1.
Capitolo. I
boiardi.
Quello che conta
è riuscire a gratificare i boiardi.
Tutti parlano
dei boiardi ma nessuno sa con precisione chi siano.
E’ la cultura
popolare che li identifica in quei personaggi che hanno un posto di rilievo
all’interno dell’Organizzazione.
Sono quelli che
comandano senza dovere rendere conto a nessuno delle loro decisioni e che
percepiscono le retribuzioni più elevate.
Sono quelli che
si sono conquistati le cariche più prestigiose nelle varie sezioni in cui si
articola l’Organizzazione.
Sono quelli che
viaggiano nelle macchine blu blindate con i vetri oscurati; loro passano
dappertutto a sirene spiegate.
I boiardi
contano perché hanno nella loro cassaforte i voti che consentono di raggiungere
ogni alleanza.
Chi vuole raggiungere
le cariche più alte ha bisogno di loro e deve accordarsi con loro.
E’ il gioco del
potere che si realizza solo accontentando quelli che ti possono sostenere.
La richiesta di
chi dispone dei voti necessari per raggiungere qualunque maggioranza è sempre
la stessa.
“Seve schei,
racomandasion e asumer. Bisogna crear posti de lavoro!” ripete a tutti Presidente
fino al limite dell’ossessione.
Bisogna poi
nominare dei dirigenti che tengano un indispensabile rapporto tra
l’Organizzazione e gli assunti.
E’ un’attività
parallela che si deve sovrapporre alla società normale che produce reddito.
Questa rete
interna all’Organizzazione produce, invece, consenso, tranquillità sociale e
garantisce il potere.
Per mantenere i
contatti Presidente gira il territorio come una trottola, interviene in ogni
dibattito su qualsiasi tema e non manca mai ad un matrimonio , a un funerale o
ad una riunione commemorativa.
C’è sempre
qualcuno da salutare e qualche mano da stringere.
Per lui non è
importante fare delle proposte sensate o dire qualcosa di rilevante.
Essenziale è
essere presente, assicurare il proprio intervento e promettere il completo
interessamento per raggiungere l'obiettivo di cercare e ottenere congrui
finanziamenti.
Questa è la
parola magica.
Basta poi solo fare
credere di avere dei rapporti a livello adeguato e di avere le entrature
necessarie per ottenere contatti al vertice.
E’
indispensabile far presumere che un interessamento o una parola spesa bene al
momento giusto possano fare trovare i canali più appropriati per risolvere il
problema.
E’ questo il
segreto per suscitare interesse verso i futuri sostenitori.
Solo così puoi
essere ricercato, trovare adesioni alla tua iniziativa, seguaci ai tuoi
programmi e moltiplicare il tuo sistema di collegamenti.
Le persone in
definitiva vogliono dalla Organizzazione protezione, vogliono essere assistite
nell’esigenza più sentita: quella del lavoro.
I più deboli, i
meno sicuri professionalmente tentano di trovare il sostegno per vivere
decentemente nell’aiuto che l'Organizzazione può loro offrire.
Neppure i più
forti economicamente restano immuni dall’abbraccio dell’Organizzazione, dal
desiderio di avere un necessario contatto con Presidente.
Lui è la chiave
di volta, il grimaldello per entrare in ambienti esclusivi, blindati ad ogni
contatto con l’esterno.
Se c’è un
problema, è solo Presidente la persona che può trovare una soluzione.
Lui, anche se
nulla sa in proposito, ha l’arte di mediare e di trovare soluzioni condivise.
Col consenso di
tutti, escludendo magari quelli che contano meno, ma che ne sanno di più,
riesce sempre a trovare la soluzione.
Il suo segreto è
quello di adottare sempre la risposta che ha il maggior numero di consensi.
Sembra che ogni
soluzione sia affidata ad un potente ufficio sondaggi che propone domande su
tutto fornendo a Presidente le risposte condivise dal maggior numero di
persone.
Non importa che
sia la risposta più giusta o quella più economica o quella più razionale.
Deve
semplicemente essere la risposta più condivisa, quella che accontenti tutti
anche a costo di sacrificare una minoranza.
Purché sia una
minoranza ristretta o che in ogni modo non sia in grado di incidere e di
sollevare dei polveroni inulti.
I boiardi sono
fondamentali per la tenuta dell’Organizzazione.
La loro compattezza
e spirito di disciplina garantiscono l’esito dell’impresa.
Una fede
incrollabile nell’Organizzazione e obbedienza cieca alle direttive di Presidente
sono i requisiti principali.
Devono essere
legati al suo destino nella consapevolezza che al primo sbaglio la loro
carriera è segnata coll’inevitabile ritorno all’ano-nimato.
