Draghi Mario. Tassi di interesse
ancora bassi
Tassi di interesse ancora bassi,
confermati ai minimi storici, e la possibilità di estendere il Quantitative
easing se necessario. Su questi due punti continuerà ad agire la politica
monetaria della Banca centrale europea (Bce), come ha spiegato il presidente
Mario Draghi durante la conferenza stampa tenutasi dopo la riunione del
Consiglio direttivo di questa mattina.
Draghi ha detto che è ancora
opportuno sostenere “un elevato livello di accomodamento monetario”, anche se
sembrano diminuiti i rischi al ribasso sulla crescita dell'eurozona e la
ripresa sta diventando più solida. L'obiettivo è arrivare ad un tasso di
inflazione del 2 per cento in tutta l'area euro, diminuendo il divario tra i
diversi paesi. “Il nostro mandato non è definito sull'andamento dei singoli
paesi" – ha detto riferendosi a recenti critiche di Wolfgang Schäuble,
ministro delle Finanze tedesco ipercritico delle politiche espansive – e per
questo “guardiamo alle medie”. Rispondendo ad una domanda sui bassi tassi di
crescita dell'Italia, Draghi ha precisato che “Il mandato non è sulla crescita,
ma sulla stabilità dei prezzi e quindi sul tasso di inflazione per l'intera
eurozona”, perciò la Bce guarderà all'andamento medio per decidere la
progressiva uscita dalla fase di stimoli straordinari.
Sono andati sistematicamente a
vuoto i tentativi dei cronisti di carpire da Draghi qualche indicazione
dell'umore della Bce rispetto alle prossime elezioni dei governi in diversi
paesi, in primis in Francia dove si confrontano l'europeista Emmanuel Macron e
l'euroscettica Marine Le Pen. La Bce valuta l'impatto che l'"incertezza
politica" può avere sui tassi di inflazione come fattore, tra gli altri,
capaci di influenzare la politica monetaria. ilfoglio.it/economia/2017/04/27/
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