Il business a NY
Circus line.
Il senso
del bussnes americano ha condensato in un pacchetto turistico le cose più
interessanti per il turista.
A NY
pochi turisti si sottraggono al piacere di una gita in battello.
E’ un
obbligo prendere il Circus Line.
Il
battello fa il giro turistico dell’isola di Manhattan.
Partendo
da Battery Park con l’imbarcazione si può girare attorno all’isola
tranquillamente; sembra di tornare ai tempi in cui a NY si arrivava via mare
dal vecchio mondo.
La prima
tappa è Ellis Island dove gli emigranti venivano fatti sbarcare e dove stavano
in quarantena.
Se
ritenuti idonei proseguivano il loro viaggio, se no erano costretti ad un mesto
ritorno in patria.
I
controlli non sono mutati solo che te li fanno direttamente nell’aeroporto dove
le gabbie si aprono successivamente solo se hai superato la precedente.
Ti
richiedono quasi ossessivamente gli stessi documenti per quattro volte.
Il
passaporto vola dalle mani del controllore alle tue, si perde nelle tue
tasche e rischi di non trovarlo al successivo controllo.
E’ sempre
meglio dei controlli cui erano sottoposti gli emigranti a Ellis Island.
Ora non
c’è aria di miseria in quei luoghi di quarantena.
I
viaggiatori che ricercavano una opportunità per uscire dalla miseria vissuta
nei loro paesi d’origine non arrivano più qui.
Ora
ci sono i turisti che vanno a fare il classico tour per visitare Ellis Island e
per salire sulla statua della libertà a bordo di battelli gran confort.
L’uragano
Sandy appena passato qualche mese prima ha lasciato ancora dei danni.
La banchina
non è praticabile in sicurezza dai visitatori.
Oggi la
visita è sospesa, ma il rebuilding è già incorso .
La
volontà indomita degli abitanti di NY di riportare i turisti sulla statua
garantiscono – e se lo dicono i newyorkesi c’è da crederci - si
realizzerà entro poche settimane.
Per il
momento è possibile ammirare da lontano la celebrazione della Libertà.
Il
commento della guida del battello ti accompagna nel viaggio.
Il
narratore è, come tutti coloro che abitano a NY, un entusiasta della città.
Chi vive
qui, ama questa città, dove c’è questa convulsione perpetua, questo muoversi
continuo alla ricerca di sensazioni permanenti, in caso contrario si sarebbe
trasferito in qualche tranquillo paese dell’ovest.
Il
narratore ti racconta dei grattacieli della loro storia.
E’
il racconto di chi ha voluto spingersi più in alto fino a toccare il cielo.
Un po’ di
tranquillità si ritrova più a nord dove l’East River si restringe nell’Harlem
River.
Lì
si ritrova ancora il verde che prende il sopravvento sul grigio delle
costruzioni.
Lì a nord
c’è anche una timida società canottieri che contrappone i ritmi lenti della
voga alla velocità degli scafi.
Un timido
tentativo di riportare la metropoli a ritmi più a misura di uomo in mezzo a
tante macchine.
Raggiunto
il ponte che passa l’autostrada al’altezza di Marble Hill il
battello rivolge la sua prua a sud solcando le acque del Hudson River.
Scendendo
non si vedono i grattacieli, sembra di non essere a pochi chilometri da NY.
Le rive
sono basse e verdi l’isola appare tranquilla e immersa nella natura guardandola
dal nord.
Poi i
grattacieli riprendono il sopravvento.
Empire State Building.
L’Empire
State Building è stato per un anno il grattacielo più alto della città.
Tenere un
record per un anno non è stata cosa facile, anche se detto primato non è durato
molto.
E’ lo
spirito della città quello di superarsi.
C’è
sempre qualcuno che vuole misurarsi con il tuo primato e strappartelo. sempre.
Lì in cima
all’Empire State Building il panorama è emozionante.
La cosa
più simpatica, dopo l’eccezionale vista, è il commento ai vari punti di
osservazione.
La
commentatrice di lingua italiana è una signora romana di nascita che vive da
anni a NY.
Da come
parla è sicuramente più newyorkese che romana.
Anche se
manifesta chiaramente il suo amore per la città eterna, il fascino di NY la ha
definitivamente conquistata.
Lei
chiama affettuosamente per nome i grattacieli, ognuno ha la sua storia che lei
ci racconta con entusiasmo.
Abbina
ogni fabbricato a ricordi personali o a fatti che riguardano la città.
La
biblioteca nazionale è il luogo dove d’inverno andava a studiare per stare più
al caldo che in casa sua e che d’estate, al contrario, frequentava per
recuperare un po’ di fresco. Le sale della biblioteca erano, infatti,
condizionate mentre a casa sua si moriva di caldo.
Central
Park è il suo parco preferito dove portava i figli a giocare, quando erano più
piccoli.
Il Museo
di storia naturale era un’altra delle sue mete preferite.
Portava
spesso lì i figli per fargli conoscere la terra su cui viviamo o per
rimirare le stelle nel planetario e conoscerne i segreti.
Ci
ritornava per rivedere le sale con più calma perché con tutte le sale e con
tutti quei computer il tempo passava veloce e non ce n’era mai abbastanza per
rispondere a tutte le domande che i bambini curiosi le rivolgevano.
Sono
tutti luoghi della sua storia personale che si intreccia fortemente con la
città.
Il
placido scorrere dell’Est river ad est le dà lo spunto per suggerirci un
itinerario.
“E’ bello
fare una gita con il battello e circumnavigare l’sola di Manhattan.” ci
propone.
“Andateci
così potete godervi da vicino tutti i grattacieli.” assicura.
Le
costruzioni hanno tutte un loro nome e danno l’idea dello spirito della città
volto a stupire il visitatore.