Per conservare
il oro privilegi sono disposti a qualsiasi compromesso e a qualsiasi sopruso
non hanno la minima vergogna ad appropriarsi di tutto togliendo alla
popolazione sempre di più per soddisfare la loro ingordigia.
I più fedeli
sono invitati a frequentare l’Organizzazione e a mettersi a completa
disposizione di ogni iniziativa.
L’Organizzazione
per essere più potente deve trovare dei collegamenti costanti con i suoi
sostenitori e soddisfare tutti i loro bisogni.
Il boiardo deve
essere sempre a disposizione degli iscritti e simpatizzanti e partecipare alle manifestazioni
che l’Organizzazione propone.
La cultura ed il
tempo libero sono le attività in cui il boiardo deve essere più incisivo.
Il governo della
società passa proprio dalla gestione di questi settori determinanti.
Deve essere così
umile da porsi dietro i banchi a servire salamelle e bicchieri di vino durante
le feste estive dell’Organizzazione.
Tutti devono
mostrare il loro interesse per la gente comune, tutti devono fare veder il
proprio spirito di servizio e la propria disponibilità verso gli altri.
Anche i grandi
capi devono essere lì.
Sono esonerati
dal lavoro più umile, ma le assenze non sono giustificate.
Devono essere
presenti per stringere la mano e per dispensare sorrisi e rispondere alle varie
richieste di intervento.
Se si vuole
comandare bisogna anche mettersi in mostra pubblicamente e fare constatare la
propria presenza.
Tutti gli adepti
adempiono puntualmente ai loro compiti come scolaretti diligenti.
L’attività
amministrativa deve essere congiunta alla disponibilità di partecipare al
momento ricreativo.
Solo così il
boiardo raggiunge il massimo livello di eccellenza perché solo così tutti
possono riconoscere che lui è al servizio totale dell’Orga-nizzazione.
Il Consorzio dà
la possibilità a Presidente di reclutare un manipolo di boiardi disposti a
seguirlo anche all’inferno.
Sono persone
fidate con le quali si può programmare ogni attività.
Con loro si può
essere sicuri di avere il più totale appoggio: basta garantire un trattamento
economico adeguato.
Il Consorzio,
dove l’attività è minima, è la palestra migliore per architettare un piano di
controllo di quegli altri enti dove si lavora e non si ha tempo per realizzare
delle strategie.
“El lavoro
conta poco” ripete sempre Politicante ”quelo che conta xe el progeto
complesivo.”
E’ vero.
Se non sei
supportato dall’Organizzazione che ti sostiene sempre per la tua appartenenza,
dove puoi pensare di arrivare lavorando da solo?
Il progetto
complessivo si può realizzare solo accentuando il centralismo
dell’Organizzazione e mettendo sotto il suo controllo tutte le nomine negli
enti della città.
2.
Capitolo. Le mani
dei boiardi.
Il potere dei
boiardi è così decisivo perché l’Organizzazione dispone di funzionari
fedelissimi disposti a supportare la loro azione nei vari enti.
Il potere
dell’Organizzazione trae supporto da regolari elezioni.
Vinte le
elezioni l’Organizzazione si struttura per gestire il potere.
Sono
indispensabili funzionari che costruiscano i regolamenti e gli atti
amministrativi, che interpretino le leggi nel modo migliore per favorire la sua
azione.
Tutta l’attività
deve consentire di mantenere saldamente il controllo economico nelle mani di
queste piccole oligarchie. Esse si arricchiscono ed aumentano di prestigio ad
ogni operazione che portano a termine.
Per questi
funzionari l’importante è difendere il loro ruolo eliminando ogni possibile
voce critica.
Chi chiede di
interpretare le leggi in modo imparziale senza favoritismi, senza creare ingiu-stificate
rendite di posizione rispettando le competenze e chiunque voglia onestamente
portare un contributo al governo della società è un nemico potenziale
dell’Organizzazione e deve semplicemente essere ignorato.
Deve essere
messo a tacere.
L’isolamento è
la forma migliore per garantire il consenso.
Sostenere gli
amici e isolare chi vuole pensare con la sua testa senza arrendersi ai voleri
dell’Organizzazione.
La trovata per
garantire all’Organizzazione di avvalersi di questi funzionari è semplice.
Perché affidarsi
ad inutili e dispendiosi metodi di selezione che accertino la preparazione e
mettano i migliori alla gestione degli enti pubblici?
Chi meglio degli
amministratori degli enti - ossia chi meglio dei membri dell’Organizzazione -
può scegliersi i suoi dirigenti?
Come fanno
quelli dell’Organizzazione a collaborare fianco a fianco con dei dirigenti di
cui non hanno la benché minima fiducia a beneficio della collettività?
