LE
SMANIE DELLA VILLEGGIATURA.
LE
SMANIE DELLA VILLEGGIATURA.
Il villaggio turistico è un moderno
collegio per grandi e piccini.
Come in un collegio tutto è ordinato e
programmato solo che uno può fare a meno di partecipare e non c’è nessun
professore controllore che ti richiama all’ordine o ti mette in punizione.
Alle continue attività può partecipare ,
ma è un optional altrimenti puoi divertirti a vedere gli altri che corrono
saltano gareggiano nelle discipline più disparate trovando un sistema allegro
di passare il tempo di vacanza.
Per gli organizzatori è importante avere
un pubblico che segua perché vuol dire potenziale clientela per i proprietari
del villaggio .
Più ospiti seguono il capo del team degli
animatori al prossimo villaggio che guiderà e più vuol dire che lui è bravo.
I villaggi sono organizzazioni complesse
che offrono uno stile di vacanza attiva per quelli che non vogliono passare
l’estate sotto l’ombrellone.
“Dai partecipa al torneo di ping pong, qui
ci sono le iscrizioni!” mi dice una bella ragazza bionda vestita da clown .
“Dai vieni con noi iscriviti insiste un
altro ragazzo poro truccato da donna che esibisce un seno prosperoso ed una
parrucca biondo granturco.
Il Wake ski è uno sport, ma che dico
sport, è un divertimento che va di moda.
Una o due persone si agganciano alla
spalle un paracadute e si fanno trainare da un motoscafo che parte dritto verso
il mare aperto consentendo loro di librarsi nell’aria , liberi poi di cadere
quando finisce il tempo convenuto con il motoscafista di precipitare in acqua e
di farsi riportare a terra.
In tutto ciò anche se il Wake ski e
venduto come una pratica sportiva di sport mi sembra che non ci sia nemmeno
l’ombra.
I muscoli non esercitano nessuno
sforzo se non quello di raggiungere nuotando il motoscafo per essere ripescati;
salire su in cielo non comporta nessuna fatica ma è dovuto all’effetto
combinato dell’azione del motoscafo e della resistenza posta dal
paracadute .
Non occorre alcun allenamento e nessuna
fisicità particolare.
I presunti atleti che si cimentano
in questo pseudo sport sono attempati signori e signore che non hanno di certo
l’aria di frequentatori di palestre o di campi sportivi che comporti al pratica
effettiva di qualche sport.
Il loro fisico è piuttosto corpulento
hanno l’aria di quelli che amano farsi trascinare senza effettuare alcuno
sforzo.
L’aeroporto di Nizza è situato nel posto
più bello al mondo in faccia al Mar ligure adagiato sulla Baia degli Angeli
arrivarci dal cielo è entusiasmante atterrare su di un astretta lingua di terra
che ti porta dal cielo attraverso il mare a destinazione.
Superbe!
Bello , ma forse un po’ meno vedere dalla
spiaggia gli aerei atterrare uno dopo l’altro senza tregua soprattutto nella
stagione estiva quando gli arrivi sono più intensi.
I bagnanti si godono felici
l’atterraggio a qualche kilometro di distanza ed il rombo dei motori è un
caloroso saluto che si ripete in continuazione.
Parimenti contenti sono i ciclisti che da
una parte hanno la lunga striscia di asfalto a sei corsie, tre per ogni senso
di marcia, e dall’altra hanno gli aeroplano che rullano i motori in ansiosa
attesa di essere immessi nella pista di decollo.
Effettivamente nessuno si sente solo!
Nessuno rimpiange le spiaggette solitarie
che si possono incontrare dopo Cannes verso Fréjus amano le emozioni che solo
una grande città come Nizza può dare.
Effettivamente il mondo è bello perché ci
sono tante teste e ognuno è libero di pensare a modo suo.
La pista ciclabile che va dall’Ippodromo
della Costa Azzurra al porto di Nizza corre forse nel posto più bello del
mondo.
I soliti piantagrane non sono però
soddisfatti: perché direte voi?
Sì perché da una parte la pista scorre
lungo il mare in quel posto fantastico che è la baia degli angeli ma dall’altra
parte c’è una strada a tratti a quattro corsie, due per ogni senso si
marcia, a tratti a sei corsie , tre per ogni senso di marcia.
Il rumore è assordante per fortuna che il
vento non fa sentire molto la puzza dei gas discarico.
