12 maggio 2018 Silvio Berlusconi ha ottenuto
la "riabilitazione" dal tribunale di sorveglianza di Milano
e tornerà quindi ad essere candidabile dalle prossime elezioni. Lo ha
riferito il Corriere della Sera spiegando che la decisione di fatto
cancella tutti gli effetti della condanna subita dal leader di Forza
Italia nell'ambito del processo sui diritti Mediaset nel 2013. Quella
sentenza che aveva fatto scattare l'incandidabilità in base alla
Legge Severino. Berlusconi potrà quindi presentarsi alla Camera dei
deputati o al Senato della Repubblica quando si tornerà alle urne.
In base alla legge elettorale, Berlusconi potrebbe addirittura concorrere
in un'eventuale elezione suppletiva se dovesse rimanere vacante un seggio
in un collegio uninominale. I giudici del Tribunale di Sorveglianza,
a cui si erano rivolti gli avvocati Niccolo' Ghedini e Franco Coppi l'8
marzo scorso, hanno deciso con un mese di anticipo rispetto
al previsto. A guidarli un orientamento della Cassazione che prevede,
anche in presenza di altre pendenze (in questo caso i processi per
corruzione giudiziaria in seguito al processo Ruby da cui Berlusconi è
stato assolto) la possibilità, una volta adempiute "le obbligazioni civili
derivanti dal reato", di vedersene cancellati gli effetti con la
riabilitazione che estingue le pene accessorie. I giudici hanno anche
tenuto conto del fatto che dopo l'espiazione della pena (4 anni di
reclusione di cui 3 condonati e uno svolto ai servizi sociali con
l'impegno di assistenza agli anziani 4 ore alla settimana), Berlusconi
ha dato "prove effettive e costanti di buona condotta" e
di essersi reinserito nella comunità rispettandone nei limiti
del possibile le regole.
Sulla decisione assunta venerdì dal tribunale
di sorveglianza, la procura generale di Milano ha la possibilità di
ricorrere in Cassazione Procura di Milano: opposizione?
Valuteremo dopo lettura La Procura generale di Milano
dovrà leggere le motivazioni dell'ordinanza con cui è stata concessa
a Silvio Berlusconi la riabilitazione prima di decidere se
fare opposizione o meno contro la decisione del Tribunale
di Sorveglianza. www.rainews.it
LA bufala
La riabilitazione penale, nell'ordinamento giuridico italiano, indica l'attività che consente alla persona condannata, che ha manifestato sicuri segni di ravvedimento, di ottenere l'estinzione degli effetti penali della condanna, e delle pene accessorie (es. interdizione dai pubblici uffici), salvo tuttavia che la legge disponga diversamente: la persona riacquista così le capacità eventualmente perdute.
L'art. 178 del codice penale italiano statuisce infatti che:
« La riabilitazione estingue le pene accessorie ed ogni altro effetto penale della condanna, salvo che la legge disponga altrimenti »
|
La riabilitazione è annotata sul certificato penale a cura della cancelleria del Giudice che l'ha emessa
Nessun commento:
Posta un commento