Genocidio Cambogia
La vicenda cambogiana sotto la dittatura dei Khmer Rossi è forse la sintesi di tutto il percorso storico fatto dall'utopia comunista attraverso i suoi dittatori, le sue rivoluzioni ma sopratutto attraverso i suoi massacri. Nell'azione di Pol Pot e dei suoi seguaci si raggiunge l'apice dell'orrore scaturito da una folle teoria rivoluzionaria.
Lo spopolamento di intere città, la costruzione di una nuova civiltà contadina, il mito della monocultura risicola, l'annullamento di qualsiasi legame o sentimento umano od il massacro di intere minoranze e classi sociali, sono solo gli aspetti più evidenti della società che il dittatore cambogiano ha tentato di creare.
Prima dei mostruosi sconvolgimenti provocati dalla follia dei Khmer Rossi, la Cambogia era una piccola nazione del sud-est asiatico etnicamente piuttosto omogenea nel quale la grande maggioranza della popolazione era composta dall'etnia Khmer e le principali minoranze presenti erano quelle cinesi, che controllava il commercio, vietnamita e Cham, composta da circa 100.000 individui di fede islamica.
Il 18 marzo 1970 il maresciallo Lon Nol attua il colpo di stato che lo porta al potere grazie anche all'appoggio degli Stati Uniti ansiosi di poter sfruttare la Cambogia in chiave anti-vietnamita.
In un susseguirsi di azioni i cambogiani arrestano, ed in parte uccidono, circa 30.000 vietnamiti; l'esercito nord-vietnamita risponde invadendo gran parte del paese mentre gli americani bombardano i territori sottratti all'esercito di Lon Nol.
L'intervento delle forze sud-vietnamite, chiamate in soccorso da Lon Nol, non fa che aggravare la situazione.
Lo scontro costa molto in termini di vite umane alla popolazione civile che, oltretutto, fugge in massa dalla campagna per rifugiarsi nelle città: Phnom Penh passa da 600.000 a 2.000.000 di abitanti.
Il bilancio finale della guerra sarà pesantissimo. Circa 500.000 persone muoiono nelle zone sottoposte al regime di Lon Nol, mentre circa 600.000 periscono nelle zone "liberate" dai khmer rossi.
Nel frattempo il principe Sihanouk, rifugiatosi a Pechino, fonda il FUNK Fronte Unito Nazionale di Kampuchea e forma un Governo Reale di Unità Nazionale, GRUNK, del quale fanno parte Khieu Samphan, Hou Youn e Hu Nim.
Da questa alleanza nasce il primo vero nucleo combattente khmer rosso, che occupa le regioni abbandonate dai nord-vietnamiti. In queste aree fa per la prima volta la sua comparsa l'Angkar, l'onnipotente "organizzazione" che tutto sa, tutto vede e che "provvede" a tutti bisogni della popolazione.
In queste zone che viene attuato il primo esperimento di società basato sul modello di Pol Pot: vengono formate delle comunità con i contadini cacciati dai propri villaggi. Prende il via anche la prima campagna di epurazione contro i vietnamiti residenti nelle zone orientali della Cambogia e contro i comunisti rientrati dal Vietnam del Nord.
Lo scontro tra americani, vietnamiti e khmer rossi ha letteralmente sfiancato la popolazione civile che accoglie quasi con sollievo l'ingresso in città dei "piccoli uomini neri usciti dalla foresta".
Dopo un primo momento però, si inizia subito a rendersi conto della reale situazione: i giovanissimi soldati khmer non sorridono mai ed avviano immediatamente lo sgombero totale della città, circa 2.000.000 di individui, ma anche di tutti gli altri centri del paese; non vengono risparmiati nemmeno gli ospedali dai quali vengono cacciati tutti i degenti senza distinzione alcuna.
Le folle si disperdono in ogni direzione e il caos regna ovunque: in questo frangente il nuovo regime comincia a mietere le prime vittime anche perché si inizia a censire l'identità di ciascun individuo al fine di poter identificare quelli appartenenti a gruppi sociali "corrotti": militari, funzionari statali, intellettuali, religiosi o appartenenti alla Casa Reale. Ingenuamente, ed è un primo indizio della pessima organizzazione dei quadri khmer, i sodati impongono la distruzione dei documenti di riconoscimento, di modo che molti riescono a celare la propria identità ed a scampare ai massacri. Lo spopolamento delle città si inquadra nella convinzioni che esse siano centro di corruzione, degrado e svendita dei grandi valori della società contadina khmer alla corrotta cultura occidentale. Chiunque ha ricevuto un'istruzione od ha vissuto in queste realtà deve essere eliminato. Solo le nuove generazioni infatti sono considerate immuni dai mali della vecchia cultura.
