupazione di differenziarsi da quelli del comune confinante servono a una semplificazione di rapporti con il contribuente ?
Distinti saluti
Cesare Fedeli


LA bufala
l'amministrazione serve a dare lavoro e poi se arrivano anche modesti risultati bene, se no se ne può fare a meno

pasquale-tridico-presidente INPS

La presidenza dell'Inps a Pasquale Tridico, il papà del reddito di cittadinanza, è questo. È la blindatura della misura bandiera dei pentastellati, la promessa più grande fatta agli elettori prima e dopo il 4 marzo. E, nuovamente, prima del voto europeo di maggio, altro crocevia politico decisivo. Il reddito è al sicuro e si blinda così anche Luigi Di Maio. liberoquotidiano.it

lunedì 18 febbraio 2019

caso Diciotti Matteo Salvini

Giornata determinante, il 19.2.2019, per il caso Diciotti che riguarda il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si aprirà con la replica del presidente Maurizio Gasparri. Seguiranno le dichiarazioni di voto e la votazione, a scrutinio palese. Il dossier passerà poi all’esame dell’Aula di Palazzo Madama, che dovrà votare entro un mese circa (esattamente entro 60 giorni dalla data in cui sono pervenuti gli atti al presidente del Senato, che è avvenuto il 23 gennaio).
La Giunta è convocata per domani alle 13,30, salvo qualche posticipo per (improbabili) esigenze di Aula.
Sarà decisiva la posizione che assumeranno i senatori 5 stelle
In Giunta, su 23 componenti, ben 7 sono pentastellati. Nel corso del dibattito sono emerse indicazioni di voto da parte dei diversi gruppi.
Soltanto il M5s non si è espresso, anche se alcune dichiarazioni lasciavano trapelare un orientamento contrario a processare Salvini. Il nodo sarà sciolto dalla consultazione sul blog delle stelle.
Sarebbero contrari al processo la Lega (4),
Forza Italia (4),
Fratelli d’Italia (1).
Favorevoli il Pd (4)
e i due senatori del gruppo Misto, Pietro Grasso (LeU) e Gregorio De Falco.
Il rappresentante delle Autonomie, Meinhard Durnwalder, non si è pronunciato.
Il presidente e relatore Gasparri tiene a sottolineare che nella gestione dei lavori della Giunta si è attenuto scrupolosamente alla legge e al regolamento del Senato. La sua relazione, con la proposta di respingere la richiesta di processare Salvini, non cambierà.askanews.it

Limiter nos naissances pour mieux accueillir les migrants

« Limiter nos naissances pour mieux accueillir les migrants ». Voici une idée d’Yves Cochet, cofondateurs des Verts, ministre de l’Environnement de 2001 à 2002 et député à l’Assemblée nationale de 1997 à 2011, dont le dérapage a profondément heurté des internautes.https://www.breizh-info.com/2019/01/04/109144/limiter-nos-naissances-pour-mieux-accueillir-les-migrants-lincroyable-derapage-dyves-cochet


LA BUFALA
SENZA PAROLE.............

Auto Plug-in

Auto Plug-in
Le auto ibride denominate plug-in si differenziano dalle normali auto ibride "Full Hybrid" per la maggiore autonomica in modalità elettrica (in genere fino a 60 km) e la possibilità di essere ricaricate direttamente alla presa elettrica di casa (a costi praticamente azzerati se si dispone di un impianto fotovoltaico sul tetto) o presso le speciali colonnine di ricarica veloce. Avendo a disposizione questa possibilità non è più necessario attendere che il motore termico provveda a recuperare l'energia durante la marcia normale e a ricaricare le batterie, cosa che avviene sulle auto ibride normali. Appartengono alla tipologia di auto ibride plug-in i modelli: Toyota Prius plug-in, Audi A3 e-tron, Volkswagen Golf e Passat GTE, Volvo XC90 Plug-in, Ford Mondeo Plug-in, ecc.
TRENDMOTORI.COM

Auto "Full-Hybrid"

Auto "Full-Hybrid"
Le auto ibride denominate Full-Hybrid sono le uniche in grado di viaggiare per brevi tragitti in modalità esclusivamente elettrica, anche se a volte solo a bassa velocità (50 - 60 Km/h), grazie a motori elettrici e batterie più potenti. Questa caratteristica può essere sfruttata principalmente in città, ed è proprio per questo motivo che le auto ibride godono spesso di incentivi statali e possono circolare liberamente anche in quelle città in cui vigono limitazioni al traffico. Attualmente i tragitti percorribili con la sola trazione elettrica sono molto ridotti, in genere non più di qualche chilometro, a causa della limitata capacità delle normali batterie. Tutti i costruttori stanno eseguendo test su prototipi alimentati con batterie al Litio (come quelle dei cellulari) che hanno il vantaggio di avere un'autonomia superiore ma lo svantaggio di essere più costose. Fanno parte di questa tipologia alcune auto ibride Toyota: Yaris, Auris, C-HR, Rav4 e Prius. TRENDMOTORI.COM



Auto "Mild-Hybrid"

Auto "Mild-Hybrid"
Queste auto ibride rappresentano il passo successivo rispetto alle microibride dalle quali si differenziano per l'impianto elettrico, composto da un motore elettrico da 10-15 kW alimentato da batterie NiMH o al Litio (come quelle dei cellulari) da 42 a 150 Volt. Il propulsore termico, oltre a sfruttare la funzione Stop&Start, viene aiutato da quello elettrico in fase di accelerazione. Ogni volta l'auto ibrida subisce una decelerazione l'energia, altrimenti dispersa, viene recuperata ed utilizzata per ricaricare le batterie. Un esempio di questa moderna tecnologia sono le auto ibride prodotte da Honda, Renault e Suzuki. TRENDMOTORI.COM


