venerdì 5 aprile 2013

L'affare. I boiardi


1.              Capitolo. I boiardi.


Quello che conta è riuscire a gratificare i boiardi.
Tutti parlano dei boiardi ma nessuno sa con precisione chi siano.
E’ la cultura popolare che li identifica in quei personaggi che hanno un posto di rilievo all’interno dell’Organizzazione.
Sono quelli che comandano senza dovere rendere conto a nessuno delle loro decisioni e che percepiscono le retribuzioni più elevate.
Sono quelli che si sono conquistati le cariche più prestigiose nelle varie sezioni in cui si articola l’Organizzazione.
Sono quelli che viaggiano nelle macchine blu blindate con i vetri oscurati; loro passano dappertutto a sirene spiegate.
I boiardi contano perché hanno nella loro cassaforte i voti che consentono di raggiungere ogni alleanza.
Chi vuole raggiungere le cariche più alte ha bisogno di loro e deve accordarsi con loro.
E’ il gioco del potere che si realizza solo accontentando quelli che ti possono sostenere.
La richiesta di chi dispone dei voti necessari per raggiungere qualunque maggioranza è sempre la stessa.
Seve schei, racomandasion e asumer. Bisogna crear posti de lavoro!” ripete a tutti Presidente fino al limite dell’ossessione.
Bisogna poi nominare dei dirigenti che tengano un indispensabile rapporto tra l’Organizzazione e gli assunti.
E’ un’attività parallela che si deve sovrapporre alla società normale che produce reddito.
Questa rete interna all’Organizzazione produce, invece, consenso, tranquillità sociale e garantisce il potere.
Per mantenere i contatti Presidente gira il territorio come una trottola, interviene in ogni dibattito su qualsiasi tema e non manca mai ad un matrimonio , a un funerale o ad una riunione commemorativa.
C’è sempre qualcuno da salutare e qualche mano da stringere.
Per lui non è importante fare delle proposte sensate o dire qualcosa di rilevante.
Essenziale è essere presente, assicurare il proprio intervento e promettere il completo interessamento per raggiungere l'obiettivo di cercare e ottenere congrui finanziamenti.
Questa è la parola magica.
Basta poi solo fare credere di avere dei rapporti a livello adeguato e di avere le entrature necessarie per ottenere contatti al vertice.
E’ indispensabile far presumere che un interessamento o una parola spesa bene al momento giusto possano fare trovare i canali più appropriati per risolvere il problema.
E’ questo il segreto per suscitare interesse verso i futuri sostenitori.
Solo così puoi essere ricercato, trovare adesioni alla tua iniziativa, seguaci ai tuoi programmi e moltiplicare il tuo sistema di collegamenti.
Le persone in definitiva vogliono dalla Organizzazione protezione, vogliono essere assistite nell’esigenza più sentita: quella del lavoro.
I più deboli, i meno sicuri professionalmente tentano di trovare il sostegno per vivere decentemente nell’aiuto che l'Organizzazione può loro offrire.
Neppure i più forti economicamente restano immuni dall’abbraccio dell’Organizzazione, dal desiderio di avere un necessario contatto con Presidente.
Lui è la chiave di volta, il grimaldello per entrare in ambienti esclusivi, blindati ad ogni contatto con l’esterno.
Se c’è un problema, è solo Presidente la persona che può trovare una soluzione.
Lui, anche se nulla sa in proposito, ha l’arte di mediare e di trovare soluzioni condivise.
Col consenso di tutti, escludendo magari quelli che contano meno, ma che ne sanno di più, riesce sempre a trovare la soluzione.
Il suo segreto è quello di adottare sempre la risposta che ha il maggior numero di consensi.
Sembra che ogni soluzione sia affidata ad un potente ufficio sondaggi che propone domande su tutto fornendo a Presidente le risposte condivise dal maggior numero di persone.
Non importa che sia la risposta più giusta o quella più economica o quella più razionale.
Deve semplicemente essere la risposta più condivisa, quella che accontenti tutti anche a costo di sacrificare una minoranza.
Purché sia una minoranza ristretta o che in ogni modo non sia in grado di incidere e di sollevare dei polveroni inulti.
I boiardi sono fondamentali per la tenuta dell’Organizzazione.
La loro compattezza e spirito di disciplina garantiscono l’esito dell’impresa.
Una fede incrollabile nell’Organizzazione e obbedienza cieca alle direttive di Presidente sono i requisiti principali.
Devono essere legati al suo destino nella consapevolezza che al primo sbaglio la loro carriera è segnata coll’inevitabile ritorno all’ano-nimato.