Presidente è
stato uno dei principali artefici di questo disegno perverso che ha portato
soggetti privi di competenza specifica ma dotata di alto indice di gradimento a
gestire l’azione degli enti pubblici.
“Ma se mi
devo gestir un ente podarò sceglier el me colaborator de fiducia” ripete
convinto.
Peccato
dimentichi che l’ente non è suo.
I soldi che amministra
non sono suoi, ma della collettività.
I cittadini
hanno diritto al migliore servizio scegliendo le persone più capaci a gestirlo.
L’Organizzazione
ordina e le mani dei boiardi si attivano perché le decisioni prese siano
portate in esecuzione.
Tutto deve
andare nel senso indicato senza se e senza ma.
Se i prescelti
non operano nella direzione assegnata il loro destino è segnato e, come tutti i
ribelli, sono semplicemente cancellati dai libri paga.
Tutte le porte
sono chiuse e tutti i privilegi spariti in un sol colpo.
Con questa cura
radicale è impossibile che l’Organizzazione possa avere delle voci critiche.
Qualcuno
malfidente ribatte “Ma se i xe d’acordo su tuto chi xe che controla?”
Bisogna proprio
essere in mala fede per ritenere che l’Organizzazione non faccia tutto il
possibile a vantaggio della collettività di cui è espressione.
3.
Capitolo. All’assalto.
Non c’è ente che
la prepotenza dell’Organiz-zazione non sia riuscita a controllare in una morsa
soffocante.
Lo schema è
sempre lo stesso.
La schiacciante
maggioranza dell’Organiz-zazione non ha difficoltà a inserire a capo degli enti
pubblici un presidente di suo gradimento che ha la responsabilità di indirizzo.
Una volta
ottenuto il controllo amministrativo l'affare diventa semplice.
L’ente diventa
una colonia per i boiardi.
Questi una volta
insediati non hanno difficoltà nell’ eliminare la vecchia dirigenza
sostituendola con chi è più gradito.
Solo i boiardi
hanno accesso alle cariche dirigenziali perché l’Organizzazione, che ha il
controllo, decide le nomine.
I nominati hanno
libertà assoluta di imporre le regole dell’Organizzazione. Devono favorire gli
amici, svuotare le casse a favore degli loro interessi in cambio di un sostegno
assoluto contro ogni nemico.
Le assunzioni di
amici e sostenitori garan-tiscono il sistema di potere mentre si cerca di
trovare il consenso garantendo posti di lavoro di qualsiasi livello dal più
basso al dirigente.
Le necessarie
fonti di finanziamento sono pilotate dall’Organizzazione che, pur di garantire
posti di lavoro improduttivi, non esista ad indebitarsi in modo esorbitante. Le
risorse del paese servono per far fronte ad una macchina che serve solo a sé
stessa e che diventa ogni giorno più costosa.
Si crea una
doppia società.
Quella opulenta
che vive su attività pagate senza verificarne i costi e quella normale alle
soglie dello stato di bisogno che fa i conti con le dure regole del bilancio.
Nella società
opulenta i boiardi ingrassano coi loro privilegi e le loro prebende che solo il
pubblico può offrire.
Quella normale
deve raschiare il fondo del barile per trovare le risorse sufficienti per fare
fronte alle spese che la società opulenta impone.
Il lavoro
normale, si sa, dà redditi modesti rispetto alle prebende che gli stessi
boiardi impongono alle strutture che controllano.
L’Organizzazione
è costretta a fare sempre più ricorso all’aumento della pressione fiscale.
Sui magri
guadagni i cittadini sono costretti a pagare tributi sempre più esosi a Cesare.
I boiardi sono
maestri nell’inventarsi nuovi tributi che creano macchine operative per
l’accertamento e la riscossione tali da garantire assunzioni e posti
dirigenziali.
Gli stessi beni
sono oggetto di tasse statali, regionali, provinciali, comunali.
Sullo stesso
cespite grava l’obbligo di diverse denuncie.
Il contribuente
compila denunce allo stato alla regione, alla provincia ed al comune.
E’ il massimo
del sogno dei boiardi per esercitare un controllo su tutto, per moltiplicare le
pratiche e per imporre il massimo delle imposte.
D’altronde più
la macchina è grossa e più ha bisogno di soldi per farla girare.
Il fatto che i
servizi siano sempre più scarsi ha una importanza relativa, l’importante è che
i boiardi trovino nel sistema il loro posto al sole.
I boiardi
raccattano là dove è più semplice.
Raggiunti i loro
obiettivi col minimo sforzo non vogliono scontrarsi con soggetti che possono
creare problemi.
Sono i cittadini
normali a pagare di più.
Sotto tiro di un
fisco sempre più avido sono quelli che hanno i redditi al sole, quelli che
vivono senza spostamenti, quelli che hanno attività ben visibili e ben
tracciabili per la gravosa imposizione fiscale che devono garantire la
dispendiosa gestione dei boiardi.
