Dedicato a Gio, Nico,
Paolo
ed Isi
Gradatim
conscendimus ad astra
NICOLA
CENTOFANTI
IL
GREMBIULINO NERO
Un
particolare ringraziamento a Silvana e Germano puristi veneti,
a
Diana indispensabile ispiratrice e a Mirco instancabile
promotore.
INDICE
Presentazione.
Presentazione
Tutti
nella nostra vita incontriamo fortuitamente una serie di personaggi che ci
accompagnano in questo viaggio e con i quali dobbiamo necessariamente
rapportarci.
Alcuni
ci sostengono, ci fanno sorridere, ci vogliono bene; altri ci ostacolano, ci
creano dei problemi, ci vedono come il fumo negli occhi.
Essi
fanno in ogni modo parte di noi, della nostra personale storia e non possiamo
farne a meno.
Dobbiamo
convivere con tutto questo prossimo e se possibile cercare di amarlo perché
solo con un atteggiamento positivo è possibile vivere con serenità.
A
tutti questi personaggi che ho incontrato è dedicato questo libro perché senza
di loro la mia vita sarebbe stata più insulsa.
Di
essi è stato cambiato per ragioni di privacy
il nome ed è stata modificata la storia, non certo per rendere la mia vita più
interessante per il lettore.
A
me è andata bene così.
Questo
racconto è stato scritto per ricordare emozioni, per rammentare tanti volti che
affollano la mente solo se li vuoi recuperare e li cerchi nei pertugi della
memoria, per riportare alla luce tante storie che ti sono state raccontate
l’altro ieri e per non dimenticare le vicissitudini della tua gente, amori,
invidie, amicizie e rancori.
Qualche
volta ha dovuto forzare il pudore dei sentimenti mettendomi d’accordo con loro:
sottacendo qualcosa o modificando una realtà per me difficile da raccontare.
Ho
raccolto dalla zia Bice il testimone della memoria dato che dopo la sua morte
sono io il pater familias per
raccontare tante storie dove realtà e sogno si fondono e dove è difficile
tracciare il confine che li separa.
Sono
sempre stato affascinato dai grandi narratori siano essi scrittori, poeti,
pittori o scultori.
Mi
piace raccontare delle storie mescolando realtà e fantasia come Vittore
Carpaccio nelle sue tele.
Forse
con la pittura più che con la scrittura è possibile raccontare i particolari ed
esprimere le sensazioni anche le più enigmatiche.
Il
pennello coglie le sensazioni e descrive minutamente i dettagli di una scena
con maggiore immediatezza dando poi allo spettatore la visione d’insieme.
Non
sono né un maestro del pennello né della macchina da scrivere però provo a
preservare dall’oblio i ricordi e a fare rivivere nella memoria tutte le
persone che mi sono state care e che se ne sono andate.
Cremona
13 novembre 2010
L’Autore
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