Padoan Def 2017
Padoan mercoledì, in
audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Def, è
tornato sui suoi passi ribadendo per due volte che “l’intendimento del governo
prevede di escludere l’aumento delle imposte indirette previsto dalle
clausole di salvaguardia” sostituendolo con “una manovra alternativa che
verrà definita nei prossimi mesi”.
Una manovra da oltre 15 miliardi,
se è vero che le clausole di salvaguardia per il 2018 valgono l’1,1% del pil ma
dopo la manovrina “restano per un valore pari allo 0,9% del pil”.
Solo di ipotesi si trattava, è
quindi la versione ufficiale. Questo nonostante anche il rappresentante della Banca
d’Italia, in audizione, abbia invitato il governo a non escludere “una riconsiderazione
dell’ampio ventaglio delle aliquote dell’Iva”. E nonostante l’Ufficio
parlamentare di bilancio abbia avvertito che disinnescare le clausole
“appare di difficile realizzazione”.
Il titolare del Tesoro ha detto
che è “confermata la volontà del governo di proseguire nel percorso di
progressiva riduzione della pressione fiscale”, ma il rebus è sempre lo stesso:
“Resta la necessità di finanziare tale riduzione in modo permanente, così
che i tagli siano credibili“.Padoan si era detto favorevole a un aumento
Iva per poi usare il gettito aggiuntivo per far
scendere le imposte sui redditi dei lavoratori dipendenti, tra le più alte dei
Paesi avanzati. L’ex capo economista Ocse ha poi spiegato che “il livello
di crescita raggiunto non ci entusiasma, non ci possiamo dire soddisfatti”, e
il tasso di disoccupazione “è inaccettabilmente elevato, specialmente tra
i giovani”.
Contro l’eventuale innalzamento
delle aliquote Iva si è espressa martedì la leader Cgil Susanna Camusso,
dicendo che avrebbe un “ulteriore effetto di compressione del potere
d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati” e ciò sarebbe una
“ulteriore conferma che non si fa una politica di estensione del carico
fiscale”. Al contrario Confindustria ha promosso l’ipotesi di aumento
sostenendo che il taglio del cuneo fiscale da attuare in contemporanea darebbe
“un forte stimolo” alla crescita, favorendo le esportazioni e le imprese
più dinamiche che lavorano sui mercati esteri, contenendo allo stesso
tempo l’inflazione, nonostante il rialzo dell’aliquota sui consumi.
Anche il Fondo monetario
internazionale del resto ha lanciato un assist a Padoan spiegando che in
Italia c’è spazio “per un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale” se si
procede con la ”razionalizzazione delle spese fiscali”, ampliando la base
imponibile e creando una “tassa moderna sulle proprietà immobiliari”.
E l’Ufficio parlamentare di
bilancio ha sottolineato che “appare di difficile realizzazione l’impegno
a una disattivazione totale delle clausole di salvaguardia” visto
che “tutto il quadro sconta un’incertezza di base sulla dimensione
stessa dell’aggiustamento che sarà necessario, con un sostanziale rinvio alla
possibilità che a livello europeo intervengano ‘cambiamenti nel braccio
preventivo del Patto di stabilità e crescita in senso più orientato alla
crescita e allo sviluppo’, tali da ridurre le correzioni fiscali richieste
all’Italia per i prossimi anni”.
Renzi nella sua enews ha
però chiuso alla possibilità di far scattare le clausole di salvaguardia
inserite peraltro in legge di Bilancio dal suo stesso governo. “L’ultima volta
che in Italia è aumentata l’Iva risale al primo ottobre 2013, un altro governo
– ha ricordato – Noi le tasse non le aumentiamo. E il governo Gentiloni ha
scelto la stessa strategia. La rivendicazione arriva a meno di due settimane
dalle primarie per la guida del partito democratico.
L’Istat, nel suo dossier sul Def,
ha sottolineato dal canto suo che nel 2016 gli investimenti hanno
registrato un calo per il settimo anno consecutivo: -4,5%.
Per quanto riguarda le previsioni
di crescita del governo, “le oscillazioni del commercio estero e
della produzione industriale, osservati nei mesi di gennaio e febbraio,
potrebbero rappresentare dei fattori di rischio per la crescita del primo
trimestre 2017”. ilfattoquotidiano.it/2017/04/19.
L'Ottimista. Sicuramente dopo queste dichiarazioni lo spread è sceso e gli investitori sono ritornati in Italia
L'Ottimista. Sicuramente dopo queste dichiarazioni lo spread è sceso e gli investitori sono ritornati in Italia
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