E’ molto più
facile fare pagare a loro i conti salati che il sistema impone.
I bancarottieri
abili nel fare scomparire intere fortune nelle pieghe dei bilanci truffando
ignari risparmiatori, gli evasori senza residenza e col contante sotto il
cuscino o depositato nei paradisi fiscali, i criminali più incalliti che guadagnano
fortune con i traffici più illeciti e tutti quelli che vivono ai margini della
società legale e conducono una vita da nababbi senza pagare un soldo di tasse
restano impuniti.
4.
Capitolo. Il
vecchio saggio.
Il dott. Bianchi
è stanco di sgobbare senza mai fare carriera, di essere sempre l’ultimo a
sapere i fatti più importanti, di avere i premi di produttività nel lavoro
sempre più bassi, di essere inquadrato nella qualifica minima, mentre i boiardi
ogni giorno che passa divengono sempre più altezzosi.
Vuole diventare
boiardo anche lui.
Vuole godere del
festino che ora è destinato solo a loro.
Chi può
introdurlo a quel bengodi? Solo Presidente può dargli le dritte giuste per
diventare un boiardo che si rispetti.
Timidamente il
dott. Bianchi bussa alla porta.
Presidente è
sprofondato nella sua poltrona Luigi XIV.
Si sente
veramente un imperatore.
“Se pol
entrar Presidente?” sussurra dopo aver avuto l’ok dalla lucina rossa che
ammette alla presenza del supremo.
In quel momento
gli affiorano tutti i dubbi e le paure che lo hanno sempre tenuto distante
dalle porte del potere.
Ha sempre temuto
di essere condizionato, di essere messo nel mezzo di chissà quali intrighi e di
perdere soprattutto la sua libertà di pensare.
Quello che più
lo turba è, in effetti, perdere la sua indipendenza, essere omologato a tutti
gli altri, dovere dire sempre sì e dovere considerare dritte le cose più
storte.
Oramai però si è
convinto che deve mutare atteggiamento, memore di una vecchia storiella che gli
raccontava sempre suo nonno.
“Ti ti xe un
fio de sesto ma sta tento che a volta l’onestà non paga” soleva
ripetergli.
Gli affiora alla
memoria la storia del vecchio saggio.
“Vive in un
paese lontano un vecchio saggio che ha la fiducia più completa dei suoi concit-tadini.
Lui, che è anche
veggente, ha predetto ai compaesani di non attingere dal pozzo comune l’acqua
del prossimo temporale poiché porta il germe della pazzia.
L’acqua non si
deve assolutamente bere.
Lo ha letto nei
libri degli astri perché le congiunture sono sfavorevoli ed il passaggio di una
cometa promette sventure.
All’ultima
pioggia, però, è seguita una terribile siccità, i paesani resistono all'arsura
solo per i primi giorni.
La sete si fa
cattiva consigliera e Anacleto, il primo di loro, incomincia di nascosto ad
attingere l’acqua dal pozzo comune e a berla.
Subito l’effetto
dell’acqua incomincia ed il malcapitato inizia a ragionare strano.
Anacleto è
tenuto, però, alla larga dalla maggioranza dei cittadini e poiché urla come un
pazzo di bere l’acqua, ritenendolo pericoloso lo rinchiudono in una gabbia.
A lui segue un
secondo e poi un terzo che si avvicinano furtivi al pozzo d’acqua piovana e
bevono avidamente quell’acqua drogata.
Tutti loro sono
rinchiusi nel recinto come Anacleto.
Ad uno ad uno la
maggioranza dei paesani, oramai senza alcuna remora di farsi notare, beve
l’acqua della pazzia.
A tal punto i
pazzi sono divenuti la maggioranza e guardano minacciosi il vecchio saggio che
continua a parlare in un modo per loro anormale e soprattutto a dare i suoi
consigli di astenersi dal bere l’acqua del pozzo.
Il profeta
rimane in breve tempo il solo a non avere ancora bevuto.
La gabbia è
troppo stretta per contenere tutti i matti ed allora la situazione si inverte
ed i carcerati diventano in un baleno carcerieri.
Il vecchio
saggio è rinchiuso in gabbia perché in una comunità di dementi la saggezza è
ritenuta follia.
Il vecchio
resiste, pur nelle angustie della prigionia, a non bere poiché ha a cuore la
sua integrità mentale più della sua stessa libertà fisica.
Passano i giorni
finché, stremato dalla prigionia e soprattutto dalle beffe, il vecchio saggio
chiede di potere avere anche lui un bel bicchiere dell’acqua della pazzia.
Così dopo aver
bevuto il vecchio incomincia anche lui a ballare e danzare e ad urlare le frasi
più astruse uniformando finalmente il suo linguaggio a quello della sua gente.