A sud si
ergono dalle acque la statua della Libertà ed Ellis Island.
“Siamo
tutti impegnati a ricostruire questi luoghi simbolo della città e della sua
storia di libertà e di immigrazione.” afferma convinta.
A nord
c’è il riquadro verde di Central Park.
“Un
appartamento di tre stanze qui sulla quinta Avenue costa dieci milioni di
dollari.” ci informa.
E’ una
fortuna riservata ai super ricchi vivere con la vista di Central Park.
Lì
abitava John Lennon quando è stato assassinato.
“Andate a
vedere Strawberry Fealds a Central Park.” ci consiglia.
A sud
Battery Park, sorge la borsa.
“Lì
vedete, lì accanto c’erano le torri gemelle.” soggiunge con un filo di
tristezza.
“Lì è
Ground Zero” continua “E’ il luogo della memoria dove, nella vicina chiesa di
St. Paul, i superstiti hanno lasciato gli ultimi messaggi ai loro cari
scomparsi nell'attentato.”
Ora
stanno ricostruendo un grattacielo.
“Lì
vicino c’è la borsa: non dimenticate di andare a farvi fotografare dinanzi al
toro di bronzo.” suggerisce “Porta fortuna.”
A due
passi da non perdere c’è l'American’s Indian Museum.
Il museo
degli indiani d’America racconta di storie abbastanza recenti che sembrano
distanti migliaia di anni.
Sembra
impossibile che questi siano gli antichi abitanti di queste terre senza
computer senza automobili senza traffico!
Il Planetario.
Il
Planetario è costruito in una sezione del museo di storia naturale per
consentire al viaggiatore di vivere le avventure che hanno portato alla nascita
della terra.
Entrare
al planetario non è così automatico perché l’enorme sala circolare è aperta ad
intervalli regolari per consentire al pubblico presente di assistere alla
proiezione.
L’attesa
costruita con perfetta regia sembra prepararti ad emozioni incredibili.
Prima
devi verificare l’orario che ti è assegnato , devi pazientemente attendere il
tuo turno.
Poi dopo
una breve attesa dell’ascensore ti portano in un’altra sala d’attesa per
aspettare che finisca la visione il turno precedente.
Poi via
con lo scatto finale per guadagnare i posti più centrali proprio sotto alla
volta che è destinata ad ospitare la proiezione.
E’
difficile immaginare lo spettacolo stellare che i maghi delle emozioni ti
stanno preparando con l’ausilio del simulatore di realtà virtuale più grande
del mondo.
Una regia
perfetta ti porta in un percorso nel tempo che parte dagli albori
dell'universo.
Poi il
regista ti scaraventa in un percorso nello spazio che ti porta sui pianeti più
lontani alla velocità fantastica. Le distanze spaziali quasi contemporaneamente
si coniugano a quelle temporali.
Si passa
dal visitare pianeti lontani ad esplorare cosa succedeva in tempi lontani
all’origine dell’universo.
Tutto
questo ti fa rendere conto della tua pochezza sia per la minima durata dello
spazio temporale che sei destinato a vivere e per la tua incapacità di
misurati con gli spazi infiniti dell’universo.
Ti trovi
immerso nella volta celeste e proiettato su pianeti irraggiungibili in pochi
minuti.
La regia
ti porta all’origine dell’universo in mondi virtuali sconosciuti dove gas
rarefatti impedirebbero a chiunque di sopravvivere.
Tu sei lì
attonito senza avere il tempo di disincantarti perché ogni fotogramma aumenta
il tuo stupore come nel crescendo del ritmo di una sinfonia fantastica.
Solomon R. Guggenheim Museum
Quello
che colpisce nei musei di NY è che non sono strutture rigide costruite per
mostrare i loro tesori di opere senza possibilità di modifiche temporanee, ma
che sono destinate a aggiornarsi nel tempo.
Sicuramente
dopo qualche mese il museo cambia allestimento ci sono nuove esposizioni i
pezzi contenuti nei depositi sono destinati a sostituire almeno in parte le
collezioni che ora fanno bella mostra.
Il
visitatore, specie se risiede nei dintorni della città è portato ad essere un
frequentatore assiduo del museo
Il
visitatore è destinato ad essere un sostenitore delle nuove iniziative e non un
saltuario utente della struttura.
Il museo
diventa parte di te soprattutto se condividi un interesse per le raccolte che
propone visto che queste sono destinate a d incrementarsi ed a proporre nuove
collezioni nuove scoperte nuove invenzioni.
Le nuove
esposizioni del Solomon R. Guggenheim Museum ad esempio non hanno paura di confrontarsi
con i classici dell’arte moderna che vi sono sopitati.
Le novità
competono con le opere che oramai sono diventate classiche per contendersi un sempre
maggior numero di visitatori.
Lo stesso
fabbricato che ospita il Museo è una suggestiva opera d’arte moderna che
interpreta lo spirito del mecenate che voleva fosse edificato un tempio dello
spirito.
La
costruzione non ha nulla di convenzionale, di materiale.
Quella
forma rotonda che si allarga verso l’alto all’interno del museo parla alla
sensibilità del visitatore.
La
sensazione di essere in un modo diverso si accentua quando si inizia ad
avanzare sulla grande rotonda che sale a spirale verso il lucernario alla
ricerca della luce.
La visita
parte dall’alto dall’apice della bellezza dell’edificio per rientrare nel mondo
della normalità solo alla fine della visita.
Un
contenitore ideale per accogliere le opere di un’arte che vuole esser un
meraviglioso organismo in sequenza ritmica di colori e forme da godersi pera
amore della bellezza, secondo gli intendimenti della Rebay recepiti del
filantropo.
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