1.
Capitolo. Il
giornale.
Il rafforzamento
del Presidente alla gestione del Consorzio per portare avanti con più vigore la
battaglia contro le mosche merita di
essere trattata nel migliore dei modi e lui sa come fare per presentare le
notizie.
Il suo attivismo
è merce preziosa per il giornale locale che è sempre a corto di novità da
propinare ai suoi lettori.
La concorrenza
per vendere qualche copia in più rispetto ai giornali nazionali è durissima: se
non ci fosse Presidente a tenere viva l’attenzione, a stringere mani, a partecipare
a convegni, a promettere il suo interessamento per risolvere i problemi della
città cosa ci sarebbe da scrivere?
Quali foto si
possono pubblicare se non quelle che ritraggono i protagonisti della cronaca
locale che si intrattengono amabilmente con lui.
D’altronde le
sue raccomandazioni hanno portato più di un suo seguace a fare parte della
redazione.
E’ quanto basta
per avere la sicurezza che la propria versione dei fatti sarà posta bene in
evidenza senza che altri possano permettersi di avere la prima pagina, qualche
nemico sarà opportunamente oscurato.
La entusiasmante
vittoria del Presidente non viene però data come un sconfitta dell’Oppo-sizione.
Presidente ama
vincere ma non stravincere perché non c’è nulla di più pericoloso del rancore
dei perdenti che si vedono anche presi in giro per la loro sconfitta.
Quindi onore
alle armi e grandi celebrazioni per il contributo prezioso dell’Opposizione.
L’importante è
che ci sia una bella foto di Presidente in prima pagina e che il suo nome sia
menzionato più volte in grassetto nell’articolo che lo riguarda.
Un particolare
che lui ama molto; ci vuole veramente poco per accontentarlo.
Il cronista è
poi un portento. Lui riesce a scrivere un articolo a quattro colonne senza
farti capire come si sono svolti i fatti.
Tutti i
consiglieri sembrano contenti di come si è svolta la conferma di Presidente.
Non risultano esservi state tensioni.
Sembra quasi che
l’Opposizione abbia voluto favorire la conferma per rendere più efficace la
lotta contro le mosche.
Si sa solo che Presidente
per spirito si servizio ha accolto questo riconferma sperando di potere essere
utile ancora una volta alla sua città.
Il rapporto con
la stampa è fondamentale per mantenere una posizione di potere.
Presidente lo sa
bene.
Sa che bisogna
essere presenti, ma non ossessivi; conosce l’arte di accogliere le osservazioni
soprattutto quelle superficiali accettando di fare autocritica; è capace di
fare finta di ridere anche quando l’orgoglio ferito di chi vuole essere solo
osannato lo porta a tirare dei pugni sul tavolo.
D’altronde chi
si lancia in critiche non provate - ed è bene difficile documentarle se tutto è
blindato a dovere - rischia grosso soprattutto nel portafoglio perché le
querele per diffamazione costano moltissimo.
La strategia
colla stampa e ben collaudata.
Consiste
soprattutto nell’assecondare la ricerca di notizie fornendo ogni sorta di
informazione sugli spostamenti, sulle cene e sugli incontri di lavoro.
Presidente
fornisce un numero così elevato di veline che mai nessuno può negargli il
favore di qualche piccola omissione su cose che a lui risultano sgradite.
2.
Capitolo. Le
commissioni.
I consiglieri
gli hanno assicurato un sostegno sicuro a questa battaglia che ha consentire la governabilità.
Presidente ha
trovato subito il modo di consolidare la maggioranza del Consorzio con
l’istituzione di cinque commissioni con le quali tutti i consiglieri di
maggioranza sono accontentati.
Le commissioni
sono costituite da cinque membri di cui tre alla maggioranza quindi il
risultato finale è certo.
Presidente non è
poi così sprovveduto nel non riconoscere anche ai consiglieri di minoranza i
loro meriti purché non si mettano a contestare le sue decisioni.