Auto "Microibride"

Auto "Microibride"
Le auto denominate in gergo tecnico microibride sono vetture dove la parte elettrica, in pratica la normale batteria da 12 Volt al piombo e il motorino di avviamento da 2-3 kW, consente la funzione Stop&Start del propulsore termico. Praticamente il motore si spegne quando non serve (ad es. durante l'attesa al semaforo), per poi riaccendersi automaticamente quando si premono l'acceleratore o il pedale della frizione. I vantaggi delle auto microibride rispetto ad un veicolo tradizionale sono una ricarica parziale della batteria tramite l'alternatore sfruttando l'energia dispersa in fase di ogni decelerazione e un consumo ridotto del 5%, valore che può aumentare ulteriormente con uso dell'auto prevalentemente cittadino. Il sistema Stop&Start sta facendo la sua comparsa su quasi tutti i nuovi modelli di auto in vendita.
TRENDMOTORI.COM


Rimborsi IMU quasi automatici

la semplificazione fiscale rivolta ad una platea di anziani che devono essere muniti di spid è veramente un segno che il fisco ci è amico

federalismo fiscale. Rimborsi IMU quasi automatici


Egr. direttore
A seguito di mio ricorso il catasto mi ha riformulato la rendita catastale al ribasso.
Logicamente io ho pagato imu e tasi maggiorati sulla vendita vecchia.
L’ufficio comunale competente ha tutti i dati perché controlla i pagamenti per fare la pratica in autotutela.
Ora, invece, per ottenere il rimborso devo munirmi di spid se voglio fare la procedura telematica inoltre devo documentare la minore rendita (che il comune ha avuto dal catasto o che comunque può agevolmente accertare) devo produrre copia dei pagamenti che il comune ha regolarmente registrato e recuperare solo una parte quinquennale dei pagamenti causa prescrizione.
Ma la rendita non la ho messa io: ha fatto tutto il fisco, io fidandomi ho avuto la dabbenaggine di non controllare ( ma chi sa come si contano i vani catastali?).
Questo sì che è un fisco paritario amico del contribuente.
Distinti saluti
Cesare Fedeli

PS ho anche paura di dire di che comune si tratta per evitare ritorsioni

La bufala
Questo è federalismo fiscale

domenica 17 febbraio 2019

Palasharp sede di una grande moschea

L'ex palazzetto del Palasharp sarebbe dovuto diventare la sede di una grande moschea, ma l'amministrazione col tempo ha cambiato idea. Oggi la visita del sindaco di Milano Giuseppe Sala in quello che in passato era luogo di concerti e di sport a Lampugnano. Oggi è un "luogo di degrado, Lampugnano non lo merita, stiamo pulendo e sigilleremo le entrate", spiega il sindaco in un video, pubblicato sulla sua pagina Facebook, annunciando che l'amministrazione comunale sta avviando "la ricerca un partner privato che possa gestire il Palasharp". La buona notizia, dice, è che "abbiamo interessati, sicuramente un gruppo, forse due, poi procederemo a un bando, ma io sono certo che entro fine anno assegneremo il Palasharp a un nuovo gestore e da lì cominceranno i lavori per rimetterlo in funzione e farlo tornare alla sua vecchia e gloriosa storia".
Resta però l'intenzione di realizzare un grande luogo di culto per i musulmani di Milano, stando alle parole del primo cittadino. "Il Palasharp con un equivoco è pensato come un luogo dove gli islamici pregano, ma non è così. C'è un tendone lì di fronte e anche quello stiamo cercando di metterlo in sicurezza. Ricordo ai milanesi: possiamo essere contrari alle moschee ma la costituzione dice che tutti i cittadini hanno diritto di pregare. Non li vogliamo lì? Saranno da un'altra parte", dice il sindaco. Il tema, però, è quello di rimettere a posto l'area. "Siamo pieni di leoni da tastiera che criticano, ma noi siamo qua, non molliamo e certamente recupereremo questo spazio per Milano e questo quartiere che sta già mostrando segni di miglioramento".


La bufala
la politica deve fare delle scelte in tempi brevi per tutelare il territorio. E' ovvio che chi ha la maggioranza ha l'obbligo di Decidere.

Piste ciclabili. Segnaletica

Piste ciclabili. Segnaletica

Mancano di più le piste ciclabili o la segnaletica?

sabato 16 febbraio 2019

Gino Ruggeri. Encomio solenne

carissimo Ravelli,
purtroppo martedì non ci sarò per un impegno familiare voglio però rinnovare personalmente il mio encomio solenne al nostro GINO RUGGERI.
nessuno ci può dire che piega avrebbe preso il processo senza il suo intervento sostitutivo. Solo la finzione cinematografica (vedi sliding doors) ci può fare immaginare eventuali effetti diversi. Magari il processo poteva chiudersi con una assoluzione, magari poteva finire con una provvisionale più bassa, magari poteva arrivare una richiesta di archiviazione e non ci sarebbe stato nessuna aprte civile che avrebbe potuto opporsi alla medesima.
Per me una cosa è certa : se la norma della sostituzione processuale fosse stata scritta dal mio maestro Feliciano Benvenuti, teorico del diritto amministrativo paritario, sicuramente sarebbe stata elaborata in modo diverso .
il migliore encomio.
Nicola Centofanti

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Gio di Nicola Centofanti

Gio di Nicola Centofanti
edito in proprio febbraio 2019.
è questo il quinto e book racconto con foto di Nicola Centofanti.
la caratteristica di questo romanzo è che racconta la storia molto personale di un componente della famiglia.
il racconto di fatto illustra le foto.
Sono le foto che parlano al lettore e narrano una vicenda.
questi racconti personali naturalmente sono rivolti ad un pubblico di pochissime persone che conoscono le storie di cui si tratta, ma non per questo sono meno impegnative per l'autore.
Lo scrittore così evita di sottoporsi al sistema editoriale che per gli autori che non superano almeno le 3000 coppie diventa non un'opportunità di guadagno ma un costo.