E’ bello vedere intere famiglie bardate
con casco di protezione affrontare felici il percorso ciclistico che corre
lungo il mare è bello vedere le famigliole raggruppate nei pedalò in quattro
cinque pedalare felici in una giornata estiva.
I novelli Coppi,poi, si cimentano in
questo percorso a velocità entusiasmanti da record peccato che spesso il
percorso è condiviso coi i pedoni e se qualcuno deborda dalla sua linea o deve
attraversare la strada per recarsi dal’altra parte della carreggiata allora il
rischio è in agguato.
Non so se l’attenta gli uffici della
Prevenzione medica francese ha fatto delle analisi ai polmoni degli
automobilisti. Dovrebbe farlo perché raggiungere Nizza dall’ippodromo non
è poca strada e le emissioni delle macchina sembrano notevoli,inoltre c’è
l’aeroporto.
Il mestiere di sindaco è un mestiere molto
difficile.
Bisogna avere la capacità di dire a tutti
una cosa diversa anche verità in contrasto fra di loro tutto per una ragione di
buona amministrazione?
Poi tanto la gente lo sa che il sindaco
dice delle cose che non può mantenere ma questo primo cittadino ha lo stesso la
fiducia perché la speranza di ottenere un favore , magari il posto per il
figlio che vorrebbe fare l’impiegato stipendio fisso e a tempo determinato ora
che è difficile trovare un lavoro.
Quello che non si capisce è perché un
sindaco debba prendere in giro le persone perché dire una cosa è poi dirne
un’altra diversa mettendo in difficoltà le persone mandando sul lastrico gente
o comunque facendogli perdere somme rilevanti perché lui cambia le norme a
proprio piacimento?
Forse perché in mezzo a grandi problemi
non ha la capacità di capirli e di affrontarli?
Forse perché gli piace fare vedere che fa
quello che vuole, che comanda lui?
Forse perché le cose non hanno una logica
soprattutto per le persone che contano poco?
Forse perché quelle che contano
trovano sempre le strade in discesa?
Un simpatico sindaco di una cittadina
francese presso Nizza ha cambiato il piano regolatore e nel frattempo a chi gli
chiedeva il permesso sulla base dello strumento urbanistico in vigore
faceva dire dagli uffici che il progetto era fattibile.
Quale è la ragione?
Forse per fare guadagnare qualcosa al progettista?
Forse per dimostrare che lui conta di più
di un comune cittadino?
Forse perché chi gli ha presentato al
domanda non gli era simpatico?
Basta vedere l’ordinato sviluppo della
costa che da Nizza va verso Antibes per rendersi conto della lungimiranza di
questo amministratore.
C’è da complimentarsi e mandarlo
all’Assemblea Nazionale!
L’ippodromo di sera è un luogo
affascinante .
Quando dopo l’imbrunire la luce solare
lascia spazio a quella artificiale dei riflettori la magia è completa.
Lo spettacolo della corsa dei cavalli di
sera è più entusiasmante.
E’ uno spettacolo che lascia a bocca
aperta: difficile vedere un luogo così grande, così splendente di luci, con
tanta gente festante.
Lo spettacolo mette allegria, sembra di
essere ad una grande sagra.
La gente corre ai botteghini per le
puntate: accoppiata, vincente o piazzato.
E’ il rito che precede ogni corsa. Bisogna
fare la fila per puntare cercando di rubare qualche informazione sui favoriti o
rischiando la puntata su qualche brocco che però in caso di vincita fa
guadagnare di più.
Imparare le varie combinazioni è facile ci
vuole invece un bel po’ di fortuna per indovinare una accoppiata.
L’ippodromo mi ricorda una felice vacanza,
l’ultima che ho fatto con mio padre a Montecatini, e per questo che vedere le
corse di sera mi fa sempre piacere.
Molti , soprattutto quando vanno in
vacanza hanno il problema del parcheggio
Troverò un posto macchina vicino alla
spiaggia senza pagare uno sproposito?
In questo le amministrazioni proprietarie
delle strade facilitano poco l’esigenza di relax per i vacanzieri
Parcheggiare gratis nei momenti di alta
stagione è sempre più difficile!
Costi elevati limiti orari vigili
intransigenti.
Un paese buonista per natura con
molestatori pedofili, ladri, inquinatori, stupratori è inflessibile con
coloro che non rispettano i divieti di sosta o che non pagano il parcometro.