Il consigliere
di minoranza capace di fare un’opposizione moderata, che consenta di gestire gli
affari dell’Organizzazione senza troppi problemi, può aspirare anche ad essere
vice presidente di una commissione.
Le commissioni
trattano gli argomenti più importanti per portare in consiglio delle proposte
valide e tali da orientare le future iniziative dell’ente.
Se una
commissione esamina e approva le iniziative del consiglio all’unanimità, la
realiz-zazione del progetto è, infatti, certa al cento per cento
Se
l’approvazione è contrastata dall’oppo-sizione compatta, le percentuali di
approvazione si abbassano all’ottanta per cento perché Presidente è sostenuto
da una maggioranza risicata ma compatta.
Solo l’infame
tradimento di un consigliere dell’Organizzazione può impedire la regolare
attività del Consorzio
L’abilità del
presidente della Commissione è quella di giungere rapidamente a soluzioni
condivise per ridurre i termini dei lavori del Consiglio ed evitare che la
discussione prolunghi troppo i tempi di approvazione.
La scelta del
presidente deve essere, quindi, rapportata all’importanza della Commissione.
Virgineo è
preposto alla Commissione Informatizzazione.
Che ha un
effetto limitato in quanto è rapportato all’attività interna dell’ente.
La Commissione
Personale e Consulenze ha come presidente Consenso.
Chi meglio di
lui può spingere per ottenere il massimo delle assunzioni possibili?
Chi può
realizzare una atmosfera favorevole attorno al consorzio con un metodo
esagerato di ricorso a consulenze?
L’attribuzione
di consulenze è una delle attività più importanti perché serve a creare il
consenso.
Tutti i membri
dell’Organizzazione sono i probabili candidati, ma devono avere un particolare
appoggio perché la fila dei clientes è lunga ed il percorso è ad
ostacoli.
Mica si possono
dare incarichi a tutti!
Quasi
impossibile è l’attribuzione di consu-lenze ai membri dell’Opposizione
soprattutto per quelli che ragionano esclusivamente con la propria testa.
Sono i soggetti
più imprevedibili: non si sa mai se obbediscono alle consegne ricevute e
possono arrivare a conclusioni non gradite.
La
Commissione Concorsi è quella più delicata. Ai componenti sono richieste doti
di grande mediazione per non scontentare nessuno nelle assunzioni.
Non
bisogna eliminare tutti i concorrenti più preparati, ma neppure escludere
quelli troppo segnalati.
Anzi
bisogna privilegiare costoro ma con giudizio senza trascurare dosaggi e
influenze.
La
Commissione è attribuita a Sperandio.
Lui
è il più vicino a Commendatore e ha nel bilancino del farmacista lo strumento
di misura preferito.
La Commissione
Appalti è affidata a Commen-datore.
Il più sicuro e
fidato di tutti nel pilotare e dirigere ogni gara.
Il più preparato
sotto il profilo giuridico.
Ogni gara
importante deve avere fin dall’inizio il suo vincitore.
Preparare le
condizioni per cui gli amici abbiamo un trattamento di favore per Commendatore
è un gioco da ragazzi.
Conoscitore di
tutti i cavilli è capace di invalidare più volte una gara di appalto per vizi
formali che lui stesso ha contribuito a costruire.
Nel caso quasi
impossibile che l’appalto sia vinto da una ditta non gradita risulta abbastanza
facile denunciare la regolarità della gara da parte del concorrente escluso.
Dove si è visto
mai che un concorrente gradito all’Organizzazione non debba riuscire
nell’intento di risultare aggiudicatario della gara?
E’ un affronto
personale a Presidente che in ogni caso potrebbe scostagli caro perché l’Orga-nizzazione
non ammette questi errori.
I controlli si
fanno stringenti e nulla è concesso fino a che il concorrente improvvido non si
ritiri.
La Commissione
più ricercata è quella degli Affari Generali.
La Commissione
si occupa di tutto quello che viene in mente a Politicante che ne è il
Presidente
Sono soprattutto
i problemi più insignificanti che nelle mani dei commissari diventano i più
importanti.
