Capitolo
46. L’untore.
Politicante rimugina questi pensieri alla ricerca di
una strategia vincente, non ode quasi il mormorio che via via aumenta nella
sala.
Quando però lui prende posto sulla sedia a
capotavola, per dirigere i lavori della riunione, come per incanto il silenzio
cala di colpo nella sala.
Tutti attendono.
Non è il caso di iniziare il discorso dicendo “No se sente volar una mosca” poiché le
mosche sono persino riuscite a penetrare nella sala ed il loro ronzare
contribuisce a rendere più agitati gli animi.
Mentre gli uscieri sono impegnati ad eliminare la
presenza molesta degli insetti anche le mani dei consiglieri si muovono convulsamente
nel tentativo di scacciarli, sembrano un segno esteriore del nervosismo
crescente.
Nei loro volti c’è un interrogativo angoscioso ”non gavemo sbaglia tuto” pensano.
La fiducia cieca nel potere carismatico del
loro capo impedisce che quelle idee, che frullano in testa, possano prendere la
consistenza di un progetto.
Esse si limitano a rincorrersi fra gli anfratti del
cervello; questi pensieri non fanno dormire di notte, riappaiono ad ogni ora
della giornata costringendo il loro cervello ad ogni tipo di congettura per
ipotizzare lo scenario più plausibile.
Il dubbio che una loro proposta possa essere intesa
come un tradimento nei confronti dell’Organizzazione li blocca.
Sarebbe stato, infatti, un tradimento mettere in
discussione i vertici dell’Organizzazione poiché essi interpretando il sentire di tutti i membri
sono nel giusto.
L’Organizzazione dà solo certezze ai suoi adepti:
affermare che possa sbagliare vuole dire mettere in discussione la sua stessa
capacità di guida, il carisma dei suoi capi.
E’ sicuramente la peggiore soluzione.
Politicante lo sa benissimo e non si è quindi
meravigliato quando i vertici massimi dell’Organizzazione gli hanno comunicato
l’ultimo ordine: “Provvedi a risolver
come ti credi el problema, trova subito chi ga colpa”.
E’ della massima urgenza trovare un colpevole da
dare in pasto agli iscritti per non perdere il loro consenso.
Si è meravigliato invece del fatto che gli ordini
non siano più precisi.
Qualcosa gli dice che deve fare presto, egli ha il
presentimento che, se non trovasse un capro espiatorio in breve tempo, sarebbe
stato immolato lui stesso sull’altare sacrificale per il bene
dell’Organizzazione.
Il testo dell’ordine è, infatti, chiaro.
Lui solo ha il compito di individuare il
colpevole e quindi, se non lo trova, il responsabile è lui.
Il ragionamento non fa una grinza.
Il problema, in ogni caso, non gli sembra di
difficile soluzione: si tratta solo di trovare una persona, la più debole, su
cui infierire.
L’unica cosa importante è fare presto.
Non bisogna dare adito a qualcuno dei vertici di
pensare che Politicante non è efficiente.
Non si deve neppure pensare che Politicante non sia
all’altezza di risolvere il problema.
L’importante è organizzare bene la caccia al
responsabile e dare direttive precise ai delegati periferici di modo che lo
individuino.
Se un responsabile fisicamente non c’è, come si fa
ad individuare il bersaglio dell’ira che cresce?
Qualcuno dell’Organizzazione?
No, non è possibile, perché sono loro che lo
sostengono e non possono essere i responsabili, anche se non è scartabile
l’idea di colpirne uno, magari il più debole, il meno protetto.
Oppure il popolo stesso che non collabora a
sufficienza?
Questa idea è nettamente più brillante e sicuramente
più logica.
Chi non collabora è sempre un potenziale nemico.
Soprattutto se segnala a tutti il pericolo del
contagio favorendo il suo espandersi.
Ma come non averci pensato prima!
Bisogna dare la caccia a questi nemici invisibili,
alleati delle mosche che nascondono i loro nidi, aiutano la loro proliferazione,
le proteggono.
Basta dare in pasto alla popolazione furente questi
veri nemici per conservare all’Organizzazione il suo ruolo per aumentare il suo
prestigio.
L’Organizzazione sarebbe stata la principale
accusatrice di questi potenziali nemici.
