Nonostante le
promesse, il fisco diventa sempre di più una giungla. L’anno scorso , secondo
uno studio della Cgia di mestre, sono stati approvati 11 leggi e decreti in
materia fiscale, che hanno modificato 110 normative esistenti: Inoltre sono
stati emanati 36 decreti ministeriali composti da 138 articoli. Il direttore
dell’Agenzia delle Entrate ha firmato 72 provvedimenti. E gli uffici del
ministero delle Finanze e dell’Agenzia delle entrate hanno pubblicato 50
circolari e 122 risoluzioni costituite, per un totale di da quasi 2 mila
pagine.
Il caos
fiscale provocato da questa montagna di nuove regole non disorienta soltanto i
contribuenti, ma anche gli addetti ai lavori come i Caf, i commercialisti e gli
esperti delle associazioni di categoria , denuncia l’Associazione degli
artigiani di Mestre. «Con un sistema fiscale così complesso, estremamente
farraginoso, spesso contradittorio e poco trasparente – sostiene Paolo Zabeo,
coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia — non dobbiamo sorprenderci se
l’anno scorso 21 milioni di contribuenti, pari a circa il 54% del totale,
avevano una pendenza economica con Equitalia inferiore a mille euro.
Sicuramente tra questi debitori ci sono anche coloro che, probabilmente, non
hanno pagato il bollo dell’auto o il canone Rai, ma la grande maggioranza è
costituita da soggetti vittime di un fisco arcaico e spesso indecifrabile, che
in questi ultimi anni ha fatto aumentare in misura esponenziale il rischio di
commettere errori formali a seguito di un ingorgo normativo che non ha eguali
nel resto del mondo».
Un sistema fiscale così complesso, oltre ad
essere tra i più pesanti del mondo, come ha indicato anche l’ultimo rapporto
dell’Ocse, scoraggia la libera iniziativa e la voglia di fare impresa. Ma i
tempi e i costi della burocrazia frenano anche gli investimenti stranieri. «Non
è un caso che molti operatori stranieri non investano da noi proprio per
l’eccessiva ridondanza del nostro sistema burocratico. Incomunicabilità,
mancanza di trasparenza, incertezza giuridica e adempimenti troppo onerosi
hanno generato un velo di sfiducia tra imprese e Pubblica amministrazione che
non sarà facile rimuovere in tempi ragionevolmente brevi», valuta Renato Mason,
il segretario della Cgia. E ricorda che, secondo un’ indagine realizzata da
Promo PA Fondazione, l’81 % delle imprese con meno di 50 addetti, vale a dire
le piccole, è costretto a ricorrere a consulenti esterni per fronteggiare
questo nemico invisibile: di cui il 70% a integrazione o a supporto del lavoro
svolto dagli uffici amministrativi che operano all’interno dell’azienda, mentre
l’altro 11 % si affida a terzi per tutte le incombenze.
LA Bufala
In questo modo
i dirigenti dell’Agenzia diventano insostituibili anche se mandano a catafascio
il paese.
Un applauso al
ministro che evidentemente forse non si neanche accorto di quello che succede o
meglio non è in grado di capire come funziona il suo ministero?
Se il fatturato si misurasse in pratiche fiscali saremmo la prima
potenza industriale.
Chi resiste è perché il fatturato lo fa all’estero e paga lì
le sue tasse
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