Le alchimie
finanziarie, i viaggi di studio e le pubbliche relazioni sono le attività più
amante dai consiglieri.
La cosa che
piace di più a Politicante è trattare i derivati nella sua nuova veste di
banchiere è diventato un esperto in poco tempo.
Propone di
assicurarsi con questi nuovi prodotti contro il rischio di aumento del tasso
sulle scoperture.
Rimane deluso
quando scopre che il Consorzio ha un modesto bilancio in attivo.
“Ma come è
possibile che non abbiamo un passivo! ma che ente siamo !” esclama incredulo.
Lui è costretto
a ripiegare sull’altro compito della Commissione di selezionare i convegni dai
temi più diversi purché si tengano in località alla moda lontane.
“Cosa xe el
progreso se non la posibilità de confrontarse co tuti.” Politicante è
semplicemente ineffabile quando parla dell’attività della Commissione.
Alberghi da
sogno, conventions da favola.
Tutto a spese
del Consorzio e senza alcun impegno di dare un sia pur minimo apporto
all’attività di quest’ultimo.
Politicante
quando parla dei viaggi di studio non si stanca mai di evidenziare l’enorme
sacrificio di rimanere una settimana in India a vedere come si combattono gli
insetti nella Isola di Cylon o come si affrontano le mosche ai Caraibi.
I Caraibi gli
sono piaciuti moltissimo, vuole a tutti i costi aprire una sede del Consorzio a
Santo Domingo.
Viene a forza
trattenuto da Commendatore che ritiene l’iniziativa poco opportuna e soggetta
ad inevitabili critiche.
Tutta colpa dei
soliti invidiosi che non capiscono che chi si occupa degli altri per spirito di
servizio deve avere qualche momento di riposo ogni tanto!
I consiglieri
tornano abbronzatissimi, ma informati su tutto, da quei viaggi preziosi per la
loro formazione.
Su queste
iniziative sono tutti d’accordo: sia i membri dell’Organizzazione sia quelli
dell’Op-posizione. Tutti partecipano con lo stesso identico entusiasmo
Nonostante il
dissenso del dott. Bianchi che è l’unico a non capire come si possa perdere del
tempo ad andare ad inutili convegni, l’attività della commissione è sempre
intensa.
L’attività che Presidente
tiene soprattutto sotto controllo è quella della Commissione appalti ed in
questo caso l’accordo è rispettato in pieno.
3.
Capitolo. L’organizzazione.
“Bisogna
darse un’organizasion che tegna bota ala emergenza” tuona Presidente.
Bisogna dare
subito un segnale di attivismo.
E’ necessario
agire con tempestività, le decisioni devono essere prese subito dimostrare a tutti
che è in grado di dare una risposta urgente ai problemi.
“Ma xe robe
complicate a volte no se pol decidere subito” azzarda il dott. Bianchi nei rari momenti in cui si trova a
cospetto del grande capo.
L’urgenza,
infatti, è la molla di tutti gli affari di Presidente.
L’urgenza ha la
facoltà di accorciare ogni procedura.
Essa permette di
trovare, magari in sanatoria, i finanziamenti e fa fare bella figura con gli
elettori.
“Presidente
ghe xe e subito” questo è il suo motto.
E’ lo slogan
vincente!
I sostenitori
hanno bisogno di essere accontentati subito. Le assunzioni negli enti pubblici
i finanziamenti per una politica di grandi opere pubbliche, spesso di nessuna
utilità, sono le promesse più facili da mantenere.
L’urgenza è di
per sé sola la giustificazione alla necessità di avere più collaboratori.
Basta ottenere
più finanziamenti al Consorzio per mettere in campo un imponente piano di
assunzioni.
Ad esempio è
un’urgenza la informatizzazione di ogni attività del Consorzio.
Il nuovo corso
inizia colla predisposizione di un piano faraonico approvato in un batti baleno
per raddoppiare il personale.
“Ma cosa
serve l’informatisazion per combater le mosche?” chiede Naturista.