Diventato folle
in un popolo di matti il vecchio saggio riacquista il suo ruolo fra gli
applausi della sua comunità ritrovata.
Memore di quella
storia che da bambino lo divertiva tanto, il dott. Bianchi vuole fare il
fatidico passo e bere l’acqua di questa pazzia collettiva rinunciando a
ragionare col suo buon senno.
Chi se ne frega
dei principi e dei valori, lui vuole raggiungere un posto in questa società di
pazzi e per questo vuole diventare il più folle di tutti.
Convinto delle
sue opinioni si presenta a Presidente.
“Mi voria
deventar boiardo anca mi.” dice sommesso.
Il dott. Bianchi
sa che le nomine di tutte le figure dirigenziali più rappresentative sono
speculari al potere che le ha scelte.
L’Organizzazione
non consentirebbe mai che un dirigente del Consorzio sia eletto al di fuori dei
suoi ranghi.
La richiesta di presentazione di domanda di
partecipazione a selezioni tese ad individuare un candidato per posti di
responsabilità è solo un espediente. Bisogna, per mantenere una immagine di
efficienza, fare credere che tutti possano accedere agli incarichi più
importanti.
Si richiedono curricula
di particolare esperienza e si invitano i cittadini che spesso abboccano e
partecipano a selezioni ove il prescelto è stato individuato ancor prima di
emanare il comunicato
Questo a norma
di legge poiché tutti sono consapevoli del fatto che le nomine e le
designazioni di rappresentanti delle ammini-strazioni siano di carattere
fiduciario.
Il dott. Bianchi
ha deciso di adeguarsi al nuovo stile.
E’ stufo di
studiare e di prepararsi, vuole iniziare a frequentare assiduamente gli
apparati è disposto ad andare a fare il lacchè di chi comanda pronto, in caso
di "ribaltone", ad inserirsi nel filone vincente.
“Chi xe sti
boiardi?” interviene stizzito Presidente che come tutti i componenti
dell’Orga-nizzazione nega la strisciante penetrazione nella società civile.
“Qua xe tutto
onesto, tutto a ala luce del sol!” proclama mostrandosi convinto lui stesso
delle grandi panzane che racconta.
“El continua
a lavorar sodo come mi, el vedarà che i risultati vegnarà!” è una mezza
apertura ad una futura prova di fedeltà all’Organizzazione, poi si sarebbe
potuta valutare la domanda.
Per diventare
boiardi il percorso non è così semplice come il dott. Bianchi può immaginare.
Bisogna dare
prova di affidabilità.
Si deve dare
all’Organizzazione la piena garanzia di obbedienza e sottomissione assoluta
alle sue regole.
E’ un percorso
lungo che comincia con la frequentazione.
Bisogna essere
presenti alle riunioni, anche a quelle apparentemente più insignificanti, per
stringere le mani dei capi, per salutare con deferenza e complimentarsi per
l’attività svolta ed i successi ottenuti.
Si deve essere
ossequienti alle disposizioni che vengono dall’alto.
Mai critiche,
anche le più sensate potrebbero essere considerate irriverenti.
Bisogna dare
dimostrazioni di essere conosciuti negli ambienti più disparati e soprattutto
di avere un seguito personale.
Bisogna
dimostrare di avere la fiducia di cittadini o di associazioni che può tradursi
in voti di preferenza per l’Organizzazione nelle competizioni elettorali.
E’ gradita una
presenza costante a tutti gli incontri. Bisogna essere disponibili ad accettare
anche il più insignificante incarico perché un rifiuto può essere valutato come
atteggiamento critico.
Importantissimo
è il volontariato per tutte le iniziative che sono portate avanti dalla
Organizzazione.
La
partecipazione assidua alle feste popolari è sicuramente un elemento corretto
di valutazione.
Vendere
biglietti d’ingresso e staccare ricevute alla cassa sono sicuramente gli
incarichi più appetiti. Puoi farti vedere e stringere le mani di tutti quelli
che partecipano alla festa. Porta meno prestigio cucinare salamelle alla
griglia o friggere lo gnocco perché si è troppo defilati e nessuno vuole
condividere la puzza del fritto.
E’ difficile
persino ottenerli perché sono distribuiti, con una mediazione attenta, fra le
varie componenti dell’Organizzazione dosando fra giovani rampanti e vecchi
militanti.
Ci vuole una
grande sensibilità per affidare degli incarichi che consentono di mettersi in
evidenza nei confronti dei simpatizzanti.
La presenza alle
feste dell’Organizzazione è sicuramente un trampolino di lancio per futuri
elementi rampanti o per confermare l’importanza dei vecchi dirigenti.