venerdì 15 febbraio 2019

Ferrovia regionale Cremona Venezia

Egr. direttore
per andare da Venezia a Milano o si cambia a Verona col regionale o si prende Freccia rossa o Italo.
Questo vuol dire che chi non ha possibilità di pagarsi il freccia rossa o di attendere le offerte rinuncia a viaggiare.
A questo servono le ferrovie regionali?
Disitinti saluti
Cesare Fedeli



Cremona
11:24 Brescia
12:22 0h 58' Regionale 5350 Chiudi
Brescia
12:32 Verona Porta Nuova
13:15 0h 43' Regionale 2065
Verona Porta Nuova
13:21 Venezia S. Lucia
14:48 1h 27' Regionale Veloce 2721 EURO 18.10

I tempi per le coincidenze sono favolosi: non si perde tempo, però è facile perdere il treno.




Cremona
11:24 Brescia
12:22 0h 58' Regionale 5350 Chiudi
Brescia
12:53 Venezia S. Lucia
14:40 1h 47' Eurocity 37 EURO 40

col denaro si viaggia meglio


VIA MANTOVA

Cremona
11:30 Mantova
12:10 0h 40' Regionale 2651 Chiudi
Mantova
12:37 Monselice
14:21 1h 44' Regionale 20473
Monselice
14:27 Venezia S. Lucia
15:18 0h 51' Regionale Veloce 2234 EURO 16.05


Venezia S. Lucia
11:42 Monselice
12:29 0h 47' Regionale Veloce 2233 Chiudi
Monselice
12:39 Mantova
14:23 1h 44' Regionale 20470
Mantova
14:41 Cremona
15:28 0h 47' Regionale 2658 EURO 16.05

martedì 12 febbraio 2019

Quale sicurezza?

Egregio direttore
quando si parla di sicurezza nei suoi programmi sarei molto più contento che invitasse qualche questore o qualche perfetto invece dei soliti politici che questi problemi da anni non li hanno risolti
distinti saluti
Cesare Fedeli

esperti del ministero analisi costi-benefici sulla Tav

Il gruppo di esperti del ministero, che sta svolgendo l'analisi costi-benefici sulla Tav, ''sarà integrato con la nomina di un loro esperto, in maniera che possa partecipare allo svolgimento delle riunioni. Stessa cosa avverrà con un rappresentante dei movimenti No Tav, che incontreremo prossimamente''. E' quanto si legge in una nota congiunta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio e del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, al termine confronto di oggi a Palazzo Chigi con le associazioni d'impresa Si Tav, 13 sigle in rappresentanza di 33 associazioni, tra industria, commercio e artigiani accompagnati anche dai sindacati edili del Piemonte di Cgil, Cisl e Uil.adnkronos.com

Mauro Moretti Firenze strage ferroviaria

Quindici anni e sei mesi. È la condanna chiesta per Mauro Moretti dal pm di Lucca Salvatore Giannino, al termine della sua requisitoria, durata tre udienze, nel corso del processo d'appello a Firenze per la strage ferroviaria di Viareggio (Lucca), che il 29 giugno 2009 causò 32 morti, tra cui diversi bambini.

lunedì 11 febbraio 2019

Marco Marsilio governatore dell'Abruzzo.gli astenuti sono il primo partito

Marco Marsilio del centrodestra è il nuovo governatore dell'Abruzzo. Il candidato di Fratelli d'Italia conquista il 48% e stacca i rivali del centrosinistra, Giovanni Legnini, fermo al 31%, e del Movimento 5 stelle Sara Marcozzi, solo terza con il 20%.

Boom della Lega che diventa il primo partito nella regione (alle precedenti elezioni regionali del 2014 non era nemmeno presente) con oltre il 27%. Crolla al 19% il Movimento 5 stelle, dal 39,9% delle politiche 2018 (era il 20% alle precedenti regionali). In calo anche il Pd che prende l'11,6%, dal 25% delle elezioni di 5 anni fa e dal 14% delle politiche. Affluenza in calo al 53,12%. ilmattino.it


LA bufala
col 46,88% sul 100% degli elettori gli astenuti sono il primo partito.
col 48% ma sul 53,12% degli elettori il centrodestra è il secondo aprtito

la ricostruzione riparte se...

Egregio direttore
Io ho sempre pensato che quando succedono eventi catastrofici dovrebbero portare assistenza oltre alla protezione civile, architetti e ingegneri, anche degli esperti ammnistrativi e degli avvocati per garantire la semplificazione delle pratiche ricostruttive. Infatti la ricostruzione riparte solo se sono posti in essere degli strumenti amministrativi idonei e solo se le autorizzazioni necessarie vengono prese con competenza e celerità dagli organi addetti. Con l'attuale legislazione speciale ciò sembra molto difficile.
distinti saluti.
Cesare Fedeli

San Remo Composizione giuria

Oltre alla giuria demoscopica e quella dei giornalisti, a decidere il vincitore di Sanremo sono stati i giurati presieduti dal musicista Mauro Pagani: Ferzan Ozpetek, Camila Raznovic, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Serena Dandini e Joe Bastianich. Il quadretto che ne esce è da Festa dell'Unità, una giuria orientata in modo plateale a sinistra, che quando si è vista arrivare in finale il terzetto con Ultimo, il Volo e Mahmood probabilmente non credeva ai suoi occhi. Non ci sarebbe stata occasione migliore per far torto al ministro dell'Interno, regalando la vittoria a un giovane italiano di Milano, ma figlio di un uomo immigrato in Italia. Una storia personale che ha mandato in brodo di giuggiole i compagni giurati, ridotti ormai il potere di decidere qualcosa in Italia soltanto al Festival di Sanremo. liberoquotidiano.it

Mahmood è stato proclamato vincitore del 69esimo Festival di Sanremo.