Si vede proprio
che non ha capito nulla, è ancora ancorato alla stupida credenza che l’urgenza
debba essere incardinata verso un bilancio normale di utilizzo delle risorse.
Per lui i
bilanci devono essere rigidamente in pareggio e si devono finanziare solo le
attività necessarie.
Non coglie la
differenza che esiste tra un’impresa ed un ente pubblico. L’impresa deve fare
utili, mentre l’ente pubblico deve dare lavoro.
Non è necessario
che l’ente pubblico garantisca la realizzazione di opere o servizi;
l’importante è che realizzi una grande politica di assunzioni.
Lui pensa sempre
ai bilanci e alla necessità di avere sempre una copertura preventiva. Bisogna
invece decidere tempestivamente poi qualche santo provvederà.
Per finanziare
questa politica della piena occupazione si può e anzi si deve andare anche in
rosso..
Il dott. Bianchi
non capisce che dare lavoro è un’attività utile e soprattutto che il consenso
si forma principalmente promettendo assunzioni.
A tutte le
componenti del consiglio è stata garantita una quota per rispetto della par
condicio e soprattutto per non creare già subito contrasti ad una gestione
che deve filare il più possibile senza intoppi.
A tutti deve
essere data la propria possibilità di fare bella figura nei confronti degli
elettori coll’unico rispetto del principio della rappresentanza chi più conta
numericamente deve potere assumere di più.
A garantire il
rispetto di questo principio deve provvedere Sperandio, il presidente della
Commissione concorsi, dopo che Consenso nella sua qualità di presidente della
Commissione personale ha fissato il numero dei posti di lavoro.
Il ruolo di
Consenso è delicatissimo perché sulla scorta delle segnalazioni ricevute deve
procedere alle assunzioni, cercando di non superare i limiti previsti dal
numero complessivo concordato e, soprattutto, non scontentando nessuno.
Il problema però
non è così semplice perché i sostenitori non si accontentano di un posto
qualsiasi.
No! Vogliono
restare in un ufficio perché gli incarichi che comportano uscite non sono molto
graditi. Poi con tutte quelle mosche in giro!!
“No so miga
matto! No go voia de andar a magnar mosche fora da l’uficio” ripetono
incessantemente gli aspiranti ai posti messi a disposizione.
“Ma cosa
combina la Comision informatisazion? Cosa fa Virgineo?” le domande di Presidente
esigono delle pronte risposte.
La riunione
della commissione è tempestiva.
Il contributo di
Commendatore è stato fondamentale.
E’ lui che ha
suggerito a Virgineo un piano gigantesco pronto a dotare ogni ufficio di computer
con il relativo personale che sia in grado di mettere in memoria ogni insetto e
ogni suo spostamento!
E’ stato dato a
tutti un lavoro qualificato, non un’occupazione qualsiasi.
Tutti sono
contenti soprattutto chi è stato destinato all’ufficio stampa e pubbliche
relazioni.
Quello è
l’ufficio più ambito perché consente la massima libertà di movimento e richiede
il minimo sforzo e poi ci sono le cene, gli incontri di lavoro in città e
soprattutto fuori, con trasferte interessanti: per un incontro di lavoro si può
stare fuori dall’ufficio il più possibile.
E’ un trionfo!
Mai il Consorzio ha assunto così tante persone in una volta sola!
Mai tanti soldi
sono arrivati in così poco tempo a sostenere i progetti dell’ente!
La nuova
presidenza ha portato all’attenzione di tutti l’operato dell’ente.
I finanziamenti
sono stati promessi, si tratta solo di aspettare che arrivino.
L’informatizzazione
e la nuova struttura burocratica ha posto l’ente finalmente a passo con i
tempi.
Sono diminuiti
gli addetti al controllo esterno e quella minima attività di igiene che può
contenere il moltiplicarsi delle mosche.
4.
Capitolo. L’ufficio.
La vittoria ha
reso Presidente più sicuro, più determinato.
Il successo lo
galvanizza lo fa sentire invinci-bile sente che il suo ruolo
nell’Organizzazione è destinato ad essere determinante: può osare in grande.