Se il nuovo
candidato non è conosciuto da uno dei capi dell’Organizzazione, che può
garantire per lui, la selezione si presenta lunga e difficile.
L’Organizzazione
deve necessariamente ba-sarsi su poche persone.
Lo schema
piramidale è sicuramente più efficiente e garantisce una maggiore sod-disfazione
nella gestione del potere.
Il grande capo
ti invita a mangiare una pizza, ti fa delle domande per valutare le tue
risposte in ordine alla attività svolta dell’Organizzazione e sonda la tua
disponibilità.
Devi essere
pronto a dimostrare la tua totale dedizione, altrimenti sei bocciato.
Non ci sono
prove di appello.
Devi essere
pronto ad arrivare quando ti chiamano e dimostrare che lo scopo principale
della tua esistenza è servire l’Organizzazione.
Soprattutto devi
essere pronto ad accettare la supponenza dei grandi capi che vogliono esser
blanditi e mai contraddetti.
Il dott. Bianchi
non sa di essere già stato valutato.
Lui è stato
considerato troppo individualista, troppo intelligente, troppo disinteressato
rispetto ai vantaggi che la carriera di boiardo gli garan-tisce.
La risposta non
può essere che negativa.
Lui non lo saprà
mai.
Nessuno degli esclusi
ha mai avuto una risposta diretta; è meglio tenere sulla corda questi
postulanti perché è più opportuno mantenere un aspirante nello stato di attesa
piuttosto che, comunicando l’esclusione, farsene un potenziale nemico.
Anche nel caso
della domanda del dott. Bianchi non c’è stata una netta risposta negativa, ma
una finta apertura
“Pol essere
che fasendose vedar qualche volta ale nostre riunion el posa considerar che
noialtri non femo preferenze” con queste parole Presidente dimostra la sua
sensibilità nell’eliminare gli indesiderati facendo finta di accogliere almeno
in prospettiva le loro richieste.
5.
Capitolo. Il
controllo delle persone.
Lo scopo
principale dell’Organizzazione è reperire risorse da ridistribuire agli
aderenti che , trattenuto un giusto compenso, li utilizzano per finanziare cene
e incontri.
Un potere
diretto perché dai finanziamenti essi traggono i loro compensi, ma anche
indiretto perché i beneficati si sentono uniti all'Organiz-zazione che li ha
aiutati in cambio della promessa del loro consenso.
Su questo le
idee di Presidente sono chiare.
“Bisogna
aumentar le tase; colpir tuti i movimenti di denaro. Bisogna che tuti paga!
Quei che ga schei pol scampar, ma tuti gli altri no! ” afferma convinto.
Uno dei principi
cardini dell'azione di Presi-dente è quello di non dare incomodi alla gente
influente.
Il suo
ragionamento è semplice: chi muove ingenti capitali, che possono sempre andare
liberamente in giro per il mondo, non può essere disturbato senza provocare la
sua reazione.
Le persone
importanti, se protestano troppo possono mettere in difficoltà gli equilibri
interni dell’Organizzazione perché le persone influenti sono collegate con
l’Organizzazione e diretta-mente o indirettamente la controllano.
Tutti gli altri
legati alla città, quelli che non muovono i loro interessi al di fuori della
cerchia limitata delle mura di cinta, sono più facilmente controllabili e
possono quindi essere torchiati fino all’ultimo centesimo.
Aumentare le
imposte e crearne di nuove serve anche a mettere in piedi una struttura
complessa che può dare lavoro a molti e risolve, quindi, anche un problema
occupazionale.
“Bisogna
aumentar el numero dele tase cusì creemo novi uffici e ocupasion.” Presidente
non ha difficoltà ad illustrare la sua originale strategia
Creare modalità
sempre più complicate di imposizione comporta per il cittadino onesto una
difficoltà anche per denunciare le attività sottoposte ad imposizione.
Così c’è bisogno
di esperti che collaborino con gli uffici.
Creare montagne
di carte, raddoppiare i fascicoli, tenere così tutto sotto controllo: questo è
il sogno di Presidente.
Vede già le code
dei questuanti che mendicano posti di lavoro negli uffici addetti ad imma-gazzinare
fascicoli. Posti di lavoro che sono pagati con il ricavato dagli accertamenti.
Le denuncie da
fare per pagare i tributi si susseguono.
Per Presidente
il massimo sarebbe che oltre alla presentazione di un modello al comune, ce ne
fosse un’altra al Consorzio con un diverso prospetto e infine un'altra allo
Stato con un altro stampato.
Raggiungere il
caos amministrativo, per poi costituire delle commissioni che studino i rimedi
per superarlo, è il sogno segreto di Presidente che ama essere utile alla sua
gente.
Il cittadino non
riesce a compilare le denuncie.