Mahmood è stato proclamato vincitore del 69esimo Festival di Sanremo. Travolto dalla sorpresa della vittoria e dalle domande dei giornalisti, ​l'artista per metà di origini egiziane ma milanese da sempre, aveva subito commentato: "Io sono cento per cento italiano, mia madre è sarda e mio babbo egiziano ma io sono nato e cresciuto in Italia". Quando nel battibecco involontario si inserisce il commento della ex fidanzata del ministro dell'Interno, la showgirl Elisa Isoardi: ". La dimostrazione che l'incontro di culture differenti genera bellezza". Una stoccata a distanza al leader della Lega dopo la rottura? tgcom24.it

Matteo Salvini tra il 19 e il 20" febbraio Giunta Autorizzazioni

Tra mercoledì e giovedì prossimi avremo ben nove ore di discussione, un tempo congruo per valutare bene la materia che è delicata: prevedo il voto finale della Giunta tra il 19 e il 20". Lo ha riferito il Presidente della Giunta Autorizzazioni, Maurizio Gasparri, al termine della seduta odierna.

Il presidente della Giunta per le Immunità, Maurizio Gasparri, ha deciso di acquisire gli allegati presentati dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che portano la firma del premier Giuseppe Conte, di Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. Gli allegati alla memoria di Salvini erano stati contestati dal senatore di Leu, Pietro Grasso. Sulla questione non c'e stato alcun voto, ma solo la decisione di Gasparri che è stata presa "a norma di regolamento". Lo dice il senatore M5S Michele Giarrusso.ansa.it

Autonomia regionale Stato centrale più forte!

Sedersi al tavolo tra Governo e Regioni oppure, se l’accordo sull’autonomia con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sarà chiuso il 15 febbraio, sarà ricorso alla Corte Costituzionale. Questa la posizione della Regione Campania in vista del completamento del percorso che dovrebbe portare le 3 Regioni del Nord a ottenere la sottoscrizione dell’intesa per l’autonomia. La Campania “accetta la sfida della competizione sulle autonomie e non si sfila, ma tutto deve avvenire nello spirito degli articoli 116 e 119 della Costituzione e della legge 42 del 2009 sul federalismo”. ildenaro.it

la bufala
ma siamo sicuri che l'autonomia legislativa sia un bene.
Con tutte queste leggi regionali e i conflitti di attribuzione non si paralizza lo sviluppo del paese?
meglio solo autonomia ammnistrativa e uno Stato centrale più forte!

domenica 10 febbraio 2019

Mattarella FOIBE


Le foibe e l’esodo, gli «orrori» commessi contro gli italiani del confine orientale, non furono «una ritorsione contro i torti del fascismo, come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare». Furono, invece, il «frutto di un odio che era insieme ideologico, etnico e sociale». A dirlo è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia per il Giorno del Ricordo che si è celebrata al Quirinale. Un intervento durante il quale il capo dello Stato ha esplicitamente puntato l’indice contro i «comunisti jugoslavi», che fecero di quelle terre «un nuovo teatro di violenze, uccisioni, rappresaglie, vendette contro gli italiani, lì da sempre residenti», e contro «certa propaganda del comunismo internazionale» che «dipingeva gli esuli come traditori».
«Celebrare il Giorno del Ricordo significa rivivere una grande tragedia italiana, vissuta allo snodo del passaggio tra la seconda guerra mondiale e l’inizio della guerra fredda. Un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente
La zona al confine orientale dell’Italia, già martoriata dai durissimi combattimenti della Prima Guerra mondiale, assoggettata alla brutalità del fascismo contro le minoranze slave e alla feroce occupazione tedesca, divenne, su iniziativa dei comunisti jugoslavi, un nuovo teatro di violenze, uccisioni, rappresaglie, vendette contro gli italiani, lì da sempre residenti».
«Non si trattò, come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare, di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perché – ha chiarito Mattarella – tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni». «Per una serie di coincidenti circostanze, interne ed esterne, sugli orrori commessi contro gli italiani istriani, dalmati e fiumani cadde una ingiustificabile cortina di silenzio, aumentando le sofferenze degli esuli, cui veniva così precluso perfino il conforto della memoria». «Certa propaganda legata al comunismo internazionale dipingeva gli esuli come traditori, come nemici del popolo che rifiutavano l’avvento del regime comunista, come una massa indistinta di fascisti in fuga. Non era così, erano semplicemente italiani», ha avvertito il Capo dello Stato.
Mattarella ha quindi ricordato che una paziente e coraggiosa opera di ricerca storiografica, non senza vani e inaccettabili tentativi di delegittimazione, ha fatto piena luce sulla tragedia delle foibe e del successivo esodo, restituendo questa pagina strappata alla storia e all’identità della nazione».
«L’istituzione, nel 2004, del Giorno del Ricordo, votato a larghissima maggioranza in Parlamento, dopo un dibattito approfondito e di alto livello, ha suggellato questa ricomposizione nelle istituzioni e nella coscienza popolare», ha commentato il presidente della Repubblica, sottolineando che «molti tra i presenti, figli e discendenti di quegli italiani dolenti, perseguitati e fuggiaschi, portano nell’animo le cicatrici della vicenda storica che colpì i loro padri e le loro madri». «Ma quella ferita, oggi – ha concluso Mattarella – è ferita di tutto il popolo italiano, che guarda a quelle vicende con la sofferenza, il dolore, la solidarietà e il rispetto dovuti alle vittime innocenti di una tragedia nazionale, per troppo tempo accantonata».ilsecoloditalia.it