Si sa, però, che le ragioni economiche
spesso sopraffanno le ragioni del buon cuore.
In u sobborgo di Londra un amico è stato
costretto ad introdurre un penny nel parcometro mentre era sulla macchina ad
attendere la moglie che era entrata in un negozio, alla Pelosa un altro amico
doveva fare le corse per impedire che un vigile scrupoloso che ansimava da un
capo all’altra della strada nel tentativo di riuscire ad incastrare
l’automobilista che avesse sostato oltre i limiti fissati dal il tagliando del
parchimetro. E’ una gara per evitare la multa all’ultimo scatto per impedire ai
vigili di battere il record delle multe siglate il girono prima.
E’ un gioco poco divertente quello di
correre col vigile prima che scada il limite orario del parcheggio.
Un dubbio amletico ti assale :” Scaduto il
limite orario della sosta dove esiste il limite massimo orario per
parcheggiare si deve spostare la macchina e ricercare un altro posto o
basta introdurre un tagliando nuovo?”
Il problema è dibattuto alacremente con i
vicini di ombrellone le interpretazioni si sa in Italia si sprecano .
“io in ogni caso faccio ricorso al Giudice
di Pace esclama il più battagliero!”
“Io preferisco pagare che perdere tempo
nelle udienze dei Tribunali.” Ribatte il più pacifico.
Una cosa è certa la prossima volta è bene
scegliere per fare il bagno una spiaggia meno famosa con parcheggio gratis così
almeno risparmio le multe. prossima
La limitazione di spazi collettivi la
ritengono una limitazione alla loro liberà e scelgono accuratamente come luoghi
per villeggiare quelli ancora parcheggi free.
Non vogliono vedere il panorama più
fantastico, i borghi più alla moda , lo spettacolo più in.
Si accontentano di una veduta più normale
ma on affollamento zero che a loro dà eguali emozioni , di una spiaggia deserta
dove si sente ancora il rumore della risacca, di un paesino arroccato ricco di
storia ma povero di abitanti dove bisogna inerpicarsi a piedi, della sagra più
paesana dove il cantante alla moda è sostituito da un disk jockey del paese;
preferiscono insomma provare sensazioni normali non eccitanti
purché ci sia da parcheggiare in spazi gratuiti.
Quando si è in vacanza è meglio che tu non
faccia affari, potresti facilmente incontrare un truffatore.
Quando sei rilassato in un posto lontano
da casa hai spesso la sensazione che gli affari lontani siano più vantaggiosi
di quelli che potresti fare a casa propria.
Dove invece sei conosciuto , puoi
facilmente farsi consigliare da qualcuno di tua fiducia.
Tu hai modo di riflettere con più calma ,
non sei pressato dalla fretta di dovere tornare.
Caro amico G. perché ti sei
lasciato convincere da quel truffatore francese e ti sei messo a fare il
promotore di iniziative immobiliari all’estero senza garanzie senza conoscere
bene il tuo interlocutore mentre a casa non ti fidi nemmeno dei tuoi figli.
Si sa il truffatore ti lusinga, ti dice
che sei la persona più intelligente , ti blandisce proponendoti redditi
lucrosi, ma che sono ben distanti dalla realtà delle cose, ti mostra dei
progetti solo sulla carta ma una carta speciale di ottima qualità dove sono rappresentati
tutti i particolari di un intervento edilizio che lui sa che non si farà mai.
Il truffatore, soprattutto, ti dà sempre
ragione, non ti contraddice mai , recepisce remissivo tutte le tue richieste,
ti porta supplementi di documentazione risponde con una serie infinita di
bufale a tutte le tue domande.
L’ingannatore, infine, se vede che non sei
esperto sulle pratiche burocratiche, se capisce che sei disposto a dargli i
soldi sulla parola fidandoti sul solo fatto che realizzerà l’intervento e che conseguirà
un grosso profitto da condividere con te allora si che sei fregato!
I vip non hanno problemi a pagarsi
il parcheggio.
Parcheggiano in super centro dove per
accedere devi ulteriormente pagare pere entrare nell’area verde un vero salasso
per i proprietari delle piccole utilitarie che già fanno i conti per poter fare
il pieno.
Cercano il posto ,giusto, il metro
quadrato riservato, la gabbia magica per pochi che hanno gli stessi interessi e
gli stessi problemi.
Più il centro è chiuso più vuol dire che è
esclusivo e più gli piace.
