Dijsselbloem Jeroen
Jeroen Dijsselbloem dal 15
novembre 2012, è Ministro delle finanze e fa
parte del secondo governo guidato dal premier Mark Rutte.
Dal 21 gennaio 2013 è anche il
presidente dell'Eurogruppo, il comitato dei ministri delle finanze dell'eurozona,
costituita dagli stati dell'Unione
europea che hanno adottato l'euro come moneta
ufficiale, succedendo nell'incarico a Jean-Claude Juncker.
Il 1º febbraio 2013 ha guidato la nazionalizzazione dell'ente
finanziario olandese SNS Reaal, prevenendone la bancarotta.
Gli azionisti e creditori sono
stati espropriati dei titoli senza compensazione e le altre banche nazionali
hanno dovuto contribuire al salvataggio con cifre fino a un miliardo di euro.
Nel marzo 2013 Dijsselbloem è
stato a capo dei negoziati per la gestione della crisi finanziaria di
Cipro, nella condotta della quale si è attirato critiche per aver creato un
precedente, forzando il prelievo dai depositi bancari come parte del
salvataggio delle banche.
Ha dichiarato intorno al 24 marzo
2013 al Financial Times e alla Reuters che
il salvataggio di Cipro è stato un modello per la risoluzione dei rischi di
bancarotta per i sistemi bancari, ma
il 26 marzo 2013 si è contraddetto dichiarando che Cipro non è stato un
modello.
Dall'inizio del 2015, è impegnato
nelle trattative per la gestione della crisi del debito greco e ha
respinto nel mese di febbraio la richiesta del ministro delle finanze greco Yanis
Varoufakis di indire una conferenza tra tutti i paesi europei per la
ristrutturazione del debito, rivendicando la gestione delle trattative al solo
eurogruppo che presiede. Wikipedia.
“Il presidente dell’Eurogruppo
Dijsselbloem, riferendosi agli Stati del sud Europa, ha
dichiarato che non puoi spendere tutti i soldi in alcol e donne e poi
chiedere aiuto. Secondo questo ‘statista’ del Partito socialista europeo,
noi italiani saremmo un branco di debosciati assistiti dai responsabili popoli
del Nord. Dijsselbloem si dimetta subito e il governo italiano pretenda scuse
ufficiali”, scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia
Meloni. “A noi non serve alcun aiuto da questa gente: ci basterebbe spezzare le
catene che i tecnocrati europei hanno messo alla nostra economia e alle nostre
imprese per tornare a crescere.
Persino nel corso delle
celebrazioni a Camere riunite per i 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma,
il capo dello Stato Sergio Mattarella ha parlato – pur senza citare
il fatto specifico – di un’Europa che “appare quasi ripiegata su sé stessa.
Spesso consapevole, nei suoi vertici, dei passi da compiere, eppure incerta
nell’intraprendere la rotta. Come ieri, c’è bisogno di visioni lungimiranti,
con la capacità di sperimentare percorsi ulteriori e coraggiosi”. secoloditalia.it/2017/03/22.
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