Per conservare il oro privilegi sono disposti a qualsiasi compromesso e a qualsiasi sopruso non hanno la minima vergogna ad appropriarsi di tutto togliendo alla popolazione sempre di più per soddisfare la loro ingordigia.
I più fedeli sono invitati a frequentare l’Organizzazione e a mettersi a completa disposizione di ogni iniziativa.
L’Organizzazione per essere più potente deve trovare dei collegamenti costanti con i suoi sostenitori e soddisfare tutti i loro bisogni.
Il boiardo deve essere sempre a disposizione degli iscritti e simpatizzanti e partecipare alle manifestazioni che l’Organizzazione propone.
La cultura ed il tempo libero sono le attività in cui il boiardo deve essere più incisivo.
Il governo della società passa proprio dalla gestione di questi settori determinanti.
Deve essere così umile da porsi dietro i banchi a servire salamelle e bicchieri di vino durante le feste estive dell’Organizzazione.
Tutti devono mostrare il loro interesse per la gente comune, tutti devono fare veder il proprio spirito di servizio e la propria disponibilità verso gli altri.
Anche i grandi capi devono essere lì.
Sono esonerati dal lavoro più umile, ma le assenze non sono giustificate.
Devono essere presenti per stringere la mano e per dispensare sorrisi e rispondere alle varie richieste di intervento.
Se si vuole comandare bisogna anche mettersi in mostra pubblicamente e fare constatare la propria presenza.
Tutti gli adepti adempiono puntualmente ai loro compiti come scolaretti diligenti.
L’attività amministrativa deve essere congiunta alla disponibilità di partecipare al momento ricreativo.
Solo così il boiardo raggiunge il massimo livello di eccellenza perché solo così tutti possono riconoscere che lui è al servizio totale dell’Orga-nizzazione.
Il Consorzio dà la possibilità a Presidente di reclutare un manipolo di boiardi disposti a seguirlo anche all’inferno.
Sono persone fidate con le quali si può programmare ogni attività.
Con loro si può essere sicuri di avere il più totale appoggio: basta garantire un trattamento economico adeguato.
Il Consorzio, dove l’attività è minima, è la palestra migliore per architettare un piano di controllo di quegli altri enti dove si lavora e non si ha tempo per realizzare delle strategie.
El lavoro conta poco” ripete sempre Politicante ”quelo che conta xe el progeto complesivo.
E’ vero.
Se non sei supportato dall’Organizzazione che ti sostiene sempre per la tua appartenenza, dove puoi pensare di arrivare lavorando da solo?
Il progetto complessivo si può realizzare solo accentuando il centralismo dell’Organizzazione e mettendo sotto il suo controllo tutte le nomine negli enti della città.


























2.              Capitolo. Le mani dei boiardi.


Il potere dei boiardi è così decisivo perché l’Organizzazione dispone di funzionari fedelissimi disposti a supportare la loro azione nei vari enti.
Il potere dell’Organizzazione trae supporto da regolari elezioni.
Vinte le elezioni l’Organizzazione si struttura per gestire il potere.
Sono indispensabili funzionari che costruiscano i regolamenti e gli atti amministrativi, che interpretino le leggi nel modo migliore per favorire la sua azione.
Tutta l’attività deve consentire di mantenere saldamente il controllo economico nelle mani di queste piccole oligarchie. Esse si arricchiscono ed aumentano di prestigio ad ogni operazione che portano a termine.
Per questi funzionari l’importante è difendere il loro ruolo eliminando ogni possibile voce critica.
Chi chiede di interpretare le leggi in modo imparziale senza favoritismi, senza creare ingiu-stificate rendite di posizione rispettando le competenze e chiunque voglia onestamente portare un contributo al governo della società è un nemico potenziale dell’Organizzazione e deve semplicemente essere ignorato.
Deve essere messo a tacere.
L’isolamento è la forma migliore per garantire il consenso.
Sostenere gli amici e isolare chi vuole pensare con la sua testa senza arrendersi ai voleri dell’Organizzazione.
La trovata per garantire all’Organizzazione di avvalersi di questi funzionari è semplice.
Perché affidarsi ad inutili e dispendiosi metodi di selezione che accertino la preparazione e mettano i migliori alla gestione degli enti pubblici?
Chi meglio degli amministratori degli enti - ossia chi meglio dei membri dell’Organizzazione - può scegliersi i suoi dirigenti?
Come fanno quelli dell’Organizzazione a collaborare fianco a fianco con dei dirigenti di cui non hanno la benché minima fiducia a beneficio della collettività?