Regionali Abruzzo Test nazionale

Regionali Abruzzo Test nazionale

L’Abruzzo è diventato in queste settimane il centro della politica nazionale e è diventato il palcoscenico nazionale in particolare per i favoriti della coalizione del centrodestra, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, ma anche dei Cinquestelle che a quasi 10 anni devono ancora conquistare una vittoria alle Regionali.
L’esito incerto ha agitato il M5s, convinto del fatto che, su alcuni dossier chiave, non sia il momento di cedere alla Lega. In consiglio dei ministri, due notti fa, i Cinquestelle si sono messi di traverso alla conferma Luigi Federico Signorini come vicedirettore generale a Bankitalia, ma poi c’è l’offensiva anti-Macron di Di Maio.
E ancora il Tav , con le posizioni sempre più divaricate. Con la Lega pronta alla sua “opa” sul centrodestra anche sotto il Gran Sasso e il M5s che, sfruttando il ritorno dell’alleato in coalizione, si pone come “unica alternativa” calcando la mano “sull’imbarazzo” di Salvini a stare con Silvio Berlusconi al suo fianco.


LA bufala
ogni elezione locale è diventata un test nazionale.
Invece che i programmi contano le sfide e chi alza di più la voce ha più visiobilità e pensa di vincere le elezioni.

Regionali Abruzzo Stefano Flajani

Regionali Abruzzo
Stefano Flajani
Stefano Flajani, avvocato di 47 anni, è il candidato di CasaPound. Flajani è nato a Teramo nel 1971. E’ l’unico fra i 4 in lizza che non ha un sito internet a sostegno della candidatura. “I punti principali del nostro programma: casa, lavoro, servizi sociali, infrastrutture”, si legge in un post sulla sua pagina Facebook. "CasaPound è l'unica alternativa per gli abruzzesi, perché centrodestra e centrosinistra, al di là di come hanno governato, sono tutti e due orientati verso un sistema capitalistico e privatistico, sia di servizi sia bancario. Noi invece abbiamo un sistema a tutela e a misura del cittadino. Lo dimostriamo con l'attività politica che facciamo ogni giorno e ogni anno”, ha detto Flajani durante un recente confronto tra gli aspiranti governatori all’Ansa.


Regionali Abruzzo Sara Marcozzi


Regionali Abruzzo
Sara Marcozzi
Sara Marcozzi, avvocato, è la candidata del M5s. Nata a Pescara, ma cresciuta a Chieti, Marcozzi ha 41 anni. Nel 2014 è stata candidata alla presidenza della Regione Abruzzo, portando per la prima volta nella storia della regione il M5S tra i banchi del Consiglio Regionale a L’Aquila. La sua nuova candidatura è frutto delle “Regionarie”, le “primarie” online del M5S sulla piattaforma Rosseau. Laureata in Giurisprudenza all’Università di Teramo, Marcozzi si è avvicinata nel 2011 al M5s e insieme ad altri ragazzi di Chieti, città dove è cresciuta, ha fondato il primo MeetUp della città teatina. Sul sito "Sara Marcozzi Presidente" è possibile leggere il suo programma accompagnato dal claim “La forza gentile”.


Regionali Abruzzo Marco Marsilio

Regionali Abruzzo
Marco Marsilio
Marco Marsilio è il candidato del centrodestra che ha rimesso d’accordo, ma solo in vista delle regionali abruzzesi, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, dopo lo strappo tra Lega e Forza Italia per via delle consultazioni che hanno portato al governo giallo-verde. Marsilio, 51 anni, nato a Roma da genitori abruzzesi, è dirigente di Fratelli d’Italia, è stato eletto senatore alle ultime elezioni politiche tra le fila del partito della Meloni ed è sostenuto da 6 liste: Lega, Forza Italia, FdI, Azione Politica, Popolo della Famiglia - Popolari per l'Italia, Udc-Dc-Idea. Marsilio, laureato in Filosofia alla Sapienza, nel 2008 è stato eletto alla Camera dei deputati. Attualmente al Senato è componente della Commissione Bilancio e della Bicamerale sul federalismo fiscale. All’esperienza politica, come si legge nella biografia del sito a sostegno della sua candidatura, ha affiancato negli anni anche esperienze da manager. Marsilio è anche professore a contratto di Estetica, Museologia e Marketing applicato ai Beni culturali all’Università Link Campus. Nel suo programma promette "una Regione del buon vivere e lavorare".
Alle elezioni politiche del 2018 viene eletto al Senato della Repubblica, come capolista di Fratelli d'Italia nella circoscrizione Lazio.
Il 30 novembre dello stesso anno Ignazio La Russa ne ufficializza la candidatura a Presidente della Regione Abruzzo alle elezioni regionali del 10 febbraio 2019 per la coalizione di centro-destra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Azione Politica, UDC-DC-IdeA).Wikipedia
Nel 2019, nell'ambito delle elezioni regionali in Abruzzo, per cui viene candidato nella coalizione di Centrodestra, gli viene contestato di non essere avere diritto di voto nella Regione per cui si candida ad essere Presidente, in quanto residente a Roma.