Benissimo: basta
potenziare una struttura che aiuti i cittadini a compilarle, poi c’è un organo
che deve esaminarle ed infine un ufficio che deve effettuare i controlli.
Più le attività
sono verificate dal fisco più il controllo sui cittadini è stringente.
Tutto così deve
essere autorizzato dai boiardi, non deve scappare niente.
Sfugge a questo
gioco solo chi localizza all’e-stero nei paesi meno sviluppati la sua attività.
Le fasce che
operano ai limiti della legalità o fuori di essa parimenti sono esentate perché
lì non si parla di controlli fiscali, ma di reti e allora il discorso è
diverso.
L’Organizzazione
sa in partenza che la verifica meticolosa dei contribuenti onesti è più
redditizia e meno conflittuale.
Lo slogan è poi
semplice: solo con l’aumento delle tasse si possono offrire più servizi ai
cittadini.
Il sistema
consente così di trovare nuove occasioni di occupazione.
“Trovar
lavoro xe la me prima preocupazion” ripete Presidente che ritiene di essere
veramente nel giusto perché la sua è assoluta sete di controllo.
I migliori non
possono ragionevolmente convivere con i boiardi che detengono le migliori
posizioni sia sul piano operativo che economico.
Lui sa bene che
deve guardarsi da molti nemici.
Primi fra tutti
quelli che vogliono semplificare il sistema, localizzare le risorse in modo
corretto per far crescere la comunità e per dotarla dei servizi necessari, ma
hanno la miopia di volere trascurare la posizione dei boiardi.
Non capiscono
che l’Organizzazione è essenziale per il paese.
La gestione
dell’intero sistema serve ad aumentare il peso dei boiardi.
La
semplificazione è il peggiore nemico dell’Organizzazione. La gestione deve
essere sempre più faraonica deve espandersi e alimentare sé stessa prima di realizzare
alcunché per gli altri.
Il Presidente
cita spesso come esempio l’opera-zione di ristrutturazione di un fido boiardo
che aveva fatto chiudere l’ufficio legale di un ente troppo efficiente
costringendo alle dimissioni l’av-vocato che lo dirigeva.
In quel modo
l’ufficio si poté ristrutturare arti-colando in un apposito ufficio la
struttura ammi-nistrativa, prima inesistente, per raccordarla con tredici
professionisti esterni, tutti molto devoti all’Organizzazione, cui gli affari
legali sono stati destinati.
Quel vecchio
avvocato aveva avuto il coraggio di accollarsi quel lavoro in più di quello che
gli era stato affidato.
L’incompetente
forse voleva significare che in quell’ufficio era l’unico a lavorare, forse
voleva mettere in cattiva luce i colleghi o peggio voleva eliminare il lavoro
ed evitare di poter creare nuova occupazione?
E’ indubbio che
solo creando un maggior num-ero di uffici si possono avere migliori servizi pub-blici;
costituire più enti significa ottenere più posti per sistemare i boiardi e più
potere all’Organizza-zione.
La maggiore
spesa serve solo a creare un maggior giro di ricchezza a beneficio di tutti;
per questo gli ambienti più influenti apprezzano il movimentismo di Presidente
anche se devono pagare il prezzo di tenersi una schiera crescente di boiardi.
C’è sempre
qualcuno di cretino da sistemare e allora avere dei contatti giusti con
l’Organiz-zazione serve per trovargli un posto di tutto rispetto.
l’6 �@u i � ��( fabbricazione del prodotto naturale, non inqui-nante e
perfettamente compatibile con la tutela dell’ambiente.
Finalmente si sono verificati tutti i presupposti per
procedere ad una campagna d’appalto nelle condizioni più favorevoli.
La maggioranza è più salda.
Il rimedio non è stato contestato da nessuno.
Sotto il profilo finanziario, il budget è
illimitato perché la soluzione tanto desiderata adesso è lì a portata di mano
ed è noto che l’urgenza serve proprio per legittimare lo sforzo finanziario.
A Presidente non rimane che concordare con Pattona i
dettagli dell’operazione; essa deve essere faraonica.
Per avere successo l’Organizzazione non deve risolvere
i problemi con mezzi semplici con una spesa ridicola.
La soluzione sarebbe poco apprezzata.
Se il rimedio costa poco, se non c’è una mobilitazione
spropositata di persone e mezzi vuol dire che il problema è di facile soluzione
e tutti possono risolverlo con facilità.
Un dispiegamento di mezzi e di persone serve a dare il
segno dell’impegno profuso.
Potere disporre di somme ingenti di denari serve a
dare a tutti gli amici un segno tangibile di quello che la nuova coppia può
realizzare per loro.
“Tuto quelo che se deve far bisogna farlo spendendo
de più; bisogna trovar el nostro tornaconto.”
