Stefano Rodotà Spazio globale,
internet e diritti
Vi è un senso comune che ha
abituato a considerare il mondo delle tecnologie come il luogo delle
innovazioni continue mentre le istituzioni arrancano ed il diritto si presenta
come uno strumento lontano ed invecchiato. Negli ultimi 2 mesi questa
situazione sembra essersi capovolta grazie ad una serie di interventi che
mutano principi e regole dello stare in rete. E’ una parentesi destinata ad
essere chiusa perchè troppi sono i contro interessi che premono? O si è aperta
una fase nuova che deve essere governata con intelligenza istituzionale e
lungimiranza politica? E’ una domanda difficile.
Questra iniziativa è molto
importante e forse non ci sarebbe stata se non fosse imminente il semestre
di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea.
All’interno della presidenza si
colloca con particolare rilevanza proprio il dossier che riguarda la garanzia,
la protezione dei dati personali ed in dirittuera d’arrivo il regolamento, che
è già passato al vaglio del Parlamento.
Molti soggetti in molti posti del
mondo stanno tenendo comportamenti che sia pure senza legami espliciti o
connessioni dichiarate convergono verso l’indicazione di principi e regole e la
individuazione di modalità di azione che danno forma ad una dimensione
istituzionale della rete.
E’ un cambiamento significativo,
persino inatteso per qualcuno, che aveva forse ceduto o al pessimismo o alla o
a una sorta di rassegnata deriva tecnologica.
Negli ultimi anni era stata via
via respinta sullo sfondo una ipotesi di lavoro racchiuso nella formula Internet
bill of rights che soprattutto tra il 2006 ed il 2008 e con un rilevante
contributo italiano, che non era solo un contributo personale, aveva destato
attenzione non solo teorica ma anche nei contesti degli annuali tipo Internet
Governance Forum delle Nazioni Unite e prima ancora nelle conferenze di Ginevra
e Tunisi e che aveva portato anche ad iniziative importanti come il protocollo
sottoscritto Internet Governance Forum di Rio de janeiro del 2007 tra il
governo brasiliano e quello italiano purtroppo abbandonato, per ragioni
misteriose, dai governi successivi.
Lo spazio istituzionale della
rete è stato progressivamente occupato dalle logiche della sicurezza e del
mercato dai soggetti nazionali e globali che l’incarnano e si certificò una
volta di più “la morte della privacy come regola sociale” (parole di mark
zuckerberg che riprendono quelle precedenti di Scott McNally “avete zero
privacy, rassegnatevi”)
Evidentemente qualcuno non si è
rassegnato, perchè questo ritorno di attenzione per l’Internet bill of
rights non è stato imposto dalla forza delle cose, non sarebbe avvenuto
tutto ciò senza wikileaks prima e l’uso del programma prism da parte della
national seccurity agency americana.
Il governo italiano oggi ha una
grande opportunità ma anche una responsabilità perchè nell’agenda europea la
sicurezza dei dati ha una rilevanza particolare.
C’è un problema politico
rilevante di cui bisogna rendersi conto senza discostarsi dalle principali
polemiche che hanno accompagnato questo percorso: l’accettazione ed il rifiuto
di ogni regola, l’attentato alla natura libertaria che ha portato ad
autoreferenzialità, la rete come la spada mitica che riargina le ferite che ha
inferto e la confusione tra norme penali ed amministrative che rischiano di
limitare la rete e la dimensione costituzionale che rappresenta l’esatto
contrario
Aprile è stato un mese molto
proficuo per il mondo della rete
8 aprile Direttiva europea sui dati personali
23 aprile Marco civil va in gazzetta ufficiale
28 aprile Multi stakeholder statement San Paolo – net mundial
8 aprile Direttiva europea sui dati personali
23 aprile Marco civil va in gazzetta ufficiale
28 aprile Multi stakeholder statement San Paolo – net mundial
Questi sono stati passaggi
importanti, come importante è stata la cosiddetta sentenza google del 13 marzo
della Corte di Giustizia e le dichiarazioni successive dei garanti europei,
aspettando inoltre cosa dirà la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sul
caso Delfi contro Estonia in materia di libertà di espressione. Da tener
presente anche l’intervento della Federal Communication Commission sulla
Net Neutrality.
Non esiste una linea retta e
neutrale sulla istituzionalizzazione della rete ma vanno considerati
complessivamente tutti questi step attraversati da governi ed organismi
internazionali.
E’ evidente che si stanno
ridisegnando le linee dello statuto delle informazioni personali e che tutto
questo determina una ridefinizione del rapporto tra le persone e le istituzioni
pubbliche ed i grandi soggetti privati che trattano i loro dati. C’è in questo
senso una redistribuzione di potere.
Il punto di partenza è certamente
la Carta dei Diritti Fondamentali… angelotofalo.com/2014/12/01.
L'Ottimista. Bisogna come Rodotà sapere guardare avanti!
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