Presidente è stato uno dei principali artefici di questo disegno perverso che ha portato soggetti privi di competenza specifica ma dotata di alto indice di gradimento a gestire l’azione degli enti pubblici.
Ma se mi devo gestir un ente podarò sceglier el me colaborator de fiducia” ripete convinto.
Peccato dimentichi che l’ente non è suo.
I soldi che amministra non sono suoi, ma della collettività.
I cittadini hanno diritto al migliore servizio scegliendo le persone più capaci a gestirlo.
L’Organizzazione ordina e le mani dei boiardi si attivano perché le decisioni prese siano portate in esecuzione.
Tutto deve andare nel senso indicato senza se e senza ma.
Se i prescelti non operano nella direzione assegnata il loro destino è segnato e, come tutti i ribelli, sono semplicemente cancellati dai libri paga.
Tutte le porte sono chiuse e tutti i privilegi spariti in un sol colpo.
Con questa cura radicale è impossibile che l’Organizzazione possa avere delle voci critiche.
Qualcuno malfidente ribatte “Ma se i xe d’acordo su tuto chi xe che controla?”
Bisogna proprio essere in mala fede per ritenere che l’Organizzazione non faccia tutto il possibile a vantaggio della collettività di cui è espressione.




3.              Capitolo. All’assalto.


Non c’è ente che la prepotenza dell’Organiz-zazione non sia riuscita a controllare in una morsa soffocante.
Lo schema è sempre lo stesso.
La schiacciante maggioranza dell’Organiz-zazione non ha difficoltà a inserire a capo degli enti pubblici un presidente di suo gradimento che ha la responsabilità di indirizzo.
Una volta ottenuto il controllo amministrativo l'affare diventa semplice.
L’ente diventa una colonia per i boiardi.
Questi una volta insediati non hanno difficoltà nell’ eliminare la vecchia dirigenza sostituendola con chi è più gradito.
Solo i boiardi hanno accesso alle cariche dirigenziali perché l’Organizzazione, che ha il controllo, decide le nomine.
I nominati hanno libertà assoluta di imporre le regole dell’Organizzazione. Devono favorire gli amici, svuotare le casse a favore degli loro interessi in cambio di un sostegno assoluto contro ogni nemico.
Le assunzioni di amici e sostenitori garan-tiscono il sistema di potere mentre si cerca di trovare il consenso garantendo posti di lavoro di qualsiasi livello dal più basso al dirigente.
Le necessarie fonti di finanziamento sono pilotate dall’Organizzazione che, pur di garantire posti di lavoro improduttivi, non esista ad indebitarsi in modo esorbitante. Le risorse del paese servono per far fronte ad una macchina che serve solo a sé stessa e che diventa ogni giorno più costosa.
Si crea una doppia società.
Quella opulenta che vive su attività pagate senza verificarne i costi e quella normale alle soglie dello stato di bisogno che fa i conti con le dure regole del bilancio.
Nella società opulenta i boiardi ingrassano coi loro privilegi e le loro prebende che solo il pubblico può offrire.
Quella normale deve raschiare il fondo del barile per trovare le risorse sufficienti per fare fronte alle spese che la società opulenta impone.
Il lavoro normale, si sa, dà redditi modesti rispetto alle prebende che gli stessi boiardi impongono alle strutture che controllano.
L’Organizzazione è costretta a fare sempre più ricorso all’aumento della pressione fiscale.
Sui magri guadagni i cittadini sono costretti a pagare tributi sempre più esosi a Cesare.
I boiardi sono maestri nell’inventarsi nuovi tributi che creano macchine operative per l’accertamento e la riscossione tali da garantire assunzioni e posti dirigenziali.
Gli stessi beni sono oggetto di tasse statali, regionali, provinciali, comunali.
Sullo stesso cespite grava l’obbligo di diverse denuncie.
Il contribuente compila denunce allo stato alla regione, alla provincia ed al comune.
E’ il massimo del sogno dei boiardi per esercitare un controllo su tutto, per moltiplicare le pratiche e per imporre il massimo delle imposte.
D’altronde più la macchina è grossa e più ha bisogno di soldi per farla girare.
Il fatto che i servizi siano sempre più scarsi ha una importanza relativa, l’importante è che i boiardi trovino nel sistema il loro posto al sole.
I boiardi raccattano là dove è più semplice.
Raggiunti i loro obiettivi col minimo sforzo non vogliono scontrarsi con soggetti che possono creare problemi.
Sono i cittadini normali a pagare di più.
Sotto tiro di un fisco sempre più avido sono quelli che hanno i redditi al sole, quelli che vivono senza spostamenti, quelli che hanno attività ben visibili e ben tracciabili per la gravosa imposizione fiscale che devono garantire la dispendiosa gestione dei boiardi.