Tutti i suoi dirigenti periferici avrebbero
collaborato attivamente ad individuarli e a consegnarli alla giustizia.
Bisogna indentificare l’untore che diffonde il
proliferarsi degli insetti.
E’ sua la colpa degli insuccessi nella battaglia
contro le mosche.
Capitolo 47. La ricerca dell’untore.
Capitolo 48 La soluzione.
Capitolo 49. La campagna di informazione.
Capitolo 50. L’appalto.
La fornitura dei prodotti necessari per combattere
le mosche è un’occasione da non perdere.
L’affare è chiaramente impostato.
Per sconfiggere il flagello è necessario un prodotto
speciale.
Basta identificarlo con elementi che siano
difficilmente reperibili sul mercato e stabilire termini brevissimi per mettere
in grado un unico concorrente di partecipare alla gara e aggiudicarsi la
fornitura.
Politicante non sa molto di diritto, ha fatto solo
alcuni esami di ingegneria, ma sa certo che la pubblica amministrazione ha
sempre ragione fino a che il giudice amministrativo non ti sospende i
provvedimenti.
Sa bene, inoltre, che c’è sempre la possibilità di
affidare una fornitura ad un unico concorrente, ossia di ricorrere alla
trattativa privata, quando l'urgenza della stipulazione del contratto sia tale
da non consentire l'indugio determinato dall'esperimento di una gara.
Questi requisiti sono pienamente realizzati in
questa circostanza.
Chi avrebbe osato mettere in discussione le
decisioni prese dal Consorzio? Chi può mettere in dubbio l’urgenza di trovare
un rimedio contro le mosche?
L’accordo di ferro stipulato con Pattona sta per
trovare concreta realizzazione.
“I schei i
voio contanti” conclude Politicante.
Tutto si svolge come previsto.
Un responsabile della Moscfior si è
presentato con una valigia nera e ha ringraziato della collaborazione.
Politicante ha contestualmente fornito in anticipo
la preziosa relazione tecnica, redatta con quegli specifici dati tecnici che la
concorrenza non può fornire.
D'altronde il segretario l’ha confermato: lui è a
tempo determinato e se vuole essere riconfermato deve fare quello che gli si
dice.
Il dirigente, inoltre, deve essere pronto a
prendersi ogni responsabilità.
In tal modo a Politicante non può essere imputato
alcun addebito per quella operazione.
E’ questa la regola prima che caratterizza la
efficienza del dirigente.
Si presenta alla gara un’unica ditta.
E’ stata indetta una trattativa privata e sono state
invitate solo delle aziende che non producono prodotti moschicidi.
Nel mese di agosto, d’altronde, chi si deve invitare?
Tutte le ditte sono in ferie: non c’è più nessuno
che ha voglia di partecipare ai lavori!
Le imprese in città non sono in grado di procurarsi
il materiale necessario per adempiere alla fornitura.
Sono stati bravi Politicante e Pattona, hanno pensato
proprio a tutto.
Capitolo 51.
L’imprevisto.
La fornitura è aggiudicata, come previsto, alla
Moscfior s.p.a. senza alcuna vera contestazione; solo qualche mugugno.
D’altronde il Consorzio può essere una preziosa
stazione appaltante e bisogna stare attenti a protestare: si rischia di non
essere più invitati alle gare.
Politicante ha ricevuto il suo compenso che ha in
parte girato ai suoi sostenitori ed in parte
conservato per i prossimi impegni elettorali.
Le mosche sono state decimate dal nuovo prodotto e
quelle poche che sono sopravvissute sono state sterminate dalla palette.
Le poverine sono rimaste così intontite dal moscfior
che si sono fatte prendere facilmente.
Tutto sembra essere risolto facilmente.
Politicante è già pronto per ricevere il
ringraziamento dalla comunità per il suo tempestivo intervento.
Purtroppo le male lingue non mancano mai.
La gente comune è meno credulona di quanto si possa
pensare.
Soprattutto in una piccola città proliferano quelli
che hanno sempre da lamentarsi e criticano chi si interessa alla soluzione dei
loro problemi.
Qualcuno ha cominciato a chiedersi come mai c’è
voluto tutto quel tempo per trovare una soluzione.