Tutto il "popolo nuovo" viene diviso in due categorie: i Nuovi, o popolo del 17 aprile o '75, ed i Vecchi, o popolo del 18 marzo o '70 dove i nuovi sono coloro che sono stati "liberati" per primi dai khmer rossi, mentre gli altri sono coloro che avevano vissuto nelle aree sotto il controllo dell'esercito di Lon Nol, o che comunque avevano avuto qualche legame con esso o appartenevano a qualche categoria corrotta.
Contemporaneamente la Cambogia viene totalmente isolata dal resto del mondo ed il paese diviene un immenso campo di lavoro dove vengono aperti cantieri ciclopici per la costruzione di immense opere idrauliche o per la riconversione alla monocultura risicola di tutte le zone agricole. Tutto questo viene fatto utilizzando la manodopera costituita dalle folle precedentemente deportate. Ogni individuo deve lavorare e dare il suo contributo verso l'avvenire radioso promesso dall'Angkar.
Gli orari di lavoro massacranti, la mostruosa violenza dei Mekong e degli Yotear* sulla popolazione la penuria di cibo provocata dalle carestie provocate dalla sconsiderata politica agricola, cominciano però subito a mietere migliaia di vittime.
L'azione dei khmer rossi colpisce anche la sfera sociale della cultura cambogiana tentando di distruggere con ogni mezzo qualsiasi aspetto che possa essere ricondotto al passato.
In questo senso si inquadra l'eliminazione dei nomi propri sostituiti da appellativi generici; la persecuzione religiosa contro il clero buddista, la minoranza Cham di fede islamica, le minoranze etniche Thai (ovest del paese) e khmer Krom (di origine vietnamita); la sostituzione dei tradizionali sistemi di coltivazione con la monocultura risicola; la distruzione di tutti legami famigliari ed affettivi per minare l'istituzione della famiglia, fino ad allora cellula base della società; il divieto di contrarre matrimoni che non siano autorizzati dalle autorità e l'imposizione di unioni coniugali da parte delle stesse.
Ogni individuo vive nella comunità assegnatagli dall'Angkar ed in essa lavora nei cantieri di competenza: tutti hanno un compito ed alla fine della giornata chi non ha prodotto quanto stabilito ne subisce le estreme conseguenze.
Ogni dieci giorni c'è un giorno di pausa che è totalmente occupato da interminabili sedute di rieducazione socio-politica. Ognuno è totalmente soggetto al potere assoluto che i mekong possono esercitare e chi si lamenta per un qualsiasi motivo, viene assassinato con un colpo di zappa sulla nuca o soffocato con un sacchetto di plastica.
Nelle zone dove i piani agricoli non danno i risultati sperati i quadri del partito sono subito accusati di collaborazionismo con i vietnamiti o con gli americani e sono ben presto eliminati.
Tutta la dirigenza del partito, ma anche l'intera popolazione, è comunque soggetta a questo processo di autodistruzione: i campi di sterminio per "nemici interni" spuntano in tutto il paese. Tra di essi il più "celebre" è quello di Tuol Seng a Phnom Penh dove muoiono almeno 20.000 persone, la maggior parte dei quali ex quadri del partito comunista sospettati di un qualche complotto o comunque in disaccordo con la linea del partito.
Dopo la grande purga della zona est, alcuni dirigenti tra i quali Heng Samrined Hun Sen si danno alla fuga e fondano il FUNSK Fronte Unito Nazionale per la Salvezza della Kampuchea: essi sono anche i primi a rivelare al mondo intero l'enormità dei crimini di Pol Pot.
A questo punto i vietnamiti approfittano della situazione e, forti di un esercito di un milione di uomini, invadono la Cambogia il 25 dicembre '78. Rapidamente Phnom Penh è raggiunta e conquistata il 7 gennaio '79 e qui viene fondata la Repubblica Popolare di Kampuchea guidata da Heng Semrin.
Comincia l'esodo della popolazione civile verso la Thailandia che li ospita, dall'ottbre '79, in campi profughi.
In patria, ma solo nelle zone liberate, il nuovo regime è gestito da ex khmer rossi riciclati, mentre nelle aree ancora sotto il controllo dei khmer rossi il genocidio continua come prima.
A questo punto anche Pol Pot, datosi malato, si nasconde, mentre Khieu Samphan diventa il capo del Partito del Kampuchea democratico creato nell'81 al posto del PCK.
Esso crea, nel marzo '81, il Fronte Unito Nazionale per la Cambogia Indipendente che, assieme ai khmer rossi ed a altri oppositori al regime di Heng Samrin, da vita ad una coalizione che occupa il seggio cambogiano presso l'ONU. http://freeweb.dnet.it/
Nessun commento:
Posta un commento