La sagre popolari hanno tutte come momento
di grande attrazione il complesso musicale per suona il liscio.
Il ballo liscio è un ballo di
coppia che segue soprattutto le musiche dello slow, del foxtrot, del
tango, del valzer, della mazurca e della polka.
Questa danza deve il suo
nome alle movenze dei ballerini che usano scivolare, strusciare i piedi,
quindi andare via liscio.
La caratteristica
principale è che il ballerino guida la partner ed è lui che comanda le danze.
La cosa sembra semplice
ma in realtà è parecchio complicata perché ogni ballo ha
dei passi particolare ed che seguono il tempo della musica.
L'abilità del ballerino è
di individuare al primo attacco dell'orchestra di che ballo si tratti e
di muoversi a tempo.
Se non si va a scuola di
ballo e non si balla almeno un paio di volte al mese e
facile dimenticare tutto.
Mario ad
esempio crede di essere un ballerino perché lui va in crociera;
lui dice di ballare accompagnato dalle grandi orchestre che dilettano
i croceristi, ma i passi lui non li sa.
Si qualche ballo di sala
lo azzecca, ma alla lunga dimostra subito al sua imperizia.
Ad esempio sui passi
classici del foxtrot cade subito e dimostra di
non avere studiato.
Il maestro scandisce
lento lento veloce veloce.
Due passi lenti due passi veloci avendo ben cura, il ballerino,
di partire con il piede sinistro e così via per tutto il ballo.
Se attacca un valzer
lento si deve subito cambiare la partenza è con il piede destro
Con il rok'n' roll il
rapporto tra i due danzatori diventa più intimo e più ginnico la ballerina
e lanciata a due passi di distanza e ripresa al volo.
Non c' il contatto dei
due corpi che caratterizza il liscio il ballo diventa quasi conflittuale.
Altri generi musicali
accentuano il distacco fra i ballerini che nel ballo di gruppo
si perdere definitivamente perché ognuno si muove per conti
suo.
E' un piccolo esercito di
soldatini che muove i suoi passi a suon di musica.
La musica diviene sempre
più aggressiva di pari passo del ballo che si
fa sempre meno intimo.
Non si può parlare , non si può sussurrare
all'orecchio del partner. La musica diviene sempre più assordante e la distanza
aumenta troppo per potersi ascoltare.
Col liscio si è vicini la musica
è divertente gli orchestrali sorridono il cantante spesso dialoga
con i ballerini perché i decibel lo consentono.
Un padre ingrato
Si sa che i soldi finiscono presto soprattutto se si spende e non si guadagna .
Così quando le casse sono vuote bisogna trovare una soluzione.
E’ facile trovare un avvocato che è disposto a prendere le tue difese anche le più assurde pasta pagarlo o se trovi quello meno diffidente convincerlo che lo pagherai una volta raggiunto il risultato.
Così il padre ingrato si ritrova in tribunale con una citazione che richiede gli alimenti.
Il padre è obbligato agli alimenti quindi s e il figlio non lavora e non ha una fonte di reddito è giusto che sia il padre a mantenerlo.
Rosella spende tutto subito. Che problemi deve posi ad economizzare quando suo padre con un po’ di moine non sa resisterle.
Lei ha avuto l’incidente e non ce la fa a lavorare , quando ci ha provato nessuno di quelli che ha cercato di assumerla la ha tenuta per più di un settimana.
Come fa Rossella ad arrivare puntuale tutte le mattine come fa ad affrontare una giornata lavorativa con i suoi ritmi.
Come fa ad essere contemporaneamente al lavoro e negli altri innumerevoli posti dove è richiesta la sua presenza.
Non c’è più tempo per andare in palestra, l’estetista diventa una perdita di tempo da dedicare invece al lavoro?
Non si può fare le ore piccole la sera, si deve arrivare in ritardo ad una cena con gli amici se il principale esige che tu ti fermi per completare un lavoro urgente?
Non saremo tutti impazziti d’improvviso.
E’ una pazzia incredibile.
Dove va la libertà di una persona.
Dove vanno a finire i diritti acquisiti ad uno stile di vita privo di ogni regola?
Certo finché la libertà è pagata a caro prezzo dalla borsa di qualcuno si può anche andare avanti così, una volta però che le capacità di spesa fella famiglia finiscono?
Rosella di questo dettaglio con si è eccessivamente preoccupata.
