A Bankitalia
spetta l’onere di «dare senza esitazioni conto alle istituzioni e al Paese
dell’operato» dell’Istituto, come annunciato dal governatore Ignazio Visco non
più tardi tre giorni fa. Barbagallo si sofferma sul dissesto delle banche
venete (rilevate da Intesa SanPaolo) e spiega alla commissione, presieduta da
Pier Ferdinando Casini, che la vicenda di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca
origina dalla combinazione di una crisi economica «eccezionale» con
«irregolarità e anomalie gestionali, che affondavano le radici nella debolezza
della governance e nella conseguente autoreferenzialità del management».
I meriti di Via Nazionale
Bankitalia,
insomma, ha dovuto fronteggiare una situazione in cui gli amministratori degli
istituti hanno «ripetutamente occultato importanti informazioni alla vigilanza,
di cui hanno deliberatamente disatteso le richieste». Al contempo Barbagallo
ricorda tanto le nove ispezioni presso Popolare di Vicenza, quanto le sette
indagini in Veneto Banca. Precisando che la scoperta delle criticità dei due
istituti è merito degli ispettori di Bankitalia, e sottolinea che «l’idea che
la Bce avrebbe scoperto le cose non corrisponde ai fatti». Il capo della
vigilanza rivendica, non a caso, la scoperta dell’inadeguatezza della modalità
di determinazione del prezzo delle azioni, delle operazioni di
ricapitalizzazione cosidette «baciate» senza dedurle dal patrimonio. A
confermare le responsabilità dei vertici delle banche venete è anche Angelo
Apponi, direttore generale di Consob, che interviene in audizione subito dopo
Barbagallo. «È emerso un ecosistema volto a occultare in maniera sistematica e
fraudolenta informazioni al mercato e alle autorità», ricorda Apponi, che
anticipa l’intenzione da parte di Consob di avviare «procedimenti sanzionatori
nei confronti delle società di revisione» dei due istituti veneti. Le
specifiche e le ricostruzioni fornite da Bankitalia e Consob devono, peraltro,
fronteggiare il clima di diffidenza di molti componenti della commissione, alla
luce del fatto che oltre 120 mila risparmiatori sono stati danneggiati dal dissesto
delle due venete. Corriere.it2.11.2017
Egr.
Direttore,
ma se 9
ispezioni non hanno portato a nulla è meglio togliere la funzione di vigilanza
alla Banca d’Italia e con essa azzerare i modesti stipendi dei suoi dirigenti.
Un modesto
commercialista analizzando i i bilanci ne avrebbe capito di più.
Invece ci sarà la solita guerra fra gli amici delle istituzioni e gli oppositori che porterà a nulla
Distinti
saluti
GB
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