Qualche altro si è chiesto perché la gara per la
fornitura sia stata indetta proprio in agosto quando tutte le ditte erano
rimaste chiuse per ferie.
I produttori di materiali per combattere le mosche
si sono chiesti perché non sono stati invitati alla gara.
Tutta una serie di perché e di ma che hanno
avvelenato l'opinione pubblica, che si è trovata spaccata in due.
Una parte irriducibile difende Politicante a spada
tratta perché ha risolto il problema; un'altra parte è sempre più critica; ma,
soprattutto, è l’esercito dei detrattori che si va ingrossando.
Queste dicerie non impensieriscono Politicante, ma
gli rendono meno piacevole il sapore dolce della vittoria.
E’ l’invidia che non riconosce i meriti reali delle
persone.
Le cose incominciano a rendersi più complicate con
la discesa in campo dell’Associazione a Tutela dei Cittadini, diretta dal sig.
Orroz.
Gli studi del dott. Bianchi hanno messo in guardia
l’Associazione.
Alcuni soci più puntigliosi hanno spulciato
delibere, bandi di gara e contratti di appalto.
Non quadrano i ritardi con cui si è pervenuti
all’aggiudicazione.
Perché si è perso tutto quel tempo in indagini
preventive per poi procedere con la massima urgenza?
Perché non sono stati presi subito in considerazione
quei prodotti che poi sono stati acquistati ad un prezzo altissimo?
Perché non sono state invitate tutte le ditte
interessate alla fornitura?
L’Associazione a Tutela dei Cittadini è formata da
un gruppo di persone, slegate da qualsiasi etichetta, gode di buon credito in
città.
L’Associazione ha denunciato lo scandalo della
trattativa privata.
La magistratura è intervenuta non appena in possesso
delle notizie in via ufficiale.
E’ stato formato un fascicolo poderoso che ha
raggiunto le diecimila pagine e che si ingrossa ogni giorno con nuove indagini.
La stampa ha ripreso i dubbi che corrono negli
ambienti più informati, dando il via alla caccia al colpevole.
Non risulta credibile l’invito e la conseguente
assegnazione dell’appalto ad un solo concorrente che fabbrica i prodotti
richiesti dal bando di gara.
Gli altri concorrenti invitati a presentare la loro
offerta, infatti, sono specializzati solo nella produzione di palette ammazza
mosche ma non di insetticidi con componenti naturali.
La magistratura, prima sollecitata da lettere
anonime, poi dagli esposti inviati dall’Associazione a Tutela dei cittadini,
indaga.
La tegola più grossa arriva a Politicante dalle
ditte non invitate a partecipare alla gara.
Politicante e Pattona hanno sottovalutato che la
grossa fornitura è un consistente affare anche per imprese che si accontentano
di guadagnare l’utile industriale.
Queste, non invitate alla trattativa privata, non
appena si sono accorte dell'importo oggetto di aggiudicazione, hanno proposto
ricorso alla giustizia amministrativa.
Il giudice ha, invero, respinto la richiesta da
parte delle ditte escluse di sospendere la gara e di rifarla.
Il giudice saggiamente non ammette che la
ripetizione della gara renda ancora lontano il momento in cui si possa
finalmente utilizzare il rimedio contro le mosche.
I bene informati assicurano che il giudice è un
legittimista e che vuole vederci chiaro sulla vicenda che ha degli aspetti
oscuri.
Politicante ha cercato di farlo avvicinare da amici
della Organizzazione, ma tutto è stato vano.
Il rischio dell’annullamento della deliberazione del
consiglio del Consorzio di aggiudicazione a trattativa privata della fornitura
alla Moscfior s.p.a. è palpabile.
Da quella sentenza Politicante intuisce che possono
nascere una sacco di guai per lui.
Politicante fa intervenire il Consorzio in giudizio
e si difende come un leone.
Sa però di avere i giorni contati perché il
cacciatore stavolta è troppo forte per lui.
Gli avvocati del Consorzio sollevano l'eccezione di
inammissibilità del ricorso delle Ditte escluse, sotto il profilo che debba
ritenersi legittimata ad impugnare l'esito di una trattativa privata solo un'impresa
che vi abbia partecipato ovvero che abbia formulato un'offerta respinta
dall'amministrazione.