Poi tutta una serie di coincidenze impreviste hanno fatto precipitare la situazione.
Il professionista eccezionale come macchina da soldi di suo padre ha smesso di fare il suo dovere.
Tutte le rendite servono a pagarle il soggiorno in una città più adatta.
La città di provincia dove potrebbe ancora vivere sfruttando la rendita di posizione sociale del padre non al soddisfa .
Deve trasferirsi nella metropoli dove ci sono più locali, più amici, più divertimenti, più occasioni di incontri con persone più giuste.
Così quando per evidenti motivi i cordoni della borsa si sono stretti bisogna ricorre a qualche trucchetto.
Basta sottrarre un assegno dal blocchetto includendo anche il tagliando su cui il correntista prudente annota prudentemente la causale del versamento così chi vuole controllare i prelievi non trova riscontro.
E’ troppo complicato per il genitore controllare anche l’estratto conto.
Perché dovrebbe farlo? Chi può volergli sottrarre del denaro quando lui regolarmente paga tutto quello che ha concordato di pagare.
Ma basta un piccolo sospetto della Patti perché si venga a scoprire il trucchetto dei prelievi ingiustificati.
“Non ti ricordi papino eravamo d’accordo che mi avresti dato qualche euro in più, la vita è cos’ cara nella metropoli?”
Rossella ha come motto quello di negare sempre quello di trasformare la sua realtà nella verità, gli altri sono loro che sono che non capiscono che quello è un suo diritto: il diritto di essere mantenuta dal padre che un professionista affermato secondo uno stile di vita che le consenta di fare la sua bella figura in società.
Gli altri fratelli lavorano hanno una famiglia e vivono fuori cassa : che possono pretendere dal genitore.
“Voi avete la vostra famiglia! Io vivo in casa e quindi è giusto che debba essere aiutata dai genitori. Voi non avete diritto a nulla!”
Questo principio glielo deve avere suggerito un noto avvocato che ha convinto Rosella a fare una causa di alimenti contro suo padre perché vuole cessare di mantenerla visto che la vecchiaia ormai gli impone di non dilapidare il suo patrimonio se non vuole trovarsi all’ospizio dei poveri.
Quella mattina è cominciata molto presto per Rossella che ha prelevato di casa il vecchio genitore e se lo è portato al bar per gustare una sostanziosa colazione e per indottrinarlo che i suoi fratelli sono contro di lei che stanno mettendolo contro di lei.
Il padre accoglie gli altri figli in una sala d’spetto del tribunale con un sorriso che vorrebbe mettere d’accordo il diavolo e l’acqua santa.
“ Dove sei stato papà?” gli chiede Santina la maggiore.
“Sono stato a fare colazione con Rossella , tutto bene, non litigate!”
La tesi relativa alla richiesta di un assegno alimentare da parte di una giovane che ha passato la quarantina è suggestiva ed il giudice investito della questione ha il suo da fare.
Una figlia ha diritto di essere mantenuta dal genitore oramai vecchio e con le risorse che bastano a stento a mantenerlo pagando la dovuta assistenza secondo il suo normale decoro?
L’ultimo tentativo di condizionare lo stanco Anchise avvisandolo che i fratelli lo vogliono mettere contro di lei che gli chiede solo il dovuto non ha successo.
Il terrore di finire nell’ospizio dei poveri scuote il convenuto in giudizio.
“Io no n intendo più darle niente lei deve provveder a sé stessa. Dove sono finiti i denari dell’eredità della nonna?”
Rossella non è un campione di contabilità e si rifiuta di rispondere.
“Signor giudice , insomma, devo venire a raccontare le mie spese, io voglio solo che siano riconosciuti i miei diritti.”
Per fortuna Rosella non sa che i giudici sono permalosi e non ammettono che qualcuno non risponda alle loro domande.
Sono disposti a prendere per buone anche le risposte più insensate, ma una risposta l’attore la deve dare!
Il sosia.
La Patti sta morendo, ma le sorprese non finiscono mai.
Alla Banque de France si presenta un soggetto che prosciuga il conto corrente intestato a Tonio e alla Patti.
Gli impiegati di banca francesi si sa sono legalisti se non conoscono il cliente non versano un centesimo.
I truffatori hanno però delle abilità esagerate.
“Sono Tonio” basta dire al cassiere sospettoso e il conto corrente d’un battito di ciglia è svuotato.
Basta presentarsi sicuri allo sportello, non bisogna avere il minimo tentennamento e protestare se il cassiere indugia.