E’ molto più facile fare pagare a loro i conti salati che il sistema impone.
I bancarottieri abili nel fare scomparire intere fortune nelle pieghe dei bilanci truffando ignari risparmiatori, gli evasori senza residenza e col contante sotto il cuscino o depositato nei paradisi fiscali, i criminali più incalliti che guadagnano fortune con i traffici più illeciti e tutti quelli che vivono ai margini della società legale e conducono una vita da nababbi senza pagare un soldo di tasse restano impuniti.




























4.              Capitolo. Il vecchio saggio.


Il dott. Bianchi è stanco di sgobbare senza mai fare carriera, di essere sempre l’ultimo a sapere i fatti più importanti, di avere i premi di produttività nel lavoro sempre più bassi, di essere inquadrato nella qualifica minima, mentre i boiardi ogni giorno che passa divengono sempre più altezzosi.
Vuole diventare boiardo anche lui.
Vuole godere del festino che ora è destinato solo a loro.
Chi può introdurlo a quel bengodi? Solo Presidente può dargli le dritte giuste per diventare un boiardo che si rispetti.
Timidamente il dott. Bianchi bussa alla porta.
Presidente è sprofondato nella sua poltrona Luigi XIV.
Si sente veramente un imperatore.
Se pol entrar Presidente?” sussurra dopo aver avuto l’ok dalla lucina rossa che ammette alla presenza del supremo.
In quel momento gli affiorano tutti i dubbi e le paure che lo hanno sempre tenuto distante dalle porte del potere.
Ha sempre temuto di essere condizionato, di essere messo nel mezzo di chissà quali intrighi e di perdere soprattutto la sua libertà di pensare.
Quello che più lo turba è, in effetti, perdere la sua indipendenza, essere omologato a tutti gli altri, dovere dire sempre sì e dovere considerare dritte le cose più storte.
Oramai però si è convinto che deve mutare atteggiamento, memore di una vecchia storiella che gli raccontava sempre suo nonno.
Ti ti xe un fio de sesto ma sta tento che a volta l’onestà non paga” soleva ripetergli.
Gli affiora alla memoria la storia del vecchio saggio.
“Vive in un paese lontano un vecchio saggio che ha la fiducia più completa dei suoi concit-tadini.
Lui, che è anche veggente, ha predetto ai compaesani di non attingere dal pozzo comune l’acqua del prossimo temporale poiché porta il germe della pazzia.
L’acqua non si deve assolutamente bere.
Lo ha letto nei libri degli astri perché le congiunture sono sfavorevoli ed il passaggio di una cometa promette sventure.
All’ultima pioggia, però, è seguita una terribile siccità, i paesani resistono all'arsura solo per i primi giorni.
La sete si fa cattiva consigliera e Anacleto, il primo di loro, incomincia di nascosto ad attingere l’acqua dal pozzo comune e a berla.
Subito l’effetto dell’acqua incomincia ed il malcapitato inizia a ragionare strano.
Anacleto è tenuto, però, alla larga dalla maggioranza dei cittadini e poiché urla come un pazzo di bere l’acqua, ritenendolo pericoloso lo rinchiudono in una gabbia.
A lui segue un secondo e poi un terzo che si avvicinano furtivi al pozzo d’acqua piovana e bevono avidamente quell’acqua drogata.
Tutti loro sono rinchiusi nel recinto come Anacleto.
Ad uno ad uno la maggioranza dei paesani, oramai senza alcuna remora di farsi notare, beve l’acqua della pazzia.
A tal punto i pazzi sono divenuti la maggioranza e guardano minacciosi il vecchio saggio che continua a parlare in un modo per loro anormale e soprattutto a dare i suoi consigli di astenersi dal bere l’acqua del pozzo.
Il profeta rimane in breve tempo il solo a non avere ancora bevuto.
La gabbia è troppo stretta per contenere tutti i matti ed allora la situazione si inverte ed i carcerati diventano in un baleno carcerieri.
Il vecchio saggio è rinchiuso in gabbia perché in una comunità di dementi la saggezza è ritenuta follia.
Il vecchio resiste, pur nelle angustie della prigionia, a non bere poiché ha a cuore la sua integrità mentale più della sua stessa libertà fisica.
Passano i giorni finché, stremato dalla prigionia e soprattutto dalle beffe, il vecchio saggio chiede di potere avere anche lui un bel bicchiere dell’acqua della pazzia.