Solo questa impresa ha, quindi, una posizione
differenziata dalla quale deriva un qualificato interesse all'annullamento
dell'atto di scelta del contraente.
Le ditte escluse non possono, quindi, essere
ritenute legittimate all'impugnativa solo perché sono interessate alla
partecipazione alla gara.
L'eccezione va respinta, in quanto il giudice
afferma che: “in base ai principi di libera concorrenza, di legalità e di buon
andamento ed imparzialità dell'azione amministrativa, l'impresa operante in un
settore economico è legittimata ad impugnare il provvedimento con cui
l'amministrazione disponga la stipula di un contratto a trattativa privata
riferito allo stesso settore e non abbia invece posto in essere per la scelta
del contraente le debite procedure di evidenza pubblica”.
Il tribunale condanna pertanto il Consorzio a
rifondere i danni alle ditte escluse.
E’ l’inizio della fine.
La giustizia è dura a partire, ma, quando si mette
in moto, essa si accanisce contro il meschino che ha tentato di raggirarla.
E’ così anche per Politicante.
A fianco del giudice amministrativo scende anche il
giudice penale ed il giudice contabile.
Accanto ai ricorsi amministrativi fioccano gli
esposti penali da parte di tutti quelli che si sono visti richiedere una
contribuzione per avere possibilità di successo negli appalti pubblici.
Tutti quelli che si sono sentiti semplicemente
esclusi dall’Organizzazione o si sono sentiti traditi da chi li ha illusi di
rappresentare il possibile realizzatore delle loro speranze sono scesi in
piazza contro Politicante.
Le intercettazioni telefoniche disposte dal giudice
penale registrano insospettabili comunicazioni tra Politicante ed i vertici dell’Organizzazione.
“Cosa succede
xe deventai tuti mati!” esclama Politicante che cerca protezione ai livelli
più alti.
Non sa il tapino che, quando l’onda di piena arriva,
tutti pensano solo a salvare se stessi.
Nessuno lo conosce più, nessuno è disposto non solo
a dargli una mano, ma neppure a rivolgergli la parola.
Tutti pensano solo a non naufragare.
Hanno paura di compromettersi e perciò negano contro
ogni evidenza la loro palese comunanza con tutti i membri dell’Organizzazione.
Nessuno conosce o ha sentito parlare di Politicante
o, se ne ha sentito parlare, ne condanna pubblicamente l’operato.
Le amicizie fondate sull’interesse e sulla
convenienza economica durano lo spazio del guadagno che provocano, non reggono
il minimo tentennamento; la più piccola perdita rende gli amici fraterni di un
tempo dei perfetti sconosciuti quando l’uno non diventa lo spietato accusatore
dell’altro.
I vertici dell’Organizzazione si trovano in un solo
istante spiazzati dalle indagini.
Come giustificare quei finanziamenti che trovano
copertura in una contabilità legale?
Che dire di tutti pagamenti in contanti che non
passano in alcuna contabilità, dove la gestione lascia presupporre contributi
non legali per vincere gare di forniture, magari di prodotti per combattere le
mosche?
I versamenti comprovano l’interessamento di
personaggi importanti per fare concludere l’affare.
Il coperchio che ha coperto sigillando gli affari
sporchi di Politicante si è improvvisamente aperto la tenuta stagna non ha
retto alla pressione sempre più forte di tutti gli affari messi in atto.
Un bruta mattina - per chi ha qualche conto in
sospeso con la giustizia - un concerto di sirene annuncia una grande azione di
polizia.
Politicante e Commendatore sfilano davanti alle
telecamere che impietose li inquadrano e scompaiono senza lasciare
dichiarazioni nelle auto col lampeggiante acceso.
Messi agli arresti confermano di avere avuto il
finanziamento per coprire le ingenti spese sostenute dai loro movimenti.
Un giorno
sereno per chi ha sempre creduto che alla fine la giustizia avrebbe presentato
il suo conto con tutti gli interessi.
Capitolo 52. Tutto ricomincia.
Tante novità possono capitare tutte in un colpo solo
anche se sembra impossibile.
Le rivoluzioni sono improvvise e rovesciano in un
attimo modi di vivere, consolidati dal tempo.
E’ come l'acqua che prima di bollire è quieta ma poi
quando comincia borbottare e a
trasformarsi in vapore diventa una forza travolgente.