Ci vuole una grande abilità
Com’è possibile che Tonio che è fisso in Ospedale possa essere andata on Francia a ritirare una grossa somma di denaro
A chi sono stati dati questi soldi.
Al prossimo estratto conto si accorge della sgradita sorpresa .
“Chi ha preso i soldi?” si domanda Giovanna sorpresa ma non troppo.
Partiamo per la Francia dove il severo impiegato di banca ci guarda esterrefatto.
“Nous avons fatto la chose secondo le regole. Come sempre!” risponde stizzito alle nostre richieste di spiegazione.
“Denunciamo subito il fatto!” ma gli onesti a denunciare se non hanno prove dirette, inconfutabili rischiano di soccombere e di pagare anche i danni per una eventuale querela per diffamazione o peggio calunnia.
Il derubato è Tonio: è lui che deve prendere l’iniziativa.
Stranamente tergiversa non è così sicuro come quando impugna il bisturi e seziona le parti malate e con la mano ferma le asporta.
Questa malattia non la vuole sanare non si capisce perché.
Lui ha evidentemente paura si rincorrere la verità e di dare giustizia ai derubati.
Un velo di omertà circonda la vicenda nessuno vuole scoprire cosa sia realmente successo.
Come avviene il più delle volte i ladri al fanno franca
Nell’appartamento sulla Costa Azzurra un bottiglia di spumante è lì stappata di recente i ladri hanno evidentemente brindato al loro furto .
Hanno riso del banchiere scemo che ha dato il denaro ad uno sconosciuto hanno brindato alla sicura impunità perché sicuramente hanno letto nel pensiero di Tonio.
Lo conoscono bene sanno che possono condizionare le sue reazioni che possono blandirlo o ricattarlo o che possono convincerlo a fare qualsiasi cosa.
Veleggiare con uno skipper chiacchierone non è il massimo.
Le vele sbattono, la barca non si piega spinta dall’andatura di bolina che non prende il vento nella direzione migliore per farla correre fra le onde.
L’equipaggio è più interessato alle storie delle Castella che a ingaggiarsi con altre vele che ti superano con poco onore.
Di solito i lupi di mare i racconti li fanno a terra dove possono con calma celebrare le loro avventure.
Lui no, il nostro comandante i racconti li fa in mare durante la navigazione.
Non sono però racconti di regata di traversate di crociere con un minimo di avventura.
Sono racconti del parco naturale che ora ricomprende lo spazio di mare attorno alle Castela.
Sono i racconti dei fatti della politica locale che privilegia gli amici degli amici e che ostacola le iniziative turistiche come la sua.
La brezza è poca ma l’intrepido nocchiero non se ne dispiace e volentieri attacca l’entrobordo che pigramente prosegue il giro turistico mascherato da giro in vela.
Avrei preferito racconti di regate, di mistralate, di vele che si strappano, di barche che disalberano, di boe affrontate di prua con l’onda che nasconde alal vista del prodiere la bandierina.
Invece no. E’ risultata una pacifica gita con un rituale bagno con la barca pigramente cullata dalle onde a due passi dal bagnasciuga on la deriva mobile tirata su.
Tutti i corsi di vela che si rispettano terminano con una regata finale fra i partecipanti.
Quella volta anche l’istruttore è sceso in mare . Il vento fa schiumare le onde.
Le ochette preannunciano un percorso particolarmente divertente. “Dov’è la boa? Chiedo all’istruttore che sta provando la partenza sottovento rispetto alla mia imbarcazione.
“La boa è al vento. Fai due bordi e ci sei sopra . Adesso non si vede siamo troppo lontani e l’onda è troppo alta per fartela vedere. Vai con fiducia che la trovi” Ride divertito pensando che di bordi ne devo fare parecchi rpima di virare e riprendere il bordo di poppa piena.
“Ma non c’è troppo vento per uscire ? “ mi chiede Gio che mi fa da prodiera.
Si c’è vento, ma sento che la varca la tengo; riesco a bordeggiare con abbastanza tranquillità e mi sento tranquillo di poter ritornare attraverso la strozzatura che restringe l’accesso alla baia di Porto Pedro.
Se il vento di terra rinforza ancora me ne trono in rada” rispondo certo di poter rassicurare la mia prodiera.
In effetti la barca la tengo bene il vento fischia , ma oramai dopo una settimana mi sono abituato a sentirlo e non mi preoccupa , se mantiene così.
