Terremoto. Agg.
Difficile anche parlare
di ricostruzione, quando sono ancora da verificare 13.304
edifici e mancano all’appello oltre mille container. Ha fatto
scalpore l’atto d’accusa lanciato dallo stesso commissario per la ricostruzione Vasco
Errani ad Ancona, davanti a una platea di sindaci lo scorso 15 febbraio: “E’ tutto
fermo. Questa non è ricostruzione, questa è emergenza”. I numeri da
emergenza piena sono ancora: 11.726 i terremotati alloggiati con
soluzioni temporanee: 9.154 stanno ancora in albergo, 6.048 sono
sparsi tra hotel e residence, 1.812 vivono compulsati in palestre e palazzetti
comunali e 760 nei 249 containers e soluzioni abitative d’emergenza (sae).
Sono i numeri di un rapporto
della Direzione di comando e controllo (Dicomac) della Protezione
Civile, aggiornati al 20 febbraio 2017.
Se sono 11.726 oggi è bene sapere
che erano 25.341 a novembre del 2016. Quindi in sei mesi l’assistenza ha
sgonfiato la lista dei bisognosi ma per metà di loro non c’è soluzione
abitativa che tenga.
Perfino il fabbisogno di
container resta largamente inevaso: i dati del report riferiti solo a
Marche e Umbria indicano che su 1.687 persone che ne hanno fatto
richiesta soltanto 603 lo hanno ottenuto, il 35%.
Parlare di ricostruzione oggi è
un azzardo. “Non riusciamo ad andare avanti su macerie, stalle, casette” ha
lamentato Errani additando i limiti del decreto 189 con cui
il governo di Matteo Renzi ha normato la ricostruzione assegnando poteri
straordinari al commissario. In teoria, perché quel decreto che indicava nelle ordinanze lo
strumento eccezionale a disposizione finisce per planare su meno cogenti
“provvedimenti” che finiscono per incagliarsi e affastellarsi nei meccanismi
della burocrazia, con evitabili ritardi.
Un esempio è quello che entra in
vigore la prossima settimana che definisce il criterio di “danno lieve” alle
abitazioni.
Dalla relazione della Dicomac
risulta che il censimento dei danni nelle quattro regioni colpite è ancora in
pieno corso, con il 21% dei rilievi di danno e agibilità non
ancora attribuito, il 57% dichiarato non agibile, il 40% non utilizzabile. Sono
da valutare ancora 13.304 edifici.
Laggiù restano 4mila uomini tra
vigili del fuoco, forze armate, volontari e Croce Rossa. Segno evidente che
l’emergenza continua, la ricostruzione aspetta. Ilfattoquotidiano.it.24.2.2017
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