L’aumento dei contratti di lavoro nei primi tre anni è stata
un’illusione ottica, perché in tale arco di tempo era prevista
la decontribuzione per i nuovi assunti. Ma con il 2017 i nodi vengono
al pettine e l’inganno si rivela: finito il bonus contributivo, i datori
di lavoro si sono ben guardati dallo stabilizzare i contratti.
Ma ecco i dati in dettaglio come risultano dalla fotografia
scattata dall’Inps per i primi tre mesi di quest’anno. Tra gennaio e marzo
del 2017, le assunzioni del settore privato sono risultate
1.439.000, il 9,6% in più rispetto al primo trimestre 2016. Ma le
assunzioni stabili, quelle a tempo indeterminato, sono calate del 7,6%. La
parte del leone infatti l’hanno fatta i contratti di apprendistato,
saliti del 29,5%, e i contratti a tempo determinato, in crescita del
16,5%. Considerando che le cessazioni di contratti
stabili nello stesso periodo sono state 381.329, il saldo dei “nuovi” posti
fissi è in attivo per sole 17.537 unità.
Sono i settori del commercio, del turismo e della
ristorazione a trainare l’aumento delle assunzioni a termine. Trend di crescita
anche nelle costruzioni con il +19,7%. Negli stessi settori si osserva
inoltre anche una crescita anche delle assunzioni in apprendistato (+
35,8% nel commercio, turismo e ristorazione, + 22,1% nelle costruzioni)
ed una “significativa” crescita dei contratti di somministrazione
(+14,4%).
Su tutto prevale la brusca frenata delle trasformazioni
di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, incluse le
prosecuzioni degli apprendisti, che sono risultate 89.000, con una riduzione
del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2016.
secoloditalia.it/2017/05/19.
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