Gli abitanti di NY
Quello
che più colpisce a NY sono gli abitanti.
Possono
essere europei, asiatici, africani od australiani, ma si sentono tutti abitanti
della stessa grande città.
La forza
ed il fascio di NY è quello di essere una grande città dove tutti sanno di
svolgere un ruolo indispensabile perché la città viva e prosperi sempre più.
Puoi
essere un grande manager della finanza o un modesto impiegato in una catena di
grandi magazzini o un custode di un museo a NY ti senti una persona importante
per la vita della tua città a prescindere da dove sei nato o da dove provieni.
Il
lavoro è la malattia dei newyorchesi.
The next
è la parola più utilizzata negli empori e nei ristoranti self service.
Tutti
hanno fretta di servire il prossimo cliente per aumentare il volume degli
affari.
La massa
degli acquisti è necessaria per la sopravvivenza dell’attività bisogna fare
presto ed incassare in fretta.
Musei
e attrazioni varie pullulano di persone incaricate ad incanalare la gente o a
sorvegliare che tutto si svolga regolarmente.
Tutte
queste attività sono svolte con la massima professionalità.
Gli
incaricati svolgono il loro ruolo con il massimo scrupolo.
Tutti
sono orgogliosi di quello che fanno e non aspettano sera ciondolando.
Sono lì a
tua disposizione per risolverti anche il minimo problema e per esaudire ogni
tua richiesta di informazione.
Musei ed
attrazioni sono sempre aperti salvo il giorno di Natale e quello del
Ringraziamento.
Mario
andando in aeroporto in taxi collettivo, molto usato a Manhattan, ha trovato un
tassista del Bangladesh.
“Sono
contento di essere qui. NY vive del lavoro degli immigrati che come me che
danno vita.” dice.
Qui è
facile trovare un impiego nella vigilanza, nella ristorazione, nei grandi
magazzini. Basta impegnarsi e lavorare: qui c’è posto per tutti.
E’ il
grande sogno americano dove tutti hanno diritto a trovare la loro felicità che
continua.
Il grande
sogno che è alimentato forse dal fatto che la città cambia aspetto in
continuazione perché la gente la trasforma e in questo suo divenire continuo
tutti possono trovare la loro occasione per affermarsi nel movimento non ci
sono rendite precostituite o almeno così ti vogliono fare credere.
La paura.
Nelle
facce del popolo multiforme che popola NY puoi incontrare qualunque stato d'animo.
La voglia
di fare rappresenta l'attivismo permanente della città che non si ferma mai.
L'entusiasmo
di quel popolo di emigranti che ha dato tutto a questa città per raggiungere il
sogno americano del benessere.
Gli
americani vogliono raggiungere la felicità in terra o meglio a NY.
Tutti dal
primo all'ultimo sono orgogliosi di vivere in questa città e di contribuire al
suo sviluppo.
Non ci
sono divisioni politiche o religiose che contino: prima di tutto viene
l'America.
La
volontà tenace di arrivare a conquistarsi un posto al sole degli uomini vestiti
di scuro che con la loro ventiquattrore vanno e vengono nei grandi uffici
anonimi che popolano Manhattan.
La voglia
di starsene tranquilli seduti su di una panchina di Central Park.
La
disperazione dei mendicanti che puoi trovare avvolti nei sacchi
a pelo per ripararsi dal freddo pungente della notte davanti a qualche
centro di aiuto.
Se in
questo popolo entusiasta di vivere in questa realtà frenetica tutto di puoi
aspettare non la paura.
Sotto,
invece, cova la paura non tanto nei cittadini ma nelle autorità addette alle
ispezioni
Sin da
quando ti imbarchi su di un aereo per entrare negli stai Uniti ti accorgi che
vi sono controlli speciali: il primo segnale è il visto di ingresso elettronico
sul passaporto.
Poi
quando entro vedi che i controlli sono accurati.
Un primo
controllo è sull'aereo dove devi compilare una dichiarazione che certifica il
tuo stato di salute e che attesta che non importi valuta non dichiarata.
Il
secondo controllo avviene a terra sul passaporto e sul bagaglio a mano.
Se ha i
una borsa o peggio uno zaino diventi subito un sospetto.
In ogni
caso tutto quello che indossi di metallico, come chiavi od orologi, deve
passare ai controlli .
Fanno la
radiografia di tutto anche delle scarpe e delle cinture , ti svuotano
le tasche e se non dai abbastanza affidamento procedono ad ispezionarti
personalmente.
Un terzo
controllo ti richiede la dichiarazione compilata sull'aereo già verificata che
tu pensi di avere già consegnata.
Non è
così, quindi frughi con più attenzione nelle tue carte e recuperatala la
dai al paziente poliziotto.
Poi
finalmente quando hai ritirato il bagaglio puoi avventurarti nella città.
I
controlli son sono finiti.
Musei,
Centri commerciali, teatri, chiese in ogni luogo dove affluiscono migliaia di
persone hanno tutti il loro apparato che controlla borse e zaini. Si formano
code che durano tutta la giornata.
La gente
non protesta, ma pazientemente aspetta in coda perché ha fiducia nelle
autorità.
Sembra
fino che la paura sia ormai entrata nella testa come una componente inevitabile
della vita di NY.
La paura
c'è ma non si vede; i controlli sono una routine.
Il
turista ne è colpito quando arriva, perché da noi non ci sono così tanti
vigilantes, ma poi col passare dei gironi la vivi come un elemento che tutto
sommato può coesistere con la realtà convulsa di tutti i giorni.
Ci fai
l'abitudine e non ti impressiona più di tanto il fatto che qualcuno con
insistenza voglia controllare il contenuto della tua borsa.