Così dopo aver bevuto il vecchio incomincia anche lui a ballare e danzare e ad urlare le frasi più astruse uniformando finalmente il suo linguaggio a quello della sua gente.
Diventato folle in un popolo di matti il vecchio saggio riacquista il suo ruolo fra gli applausi della sua comunità ritrovata.
Memore di quella storia che da bambino lo divertiva tanto, il dott. Bianchi vuole fare il fatidico passo e bere l’acqua di questa pazzia collettiva rinunciando a ragionare col suo buon senno.
Chi se ne frega dei principi e dei valori, lui vuole raggiungere un posto in questa società di pazzi e per questo vuole diventare il più folle di tutti.
Convinto delle sue opinioni si presenta a Presidente.
Mi voria deventar boiardo anca mi.” dice sommesso.
Il dott. Bianchi sa che le nomine di tutte le figure dirigenziali più rappresentative sono speculari al potere che le ha scelte.
L’Organizzazione non consentirebbe mai che un dirigente del Consorzio sia eletto al di fuori dei suoi ranghi.
La richiesta di presentazione di domanda di partecipazione a selezioni tese ad individuare un candidato per posti di responsabilità è solo un espediente. Bisogna, per mantenere una immagine di efficienza, fare credere che tutti possano accedere agli incarichi più importanti.
Si richiedono curricula di particolare esperienza e si invitano i cittadini che spesso abboccano e partecipano a selezioni ove il prescelto è stato individuato ancor prima di emanare il comunicato
Questo a norma di legge poiché tutti sono consapevoli del fatto che le nomine e le designazioni di rappresentanti delle ammini-strazioni siano di carattere fiduciario.
Il dott. Bianchi ha deciso di adeguarsi al nuovo stile.
E’ stufo di studiare e di prepararsi, vuole iniziare a frequentare assiduamente gli apparati è disposto ad andare a fare il lacchè di chi comanda pronto, in caso di "ribaltone", ad inserirsi nel filone vincente.
Chi xe sti boiardi?” interviene stizzito Presidente che come tutti i componenti dell’Orga-nizzazione nega la strisciante penetrazione nella società civile.
Qua xe tutto onesto, tutto a ala luce del sol!” proclama mostrandosi convinto lui stesso delle grandi panzane che racconta.
El continua a lavorar sodo come mi, el vedarà che i risultati vegnarà!” è una mezza apertura ad una futura prova di fedeltà all’Organizzazione, poi si sarebbe potuta valutare la domanda.
Per diventare boiardi il percorso non è così semplice come il dott. Bianchi può immaginare.
Bisogna dare prova di affidabilità.
Si deve dare all’Organizzazione la piena garanzia di obbedienza e sottomissione assoluta alle sue regole.
E’ un percorso lungo che comincia con la frequentazione.
Bisogna essere presenti alle riunioni, anche a quelle apparentemente più insignificanti, per stringere le mani dei capi, per salutare con deferenza e complimentarsi per l’attività svolta ed i successi ottenuti.
Si deve essere ossequienti alle disposizioni che vengono dall’alto.
Mai critiche, anche le più sensate potrebbero essere considerate irriverenti.
Bisogna dare dimostrazioni di essere conosciuti negli ambienti più disparati e soprattutto di avere un seguito personale.
Bisogna dimostrare di avere la fiducia di cittadini o di associazioni che può tradursi in voti di preferenza per l’Organizzazione nelle competizioni elettorali.
E’ gradita una presenza costante a tutti gli incontri. Bisogna essere disponibili ad accettare anche il più insignificante incarico perché un rifiuto può essere valutato come atteggiamento critico.
Importantissimo è il volontariato per tutte le iniziative che sono portate avanti dalla Organizzazione.
La partecipazione assidua alle feste popolari è sicuramente un elemento corretto di valutazione.
Vendere biglietti d’ingresso e staccare ricevute alla cassa sono sicuramente gli incarichi più appetiti. Puoi farti vedere e stringere le mani di tutti quelli che partecipano alla festa. Porta meno prestigio cucinare salamelle alla griglia o friggere lo gnocco perché si è troppo defilati e nessuno vuole condividere la puzza del fritto.
E’ difficile persino ottenerli perché sono distribuiti, con una mediazione attenta, fra le varie componenti dell’Organizzazione dosando fra giovani rampanti e vecchi militanti.
Ci vuole una grande sensibilità per affidare degli incarichi che consentono di mettersi in evidenza nei confronti dei simpatizzanti.
La presenza alle feste dell’Organizzazione è sicuramente un trampolino di lancio per futuri elementi rampanti o per confermare l’importanza dei vecchi dirigenti.