La prima
riunione ha dato l’occasione per una richiesta di aggiornamenti dei compensi
all’intero consiglio.
“Per far le
robe ben” ha esordito Presidente “bisogna pagar i professionisti
dell’amini-strazion.”
Il consiglio ha
approvato.
Il dott. Rossi
ha verbalizzato.
Pattona è
riuscito a trasformare con i suoi preziosi consigli Presidente in un professionista dell’amministrazione.
E’ riuscito a far fuori il vecchio consiglio convincendo
tutti della bontà delle sue scelte confuse ed illogiche.
Tutti pendono dalle sue promesse che fanno dimenticare
anche le peggiori alchimie.
Lui è veramente
un professionista dell’ammi-nistrazione.
“Bisogna
promettere sempre.. poi si vedrà; se no ti prometi in politica ti se finio.”
spiega Presidente al Dott. Rossi che acconsente allargando le braccia con un
gesto di piena fiducia nel suo nume tutelare: “No se pol far altro
Presidente.”
Si è concesso un
ufficio nuovo in un palazzo in centro in affitto.
La vecchia sede
era di proprietà dell’ente.
Ma siamo pazzi.
Su consiglio di
Pattona la sede è stata conferita ad una società affidata a Politicante che ha proceduto a metterla sul
mercato ricavandoci una cospicua mediazione.
Il patrimonio
dell’ente ha avuto un iniezione di denaro non molto ma tale da incidere almeno
su di un paio di bilanci.
In compenso
l’ente ha dovuto sostenere ulteriori spese per la nuova sede.
“Si poi c’è da
pagare l’affitto, ma in compenso non ci
sono spese di gestione.” ribadisce Presidente ai soliti critici che non amano
la novità di operazioni finanziarie innovative.
Un palazzo in
centro con un gran portale ed un odoroso giardino che dà subito idea della
potenza dei residenti in quella reggia.
L’arredamento è
stato scelto personalmente da Presidente che ha preteso solo mobili Luigi XIV.
Il tavolo e la poltrona
maestosa troneggia nel centro del suo ufficio.
Sedie in stile,
sicuramente meno importanti, sono destinate agli altri ammessi alla sua
presenza.
Non manca una specchiera
dorata dove potersi ammirare e congratularsi con sé stesso per i risultati
ottenuti
“Chi abita
qua” dice compiaciuto ai suoi collaboratori “pol prometar qualunque cosa
che tuti ghe crede.”
C’è fin dal
primo giorno di apertura una schiera di questuanti che affollano l’anticamera.
Tutte le
categorie sociali, tutti i suoi concittadini dai più umili a i più potenti ,
anche i religiosi, fanno pazientemente la coda per essere ricevuti.
Non c’è
richiesta di assunzione, di finanzi-amento agevolato o a fondo perduto o
pratica di pensione che Presidente non ascolti e non annoti accuratamente nelle
sue schede.
Le schede
personali ti tutti i clientes sono la
sua forza.
Le aveva anche
prima, ma solo ora lo schedario diventa sempre più voluminoso.
E’ il segreto
dei capi della Organizzazione la schedatura degli iscritti e dei simpatizzanti.
Le schede sono come il portafoglio ordini di
un'azienda: sono la promessa del futuro successo alle prossime iniziative
politiche.
“El consenso
se ciapa cusì” spiega trionfale Presidente al dott. Rossi.
Più schede uno
ha e più sono i voti che, all’occorrenza, si possono mettere sulla bilancia
nelle trattative più importanti in seno all’Organiz-zazione per avere più
potere nell’organigramma della politica.
Presidente le
ripone accuratamente nell’arma-dio ottocento con quattro ante che mostrano una
bella fiammata di noce.
E’ stato un
lusso che si è concesso dopo avere affittato l’ufficio nuovo.
E’ il segno che
è cambiato qualcosa sostan-zialmente nella sua vita.
Nessuno esce
scontento dai suoi appuntamenti.