Il modo di vivere della gente è cambiato.
Finalmente senza Politicante le mosche sono state
debellate.
Non c’è voluto molto ad usare dei comuni
insetticidi e a rimuovere i rifiuti che, lasciati per incuria nelle
discariche, hanno alimentato la proliferazione degli insetti.
Non esistono neppure i dirigenti
dell’Organizzazione.
I potenti gruppi dell’Organizzazione del consenso
sono stati azzerati.
Nel ciclone giudiziario sono stati indagati tutti e
soprattutto l'Organizzazione ha perso la fiducia da parte dei suoi sostenitori.
Essi restituiscono le tessere di iscrizione.
Non sono più proponibili non solo quelli che sono
stati coinvolti ma anche altri che, pur non essendo stati indagati,
appartengono all’Organizzazione.
La legge ha imposto le sue regole.
Chi le ha infrante dove pentirsene.
Il problema del nuovo si impone.
C’è una buona occasione per ricominciare con volti
diversi, che possano ispirare fiducia.
Gli uomini nuovi della società civile, che abbiano
voglia di impegnarsi nella gestione degli affari pubblici senza volere
raggiungere a tutti i costi il loro tornaconto personale, devono farsi avanti.
Un nuovo gruppo dirigente deve raccogliere i
frantumi della coalizione che ha governato la città.
C’è qualcuno però che è riuscito a scampare dalla
grande rivoluzione giudiziaria.
Lui ha bisogno di nuovi referenti per ricominciare
come se non fosse successo nulla.
Mentre la volante porta nelle patrie galere
Politicante ed i suoi amici, Pattona è lì a salutarli.
Il grande burattinaio è riuscito a dribblare tutti.
Lui c’è sempre, ma non conta nulla.
Lui garantisce le operazioni, ma non figura mai nei
contratti.
I soldi finiscono in un conto segretato, ma non è
riconducibile a lui.
Sono altri che movimentano i fondi, che fanno
prelievi di contanti che poi non si sa dove finiscono.
I suoi proventi sono tutti documentati.
E’ vero, ingenti somme derivano da consulenze un po’
dubbie.
Effettivamente non si capisce perché siano stati
dati così tanti denari per prestazioni di così poco conto.
Ogni prestazione, però, è stata regolarmente
fatturata.
Come può un abile investigatore non accorgersi che è
stato fatturato il fumo, il niente, che sono stati dati dei soldi veri per
delle bufale?
Fare i controlli di sostanza è però difficile.
Ci vuole gente preparata che magari è stata rimossa
tanto tempo prima perché non possa dare troppo fastidio.
E’ più facile controllare i timbri, che siano stati
messi tutti i visti necessari che la fattura sia stata regolarmente annotata.
Verificare che si è fatturato il nulla è più
complicato, seguire il percorso tortuoso del denaro è difficile e poi ci sono i
cavilli procedurali.
La strada del giusto è irta di difficoltà è molto
più facile realizzare degli imbrogli che provare che sono stati commessi.
Pattona non ha commesso il più piccolo errore
formale, non ha trascurato nessun dettaglio ed è per questo che è lì a salutare
gli altri che vanno verso il meritato castigo.
Lui forse che lo merita più di loro, è lì pronto a
ricominciare il gioco.
“Bisogna
rifondar un novissimo Movimento per i diritti de tuti” dice Pattona.
Guarda gli ultimi seguaci rimasti fuori dalla
bufera come per vedere se c'è qualcuno che possa rimpiazzare i suoi fidi oramai
caduti sul campo.
Fa un sorriso di saluto a Giovanni.
“So pronto.”
gli risponde manifestando il suo impegno per ricominciare.
E’ necessario trovare una nuova faccia pulita che non
sia stata minimamente toccata dall’avventura precedente.
Sta a lui plasmare questo nuovo adepto ad immagine
di Politicante o di Commendatore.
C’è sempre qualcuno disposto a ricominciare il gioco
dei potenti.
L'adrenalina che ti dà il potere, il sottile piacere
di comandare, di comprare col denaro quello che vuoi è un sogno di onnipotenza
che travolge e anima molti verso nuove avventure.
A chi ha poco e vuole avere di più non interessa il
mezzo con cui può raggiungere una posizione al sole.
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