Se il nuovo candidato non è conosciuto da uno dei capi dell’Organizzazione, che può garantire per lui, la selezione si presenta lunga e difficile.
L’Organizzazione deve necessariamente ba-sarsi su poche persone.
Lo schema piramidale è sicuramente più efficiente e garantisce una maggiore sod-disfazione nella gestione del potere.
Il grande capo ti invita a mangiare una pizza, ti fa delle domande per valutare le tue risposte in ordine alla attività svolta dell’Organizzazione e sonda la tua disponibilità.
Devi essere pronto a dimostrare la tua totale dedizione, altrimenti sei bocciato.
Non ci sono prove di appello.
Devi essere pronto ad arrivare quando ti chiamano e dimostrare che lo scopo principale della tua esistenza è servire l’Organizzazione.
Soprattutto devi essere pronto ad accettare la supponenza dei grandi capi che vogliono esser blanditi e mai contraddetti.
Il dott. Bianchi non sa di essere già stato valutato.
Lui è stato considerato troppo individualista, troppo intelligente, troppo disinteressato rispetto ai vantaggi che la carriera di boiardo gli garan-tisce.
La risposta non può essere che negativa.
Lui non lo saprà mai.
Nessuno degli esclusi ha mai avuto una risposta diretta; è meglio tenere sulla corda questi postulanti perché è più opportuno mantenere un aspirante nello stato di attesa piuttosto che, comunicando l’esclusione, farsene un potenziale nemico.
Anche nel caso della domanda del dott. Bianchi non c’è stata una netta risposta negativa, ma una finta apertura
Pol essere che fasendose vedar qualche volta ale nostre riunion el posa considerar che noialtri non femo preferenze” con queste parole Presidente dimostra la sua sensibilità nell’eliminare gli indesiderati facendo finta di accogliere almeno in prospettiva le loro richieste.

5.              Capitolo. Il controllo delle persone.


Lo scopo principale dell’Organizzazione è reperire risorse da ridistribuire agli aderenti che , trattenuto un giusto compenso, li utilizzano per finanziare cene e incontri.
Un potere diretto perché dai finanziamenti essi traggono i loro compensi, ma anche indiretto perché i beneficati si sentono uniti all'Organiz-zazione che li ha aiutati in cambio della promessa del loro consenso.
Su questo le idee di Presidente sono chiare.
Bisogna aumentar le tase; colpir tuti i movimenti di denaro. Bisogna che tuti paga! Quei che ga schei pol scampar, ma tuti gli altri no! ” afferma convinto.
Uno dei principi cardini dell'azione di Presi-dente è quello di non dare incomodi alla gente influente.
Il suo ragionamento è semplice: chi muove ingenti capitali, che possono sempre andare liberamente in giro per il mondo, non può essere disturbato senza provocare la sua reazione.
Le persone importanti, se protestano troppo possono mettere in difficoltà gli equilibri interni dell’Organizzazione perché le persone influenti sono collegate con l’Organizzazione e diretta-mente o indirettamente la controllano.
Tutti gli altri legati alla città, quelli che non muovono i loro interessi al di fuori della cerchia limitata delle mura di cinta, sono più facilmente controllabili e possono quindi essere torchiati fino all’ultimo centesimo.
Aumentare le imposte e crearne di nuove serve anche a mettere in piedi una struttura complessa che può dare lavoro a molti e risolve, quindi, anche un problema occupazionale.
Bisogna aumentar el numero dele tase cusì creemo novi uffici e ocupasion.” Presidente non ha difficoltà ad illustrare la sua originale strategia
Creare modalità sempre più complicate di imposizione comporta per il cittadino onesto una difficoltà anche per denunciare le attività sottoposte ad imposizione.
Così c’è bisogno di esperti che collaborino con gli uffici.
Creare montagne di carte, raddoppiare i fascicoli, tenere così tutto sotto controllo: questo è il sogno di Presidente.
Vede già le code dei questuanti che mendicano posti di lavoro negli uffici addetti ad imma-gazzinare fascicoli. Posti di lavoro che sono pagati con il ricavato dagli accertamenti.
Le denuncie da fare per pagare i tributi si susseguono.
Per Presidente il massimo sarebbe che oltre alla presentazione di un modello al comune, ce ne fosse un’altra al Consorzio con un diverso prospetto e infine un'altra allo Stato con un altro stampato.
Raggiungere il caos amministrativo, per poi costituire delle commissioni che studino i rimedi per superarlo, è il sogno segreto di Presidente che ama essere utile alla sua gente.
Il cittadino non riesce a compilare le denuncie.