Certo non
ti fidi tanto di abbandonare nelle ore serali il centro congestionato la gente
ti da un senso di sicurezza.
Entrare
in una stazione del metrò di notte quando le banchine sono deserte ti mette in
uno stato di agitazione il silenzio che invocavi durante il giorno ora ti
sembra del tutto inopportuno, fino a che non arriva un groppo nutrito di
persone e la bagarre riprende.
Invochi
la bolgia umana che ti ha accompagnato durante il giorno che magari
ti infastidiva un po' ma che adesso ti dà, invece, sicurezza.
La paura
degli abitanti è sicuramente nei loro cuori.
La paura
per loro stessi di perdere i loro beni e magari la loro vita .
E' la
paura trova la sua origine nell'attentato alle Torri Gemelle.
Il popolo
di NY ha testimoniato il suo sgomento dopo la tragedia nei messaggi lasciati
sul cancello di S. Paul a ricordo delle persone scomparse.
La chiesa
a due passi dall'inferno è stata risparmiata e protetta da un sicomoro che ha
impedito che una pioggia di detriti la colpisse.
La paura
per un nemico invisibile che non è in grado di confrontasi a viso aperto con le
armi perché la superpotenza è imbattibile.
Il nemico
è, però, pronto a colpire quando meno te la aspetti disposto a procurare lutti
alla popolazione civile.
Lui deve
dimostrare che esiste ed pronto a ricomparire in qualunque momento.
E' pronto
a seminare il terrore perché se puoi non avere timore per te non puoi essere
insensibile al fatto che l'agguato possa colpire i tuoi cari i tuoi affetti .
Così devi
vivere facendo finta di niente continuando a corre re per le strade di NY
sperando che i controlli di polizia cui ti sottoponi paziente possano
essere guardiani di un futuro più sereno.
Sandy.
Nel
novembre 2012 un tornado si è abbattuto sulla città di NY.
La città
è stata messa in ginocchio da Sandy, così è stato chiamato, alcuni simboli sono
stati gravemente danneggiati.
Le
precipitazioni che spazzano gli SU da ovest ad est continuano a fare paura.
Le tv
seguono con servizi speciali i tornado che corrono come trottole
impazzite nelle praterie dell’ovest.
Anche se
gli effetti delle perturbazioni si sono spostate da NY, il Circus Line non può
ancora attraccare al pontile della statua della Libertà e di Ellis
Island.
I lavori
di ripristino sono in atto ed i turisti potranno ritornare in luglio.
Monumenti
simboli della città sono inaccessibili nella città dove tutto è possibile.
Sembra
incredibile!
Lo
spirito d’iniziativa di questa gente indomabile si esprime tutto nel motto:
Rebuilding che è ripetuto senza interruzione sulle televisioni locali.
L’imperativo
è ricostruire.
Tutti
cercano fondi.
Lo Stato
fa la sua parte.
I
cittadini non si lamentano, ma si rimboccano le maniche e si danno da fare per
trovare i fondi necessari.
I luoghi
danneggiati o sono già stai messi n sicurezza o i lavori fervono.
Non
valgono le beghe politiche che vengono accantonate.
Il
governatore democratico del New Jersey si complimenta per il tempestivo
intervento dell’amministrazione statale centrale a guida repubblicana.
In
pubblico si stringono le mani cordialmente, con un sorriso, pronti domani a
riprendere la lotta elettorale, ma uniti nella ricostruzione.
Al primo
posto va messo l’interesse del paese.
Le
catastrofi naturali servono a compattare i cittadini di NY che, anche per
l’aiuto ricevuto da tutta la nazione, si sentono orgogliosi di essere
americani.
Tutti
collaborano; le beghe sono lasciate fuori dai cantieri .
Si pensa
solo a ricostruire.
Mi sembra
di essere in Italia.
C’è la
stessa sinergia utilizzata per ricostruire l’Aquila!
I bus scoperti.
Un modo
di visitare NY è quello di salire su uno dei tanti bus scoperti che girano per
la città.
Se hai
poco tempo e non vuoi camminare molto è il sistema migliore.
Mario e
Gio non ci sono mai saliti perché preferiscono camminare per essere più in
sintonia con la città e poterla capire meglio.
Loro
pensano che il modo giusto di vedere NY sia quello di immergerti nella folla che
popola il centro e che seguendo la Broadway approda a Times Square
Ci vuole
tempo e pazienza per gustare i particolari .
Se vedi
una chiesa stretta fra i grattacieli se cammini puoi fermarti o se sei su un
mezzo pubblico di superficie puoi scendere alla prima fermata e arrestarti un
attimo prendendoti una piccola pausa in quell’andirivieni caotico.
Il bus
non si ferma mai.
Le
emozioni sono affidate ad un accompagnatore che ti spiega.
Ma caro
amico le emozioni non si spiegano si sentono direttamente o non sono sensazioni
degne di essere percepite.
L’accompagnatore
è pure simpatico, racconta simpatici aneddoti e ti informa dei principali
monumenti, ma il rapporto con la città è troppo superficiale.
Direi che
non esiste: è come essere in un cinema tridimensionale con l’aggiunta dei
rumori e dei profumi autentici dei gas di scarico.
Non
capisco le ragioni di chi desidera visitare una città in poche ore salendo su
di un autobus.
E’ molto
meglio vedere un documentario non fai code , non ti costa nulla.
Una città
va vissuta anche solo percorrendo le strade a piedi , seguendo i percorsi
indicati dalle guide solo così ti può restare dentro un ricordo o un’emozione.
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