Il cielo è livido e promette di rimanere così.
Un gran soleil sta tornando .
Lui il vento deve averlo preso bene al largo.
L’equipaggio veste tutto le mute leggere e ci saluta con simpatia mostrando di apprezzare la nostra uscita in mare.
Ancora due bordi alla partenza e poi il fischio della giuria ci dicono che la regata è partita.
Il motoscafo si allontana e si posiziona in prossimità della boa posta sul primo lato del triangolo .
Una prima andatura di bolina poi bisogna prendere la boa con le mura a sinistra, virare e mettersi con le vele al gran lasco per scendere lungo il secondo lato del triangolo.
Il vento lo prendiamo in faccia a quindici gradi dal sua direzione di provenienza.
Teniamo la bolina più stretta per essere sicuri di fare meno strada.
Il vento ci fa leggermente poggiare e per tenere la barca in rotta devo correggere continuamente l’andatura allontanando da me il timone per correggere la direzione della barca.
Il primo bordo lo tengo lungo; voglio arrivare in boa, se posso, virando una volta sola.
Il problema è che la boa non si vede.
Devo stimarla, ci vuole intuito ed anche un po’ di fortuna per arrivarci proprio sopra senza dovere fare un altro bordo.
Una inutile perdita di tempo!
Le altre barche prendono diverse direzioni e virano prima. Alla fine sono solo.
Stimo la virata e sono sull’altro lato.
“Brava ottima manovra abbiamo virato proprio bene, senza perde tempo e metri preziosi.” Mi congratulo con Gio.
“ La boa non la vedo sei sicuro che ci arriviamo?”
“ Certo che sono sicuro, se no avrei virato prima. Sento che ci arriviamo con due bordi.”
La bandierina che dovrebbe sventolare in cima alla boa non si scorge ancora , le barche sono sempre più distanti da noi. Avrò stimato bene il bordo. Sì ne sono sicuro, non posso avere sbagliato.
“Eccola.”
La boa è lì sbattuta dalle onde che la piegano e la rendono visibile sono da vicino.
“ Lasca e poggia.”
La barca docile segue la nuova direzione con l’andatura al largo verso al seconda boa.
Il vento che viene ora dalle spalle sembra che sia più debole , ma non bisogna farsi ingannare.
Le barche si sono perse abbiamo virato troppo vicini alal boa gli altri timonieri non hanno centrato così bene il bersaglio.
La barca avanza ad una velocità inusitata il vento oggi è proprio quello che ci vuole.
Attenzione che dobbiamo strambare sulla boa. Bisogna preparare la manovra per tempo.
“ Stramba , Stramba. Siamo sulla boa.”
La manovra è troppo affettata la barca è arrivata sulla boa con una velocità eccessiva e non abbiamo calcolato bene i tempi.
La Vela comunque è passata . il boma si è catapultato dall’altra parte .
Non ho capito bene cosa è successo ma sono stato sbalzato in aria anch’io per poi cadere pesantemente sulla barca.
“Ahi Ahi il mio coccige! Che malone!”
Mi lamento, ma sono contento, perché il distacco colle altre barche è aumentato.
Al traguardo mi presento da solo.
“Dov’è l’istruttore?” domando impietoso, ma non ricevo risposta lo staffa ha sempre ragione e non può perdere le regate contro gli allievi, ma si sa il vento è imprevedibile e non si sa mai da dove soffia e come soffia.
Il canale della Giudecca è atipico per andare a vela infatti di vento c’è né poco ma in compenso l’onda è costante e non è mai più bassa di mezzo metro.
Non è il vento che provoca l’onda ma il correre continuo di vaporetti, motoscafi, barche da trasporto e soprattutto navi.
Navi lunghe guidate da sicuri rimorchiatori che le portano o verso la marittima o verso le bocche di porto.
Il fatto è che il Circolo Vela tiene alcuni Fly Junior proprio nei magazzini del sale vicino alla Punta della Salute.
Veleggiare lì è impossibile l’unica possibilità è attraversare il canale e giungere fino all’isola della Giudecca . Lì basta prendere il canale dei Lauraneri o spostandosi più vicino all’isola di San Giorgio maggiore il Canale della Grazia che consente di portarsi in piena laguna.
L’impresa per un patito della vela è semplice.