Benissimo: basta potenziare una struttura che aiuti i cittadini a compilarle, poi c’è un organo che deve esaminarle ed infine un ufficio che deve effettuare i controlli.
Più le attività sono verificate dal fisco più il controllo sui cittadini è stringente.
Tutto così deve essere autorizzato dai boiardi, non deve scappare niente.
Sfugge a questo gioco solo chi localizza all’e-stero nei paesi meno sviluppati la sua attività.
Le fasce che operano ai limiti della legalità o fuori di essa parimenti sono esentate perché lì non si parla di controlli fiscali, ma di reti e allora il discorso è diverso.
L’Organizzazione sa in partenza che la verifica meticolosa dei contribuenti onesti è più redditizia e meno conflittuale.
Lo slogan è poi semplice: solo con l’aumento delle tasse si possono offrire più servizi ai cittadini.
Il sistema consente così di trovare nuove occasioni di occupazione.
Trovar lavoro xe la me prima preocupazion” ripete Presidente che ritiene di essere veramente nel giusto perché la sua è assoluta sete di controllo.
I migliori non possono ragionevolmente convivere con i boiardi che detengono le migliori posizioni sia sul piano operativo che economico.
Lui sa bene che deve guardarsi da molti nemici.
Primi fra tutti quelli che vogliono semplificare il sistema, localizzare le risorse in modo corretto per far crescere la comunità e per dotarla dei servizi necessari, ma hanno la miopia di volere trascurare la posizione dei boiardi.
Non capiscono che l’Organizzazione è essenziale per il paese.
La gestione dell’intero sistema serve ad aumentare il peso dei boiardi.
La semplificazione è il peggiore nemico dell’Organizzazione. La gestione deve essere sempre più faraonica deve espandersi e alimentare sé stessa prima di realizzare alcunché per gli altri.
Il Presidente cita spesso come esempio l’opera-zione di ristrutturazione di un fido boiardo che aveva fatto chiudere l’ufficio legale di un ente troppo efficiente costringendo alle dimissioni l’av-vocato che lo dirigeva.
In quel modo l’ufficio si poté ristrutturare arti-colando in un apposito ufficio la struttura ammi-nistrativa, prima inesistente, per raccordarla con tredici professionisti esterni, tutti molto devoti all’Organizzazione, cui gli affari legali sono stati destinati.
Quel vecchio avvocato aveva avuto il coraggio di accollarsi quel lavoro in più di quello che gli era stato affidato.
L’incompetente forse voleva significare che in quell’ufficio era l’unico a lavorare, forse voleva mettere in cattiva luce i colleghi o peggio voleva eliminare il lavoro ed evitare di poter creare nuova occupazione?
E’ indubbio che solo creando un maggior num-ero di uffici si possono avere migliori servizi pub-blici; costituire più enti significa ottenere più posti per sistemare i boiardi e più potere all’Organizza-zione.
La maggiore spesa serve solo a creare un maggior giro di ricchezza a beneficio di tutti; per questo gli ambienti più influenti apprezzano il movimentismo di Presidente anche se devono pagare il prezzo di tenersi una schiera crescente di boiardi.
C’è sempre qualcuno di cretino da sistemare e allora avere dei contatti giusti con l’Organiz-zazione serve per trovargli un posto di tutto rispetto.
l’6 �@u i � ��( fabbricazione del prodotto naturale, non inqui-nante e perfettamente compatibile con la tutela dell’ambiente.
Finalmente si sono verificati tutti i presupposti per procedere ad una campagna d’appalto nelle condizioni più favorevoli.
La maggioranza è più salda.
Il rimedio non è stato contestato da nessuno.
Sotto il profilo finanziario, il budget è illimitato perché la soluzione tanto desiderata adesso è lì a portata di mano ed è noto che l’urgenza serve proprio per legittimare lo sforzo finanziario.
A Presidente non rimane che concordare con Pattona i dettagli dell’operazione; essa deve essere faraonica.
Per avere successo l’Organizzazione non deve risolvere i problemi con mezzi semplici con una spesa ridicola.
La soluzione sarebbe poco apprezzata.
Se il rimedio costa poco, se non c’è una mobilitazione spropositata di persone e mezzi vuol dire che il problema è di facile soluzione e tutti possono risolverlo con facilità.
Un dispiegamento di mezzi e di persone serve a dare il segno dell’impegno profuso.
Potere disporre di somme ingenti di denari serve a dare a tutti gli amici un segno tangibile di quello che la nuova coppia può realizzare per loro.
Tuto quelo che se deve far bisogna farlo spendendo de più; bisogna trovar el nostro tornaconto.”