Regionali Abruzzo Giovanni Legnini


Regionali Abruzzo
Giovanni Legnini
Membro della segreteria regionale del Partito Comunista Italiano, è stato sindaco di Roccamontepiano dal 1990 al 2002. Quale dirigente dei Democratici di Sinistra, è stato componente dei massimi organismi di direzione provinciale e regionale del partito.
Nel luglio 2004 è stato eletto al Senato.
Alle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 è stato rieletto al Senato per la lista DS in Abruzzo.
Rieletto al Senato alle politiche del 2008.
Dal 3 maggio 2013, giorno in cui è stato nominato e ha prestato giuramento, è Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Letta con delega all'Editoria e all'Attuazione del programma di governo. Termina l'incarico il 22 febbraio 2014 con la conclusione del Governo Letta.
Dal 28 febbraio 2014 al 30 settembre 2014 è stato Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze nel Governo Renzi.
Il 10 settembre 2014 è eletto nuovo consigliere laico del Consiglio superiore della magistratura in quota PD. È la prima volta nella storia repubblicana che un membro del Governo in carica viene eletto nell'organo di autogoverno della magistratura.
Il 30 settembre 2014 è stato eletto vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura con 20 voti a favore, 3 schede bianche, una nulla e una dispersa (voto di Giuseppe Fanfani).
Il 10 dicembre 2018 annuncia la sua candidatura a Presidente della Regione Abruzzo.
Giovanni Legnini è il candidato del centrosinistra ed è collegato a 8 liste: Pd, Progressisti con Legnini-Sinistra Abruzzo-Leu, Legnini presidente, Abruzzo in Comune, Centristi per l'Europa-Solidali e Popolari per Legnini, Avanti Abruzzo-Idv, Abruzzo Insieme-Abruzzo Futuro, Più Abruzzo-Solidale Liberale Popolare Sostenibile con Legnini. Legnini ha annunciato, sul suo sito internet, un “grande piano per rilanciare il lavoro”. Tg24.sky.it

sabato 9 febbraio 2019

Maurizio Landini

Maurizio Landini è un sindacalista italiano, segretario generale della CGIL.

Dal 1º giugno 2010 al 15 luglio 2017 è stato segretario generale della Federazione Impiegati Operai Metallurgici FIOM.[3] In precedenza è stato segretario della FIOM di Reggio Emilia, dell'Emilia-Romagna, e di Bologna, prima di entrare a far parte della Segreteria nazionale dove si è occupato in particolare dell'Ufficio sindacale.

Nel marzo 2015 ha fondato la "Coalizione Sociale", progetto che non avrà seguito pratico.
E' segretario della CGIL.

Emilio Carelli

I Cinque Stelle hanno già il nome giusto per il piano B e fare un governo con l’appoggio anche di Forza Italia: Emilio Carelli. Uno che si è avvicinato al Movimento in tempi non sospetti, dopo il 2011, prima dei grandi successi elettorali, ma che non ha mai rinnegato i suoi editori, Berlusconi e Murdoch. In fondo, se c’è un volto che più di tutti rappresenta la nuova immagine dei Cinque Stelle, più governativa e meno di rottura, sempre meno prigioniera della logica del dogma e del furore, questo è quello di Emilio Carelli, un giornalista diverso da tutti gli altri suoi colleghi, molto educato, abbastanza raffinato, ottima cultura e buoni libri, tre lingue in carniere, inglese tedesco e pure l’italiano, che non guasta, mai aggressivo e mai un insulto in tutta la sua vita.
Non sembra quasi un giornalista.

Il nome di Carelli potrebbe essere speso adesso anche per un posto da ministro, se non qualcosa di più. Lui è un signore al quale è quasi impossibile voler male. E’ stimato a destra come a sinistra. Solo fra qualche suo ex collega giornalista può trovare qualche inciampo, ma lui ha già saputo perdonare. L’ex direttore del Tg di Sky e vicedirettore del Tg5 di Mentana, è uno di quelli di lungo corso - 65 anni, da Crema - e nella sua traversata ha conosciuto anche lui alti e bassi, tranelli e nemici.

Quelli che lo conoscono meglio, invece, non riescono a capacitarsi ancora della sua adesione ai Cinque Stelle, come la Cesara Buonamici, che ha lavorato per molti anni con lui gomito a gomito: «Enrico Carelli grillino sinceramente mi ha stupito». Dice di averlo chiamato per avere spiegazioni: «E mi ha detto "Cesara ci credo, è una bella avventura"». In ogni caso, la liaison tra Di Maio e Carelli non è certo nata l’altro ieri, solo in vista delle elezioni. Il giornalista ha rivendicato in una intervista alla televisione di essere stato il primo nel 2007, quando era direttore di Sky, ad aprire le porte del Tg24 a Beppe Grillo per ascoltare le sue idee e i suoi progetti senza trattarlo come un comico caduto per caso nell’agone politico. Il candidato premier ha pure raccontato senza difficoltà che Carelli, soprattutto dal luglio 2011, quando ha ceduto la conduzione del telegiornale a Sarah Varetto, ha sempre partecipato agli avvenimenti più significativi del Movimento.notizietiscali.it

abbiamo impedito all’Europa di riconoscere Guaidò

l leader di Forza Italia definisce “un’autentica vergogna” la posizione assunta dall’Italia sulla crisi venezuelana.

«Maduro – sottolinea il leader di Fi – ci ha addirittura ringraziato perché siamo l’unico Paese europeo a non aver preso le distanze da uno degli ultimi dittatori comunisti nel mondo. Peggio, abbiamo impedito all’Europa -perché ci vuole l’unanimità- di riconoscere il nuovo presidente provvisorio Guaidò legittimamente eletto dal parlamento democratico. Al Parlamento europeo solo i rappresentanti di Forza Italia e pochi altri hanno appoggiato la risoluzione che sconfessava Maduro. Gli altri, Cinquestelle, Lega, molti del Pd, si sono astenuti».ilseccoloditalia.it

parlamentari proponiamo di tagliarne 345 tra Camera e Senato

Quando c’era da togliere il diritto di voto ai cittadini per eleggere i senatori e far arrivare in Parlamento sindaci e consiglieri regionali, anche indagati o sottoposti a processo, Renzi e compagni volevano convincere gli italiani che fosse la scelta migliore per loro. Gli è andata male. Oggi che vogliamo risparmiare mezzo miliardo a legislatura per far risparmiare i cittadini, il Pd è contro e blatera di ‘assassinio della democrazia’. Di quella stessa democrazia che loro hanno umiliato e mortificato per anni, distruggendo i diritti dei lavoratori e svendendo il Paese a banche e lobby.

