Letizia battaglia fotografa
Inizia la sua carriera nel1968 collaborando
con il giornale palermitano L'Ora.
Letizia si trova ad essere l’unica donna tra colleghi maschi. Nel 1970 si
trasferisce a Milano dove incomincia a fotografare collaborando con varie
testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l'agenzia "Informazione
fotografica. Nel 1974 si
trova a documentare l'inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei
delitti
per informare l'opinione pubblica e scuotere le
coscienze.
Comprende di trovarsi
nel mezzo di una guerra civile. Il suo archivio racconta l’egemonia del clan
dei Corleonesi. Sono suoi gli scatti all'hotel Zagarella che ritraggono gli
esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti e che furono acquisiti agli atti per
il processo. Il 6
gennaio 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo in cui
viene assassinato Piersanti Mattarella.
Nello stesso anno un suo scatto della “bambina con il pallone“ nel quartiere
palermitano della Cala .
Diviene
una fotografa di fama internazionale, ma non è solo "la fotografa della
mafia". Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si
prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi
morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi dei bambini e delle
donne (Letizia Battaglia predilige i soggetti femminili), i quartieri, le
strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una
città dalle mille contraddizioni.
Nel 2019 inaugura a Venezia presso la Casa dei Tre Oci una grande mostra monografica retrospettiva di tutta la sua carriera.
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