venerdì 17 ottobre 2014

TTIP Transatlantic Trade and Investment Partnership. Trattato Transatlantico per il commercio e gli investimenti

TTIP
un trattato dell’altro mondo
Partenariato transatlantico
tra USA e UE
per il commercio e gli investimenti

Quali vantaggi porta la concorrenza fra due blocchi commerciali al lavoratore e alla comunità?
Non certo maggiore occupazione ma la concentrazione del numero degli occupati alla ricerca della riduzione dei costi per vincere la concorrenza.
La cessione di sovranità per omogeneizzare le normative al fine di favorire la concorrenza vuol dire che non si è più padroni in casa propria.
Forse è meglio una società autarchica padrona delle sue leggi e del suo destino.
Per questo il dibattito deve essere pubblico e approfondito: qui si gioca il futuro.

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L’abbattimento delle tariffe doganali non è il principale scopo del Ttip. L’obbiettivo primario è invece l’eliminazione delle “Barriere non tariffarie” al commercio, ovvero quei vincoli e norme di carattere tecnico, giuridico, commerciale e politico che in qualche modo tutelano a vario titolo i produttori, i lavoratori e i cittadini di una data nazione. In pratica qualunque multinazionale potrà operare sul territorio Ue senza tenere conto della legislazione nazionale e comunitaria relative la sicurezza degli alimenti, le soglie di tossicità, le norme sui farmaci (severissime in Europa), la libertà in rete, la previdenza sociale, l’energia, la cultura, i brevetti e così via. Basti pensare che come consulenti dei negoziati sono stati accreditati 600 lobbisti di multinazionali americane ed europee.
Contraria è l' Attac (Associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie e per l’aiuto ai cittadini) .
In altri settori i controlli invece sono minuziosi. Se uno deve carpire una tramezza a casa sua ha bisogno di contattare un ingegnere gli uffici comunali e gli uffici del catasto oltre alla sovrintendenza se l'immobile è notificato 
Non solo, il secondo pilastro del Ttip prevede un aspetto citato nei documenti Ue come “investor-state dispute settlement” o “ISDS system”. In soldoni la possibilità per ogni impresa di trovare tutela dei propri investimenti, ma soprattutto delle aspettative di ritorno degli stessi, in un nuovo tribunale sovranazionale a cui di fatto una multinazionale potrà rivolgersi per far causa direttamente ad uno Stato membro. L’Italia piuttosto che la Francia potrebbero ricevere allora lo stesso trattamento subito dall’Argentina.  La grande impresa assume così nel campo commerciale un potere diretto a scapito delle istituzioni e risultano evidenti i rischi per i prodotti europei, su tutti quelli agricoli come sottolineato dalla commissione Agri. Finanche l’inglese The Guardian ha voluto sottolineare come il Ttip rischia di essere un attacco alla sovranità degli Stati, un sistema che secondo il quotidiano britannico è pensato per to kill regulations protecting people and the living planet.
corriere 18.10.2014

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Un creditore ha fatto causa al governo argentino presso il tribunale di New York, che gli ha dato ragione. E' tutto normale secondo le regole della finanza internazionale: il tribunale di una città degli Stati Uniti ha condannato il governo di un’altra nazione a saldare un debito con un cittadino statunitense. 
Primato nazionale 
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Eleo­nora Forenza, euro­de­putata de L’Altra Europa con Tsi­pras afferma: «Il gruppo par­la­men­tare del Sini­stra uni­ta­ria (Gue) è al ser­vi­zio dei movi­menti in que­sta bat­ta­glia che ci vede con­trap­po­sti, insieme ai Verdi, alla grande coa­li­zione che governa la Ue».
Forenza punta il dito con­tro la pros­sima respon­sa­bile del com­mer­cio estero dell’esecutivo Junc­ker: «Ceci­lia Malm­ström aveva lasciato inten­dere di voler eli­mi­nare i con­tro­versi tri­bu­nali arbi­trali a tutela degli inve­sti­menti, ma nell’audizione nella com­mis­sione par­la­men­tare si è riman­giata tutto». Quindi, al momento la posi­zione uffi­ciale del nuovo «governo» Ue è la stessa di quello pre­ce­dente gui­dato da Manuel Bar­roso: gli accordi di libero scam­bio devono pre­ve­dere un mec­ca­ni­smo (Isds, nella sigla in inglese) che puni­sca gli stati che adot­tano poli­ti­che dan­nose per i pro­fitti delle imprese.

«In que­sta vicenda il governo ita­liano gioca un ruolo nega­tivo: il vice­mi­ni­stro allo svi­luppo eco­no­mico Carlo Calenda non perde occa­sione per dire che si deve acce­le­rare nella chiu­sura dei nego­ziati», denun­cia Forenza. La com­pa­gine di Mat­teo Renzi rie­sce a essere più a destra di quella di Angela Mer­kel, dal momento che Ber­lino è con­tra­ria a fir­mare i trat­tati se non cam­bie­ranno almeno nel punto più con­te­stato, appunto la facoltà delle aziende di denun­ciare gli stati «nemici» dei loro pro­fitti. La distanza fra Palazzo Chigi e la Can­cel­le­ria sulla Sprea si misura anche da un pic­colo det­ta­glio: il governo tede­sco, su ini­zia­tiva del lea­der social­de­mo­cra­tico e mini­stro dell’industria Sig­mar Gabriel, ha con­cor­dato una posi­zione comune sul tema con il sin­da­cato uni­ta­rio Dgb. Non pro­prio quello che accade da noi.
il manifesto 19 ottobre

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Directives for the negotiation on the Transatlantic Trade and Investment 
Partnership between the European Union and the United States of America

UNITED STATES Brussels, 9 october 2014

TTIP: ’I’m delighted that EU governments decided to make the TTIP negotiating mandate public’ – says EU Trade Commissioner De Gucht

The Council of the EU today published the negotiating directives for talks on an EU-US trade agreement, the Transatlantic Trade and Investment Partnerships (TTIP). Commenting, European Commissioner Karel de Gucht said:
"I'm delighted EU governments have chosen today to make the TTIP negotiating mandate public – something I've been encouraging them to do for a long time. It further underlines our commitment to transparency as we pursue the negotiations. And it allows everyone to see precisely how the EU wants this deal to work, so it contributes to economic growth and jobs' creation across Europe while keeping our commitment to maintain high level of protection for the environment, health, safety, consumers, data privacy, or any other public policy goal."

The European Commission is negotiating the agreement on the basis of negotiating directives issued by the Council in June 2013. It consults governments, Members of the European Parliament (MEPs) and civil society throughout the process. The talks started in July 2013 and seven rounds of negotiations have been completed so far. 
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