Questo è il motto di Presidente e su questi principi
sta creando la sua fortuna.
L’affare delle mosche deve ingigantirsi coinvolgendo
tutto e tutti.
La stampa e la televisione devono parlarne fino alla
nausea.
Le iniziative di Presidente devono essere sempre al
centro delle notizie.
Il Consorzio può così trovare l’occasione per
organizzare un’attività di informazione degli interventi da effettuare sul
territorio e un’attività di consulenza per ottenere il meglio di quello che il
mercato può offrire per risolvere il problema definitivamente.
Solo realizzando questo percorso completo in tutti i
suoi pur minimi dettagli Presidente può avere il giusto riconoscimento del suo
impegno.
Gli amici dell’Organizzazione possono trovare lavoro e
successo personale.
Con l’attività di informazione e di consulenza Presidente
sa di avere la possibilità di accon-tentare i consiglieri e i supporter
più importanti.
L’attività principale che comporta la solu-zione del
problema consente di realizzare l’affidamento dell’appalto per la realizzazione
degli strumenti per combattere il fenomeno: le palette e il Moscfior.
Lui e Pattona possono in tal modo, tra il consenso
generale, gestire la parte più interessante dell’operazione: l’appalto delle
palette e della produzione e distribuzione del Moscfior.
ft:1.0� BDa g `p' 0�) :.0001pt;text-indent:12.75pt;line-height:normal'>I suoi proventi
sono tutti documentati.
E’ vero, ingenti
somme derivano da consulenze un po’ dubbie.
Effettivamente
non si capisce perché siano stati dati così tanti denari per prestazioni di
così poco conto.
Ogni
prestazione, però, è stata regolarmente fatturata.
Come può un
abile investigatore non accorgersi che è stato fatturato il fumo, il niente,
che sono stati dati dei soldi veri per delle bufale?
Fare i controlli
di sostanza è però difficile.
Ci vuole gente
preparata che magari è stata ri-mossa tanto tempo prima perché non possa dare
troppo fastidio.
E’ più facile
controllare i timbri, che siano stati messi tutti i visti necessari che la
fattura sia stata regolarmente annotata.
Verificare che
si è fatturato il nulla è più complicato, seguire il percorso tortuoso del
denaro è difficile e poi ci sono i cavilli procedurali.
La strada del
giusto è irta di difficoltà è molto più facile realizzare degli imbrogli che
provare che sono stati commessi.
Pattona non ha
commesso il più piccolo errore formale, non ha trascurato nessun dettaglio ed è
per questo che è lì a salutare gli altri che vanno verso il meritato castigo.
Lui forse che lo
merita più di loro, è lì pronto a ricominciare il gioco.
“Bisogna
rifondar un novissimo Movimento per i diritti de tuti” dice Pattona.
Guarda gli ultimi seguaci rimasti fuori dalla bufera
come per vedere se c'è qualcuno che possa rimpiazzare i suoi fidi oramai caduti
sul campo.
Fa un sorriso di
saluto a Giovanni.
“So pronto.”
gli risponde manifestando il suo impegno per ricominciare.
E’ necessario
trovare una nuova faccia pulita che non sia stata minimamente toccata dall’av-ventura
precedente.
Sta a lui
plasmare questo nuovo adepto ad immagine di Presidente o di Commendatore.
C’è sempre
qualcuno disposto a ricominciare il gioco dei potenti.
L'adrenalina che
ti dà il potere, il sottile piacere di comandare, di comprare col denaro quello
che vuoi è un sogno di onnipotenza che travolge e anima molti verso nuove
avventure.
A chi ha poco e
vuole avere di più non interessa il mezzo con cui può raggiungere una posizione
al sole.
6.
Capitolo. Alla
Capitale.
L’onda di piena
arriva, ma poi passa.
Il fiume cattivo
che tutto travolge e non trova nessun ostacolo in grado di fermarlo poi si
quieta perde il suo vigor giustizialista originario. Viene ammansito dagli
avvocati dai ricorsi dai gradi di giudizio.
Anche le più tremende
calamità naturali alla fine finiscono e la vita riprende il suo corso fra le
macerie.
L’importante è
non esser lì ma in una altro posto a godersi il frutto del proprio lavoro.
L’operazione è
talmente piaciuta a Pattona che Presidente dopo un breve periodo di domi-ciliari
è stato rilasciato con tante scuse perché le prove non erano sufficienti per
condannarlo e l’Appello ha confermato l’assoluzione per insufficienza di prove.
Lui, grazie alla
sua esperienza ha trovato subito un nuovo posto di Presidente in un ente della
Capitale che si occupa di niente ma che
garantisce un ottima indennità senza grandi preoccupazioni.
Da lì si possono
seguire altri affari in tutta tranquillità.
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