mercoledì 30 gennaio 2019

Emilio Alessandrini 29 gennaio 1979

Emilio Alessandrini dal 1968 fu sostituto procuratore della Repubblica a Milano. Nel 1972, insieme ai colleghi Gerardo D'Ambrosio e Luigi Fiasconaro, condusse l'istruttoria sulla strage di Piazza Fontana che portò all'incriminazione di Franco Freda e Giovanni Ventura, appartenenti alla destra eversiva, ma anche al coinvolgimento nelle indagini di Guido Giannettini del SID.

Alessandrini partecipò con Toni Negri, Tiziana Maiolo (all'epoca cronista de il manifesto) e altri ad un incontro a casa di Antonio Bevere. Maiolo sostenne in un articolo sul manifesto che sarebbe stato proprio Alessandrini, dopo l'incontro, a riconoscere in quella di Negri la voce del telefonista delle Brigate Rosse che contattava la famiglia Moro, e di questa impressione averne messo a parte il giudice Pietro Calogero, con cui collaborava nelle discusse indagini del 7 aprile contro Autonomia Operaia. Lo stesso Negri fu in seguito accusato di essere il mandante dell'omicidio di Alessandrini, salvo poi essere assolto per questa accusa e condannato per altre imputazioni.

Successivamente si occupò con particolare determinazione del terrorismo di estrema sinistra, avviando, tra l'altro, una delle prime indagini sull'Autonomia milanese. Questo impegno contribuì a metterlo nel mirino di Prima Linea, l'organizzazione eversiva guidata da Sergio Segio, Marco Donat Cattin, Susanna Ronconi, Bruno La Ronga. Nel settembre 1978, nel covo di Corrado Alunni (Prima Linea) in via Negroli a Milano, vennero trovate tre sue foto.

Questo avvertimento non servì a nulla poiché il 29 gennaio 1979, Alessandrini, mentre si stava recando al Palazzo di Giustizia di Milano, venne assassinato da un gruppo di fuoco di Prima Linea. wikipedia

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