Noi diciamo che mille parlamentari sono troppi e proponiamo di tagliarne 345 tra Camera e Senato. I piddini possono accampare tutte le scuse che vogliono ma se non appoggiano questa riforma la motivazione è solo una: non vogliono mollare l’osso, sono attaccati alla poltrona, sembrano parte integrante della poltrona stessa. Ed i cittadini lo sanno bene. Il risparmio che il Pd sta contrastando tornerebbe agli italiani: opporsi rappresenta, senza se e senza ma, l’ennesimo furto politico ai danni dei cittadini!ilblogdelelcinque stelle.it

venerdì 8 febbraio 2019

INDUSTRIA E POLITICA

Tutti i link tra i Benetton e la sinistra
Dall'ex premier Enrico Letta (e soprattutto da due suoi collaboratori), passando per l'ex ministro Paolo Costa, ecco tutti i collegamenti tra i Benetton e il mondo della sinistra italiana

Il caso più celebre, spiega in un lungo articolo Claudio Antonelli de La Verità, è quello dell’ex premier Enrico Letta che, dopo essere stato azzoppato da Renzi, nel 2015 è diventato docente Scuola di affari internazionali di Parigi. Ma non solo. Sempre in quell’anno viene nominato membro del cda di Abertis, colosso spagnolo intrecciato con Atlantia che possiede la maggioranza di Autostrade per l'Italia. Ed è proprio l’azienda dei Benetton che la scorsa estate avvia una scalata per acquisire Abertis, insieme alla tedesca Acs. A tal proposito Enrico Letta, ieri, ha replicato sul giornale diretto da Maurizio Belpietro, essere entrato nel cda di Abertis “alla fine del 2016 quando questa era una società spagnola, e prima che venisse ventilata l'ipotesi di Opa da parte italiana”.

Una sua ex collaboratrice, Simonetta Giordani, invece, nel 2006 ha lavorato per Autostrade per l’Italia e, nello stesso tempo, si occupava di vari think tank compreso quello di Enrico Letta.
Una volta divenuto premier, l’allora vicesegretario del Pd nomina la Giordani sottosegretario ai Beni culturali.
Un altro lettiano è Roberto Garofoli che ha un passato in Anas, da magistrato, si è più volte occupato di collegi arbitrali per la rete stradale e autostradale. Dopo essere stato segretario generale di Palazzo Chigi, oggi è capo di gabinetto del ministro Giovanni Tria che gli ha confermato l’incarico ricevuto dal suo predecessore, Pier Carlo Padoan.

IL prodiano Paolo Costa, ministro dei Lavori pubblici tra il ’97 e il ’98 e delle Infrastrutture nel 2006, nonché sindaco di Venezia dal 2000 al 2005. Da ministro dei Lavori Pubblici getta le basi per la privatizzazione della rete autostradale e per il successivo metodo di concessioni. Arriviamo così al 2010 quando i Benetton lo vogliono come presidente del cda di Spea Engineering, una controllata di Autostrade per l'Italia. Due anni fa, infine, il gruppo Atlantia, che, oltre ad Autostrade, controlla la società Aeroporti di Roma (quella di Fiumicino e di Ciampino), vince la gara per la privatizzazione dell'aeroporto di Nizza e di due altri piccoli scali regionali che si occupano degli scali di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint-Tropez. ILGIORNALE.IT

Paolo Costadel governo di Romano Prodi, nel 1997-98, responsabile politico delle privatizzazioni

Paolo Costa, già sindaco del capoluogo veneto, ex ministro dei lavori pubblici nel governo Prodi, commissario sul Dal Molin. Uno non fa in tempo a distrarsi un attimo che ti rifà capolino da una poltrona, ed eccolo infatti comparire nel caso del ponte di Genova: è lui, l’inossidabile storico esponente del centrosinistra veneto, a presiedere la Spea Engineering, la società controllata dal gruppo Autostrade-Atlantia addetta alla manutenzione e sorveglianza. L’altro ieri la Guardia di Finanza ha messo gli occhi sui rapporti trimestrali inviati al Ministero delle Infrastrutture. Costa, non indagato, sembra quasi ostentare indifferenza.


Quando faceva parte del governo di Romano Prodi, nel 1997-98, Costa fu assieme al ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, il responsabile politico delle privatizzazioni, con la direttiva che porta il nome di entrambi. Nel 2011, è chiamato da Autostrade, cioè dai Benetton, alla presidenza di Spea. Costa ha iniziato a lavorare per Spea 14 anni dopo il mandato governativo. Non vorrei sembrare presuntuoso ma credo che mi abbiano scelto per la professionalità».

Ma il top lo raggiunge, il presidente di Spea (azienda sotto indagine per il crollo di un altro ponte sull’A14 in cui persero la vita due persone nel marzo 2017) allorchè mette in chiaro, che il ponte di Genova «era sorvegliatissimo: i protocolli sono stati sempre rispettati.
Si facevano dei rapporti trimestrali e non sono mai emerse situazioni di pericolo. È successo qualcosa di totalmente imprevedibile».
Come mai fra i documenti girati da Autostrade ai tecnici del Provveditorato Liguria a fine 2017 mancava la relazione del 1981 (del 1981!) in cui il progettista Riccardo Morandi segnalava di già rischi di corrosione del cemento? www.vvox.it

TAV per Marco Ponti il completamento dell'opera considerato non vantaggioso

Analisi costi-benefici della Torino-Lione consegnata. L’annuncio arriva direttamente da Marco Ponti, ex docente del Politecnico di Milano e coordinatore del gruppo di lavoro del Mit, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base all’analisi, dal punto di vista strettamente tecnico il completamento dell'opera sarebbe considerato non vantaggioso, inopportuno. Da scartare, insomma. È stato lo stesso Ponti, in passato spesso critico con le grandi opere, a dare notizia di aver consegnato il documento, intervistato da Sky Tg24. Il professore non ha fatto alcun cenno sul suo contenuto.