Questo è il motto di Presidente e su questi principi sta creando la sua fortuna.
L’affare delle mosche deve ingigantirsi coinvolgendo tutto e tutti.
La stampa e la televisione devono parlarne fino alla nausea.
Le iniziative di Presidente devono essere sempre al centro delle notizie.
Il Consorzio può così trovare l’occasione per organizzare un’attività di informazione degli interventi da effettuare sul territorio e un’attività di consulenza per ottenere il meglio di quello che il mercato può offrire per risolvere il problema definitivamente.
Solo realizzando questo percorso completo in tutti i suoi pur minimi dettagli Presidente può avere il giusto riconoscimento del suo impegno.
Gli amici dell’Organizzazione possono trovare lavoro e successo personale.
Con l’attività di informazione e di consulenza Presidente sa di avere la possibilità di accon-tentare i consiglieri e i supporter più importanti.
L’attività principale che comporta la solu-zione del problema consente di realizzare l’affidamento dell’appalto per la realizzazione degli strumenti per combattere il fenomeno: le palette e il Moscfior.
Lui e Pattona possono in tal modo, tra il consenso generale, gestire la parte più interessante dell’operazione: l’appalto delle palette e della produzione e distribuzione del Moscfior.
ft:1.0� BDa g `p' 0�) :.0001pt;text-indent:12.75pt;line-height:normal'>I suoi proventi sono tutti documentati.
E’ vero, ingenti somme derivano da consulenze un po’ dubbie.
Effettivamente non si capisce perché siano stati dati così tanti denari per prestazioni di così poco conto.
Ogni prestazione, però, è stata regolarmente fatturata.
Come può un abile investigatore non accorgersi che è stato fatturato il fumo, il niente, che sono stati dati dei soldi veri per delle bufale?
Fare i controlli di sostanza è però difficile.
Ci vuole gente preparata che magari è stata ri-mossa tanto tempo prima perché non possa dare troppo fastidio.
E’ più facile controllare i timbri, che siano stati messi tutti i visti necessari che la fattura sia stata regolarmente annotata.
Verificare che si è fatturato il nulla è più complicato, seguire il percorso tortuoso del denaro è difficile e poi ci sono i cavilli procedurali.
La strada del giusto è irta di difficoltà è molto più facile realizzare degli imbrogli che provare che sono stati commessi.
Pattona non ha commesso il più piccolo errore formale, non ha trascurato nessun dettaglio ed è per questo che è lì a salutare gli altri che vanno verso il meritato castigo.
Lui forse che lo merita più di loro, è lì pronto a ricominciare il gioco.
Bisogna rifondar un novissimo Movimento per i diritti de tuti” dice Pattona.
Guarda gli ultimi seguaci rimasti fuori dalla bufera come per vedere se c'è qualcuno che possa rimpiazzare i suoi fidi oramai caduti sul campo.
Fa un sorriso di saluto a Giovanni.
So pronto.” gli risponde manifestando il suo impegno per ricominciare.
E’ necessario trovare una nuova faccia pulita che non sia stata minimamente toccata dall’av-ventura precedente.
Sta a lui plasmare questo nuovo adepto ad immagine di Presidente o di Commendatore.
C’è sempre qualcuno disposto a ricominciare il gioco dei potenti.
L'adrenalina che ti dà il potere, il sottile piacere di comandare, di comprare col denaro quello che vuoi è un sogno di onnipotenza che travolge e anima molti verso nuove avventure.
A chi ha poco e vuole avere di più non interessa il mezzo con cui può raggiungere una posizione al sole.















6.              Capitolo. Alla Capitale.


L’onda di piena arriva, ma poi passa.
Il fiume cattivo che tutto travolge e non trova nessun ostacolo in grado di fermarlo poi si quieta perde il suo vigor giustizialista originario. Viene ammansito dagli avvocati dai ricorsi dai gradi di giudizio.
Anche le più tremende calamità naturali alla fine finiscono e la vita riprende il suo corso fra le macerie.
L’importante è non esser lì ma in una altro posto a godersi il frutto del proprio lavoro.
L’operazione è talmente piaciuta a Pattona che Presidente dopo un breve periodo di domi-ciliari è stato rilasciato con tante scuse perché le prove non erano sufficienti per condannarlo e l’Appello ha confermato l’assoluzione per insufficienza di prove.
Lui, grazie alla sua esperienza ha trovato subito un nuovo posto di Presidente in un ente della Capitale  che si occupa di niente ma che garantisce un ottima indennità senza grandi preoccupazioni.
Da lì si possono seguire altri affari in tutta tranquillità.

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