Lui sa
ascoltare, sa promettere e soprattutto sa intervenire al momento opportuno.
Sa porsi con
l’interlocutore sa parlagli convincerlo anche sulle promesse più
impresentabili.
I suoi
collegamenti con il centro funzionano sempre meglio.
La sua
segreteria è perfetta come quella di un manager di una grande industria.
I suoi
intereventi non costano nulla per le raccomandazioni normali.
E’ diventato il
santo protettore dei poveri cristi.
Per le pratiche
più importanti, invece, c’è un contributo del 5% dell’affare.
Se si vuole
realizzare un intervento edilizio e vi è un ostacolo basta un contributo è il
gioco è fatto, tutto si appiana, le difficoltà spariscono, le attese sono solo
un ricordo.
Se si vuole
ottenere un finanziamento basta corrispondere il 5% e subito arriva il
contributo e non servono più garanzie, documentazioni integrative, noiose
fideiussioni.
Le banche fanno
a gara per aprirti delle linee di credito perché sanno che poi in una maniera o
nell’altra Presidente si ricorda sei suoi amici.
5.
Capitolo. Il
grande intrigo.
La crescente
ambizione di Presidente richiede la necessaria espansione del Consorzio.
L’ente non è più
in grado di assorbire le richieste di assunzioni che i clientes tutti i
giorni gli sottopongono.
Occorre
inventare una maggiore richiesta di servizi pubblici per creare occupazione.
Ogni emergenza
deve diventare occasione di impiego.
Naturalmente le
attività da svolgere devono essere le più elementari e poco faticose per essere
appetite dalla folla che tutti i giorni gravita nell’ufficio di Presidente.
L’economia reale
che crea beni e servizi viene affiancata dall’economia dei servizi fittizi,
retta sulle sovvenzioni.
Non è semplice
creare un intrigo immaginario inesistente.
Innanzitutto
occorre non avere alcuno scrupolo. Bisogna essere megalomani per credere che un
impero possa reggersi su fondamenta di carta e sprovveduti per ritenersi dei manager
nel creare strutture prive di un reale utilità che abbisognano di continue
iniezioni di fondi.
Il compenso è il
ringraziamento degli adulatori che per uno stipendio fisso venderebbero l’anima
al diavolo.
Il gioco ha
radici antiche e Presidente lo sa bene.
“Al Popolo
bisogna darghe panem et circenses”
Non erano gli
stessi Romani che garantivano al popolino pane e
giochi del circo, per ingraziarselo?
Lui
ha solo aggiornato la formula dando al popolo dei suoi elettori la possibilità
di campare senza ingegnarsi molto.
Bisogna essere
incoscienti per pensare che il meccanismo possa reggere all’infinito.
Finché il gioco
funziona c’è, però, il potere che dà la sensazione più inebriante.
Tutti ti
considerano un essere speciale.
Tutti ti
ossequiano e fanno a gara per mostrarsi disposti ad esaudire ogni tuo
desiderio.
Se si vuol
essere il nuovo amministratore vi è la necessità di trovare il meccanismo
perfetto, la formula che consenta di gestire al meglio l’occupazione per lavori
inesistenti.
Appesantire gli
organici non è così semplice.
Le attività
devono essere elementari e se c’è bisogno di tecnici specialisti nella
disinfestazione si possono benissimo assumere addetti stampa e alle pubbliche
relazioni o addetti alla pulizia delle aiuole
L’importante è
riuscire a soddisfare le esigenze dei possibili elettori.
Non bisogna
porsi troppi problemi ed in questo Presidente è un maestro.
La presidenza
della Commissione informa-tizzazione attribuita a Virgineo è stata un vero
colpo di genio.
Virgineo,
infatti, crede in maniera esagerata alla informatizzazione: per lui non è uno
strumento per rendere più semplice il lavoro ma è proprio una filosofia di vita
secondo la quale la informatizzazione è la panacea di tutti i mali.
Chi meglio di
lui che ci crede può essere il presidente della Commissione?
Chi può spingere
in maniera esagerata lo sforzo di elaborare elettronicamente i dati in possesso
del Consorzio?