Basta recarsi ai magazzini del Sale chiedere al custode il vecchio Toni di preparare il verricello e poi si parte.
Ogni volta Toni ti guarda incredulo dopo tanti anni non riesce ancora a credere che ci sia qualcuno disposto all’impresa.
Prima di partire bisogna calare dal primo soppalco il Fly Junior in dotazione ai soci del circolo.
Poi bisogna uscire con l’imbarcazione dal magazzino, prendere l’albero con sartie e strallo e posizionarlo sulla barca , infine estrarre dal sacco le vele e posizionarle all’interno dell’imbarcazione , avendo cura di infierire nel boma sul boma la randa.
“Toni siamo pronti!” possiamo essere parzialmente soddisfati
Toni ci guarda con la sua faccia scavata dal sole e dagli anni che non muta mai espressione e ci dà gli ultimi consigli.
“Non armate la barca a terra, aspettate di essere a qualche metro dalla banchina e poi mano alle drizze.”
Il verricello è a posto . La barca è posizionata sulle cinghie con l’equipaggio a bordo pronto alal manovra.
Lentamente, azionato a mano il verricello depone l’imbarcazione sul canale sempre più ondoso con una piatta di vento che non fa presumere una eccessiva velocità di crociera.
La barca appena a contatto coi i marosi incomincia a rullare e a beccheggiare .
Sfidando l’equilibrio precario dell’imbarcazione do mano alla drizza di randa e poi a quella di fiocco.
“Tieni la barca filo al vento” intimo a Gio che fa momentaneamente da timoniere.
Poi assunto il timone colle vele armate mi dirigo verso il canale dei Lauraneri .
Sbattendo da una parte all’altra la barca avanza a modesta, impercettibile velocità: il vento è modesto rispetto al moro ondoso.
“Cazza il fiocco e orza!” mi suggerisce Toni soddisfatto perché stiamo prendendo quel poco si vento che c’è.
Motoscafi, vaporetti e ogni tipo di imbarcazioni naturalmente a motore si girano attorno in un sabba frenetico.
L’unica imbarcazione a vela è la nostra.
Lei, comunque, procede.
Non è proprio una navigazione tranquilla; proprio no!
Sballottata sì; le vele passano da sopravvento a sottovento e soprattutto non riescono a gonfiarsi e a prendere una velocità decente per l’assenza di vento.
“Chi ha detto che per navigare a vela bisogna andare veloci?”
Noi ci gustiamo il piacere di veleggiare.
Avanziamo lentamente verso l’isola.
Quando ad un certo punto avvertiamo un fischio acuto di una imbarcazione certamente più grande di quelle che ci girano attorno.
Una nave enorme trainata da due rimorchiatori si fa avanti.
“Non ti preoccupare che ci ha visto!” tranquillizzo Gio.
Che ci abbia visto è certo il dubbio è se riesce ad evitarci visto che questo vento irriconoscente della nostra voglia di navigare non si decide di soffiare non dico molto, ma almeno un pochino di più.
La nave continua a fischiare.
Per nulla intimorito continuo a tenere la rotta più breve verso la Giudecca.
“Forse è meglio che ci diamo un aiutino con la pagaia.” suggerisco saggiamente.
La pagaia è una o strumento fondamentale che in carenza di vento consente alla barca a vela di spostarsi lentamente.
“Si che ce la facciamo è così distante!”
Il fatto è che la distanza diminuisce velocemente mentre il Fly avanza molto lentamente.
L’importante è non perdere la calma e tenere saldo il controllo del timone per guadagnare anche ogni più piccolo metro d’acqua.
Il fischio della nave è sempre più vicino. Si scorge dal ponte i turisti che si affacciano per salutarci sicuri delle nostre possibilità di attraversare sicuri la rotta della loro nave.
Si è passata e noi siamo in rotta.
L’onda tagliata dalla prua ci dà una spinta per uscire definitivamente dalla sua rotta.
Penso che Gio non sia rimasta molto entusiasta dalla nostra attraversata del canale della Giudecca.
Oramai il più è fatto e tagliare l’isola è semplice: siamo finalmente in laguna dove tutto è diverso.
I bassi fondali non consentono traffici convulsi né a battelli né a imbarcazioni, ma soprattutto tengono lontano le navi.
Le briccole delimitano un canale talmente piccolo e sinuoso che una nave non riuscirebbe a seguire , per non parlare del fondale che è estremamente basso e inagibile a grosse imbarcazioni.