Segnalazione certificata di inizio attività fra Stato e Regioni
Il Ministero per la
Pubblica Amministrazione e la Semplificazione sta approvando i modelli nazionali per
la Segnalazione certificata di inizio attività edilizia (Scia) e per le
autorizzazioni ambientali cui dovranno conformarsi le regioni.
Il Ministero si
appropria di una delle prerogative del legislatore regionale visto che la
materia del governo del territorio rientra in quelle della legislazione
concorrente dove le funzioni statali e regionali si coordinano spettando allo
Stato solo un’indicazione dei principi generali.
Non sembra che il modulo
unificativo di cui si parla sia un principio generale.
Nel fissare i contenuti
del prg le regioni hanno ampiamente disatteso i principi fissati dalla
legislazione urbanistica statale.
La semplificazione
amministrativa in materia di edilizia si conferma ancora una delle
priorità del nuovo governo.
Le regioni, peraltro,
non stanno attendendo le norme statali.
La giunta regionale
dell’Emilia-Romagna ha approvato il
27.5.2013 il progetto di legge sulla Semplificazione della
disciplina edilizia.
La norma propone la
standardizzazione a livello regionale della modulistica dei titoli abilitativi
con atti tecnici di coordinamento da approvare in condivisione con gli enti
locali.
La Scia diviene il titolo
abilitativo principale e sostituisce definitivamente la Dichiarazione di inizio
attività (Dia);
vedi art. art. 13.
L’art. 7 , invece, disciplina
i ncasi in cui l’attività edilizia è libera o quasi da procedure abilitative.
Effettivamente più che
di riforme sulle procedure occorrerebbe un apolitica che non soffocasse di
adempimenti la piccola proprietà edilizia .
Adempimenti che hanno un
costo e che l’utenza in locazione che è il consumatore finale si trova ad
affrontare.
Chi fornirà la casa in
abitazione nel settore medio basso se l’intervento non è remunerativo
affrontando il serio rischio della morosità che in periodo di crisi è
decisamente n aumentata.
Un sostegno all’affitto
consentirebbe di evitare procedure esecutive che poi comportano una sempre
maggiore richiesta di interevento dei comuni.
Servirebbero
finanziamenti od anche solo garanzie statali a chi acquista la casa di
abitazione.
In caso di insolvenza le
case potrebbero essere acquisite dalle Aziende per l’edilizia residenziale che
le possono usare per affitti a prezzo calmierato .
Gli sfrattati andranno
poi ad incidere sulle casse comunali.
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