Gli occhi di
Politicante brillano di gioia quando Virgineo gli comunica che il suo piano di
assunzioni per dotare il consorzio del più moderno e completo ufficio è passato
all’unanimità.
Dalla Capitale è
arrivato l’assenso al piano compresi i finanziamenti per le attrezzature
necessarie.
La parola
modernizzazione ha un effetto magico: nessuno si sente in diritto di
combatterla.
Il piano e
smisurato prevede postazioni di rilevamento e monitoraggi continui.
Il flusso di
dati da gestire da parte del consorzio, per dare il maggior numero di
informazioni, è enorme.
Nessuno si è
posto la questione se in concreto il rilevamento consenta di combattere il
flagello delle mosche perché i problemi non si possono risolvere tutti in un
colpo solo!
“Intanto
rileviamo, poi si vedrà. Se non funziona cambieremo il piano!” commenta
Virgineo.
4 �?o i � ��( o di accollarsi quel lavoro in più di quello che
gli era stato affidato.
L’incompetente
forse voleva significare che in quell’ufficio era l’unico a lavorare, forse
voleva mettere in cattiva luce i colleghi o peggio voleva eliminare il lavoro
ed evitare di poter creare nuova occupazione?
E’ indubbio che
solo creando un maggior num-ero di uffici si possono avere migliori servizi pub-blici;
costituire più enti significa ottenere più posti per sistemare i boiardi e più
potere all’Organizza-zione.
La maggiore
spesa serve solo a creare un maggior giro di ricchezza a beneficio di tutti;
per questo gli ambienti più influenti apprezzano il movimentismo di Presidente
anche se devono pagare il prezzo di tenersi una schiera crescente di boiardi.
C’è sempre
qualcuno di cretino da sistemare e allora avere dei contatti giusti con
l’Organiz-zazione serve per trovargli un posto di tutto rispetto.
l’6 �@u i � ��( fabbricazione del prodotto naturale, non inqui-nante e
perfettamente compatibile con la tutela dell’ambiente.
Finalmente si sono verificati tutti i presupposti per
procedere ad una campagna d’appalto nelle condizioni più favorevoli.
La maggioranza è più salda.
Il rimedio non è stato contestato da nessuno.
Sotto il profilo finanziario, il budget è
illimitato perché la soluzione tanto desiderata adesso è lì a portata di mano
ed è noto che l’urgenza serve proprio per legittimare lo sforzo finanziario.
A Presidente non rimane che concordare con Pattona i
dettagli dell’operazione; essa deve essere faraonica.
Per avere successo l’Organizzazione non deve risolvere
i problemi con mezzi semplici con una spesa ridicola.
La soluzione sarebbe poco apprezzata.
Se il rimedio costa poco, se non c’è una mobilitazione
spropositata di persone e mezzi vuol dire che il problema è di facile soluzione
e tutti possono risolverlo con facilità.
Un dispiegamento di mezzi e di persone serve a dare il
segno dell’impegno profuso.
Potere disporre di somme ingenti di denari serve a
dare a tutti gli amici un segno tangibile di quello che la nuova coppia può
realizzare per loro.
“Tuto quelo che se deve far bisogna farlo spendendo
de più; bisogna trovar el nostro tornaconto.”
Questo è il motto di Presidente e su questi principi
sta creando la sua fortuna.
L’affare delle mosche deve ingigantirsi coinvolgendo
tutto e tutti.
La stampa e la televisione devono parlarne fino alla
nausea.
Le iniziative di Presidente devono essere sempre al
centro delle notizie.
Il Consorzio può così trovare l’occasione per
organizzare un’attività di informazione degli interventi da effettuare sul
territorio e un’attività di consulenza per ottenere il meglio di quello che il
mercato può offrire per risolvere il problema definitivamente.
Solo realizzando questo percorso completo in tutti i
suoi pur minimi dettagli Presidente può avere il giusto riconoscimento del suo
impegno.
Gli amici dell’Organizzazione possono trovare lavoro e
successo personale.