«Tocca alla politica, spero che si esprima rapidamente», ha detto Ponti. In realtà a stretto giro fonti dello stesso ministero hanno fatto sapere che il documento consegnato da Ponti è soltanto una bozza, un primo step.mobile.ilsole24ore.com


Commissione di valutazione sulla Tav Torino-Lione boccia senza appello l’opera

La Commissione di valutazione sulla Tav Torino-Lione boccia senza appello l’opera. Del tutto inutile, secondo quanto emerge dalla bozza dell’analisi costi-benefici che Tgcom24 ha potuto visionare.

Il nodo dell’analisi condotta dal comitato di esperti guidato dal professor Marco Ponti del Politecnico di Milano e presentata in bozza in Francia, verte tra le altre cose sulla questione del traffico pesante: se cioè la costruenda linea ferroviaria ad Alta velocità sia effettivamente in grado di decongestionare il movimento merci su gomma che gravita intorno a Torino, riducendo l’inquinamento oltre che i tempi di viaggio delle merci.


I NUMERI DEL TRAFFICO PESANTE - I numeri snocciolati nell’analisi dicono che questo effetto non ci sarebbe: il traffico che ogni giorno insiste sulla tangenziale di Torino, si legge nel documento, ammonta complessivamente a 400 mila veicoli, di cui 80 mila mezzi pesanti. Ebbene, di questi soltanto una minima parte (stando al dato ufficiale medio del 2018 riportato dalla società Sitaf) imbocca oggi il tragitto stradale che di fatto verrebbe soppiantato dalla Tav: sono infatti 2.150 i Tir che quotidianamente attraversano il traforo del Frejus (e oltre 3 mila automobili) e circa 3.300 gli autoarticolati che percorrono nei due sensi la A32 Torino-Bardonecchia. Come dire: gran parte del traffico è locale, e non fa parte di quel grande flusso internazionale che già esiste e che l’apertura del Corridoio V (di cui la Torino-Lione sarebbe una piccola ma centrale sezione) dovrebbe attirare./www.tgcom24.mediaset.it

Università. Italia in fondo alla classifica europea per numero di giovani laureati Abbandoni e fuori corso

Persi 10.000 docenti in 10 anni
In sostanza quella che doveva essere una opzione circoscritta ad alcune facoltà, è diventata nel tempo una scelta obbligata. Gli atenei sono costretti a ridurre il numero di studenti perché non hanno abbastanza docenti: dal 2008 a oggi sono scesi da 63.228 a 53.801. Il continuo taglio dei finanziamenti all’università non consente di rimpiazzare i professori che vanno in pensione. A questo si aggiunge la nuova normativa sull’accreditamento dei corsi di studio che vincola le università a garantire un determinato rapporto docenti-studenti. Paradossalmente il boom dei corsi a numero chiuso ha coinciso (colpa della crisi) con il crollo degli immatricolati: nel 2007-2008 erano 300 mila, scesi a meno di 270 mila nel 2013-14. Negli ultimi tre anni sono tornati a crescere fino a 290 mila, ma il miglioramento è imputabile più all’aumento del numero di diplomati che al tasso di passaggio dalla scuola all’università, bassissimo nel confronto col resto d’Europa (46 per cento contro 63 per cento). Il saldo finale piazza l’Italia in fondo alla classifica europea per numero di giovani laureati: il 26,9 per cento dei 30-34enni, contro una media che sfiora il 40 per cento. Dietro di noi solo la Romania. corriere.it

LA bufala
abbandoni e fuori corso non interessano a nessuno

Università medicina . Programmazione

In Italia abbiamo il più basso numero di laureati d’Europa. Per recuperare terreno dovremmo rincorrere gli studenti e incentivarli a prendersi un titolo di studio, invece mettiamo ostacoli. Partiamo dal più vistoso: il numero chiuso nei corsi di laurea. A cosa serve? La risposta è scritta nella legge 264 del 1999 (governo D’Alema): troppi corsi diventati parcheggi per fuoricorso o fabbriche di disoccupati, troppe aule sovraffollate. Da quel momento si stabilirono due tipi di sbarramento: a livello nazionale per medici e dentisti, infermieri e fisioterapisti, veterinari, architetti e maestre. A livello locale invece si lasciava ai singoli atenei la facoltà di disporre del numero chiuso per i corsi che prevedevano l’uso di laboratori o l’obbligo di tirocini. Un modo per garantire a ogni studente una formazione di alto livello e sfornare «dottori» in numero corrispondente al fabbisogno nazionale e alle richieste del mercato.
Facoltà di Medicina
Com’è andata a finire vent’anni dopo? Che a Medicina ogni anno un esercito di aspiranti camici bianchi (quest’anno erano 67 mila per 10 mila posti) va a sbattere contro il test: 100 minuti per rispondere a 60 domande che con le cose studiate a scuola c’entrano poco. I più si preparano spaccandosi la testa sui quiz degli anni precedenti pagando migliaia di euro «allenatori» privati. Chi passa, una volta portata a casa la laurea, deve affrontare un altro collo di bottiglia, quello delle scuole di specializzazione. Qui i posti sono legati al numero di borse di studio disponibili: sistematicamente meno di quelli che servirebbero. Una strozzatura che rischia nei prossimi dieci anni di lasciare milioni di famiglie senza medico di base, mentre ne mancano all’appello ogni anno 700 fra chirurghi, pediatri, anestesisti, ginecologi e medici di pronto soccorso.corriere.it