Con l’attività di informazione e di consulenza Presidente
sa di avere la possibilità di accon-tentare i consiglieri e i supporter
più importanti.
L’attività principale che comporta la solu-zione del
problema consente di realizzare l’affidamento dell’appalto per la realizzazione
degli strumenti per combattere il fenomeno: le palette e il Moscfior.
Lui e Pattona possono in tal modo, tra il consenso
generale, gestire la parte più interessante dell’operazione: l’appalto delle
palette e della produzione e distribuzione del Moscfior.
ft:1.0� BDa g `p' 0�) :.0001pt;text-indent:12.75pt;line-height:normal'>I suoi proventi
sono tutti documentati.
E’ vero, ingenti
somme derivano da consulenze un po’ dubbie.
Effettivamente
non si capisce perché siano stati dati così tanti denari per prestazioni di
così poco conto.
Ogni
prestazione, però, è stata regolarmente fatturata.
Come può un
abile investigatore non accorgersi che è stato fatturato il fumo, il niente,
che sono stati dati dei soldi veri per delle bufale?
Fare i controlli
di sostanza è però difficile.
Ci vuole gente
preparata che magari è stata ri-mossa tanto tempo prima perché non possa dare
troppo fastidio.
E’ più facile
controllare i timbri, che siano stati messi tutti i visti necessari che la
fattura sia stata regolarmente annotata.
Verificare che
si è fatturato il nulla è più complicato, seguire il percorso tortuoso del
denaro è difficile e poi ci sono i cavilli procedurali.
La strada del
giusto è irta di difficoltà è molto più facile realizzare degli imbrogli che
provare che sono stati commessi.
Pattona non ha
commesso il più piccolo errore formale, non ha trascurato nessun dettaglio ed è
per questo che è lì a salutare gli altri che vanno verso il meritato castigo.
Lui forse che lo
merita più di loro, è lì pronto a ricominciare il gioco.
“Bisogna
rifondar un novissimo Movimento per i diritti de tuti” dice Pattona.
Guarda gli ultimi seguaci rimasti fuori dalla bufera
come per vedere se c'è qualcuno che possa rimpiazzare i suoi fidi oramai caduti
sul campo.
Fa un sorriso di
saluto a Giovanni.
“So pronto.”
gli risponde manifestando il suo impegno per ricominciare.
E’ necessario
trovare una nuova faccia pulita che non sia stata minimamente toccata dall’av-ventura
precedente.
Sta a lui
plasmare questo nuovo adepto ad immagine di Presidente o di Commendatore.
C’è sempre
qualcuno disposto a ricominciare il gioco dei potenti.
L'adrenalina che
ti dà il potere, il sottile piacere di comandare, di comprare col denaro quello
che vuoi è un sogno di onnipotenza che travolge e anima molti verso nuove
avventure.
A chi ha poco e
vuole avere di più non interessa il mezzo con cui può raggiungere una posizione
al sole.
6.
Capitolo. Alla
Capitale.
L’onda di piena
arriva, ma poi passa.
Il fiume cattivo
che tutto travolge e non trova nessun ostacolo in grado di fermarlo poi si
quieta perde il suo vigor giustizialista originario. Viene ammansito dagli
avvocati dai ricorsi dai gradi di giudizio.
Anche le più tremende
calamità naturali alla fine finiscono e la vita riprende il suo corso fra le
macerie.
L’importante è
non esser lì ma in una altro posto a godersi il frutto del proprio lavoro.
L’operazione è
talmente piaciuta a Pattona che Presidente dopo un breve periodo di domi-ciliari
è stato rilasciato con tante scuse perché le prove non erano sufficienti per
condannarlo e l’Appello ha confermato l’assoluzione per insufficienza di prove.
Lui, grazie alla
sua esperienza ha trovato subito un nuovo posto di Presidente in un ente della
Capitale che si occupa di niente ma che
garantisce un ottima indennità senza grandi preoccupazioni.
Da lì si possono
seguire altri affari in tutta tranquillità.
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